Sono Dolomiti, ma hanno un carattere tutto loro: selvatico, aguzzo, fiorito, genuino… dopo tre settimane di full immersion potremmo continuare con gli aggettivi, ma preferiamo darti quello che ti serve per costruire il tuo itinerario tra le Dolomiti Friulane. In questo articolo troverai non solo i “campi base” ideali dai quali partire con le tue esplorazioni, ma anche una cospicua serie di suggerimenti per escursioni e trekking più o meno impegnativi. Buona lettura!
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Consigli per organizzare un viaggio nelle Dolomiti Friulane
Il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane è un’area naturale protetta del Friuli-Venezia Giulia caratterizzata per il suo essere selvaggio. Fa parte del grande fascino di questi luoghi: ci è sembrato di essere in un’isola fatta di boschi e cime perché in effetti non ci sono strade e passi che “tagliano” le aree naturali.
Per questo motivo ti consiglio di scegliere – in base al tempo che hai a disposizione – due o tre “campi base” dai quali muoverti per esplorare il territorio. Da ciascuno potrai trovare tantissime escursioni da fare senza necessità di prendere la macchina, ma sarai anche in posizione strategica per visitare i borghi e i sentieri limitrofi.
- Quanto stare? Dipende dal tempo che hai a disposizione! Una vita intera non basterebbe per vedere tutte le bellezze delle Dolomiti Friulane. Per fare tutto il periplo ti consiglio di prevedere almeno due settimane, altrimenti puoi decidere di scegliere uno dei “posti tappa” e dedicarti all’esplorazione di una zona sola.
- Dove alloggiare? Essendo lontana dalle dinamiche di turismo di massa, la zona è rimasta ancora molto autentica per cui le strutture a disposizione non sono moltissime. Noi ti consigliamo quelle che abbiamo provato e quelle in cui abbiamo lasciato un pezzetto di cuore.
- Quali escursioni fare? Non hai che l’imbarazzo della scelta! In questo articolo ti raccontiamo quelle che – secondo noi – sono le più belle. Ce ne sono per tutti i livelli di difficoltà, ma se non vuoi avventurarti da solo nelle aree più selvagge, ti consigliamo di partecipare alle escursioni guidate che organizza l’Ente Parco (le trovi qui)
- Quale carta topografica utilizzare? La Tabacco ha realizzato una carta topografica che comprende tutto il territorio del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane che ti consigliamo di acquistare.
- Quale APP utilizzare per la sentieristica? Durante il nostro soggiorno abbiamo utilizzato FVG Outdoor App e stiamo contribuendo ad arricchire il database delle escursioni con le nostre preferite (la trovi qui).
- Per famiglie, bambini e anziani: no problem! Ci sono tantissimi borghi da curiosare, semplici passeggiate tra i paesi che costeggiano rii e pozze smeraldine, ma anche itinerari in quota adatti a tutti.
- Dove mangiare? Ci stiamo lavorando, arriva a breve!😋
Prima tappa: Erto e Casso, la porta delle Dolomiti Friulane
Il nostro viaggio inizia percorrendo i tornanti che ci portano ad una galleria: quella che sbuca nei pressi della Diga sul Vajont.
Il nostro campo base si trova a Erto e Casso, nomi legati al disastro del 1963. E se nei due paesi è piacevole passeggiare tra le vie, quello che è importante è conoscere e approfondire la storia, per la quale ti consigliamo di partecipare ad una visita guidata della diga e di leggere l’articolo che trovi qui sotto. Impossibile non farsi prendere dal magone, ma il ricordo è fondamentale per far sì che la storia non debba ripetersi mai più.
In questo articolo puoi approfondire la storia del disastro del Vajont.
Escursioni in zona Erto e Casso
Giro ad anello della Val Zemola
Splendido itinerario che tocca una casera dalla storia truce (almeno stando ai racconti di Mauro Corona), due rifugi, una’altra casera. Nota bene: questo itinerario è eccezionale per l’autunno – qui il foliage dà davvero il massimo di sé; segnatela, se non riesci a venire in zona in estate!
Libri di San Daniele
Uno dei simboli geologici di questa zona delle Dolomiti Friulane, i Libri di San Daniele vanno visti. Ci sono due modi per salire: il più facile prevede di passare per la panoramica vetta del Monte Borgà, che merita davvero.
Qui trovi la relazione dell’escursione ai Libri di San Daniele e al Monte Borgà
Seconda tappa: Claut, nel cuore delle Dolomiti Friulane
Se c’è un posto che ci ha stupiti, nel nostro periplo delle Dolomiti Friulane, è stato Claut. Piccolo paese di pietra alla fine (o quasi) dell’Alta Val Cellina, è un paradiso di quiete e chiacchiere, che però offre una gamma di escursioni notevolissima.
