Due rifugi, una grotta carsica, una natura rigogliosa e carica di fioriture, e pure delle orme di dinosauro? Bene: se stai cercando un itinerario dolomitico facile da percorrere, pieno di curiosità e fuori dai soliti giri, ti portiamo a Claut per l’eccezionale anello del Rifugio Pradut in in Alta Val Cellina, dove cammineremo in lungo e in largo sui versanti che dal carsico Monte Resettum scendono verso il fondovalle. Allaccia gli scarponi che partiamo!

Rifugio Pradut

Dove lasciare l’auto

Da Claut, percorriamo la strada che risale l’alta Val Cellina e raggiungiamo il parcheggio di Pian de Cea.

In alta stagione, per arrivare in zona, molto probabilmente dovrai pagare l’accesso alla strada: si fa al parchimetro che si trova tra Claut e località Lesis (carta o contante, nel secondo caso non dà resto). Verifica sul luogo i giorni in cui è previsto pedaggio; il costo si aggira sui 6-7 euro per tutta la giornata. La strada è un po’ stretta, ma in perfette condizioni; solo il tratto finale è sterrato.

Da Pian de Cea a Landre Scur

Da Pian de Cea (941 mslm), scendiamo al guardo sul Giere, prendiamoci un attimo per guardare alla nostra sinistra le affascinanti ghiaie della valle (e ringraziamo di non doverle percorrerle, come quando siamo saliti a Casera Podestine!), e seguiamo la forestale che sale sulla destra; al bivio, invece di salire per Casera Casavento, prendiamo la strada bassa sulla destra.

La bella mulattiera nel bosco misto si segue facilmente (certo, per avere chiarala direzione serve avere a portata una carta topografica aggiornata, una app per escursionismo, o la traccia GPX che trovi a fine articolo). In breve:

  • al primo bivio, teniamo la sinistra (923 mslm);
  • al secondo, la destra (970 mslm);
  • al terzo, ignoriamo la traccia in discesa (1005 mslm).

La mulattiera è dapprima rilassante; fa una breve impennata a tornanti dai 1020 metri di quota e diventa sentiero; c’è poi una curva a gomito e e una stretta cengia in quota (un po’ esposta, ma non perigliosa) che ci deposita alla base della grotta Landre Scur, la cui apertura vediamo sopra di noi, sulla sinistra.

Landre Scur

Seguendo la traccia sulla destra dei massi, raggiungiamo la grotta Landre Scur (1113 mslm), la cavità che fa parte del sistema carsico del Monte Resettum.

In attesa dell’articolo di approfondimento (in preparazione), ti diamo tre dati su questa spettacolare grotta:

  • l’apertura è larga 20 metri e alta altrettanto;
  • oltre l’apertura c’è una prima sala, punto d’accesso per un reticolo di cunicoli ipogei (sotterranei) di 4,3 km di lunghezza;
  • nelle stagioni piovose, sul fondo della grotta è presente un torrentello, che rende inaccessibile la prima sala quando si gonfia.

⚠️Avvertenza. Se vuoi “curiosare” la prima sala, e il fondo è asciutto, ti servirà la torcia frontale. In qualsiasi caso ti sconsigliamo di avventurarti oltre la prima sala senza una guida speleologica.

La visuale dall’interno della grotta verso i verdi boschi è spettacolare, ma ti diamo un altro consiglio: quando entri nella prima sala, spegni per qualche secondo la torcia frontale: il buio che abbiamo sperimentato qui non l’avevamo mai visto. Molto emozionante da “vedere”, ma soprattutto da sentire.

Da Landre Scur al Rifugio Pradut

Scendendo verso la base della grotta, individuiamo sulla sinistra un sentiero in salita (indicazioni per Rifugio Pradut e Casera Colciavath, sentiero 962). Si tratta di un sentiero di raccordo che porta verso il settore di versante dominato dal rifugio.

