I Colli Berici hanno un carattere tutto loro. Sono più “selvatici” degli Euganei, sembrano più isolati. Le tracce della storia e quelle della vita contadina si intrecciano nei luoghi più inaspettati, sotto forma di rovine, manufatti, segni. E infine – cosa che adoriamo – i Colli Berici sono attraversati da una fitta rete di sentieri (solo quelli numerati sono 85!) che permettono di esplorare queste colline in mille modi diversi.
Oggi facciamo il Sentiero 1 da Castagnero, sul lato orientale dei Colli, perché cerchiamo un po’ di respiro dalla cappa di nebbia umida di Padova e una pausa dalla giornata lavorativa – possibilmente nella natura.
Spoiler: abbiamo trovato tutto quello che cercavamo, con in più qualche curiosità.
Cosa troverai in questo percorso:
Da Castagnero lungo la variante del sentiero 1
Il nostro punto di riferimento per la partenza è la chiesa di Castagnero. Da qui seguiamo le vie che salgono il fianco orientale del Monte delle Rose, fino a superare la fine del paese: via Villavecchia, via Chiesavecchia e via Fontecchio. Ignoriamo per oggi l’indicazione che sulla sinistra ci porta all’antica pieve di Nanto.
Prendiamo adesso via Casellaro sulla destra dove alcuni cartelli ci guidano a inforcare la Variante del Sentiero 1. Le ultime case isolate, i bellissimi filari di ulivi, e siamo davanti alla Sorgente del Fontecchio, fonte risalente al 1700 e che, nel 1915 venne deviata per fornire acqua potabile al paese sottostante, contribuendo a debellare il tifo.
Da qui ci inerpichiamo nel bosco seguendo una traccia che sale con brevi ma ripidi strappi (attenzione che se ha piovuto è molto scivolosa). Una stretta scalinata naturale con un corrimano di legno ci porta alla prima sorpresa di questo itinerario.
La Grotta del Ritiro
Il Covolo del Merlo – questo l’altro suo nome – non è il primo covolo dei Berici che scopriamo (il primo è stato quello “delle Tette” sul sentiero 81 di Mossano), e anche questo, come quello dell’Eremo di San Donato, è attrezzato per l’arrampicata. Eppure, vuoi perché isolato o perché si respira un’atmosfera antica, questo è particolarmente suggestivo.
Una parete in muratura ne chiude l’ingresso, pur lasciando un’atmosferica luce. Il Merlo era un eremita che, chissà quando, ha vissuto in questo antro, ma anche ora la grotta sembra essere piuttosto frequentata: tavoli e tavolacci, una mensola con attrezzi e condimenti per grigliare e molteplici tracce di falò.
E succede così che un luogo viva. Non si tratta solo del racconto di un eremita che si tramanda attraverso i locali o di qualche sbiadito pannello informativo, ma di un posto da vivere nella sua disarmante semplicità. Basta un tavolo di legno, qualche panca, il cielo azzurro appena fuori dalla grotta per stare a contatto con la natura, la storia e il territorio in un covolo che odora di grigliate e misticismo insieme.
Proseguiamo in salita oltre la grotta finiamo per intercettare l’Alta Via dei Colli Berici e ricongiungerci con il vero Sentiero 1 all’altezza di una specie di crocevia, nei pressi del quale abbiamo due possibilità (più la breve deviazione per il pozzo di Sant’Antonio scavato nella roccia). Scegliamo di andare verso sinistra.
Pochi metri e raggiungiamo località Sermondi, con la bella villa omonima del XVIII e la piccola Chiesa della Santissima Trinità del 1700. Da qui il Sentiero della Salute, pianeggiante, ci conduce tra gli olivi verso altre esplorazioni.
L’anello del Sentiero 1, in vetta al Monte delle Rose
Proseguendo lungo il percorso vita del sentiero salute raggiungiamo in breve un agglomerato di edifici: è un caseificio. Fuori dalla stalla ci sono capre dall’espressione beata, aleggia una promessa di formaggi saporiti e decine di uccelli cinguettano dalla sommità di un’antenna per la telefonia.
Stiamo tentando di orientarci che veniamo “richiamati” da un tizio che ci racconta il “suo posto” (la terra infatti è di proprietà dei titolari del caseificio). Così ecco che ci racconta che l’antenna che abbiamo alle spalle è posizionata sul rilievo più alto dei Berici (il Monte delle Rose, 406 metri), e che dalla sommità potremo vedere dall’Altopiano di Asiago fino ai Lessini. Infine ci dà l’informazione più importante: non andate di là, si fa un anello asfaltato lungo e per niente bello. Salite dietro la stalla.
Si è rivelato un ottimo consiglio e così te lo proponiamo. La strada che seguiamo segue il versante del colle dopo la stalla del caseificio. Il panorama è quello che cominciamo ad apprezzare dei Berici: bei boschi tra i quali si aprono improvvisi pratoni aridi, una riserva di biodiversità riconosciuta dalla Comunità Europea come habitat da preservare. La sensazione che abbiamo, camminando, è quella di assenza degli uomini, e di un abbandono non del tutto completo, e quasi gentile.
Deviamo di poche decine di metri solo per scoprire un’aula didattica sui generis, realizzata attorno una piccola torre in muratura – un ottimo punto di osservazione, dato che era un ex roccolo per la caccia – con semplici pannelli che ci elencano la fauna selvatica frequenta questi poggi. Da qui parte una fantomatica “Valle degli Gnomi” con le piccole casette di legno.
La rete di sentieri qui è un piccolo dedalo, le possibilità sono molte, ma occhio a non perderti. Dato che inizia a calare il sole e a fare freddo, teniamo la destra fino a raggiungere l’ingresso dell’agriturismo Il Rovere. Il bosco qui si allarga, diventa rossiccio delle foglie cadute, siamo nel nulla e insomma… sembra proprio un bel posto nel quale trascorrere una serata di buona cucina veneta.
Dall’agriturismo seguiamo i cartelli che indicano di dirigerci verso sinistra. Il sentiero, ben tenuto e piacevole, mai troppo pendente, ci riporta all’incrocio alla base di località Sermondi e da qui, in una mezz’ora, siamo di nuovo in paese.
PS. Quando scendi fa in modo di seguire il Sentiero 1 e non la Variante, che potrebbe risultare in molti punti scivolosa e poco agevole.
L’anello del Monte delle Rose da Castagnero in breve
Partenza: Castagnero, Villa Fausta nei pressi della Chiesa. Devi però parcheggiare l’auto più in basso.
Punti dell’anello: Grotta del Ritiro, Località Sermondi
Dislivello: circa 350 metri se fai tutto il giro
Tempo: 3 ore
Difficoltà: media. Il percorso non ha punti difficili, ma l’orientamento può non essere banale, soprattutto se non conosci i Colli Berici
Cartografia: non esiste la Carta Tabacco dei Colli Berici, ma puoi orientarti con i pannelli a inizio percorso, o recuperando una delle diverse pubblicazioni (libretti, depliant…) sui sentieri dei Berici edite da proloco, Comuni eccetera. In alternativa un’applicazione potrebbe aiutarti nei punti più ostici.
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