Se il tuo obiettivo è quello di camminare, ti consigliamo di fermarti a Claut almeno una settimana, prevedendo magari una o due notti al Rifugio Pussa in Val Settimana o al Rifugio Pordenone in Val Cimoliana (si accede da Cimolais).
Escursioni a parte, a Claut è interessantissimo il museo Casa Clautana: la sezione dedicata alla casa tradizionale – la più grande – è emozionante.
📍Dove dormire: noi ci siamo trovati benissimo all’Albergo Vittoria di Claut, camere moderne con un balcone fiorito che è una meraviglia, cucina sempre fresca e squisita e un gestore che è un’enciclopedia delle escursioni in Friuli Venezia Giulia.
Escursioni a Claut
Anello del Col de Piais
Un facile anello giusto sopra al paese, perfetto per sgranchirsi le gambe appena arrivati (e dopo il primo tagliere di affettati e formaggi). Questo anello si può concatenare con il successivo.
Sentiero delle creste di San Gualberto
Quando l’abbiamo fatto, abbiamo avuto la sensazione del classico “inizio col botto”. Il sentiero è super panoramico è bello da percorrere, inaspettato, e si parte dal paese: cosa volere di più?
Qui trovi la relazione del sentiero delle Creste di San Gualberto
Rifugio Pradut e le orme di dinosauro di Casera Casavento
Bellissimo e semplice anello che tocca una serie di punti d’interesse davvero curiosi. Una malga, un rifugio (in entrambi si mangia benissimo); delle impronte di dinosauro; un’enorme grotta. E se non ti basta, puoi prolungare il percorso su una comoda forestale e percorrere la storica Strada degli Alpini.
Rifugio Pussa e Val Settimana
Per quanto riguardo le escursioni dal Rifugio Pussa: le più facili sono la salita a Casera Senons e al ciadìn soprastante, e l’anello del Col de Post. Dal Pussa puoi anche salire al Pramaggiore, una delle montagne più amate della zona.
Parco delle Sculture di Claut
Si tratta di un piacevole anello attorno al paese, lungo il quale i bambini possono chattare con gli animali del bosco… e non è uno scherzo!
Qui puoi trovare tutte le info sul Sentiero/Parco delle Sculture di Claut
Il campanile di Val Montanaia
Non vorrai perderti il simbolo delle Dolomiti Friulane? L’Urlo di Pietra è unico – non ci sono altre parole per descriverlo; e oltre ad essere una delizia per gli scalatori, è anche la meta di un’escursione davvero soddisfacente.
Qui trovi la relazione della salita al Campanile di Val Montanaia
Lago di Barcis nella Riserva Naturale della Valcellina
Lago dalle tonalità ipnotiche, quello di Barcis è una perla incastonata tra i boschi. Qui la domenica si sale dalla pianura per prendere il fresco e godersi l’ambiente; qui ci si rilassa lungolago, ma anche si possono fare diverse escursioni. Per conoscere la zona, fondamentali sono queste due (sono anche le più facili):
Sentiero del Dint
Bell’anello nel bosco che passa per tre belvedere sul lago.
Strada vecchia della Valcellina
Prendi una stretta forra naturale; costruisci al suo interno una stretta strada per servire una diga – con l’effetto collaterale di collegare, dopo secoli, il paese alla pianura: ecco la Strada Vecchia della Valcellina, da percorrere con calma per godere degli azzurri irreali dell’acqua e della vertigine delle pareti.
Terza tappa: la selvaggia Val Tramontina
E selvaggia non è detta a caso! Della Val Tramontina è difficile capire il vero carattere: una distesa immensa di boschi, strette valli isolate ora occupate da tantissimi laghi artificiali (in auto si può percorrere il coronamento di una diga), una miriade di borghi, frazioni, edifici abbandonati, alcuni dei quali meta di belle escursioni e di grandiose opere di recupero. Era la prima volta per noi in zona, ma sicuramente la approfondiremo a breve.
📍Dove dormire: noi abbiamo dormito all’Albergo Antica Corte di Tramonti di Sotto, ma ti consiglio anche l’Agriturismo Borgo Titol a Tramonti di Sopra.
Escursioni in Val Tramontina
Pozze Smeraldine
Imperdibili. Portati il costume, un telo e delle ciabattine, e immergiti nelle acque dall’irreale color smeraldo. Unica avvertenza: la temperatura è GELIDA!
Dalle pozze, che si raggiungono in meno di un’ora di facile camminata, si può proseguire per un’interessante escursione da 20 km.
Sentiero dei Forestali
Questo itinerario è il primo del suo genere, in quanto è stato ideato e messo in opera dal Corpo dei Forestali della Regione. Bello da percorrere, con dei pannelli informativi dolcissimi, e due casere ristrutturate che ti fanno rimpiangere di non avere con te il sacco a pelo.