Questo tratto di escursione è splendido! All’inizio ci troviamo a camminare su una cengetta ricavata lungo il versante boscoso, con una serie di scaloni e tornantini che salgono abbastanza ripidamente (segui i segni bianco rossi, perché alcune deviazioni di sevizio ai lavori boschivi possono ingannare). La cengia presenta un solo passo che potrebbe causare qualche difficoltà a chi soffre molto di vertigini.

Quando siamo fuori dal bosco, sui prati di versante, è un tripudio di vegetazione densissima: bassi arbusti, erbe, foglie, fiori coloratissimi, fragoline di bosco, trifoglio – c’è da perdersi a osservare la biodiversità di questo angolo di Dolomiti Friulane!

Uno dei punti distintivi delle Dolomiti Friulane, è la ricchezza di specie vegetali. Ricco di endemismi, questo gruppo montuoso è una gioia, se hai la passione del riconoscimento delle piante!

Seguiamo il meandrare in salita dello strettissimo sentiero e sbuchiamo su una mulattiera (1340 mslm); qui in realtà bisogna prendere a sinistra e, pochi metri dopo, inforcare subito la “scorciatoia” sul versante opposto, indicata da una palina bianco rossa bene evidente. Due minuti, e siamo su un’altra sterrata (1360 mslm).

Le indicazioni ci dicono di prendere a destra per il Rifugio Pradut. Cosa che facciamo: pochi minuti e incrociamo, in corrispondenza di un tornante, la strada d’accesso al rifugio, e saliamo sul fondo di cemento (1385 mslm). Un improvviso belvedere sulla Val Cellina (e oltre), le bandiere che sventolano, ed ecco la calda e accogliente struttura in legno del Rifugio Pradut (1450 mslm).

Il Rifugio Pradut

Bellissimo panorama sulla valle sottostante e su cime lontane, gnocchetti verdi e salsiccia alla clautana nei piatti (se non l’hai mai assaggiata, fidati e provala), grappa finale e qualche chiacchiere con il rifugista.

Il Rifugio Pradut ha tutto quello che deve avere, oltre ad alcuni libri di montagna da curiosare e a coccole finestrelle dalle quali osservare la valle. Ora che ci siamo stati, non ci stupisce affatto che sia così amato.

cucina del Rifugio Pradut

Dal Rifugio Pradut a Casera Colciavath

Usciamo, e guardiamo il rifugio; per proseguire l’anello abbiamo due possibilità.

1. Salire per Forcella Baldas (sentiero 961)

Saliamo la strada bianca sulla sinistra del rifugio, tra edificio principale e legnaia. La percorriamo per mezzo chilometro e inforchiamo il sentiero che si stacca sulla destra (1460 mslm; sentiero 961, indicazioni Casera Colciavath per forcella Baldas).

Guadagniamo i poco meno di 300 metri di dislivello che ci separano da Forcella Baldas (1749 mslm) camminando in un bosco di conifere, mirtilli e botton d’oro lungo una salita non eccessiva; bellissimo guardare sulla sinistra l’apparizione del Cimon di Pradut, una pinna allungata di roccia verticale che richiama la parte superiore di un sommergibile (non mi viene paragone migliore!)

Sulla forcella la visuale manca un po’ – solo il Resettum di fronte fronte a noi, un po’ nascosto dagli alberi. Giusto prima di arrivare al grande ometto di pietre che culmina con un crocifisso a sua volta avvolto da un rosario, e che segnala la forcella, prendiamo sulla sinistra – per fugare ogni dubbio: verso nord est! – la traccia poco evidente (solo all’inizio, e in ogni caso ci sono i segni bianco rossi) e scendiamo prima alla conca verdissima dove dovrebbero esserci i ruderi di casera Baldas (1622 mslm), e poi a Casera Colciavath (1513 mslm), che prendiamo “alle spalle”.

Questo itinerario, di buon passo, richiede poco più di un’ora.

