Scopro che la Basilicata è una delle regioni meno turistiche d’Italia (la seconda dopo il Molise). Poi scopro l’escursione al Giardino degli Dei e mi domando come questo sia possibile! E allora ecco gli ingredienti di questa gita: una faggeta luminosa, ultracentenari pini loricati giganti, dolci “altipiani” carsici e un silenzio capace di avvolgere tutto di un’atmosfera magica.
Da Colle dell’Impiso ai Piani di Pollino
L’escursione inizia dal Colle dell’Impiso (1578 mslm). Ci sono alcuni posti auto lungo la strada, ma noi fortunatamente oggi siamo in compagnia dei ragazzi di Ivy Tour, che hanno organizzato l’itinerario, e l’autista ci lascia proprio all’imbocco del sentiero.
⚠️Un’avvertenza: camminare in autonomia nel Pollino non è proprio semplice. I sentieri – almeno in veste estiva – non presentano particolari difficoltà tecniche, ma l’orientamento può mettere a dura prova anche gli escursionisti esperti. Questo percorso è abbastanza segnalato, ma mi sento di consigliare comunque di contattare una guida per l’escursione: oltre ad accompagnarti saprà dare un bel valore aggiunto alla giornata!
Inforchiamo i bastoncini, indossiamo gli zaini, saliamo al colle vero e proprio (1 minuto dalla strada, è quel punto nel bosco in cui si trovano il pannello informativo e i segnavia) e iniziamo a camminare all’interno della bellissima e luminosa faggeta, inforcando la traccia in piano che si stacca giusto oltre ai cartelli. Stiamo percorrendo il Sentiero dei Carbonari.
Camminiamo in piano per meno di venti minuti, fino a quando iniziamo a intravvedere una radura di fronte a noi. Giusto prima, sul suolo del sottobosco, delle chiazze scure: sono i residui lasciati dalle carbonare, le strutture che i carbonari – da qui il nome del percorso – usavano per produrre carbone.
Lungo il sentiero si possono trovare anche le rudiste, dei fossili di molluschi bivalvi estinti che vivevano nell’Oceano Tetide.
Usciamo così su una piccola radura, i Piani di Vaquarro (1500 mslm circa), circondata da faggi sopra i quali, di fronte a noi, emerge il Monte Pollino in tutta la sua bellezza. oltrepassiamo un ponticello di legno su un punto paludoso, “tagliamo” dentro un tratto di bosco – qui la traccia è leggermente meno evidente – e sbuchiamo su una strada carrareccia. Fino ad ora, non abbiamo fatto granché dislivello.
La forestale sale uniforme, alta sopra il Torrente Frido. Incrociamo le indicazioni sulla sinistra per la fonte Rummo (si scende per qualche minuto), proseguiamo, un’improvvisa salita, non molto lunga, è l’unica difficoltà di questo tratto di escursione… se si esclude il fondo calcareo della carrareccia che, in caso di pioggia (anche poca), diventa decisamente sdrucciolevole – fare attenzione!

In corrispondenza di un bivio, segnalato da un grosso ometto di pietra, veniamo a sapere che il nostro sentiero si innesta sul tracciato del Sentiero Italia.
Ci siamo quasi: la faggeta finisce improvvisamente, e…
Dai Piani di Pollino al Giardino degli Dei
Ma è solo quando usciamo dalla faggeta e ci troviamo di fronte i Piani del Pollino (1800 mslm) che veniamo travolti dalla meraviglia: mucche che pascolano placide, cavalli selvaggi che corrono liberi, colori dorati, una conca carsica di fronte a noi, morene di pietre colonizzate dalla vegetazione… e, sulla sinistra, una cresta trapuntata dalle bellissime “sculture” lignee dei pini loricati ancora in lontananza.
Da qui i segnavia sono abbastanza evidenti, ma bisogna sempre tenere gli occhi aperti: indicativamente puntiamo verso sinistra, cioè est, e seguiamo i segni bianco-rossi presenti sui massi fino a raggiungere i “Due Gendarmi”, due pini loricati di oltre 300 anni, che ci accolgono alle porte del Giardino degli Dei (1915 mslm).

Il “Giardino degli Dei” a Serra di Crispo
Il nome “Giardino degli Dei” si riferisce alla definizione data da Giorgio Braschi, autore appassionato del Pollino, ed effettivamente è estremamente evocativa dello scenario che abbiamo davanti.
Se cerchi il punto sulla carta, la località si trova nei pressi di Serra di Crispo, in una zona dall’inestimabile valore naturalistico. È qui infatti che si concentrano alcuni dei pini loricati più antichi del Pollino, i cui tronchi modellati dal vento in mille forme ne fanno delle vere e proprie sculture di incredibile bellezza.
Tre curiosità:
- Il nome “pino loricato”, Pinus heldreichii, deriva dal fatto che la corteccia di questi alberi maturi ricorda la “lorica”, la corazza che usavano i legionari romani (maturi, gli alberi, perché mentre sono giovani la corteccia è liscia).
- Il pino loricato più vecchio mai misurato si trova proprio nel Pollino; si chiama Italus, e ha più di 1230 anni!
- I pini loricati in Italia si trovano solo nel Parco Nazionale del Pollino. Fuori dall’Italia, se ne registrano alcuni esemplari nei Balcani, ma sono distribuiti in maniera più sparsa rispetto che qui.

Proseguire oltre i gendarmi
Non fermarti ai Gendarmi! Il modo migliore per stupirti di fronte all’eleganza da bonsai dei pini loricati è proseguire oltre (si seguono i segnavia bianco rossi sulla sinistra dei gendarmi) e salire sulla cresta alle loro spalle. Da qui prendi a destra – si cammina “liberi”, non c’è traccia – e lasciati ammaliare dalle forme dei pini: alcuni tronchi sono slanciati verso il cielo, altri troncati, altri scavati dei fulmini, altri ancora contorti, ricurvi, arcuati.
È proprio qui che il Giardino degli Dei si merita il nome che ha!
Una volta che ti trovi qui, puoi decidere di tornare sui tuoi passi di nuovo ai Gendarmi, oppure proseguire ancora un po’, per poi scendere verso la conca carsica che sta alla tua destra, in basso, e ritornare verso il sentiero che hai seguito all’andata.
In ogni caso, per tornare all’auto, percorri al contrario quest’ultimo.
Potrebbe interessarti anche il nostro itinerario di 3 giorni nel Parco del Pollino.

Escursione al Giardino degli Dei del Pollino: dati tecnici in breve
| ⛰️ Dove siamo | Nel Parco nazionale del Pollino, Basilicata, a poca distanza dal confine con la Calabria |
| 📍 Partenza | Colle d’Impiso (1578 mslm) |
| 🏅 Arrivo | Gendarmi del Giardino degli Dei (1915 mslm) |
| 📐 Dislivello | Circa 500 metri compresi i sali-scendi |
| 📏 Lunghezza | 5,45 km l’andata |
| ⏱️ Tempo | Due ore e mezza l’andata |
| 😅 Difficoltà | Facile |
| 💧 Acqua | Sì: leggi nella relazione dove si trova la fonte Rummo |
| 🗺️ Cartografia | / |
| 🛰️ Traccia GPS | Sì |



Scrivi un commento