Palcoda e Tamar
nella selvaggia Val Tramontina, dove andare alla scoperta di antichi abitati abbandonati, casere ristrutturate e borghi bellissimi. Dopo un bagno rinfrescante è obbligatorio assaggiare pitina e formai dal cit, fidati!
Qui trovi la relazione del giro ad anello tra i borghi abbandonati di Palcoda e Tamar
Quarta tappa: Forni di Sopra
Saliamo l’ardito Passo Rest e scendiamo verso il Tagliamento. A poca distanza da dove questo nasce, troviamo Forni di Sopra. Se non ti è successo finora, sappi che qui ti innamorerai delle Dolomiti Friulane… sarà per la vista sulle vette scabre e spigolose – e sulla Val Suola che porta al Pramaggiore, incredibile; sarà per come il paese si scioglie nei prati soprastanti; per la quota malghe; per la cucina che ammicca alla Carnia…
📍Dove dormire: noi ci siamo tornati per la seconda volta all’Albergo La Stube, camere semplici, cene sempre squisite e proprietari di una gentilezza rara. In zona ti consigliamo anche l’Albergo Edelweiss di cui abbiamo assaggiato l’ottima cucina.
Escursioni a Forni di Sopra
Salita al Rifugio Giaf e Anello di Bianchi
L’escursione classica della zona. Facilissima la salita al rifugio, medio (e un po’ esposto) il percorso l’anello di Bianchi. Eventualmente, per un assaggio di ambiente puramente alpino, dal Giaf puoi salire a Forcella Scodavacca.
Salita al Rifugio Pacherini e a Passo Suola
Passeggiata di dislivello ma non troppo impegnativa, nel bell’ambiente della Val Suola, al cospetto del Pramaggiore (sul quale si può salire, ma è una gita da escursionisti esperti e con piede fermo). Il Rifugio Pacherini è davvero grazioso, verso Passo Suola le montagne si fanno aguzze e severe, sul passo ci sono sempre gli stambecchi. Bellissimo.
Anello delle Malghe di Forni di Sopra
Un giro che piace a tutti, anche perché lo puoi comporre come meglio preferisci. In più, la possibilità di salire con gli impianti del Varmost taglia il grosso del dislivello in salita, e ti permette di godere al meglio della quota. Nella sua versione più lunga, l’anello tocca una casera gestita da volontari, due malghe che fanno ristorazione, un bivacco.
Qui trovi la relazione dell’anello delle Malghe di Forni di Sopra
Bonus: altri luoghi interessanti delle Dolomiti Friulane
Il gruppo delle Dolomiti Friulane è ricco di percorsi, luoghi e curiosità: impossibile esaurirlo in un solo articolo. Qui ti indichiamo sinteticamente altri punti di interesse, che meritano una visita o un’escursione:
- Andreis: grazioso paese dal carattere architettonico peculiare, si staglia su uno sfondo alpino anche se si trova a quota bassa.
- Poffabro: borgo completamente in pietra, una delizia da passeggiare lentamente. Puoi inserire una visita deviando mentre vai da Barcis alla Val Tramontina.
- Campanili di Costa Baton: escursione mitica (almeno per noi, che l’avevamo in lista da anni), inizia poco sopra Forni di Sotto. Non è un’escursione facilissima, ma i campanili – delle curiose formazioni geologiche – sono davvero interessanti.
- Anello delle Dolomiti Friulane: un trekking intenso nel cuore delle Dolomiti Friulane. Nella sua versione classica tocca quattro rifugio – Giaf, Padova, Pordenone e Pacherini – ma è possibile fare diverse varianti (noi abbiamo percorso l’anello delle Dolomiti Friualane in tenda quando i rifugi erano chiusi)
Anch’io amo camminare nel silenzio della montagna. Le Alpi friulane sono ancora uniche nel loro genere.
Nel vostro interessante cammino aggiungerei il rifugio Pellarini uno dei più amati dagli escursionisti e dagli alpinisti nella catena, che pur non raggiungendo nemmeno i 1500 metri di quota sorge all’ingresso di una conca solitaria e selvaggia, sorvegliata dalle alte e impressionanti pareti rocciose dello Jôf Fuart, della Cima di Riofreddo e delle vette.
Non è importante solo per i percorsi che ricordano la grande guerra ma soprattutto per la storia geotettonica, che ci riporta all’era Secondaria, centinaia di milioni di anni fa, di cui si trovano tracce ben visibili nell’area della miniera del Predil, e non solo.
Ah, il Pellarini, cuore delle Giulie! Ci siamo stati più e più volte, non ultimo per affrontare il Nabois Grande (cima magnifica). Il Fuart invece lo abbiamo affrontato da sud; pianificavamo la Gola NE quest’estate ma non c’è stato modo di incastrare ogni cosa. Geologicamente, quella zona è strabiliante… ma Julius Kugy l’aveva vista lunga!
Grazie per il commento, e buone gite!