Forcella baldass

2. Proseguire in piano per il sentiero 960

Torniamo sui nostri passi fino alla precedente indicazione per Colciavath, e seguiamo dapprima la strada bianca, poi la traccia di sentiero che corre in alcuni punti alla base di una scenografica parete di roccia. Il sentiero 960 taglia così alcuni tornanti e ci permette di arrivare ad un curva che sta alla base del dosso di Casera Colciavath, alla quale saliamo.

Ruderi Casera Colciavath

Casera Colciavath

Purtroppo oggi è uno spartano riparo per escursionisti; al suo interno è vuota e in rovina, peccato perché la struttura è comunque ricca di fascino.

Interno Casera Colciavath

Da Casera Colciavath a Casera Casavento

Dando le spalle all’ingresso di Casera Colciavath, attraversiamo il prato e scendiamo sulla strada bianca. Un cartello ci permette di proseguire in discesa sul sentiero 961, un bellissimo nastro che si srotola nel bosco, aggira uno sperone di roccia chiara, e ci deposita sui prati di Casera Casavento (947 mslm).

Nota bene: per raggiungere Casera Casavento da Colciavath, puoi anche proseguire sulla strada bianca e raggiungere Forcella Clautana (1432 mslm) e, da qui, scendere per la famosa Strada degli Alpini. Il giro così si allunga di circa un’ora.

Casera Casavento e le Orme del Dinosauro

Panna cotta o non panna cotta?

A Casera Casavento, si mangia molto bene. Il riposante suono dei campanacci delle mucche, il profumo di legna bruciata nella stufa e la “drammatica” testata della valle fanno il resto… e la gita potrebbe concludersi qui.

Se però non le conosci, ti consiglio di non perderti le Orme del Dinosauro e seguire i cartelli che indicano il punto esatto del ritrovamento. In dieci minuti arriverai al torrente Ciol de Ciasa Vent (1065 mslm), dove potrai vedere le due impronte scoperte solo nel 1994. Una rarità sull’arco alpino, sono i segni del passaggio di un dinosauro teropode (cioè bipede) circa 215 milioni di anni fa.

Le impronte si trovano su un masso inclinato di dolomia, mentre la location è resa ancora più bella dalla cascata formata a monte dal torrente.

Qui trovi un articolo completo sulle Orme del Dinosauro di Claut.

Facile gita alle orme di dinosauro a Claut

Da Casera Casavento, torniamo infine a Pian de Cea seguendo la strada bianca, in meno di venti minuti e concludendo così questo strepitoso percorso ad anello.

Anello del Rifugio Pradut e Casera Casavento: dati tecnici in breve e traccia GPX

⛰️ Dove siamo Sulle Dolomiti Friulane, all’intero del territorio del Parco Dolomiti Friulane. In particolare: alta Val Cellina, nel territorio di Claut.
📍 Partenza da Parcheggio Pian de Cea (914 mslm)
🏅 Punti dell’anello Landre Scur (1113 mslm), Rifugio Pradut (1450 mslm), Casera Casavento (947 mslm), sito delle orme del dinosauro (1065 mslm)
📐 Dislivello 880 metri complessivi con la salita alla forcella Baldass, altrimenti sono circa 580 metri di dislivello
📏 Lunghezza 13,4 km compresa deviazione alle impronte
⏱️ Tempo 6 ore e mezza con calma
😅 Difficoltà Media. Un paio di punti tra Landre Scur e Pradut potrebbero risultare vertiginosi
💧 Acqua No / Rifugio Pradut e Casera Casavento
🗺️ Cartografia e altre informazioni Carta Tabacco n.21 – Dolomiti di Sinistra Piave (se non ce l’hai, puoi comprala su Amazon), oppure Carta Tabacco del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, che comprende tutto il territorio del parco (puoi comprarla qui)

Prima di partire, puoi approfondire la rete di rifugi del Friuli Venezia Giulia su questa pagina.

🛰️ Traccia GPS Sì: è il giro completo e comprende anche la deviazione alle impronte del dinosauro

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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