Avevamo da un po’ questa idea: prenderci una pausa dalla montagna – o meglio, soltanto mezza pausa, come potrai leggere – e tornare in Campania e in Basilicata a ripercorrere alcuni luoghi che nei precedenti viaggi ci hanno lasciato bellissimi ricordi. Questa volta però abbiamo cambiato modalità e, dopo aver raggiunto in treno la prima tappa del viaggio – Napoli – abbiamo noleggiato un’auto con la quale poter scendere più liberamente in Basilicata. Ecco il nostro itinerario tra turismo ed escursionismo.
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Come abbiamo organizzato questo piccolo viaggio in Campania e Basilicata
Abbiamo raggiunto Napoli in treno – da Padova, la nostra città, è comodissimo – per dedicare un paio di giorni alla visita della città. Dopo questo primo assaggio, abbiamo ritirato la nostra auto, scovata ad un ottimo prezzo e prenotata con la formula del noleggio auto a breve termine – e ci siamo lanciati in una delle nostre esplorazioni.
Certo, avremmo potuto scendere al sud con la nostra auto, ma abbiamo preferito fare il grosso del viaggio in treno; in questo modo siamo arrivati a Napoli freschi e carichi. Tuttavia, affittare l’auto a Napoli ci ha permesso di godere del massimo grado di libertà, dato che in questo modo non siamo stati dipendenti dai trasporti pubblici.
Ma prima, la nostra Napoli in breve.
Cosa fare a Napoli in un weekend lungo: il Rione Sanità
Che poi, in breve… Napoli è una città immensa, ricchissima di ogni cosa, carica di dettagli: da perdersi, insomma. Per questo, invece dei soliti highlight partenopei – Piazza Plebiscito, la vista sul Vesuvio, i murales con Maradona, le vasche lungo l’eterna Spaccanapoli, i Quartieri Spagnoli, un passaggio sul lungomare… – preferisco darti quattro spunti particolari legati al rione al quale siamo più affezionati, la Sanità. Spero ti piacciano!
- Cos’è il Rione Sanità. Uno dei rioni (quartieri) più affascinanti della città, che sorge sopra una rete di ipogei e catacombe che furono ellenistici prima e paleocristiani poi. Il Rione Sanità ha una storia densa, costellata anche di problematiche sociali, ma mostra negli ultimi anni una capacità di rinascere non comune. Nota a parte, la concentrazione di pizzerie ottime ma meno turistiche è notevole. Nel Rione Sanità nacque il più celebre dei napoletani, Antonio de Curtis – Totò.
- Il punto in assoluto più emozionante del rione è il Cimitero delle Fontanelle, del quale non ti spoilero niente perché davvero toglie il fiato, e rimanere in un misto di stupore e mistero è impossibile.
- Poppella e il fiocco di neve. Se non vai da Poppella, non sei stato alla Sanità. La pasticceria è affollatissima, ma quando raggiungi il bancone e addenti il fiocco di neve, beh: è paradiso dolciario ai massimi livelli. Nota bene: consumalo subito, perché – fedele al suo nome – dopo una giornata, il fiocco si scioglie.
- Turismo sacro al Rione Sanità. Due catacombe – quella di San Gennaro e quella di San Gaudioso, entrambe impressionanti – e il Miglio Sacro, un percorso attraverso il cuore del rione, luogo “dove oggi le chiese non sono soltanto gallerie d’arte, ma case di accoglienza, di pace e di progettazione”. A conferma del carattere di questo quartiere.
E visto che sicuramente poi me lo chiedi, ecco due cose che ci sono piaciute tantissimo di Napoli:
- Il chiostro di Santa Chiara, un tripudio di ceramiche dipinte in uno scrigno di improvviso silenzio. Si trova in pieno centro città.
- Mangiare pesce crudo su un tavolino ricavato attorno all’esposizione di una pescheria. Vino freschissimo compreso.
Pompei: la meraviglia fuori porta
Ora che abbiamo ritirato la nostra auto a noleggio, ci sentiamo più liberi. Decidiamo di rimanere però ancora un attimo in zona, e torniamo a Pompei. Sono solo quaranta minuti di guida, con il Vesuvio per tutto il tempo alla nostra sinistra.
Pompei è uno di quei luoghi magici, dei quali è difficile averne abbastanza. La visita può occupare tranquillamente tutta una giornata, e non potrai comunque ancora dire di averla esaurita. Anche perché l’attività degli archeologi prosegue, e nuove scoperte si susseguono con regolarità.
Il nostro consiglio è quello di arrivare in zona già con il biglietto in tasca (lo puoi comprare online in anticipo, ma lo trovi anche presso le biglietterie del Parco Diffuso). Vari biglietti di permettono di combinare la visita alle aree archeologiche di Pompei, Boscoreale, Oplontis e Stabia. Dicevamo che una giornata non basta?
E una giornata la riempiamo al massimo. Il bello di tornare a Pompei una seconda volta, è che possiamo approfondire con tutta calma ogni dettaglio, gustare l’atmosfera di ogni luogo, e seguire l’onda… ma al contrario, spostandoci verso le aree meno affollate senza paura di perderci qualcosa di importante.
Conclusa la visita a Pompei, saliamo in macchina al primo accenno di tramonto, e puntiamo verso sud.
Scendiamo in Basilicata
Poco più di due ore e mezza di guida, e siamo in Basilicata. Precisamente, dopo aver guardato l’ambiente cambiare, siamo a Rotonda, il nostro campo base lucano preferito.
Ora, se non conosci Rotonda, ti dico le frasi chiave: siamo alle porte del Pollino, area naturale davvero bella (e percorsa da tantissimi sentieri); il paese è delizioso, super piacevole anche da passeggiare attorno all’ora di cena; e a proposito di cibo, qui si mangia BENISSIMO.
È vero, avevamo detto che ci saremmo presi una pausa dalla montagna. Ma il Pollino – insospettabilmente, l’area protetta più grande d’Italia – è irresistibile. È un gusto guidare piano lungo le strade che lo attraversano, fermarsi nei rifugi di montagna, chiacchierare con i pastori e i contadini che, da piccole bancarelle o dal retro di una Panda parcheggiata all’ombra di un albero, vendono formaggi e salumi spaziali. Ma è ancor più bello mettersi gli scarponi e salire le faggete e le praterie in quota, per andare a curiosare tra le rocce carsiche (un richiamo alle nostre montagne) e salutare i pini loricati, veri monumenti vegetali.
Quanto tempo dedicare al Pollino? Non meno di tre giorni, direi, come quelli che gli abbiamo dedicato noi, inserendo due trekking (imperdibile quello al Giardino degli Dei), un po’ di turismo, e una discreta quantità di esplorazione enogastronomica. Se vuoi approfondire questa intrigante, poco frequentata zona di montagna (e pianificare la tua permanenza qui) trovi ogni cosa nel nostro articolo.
Detto questo, torniamo a Napoli, consegniamo l’auto a noleggio, saliamo sul treno… e il giorno dopo siamo sulle nostre amate Dolomiti Friulane. A camminare, ovviamente! 😉
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