Se c’è un luogo rappresentativo del Friuli Venezia Giulia innevato, questo è Cappella Zita. Per tutto l’inverno, le immagini da fiaba della cappelletta che spunta dalla neve, alta eppure modesta contro il suo dosso tondeggiante, spuntano da tutte le parti. Così, eccoci ciaspole ai piedi e prima nevicata al suolo a percorrere la (lunga) strada verso questo simbolo.

Sì, è vero: Cappella Zita si contende il ruolo di icona friulana della neve con il Monte Santo di Lussari. Tu da che parte stai? Noi nel dubbio le abbiamo percorse entrambe.

Silvia e Davide a Cappella Zita

Ciaspolata a Malga Rauna da Valbruna

Finiscono le ultime case di Valbruna, e possiamo parcheggiare sulla destra della strada, proprio all’imbocco della forestale/sentiero 607 (821 mslm). A seconda di quanta neve o ghiaccio c’è, ci stanno tre o quattro auto – altrimenti si deve parcheggiare più avanti.

Devo dire la verità: del percorso, non c’è molto da dire. Si tratta di una placida forestale, che con molti tornanti – e una certa lunghezza – si inerpica lungo il versante di sinistra della stretta valle del Rio del Salto. Quasi un’escursione noiosetta, non fosse per il fatto che la prima nevicata ha caricato gli alberi di neve, e un vento probabilmente tagliente ha cristallizzato rami e aghi in geometrie a volte spigolose, a volte più morbide. È un regno di freddo e bianco, e ad ogni curva della strada non possiamo fare a meno di fermarci a guardare le composizioni congelate di alberi e arbusti.

ciaspolata a Tarvisio

Siamo in compagnia, e chiacchieriamo senza problema: la pendenza della forestale non è mai impegnativa, e il fiato si può usare anche per altro. (L’unico tratto ripido si trova all’imbocco).

Ci sono alcuni “tagli” tra i tornanti, ma con il versante innevato conviene seguire pazienti la forestale.

ciaspolata verso Cappella Zita

Poco meno di due ore e mezza e siamo a Malga Rauna (1492 mslm), una bella struttura dal tetto ammantato dalla neve. Qui scendono i versanti settentrionali dello Jof di Miezegnot. Al di là di una tettoia ingombra di oggetti, l’unico edificio è introdotto da un piccolo locale aperto nel quale ci sono un tavolo e due sedie, due brande a castello (con ultrasottili materassini di gommapiuma) e un armadio di metallo, chiuso. Segue il corpo principale della malga, chiuso.

Prima di salire alla cappella ci rifocilliamo, dato che adesso nevica con una certa intensità.

Malga Raune

Cappella Zita: l’icona nella neve

Guardando il rilievo che fa da sfondo alla malga, e dando le spalle a quest’ultima, il sentiero per Cappella Zita sale proprio davanti a te: non farti ingannare dalla strada sul fianco sinistro del dosso!

Ciaspolata a Cappella Zita

Meno di cinque minuti, e la piccolissima Cappella Zita (1515 mslm) spunta di fronte ai tuoi occhi. Cinque scalini, la forma dichiaratamente gotica, un altare e due crocifissi: la cappella è tutta qui.

La storia è questa. Cappella Zita è stata eretta nel 1917 dai soldati stiriani: su un piccolo cimitero preesistente, il progetto del tenente Kielmannsegg. La dedica è all’imperatrice, Zita appunto, moglie del nuovo imperatore Carlo I, salito al trono dopo la morte di Francesco Giuseppe.

Ogni anno, a ferragosto, i pompieri di Valbruna organizzano qui una commemorazione ai caduti di tutte le guerre.

Silvia durante la nevicata

Per il ritorno, si scende per dove si è saliti.

Ciaspolata a Malga Rauna e Cappella Zita: l’escursione in breve

⛰️ Dove siamo All’imbocco della Valbruna, giusto oltre l’omonimo abitato. Alpi Giulie.
📍 Partenza da Fine dell’abitato di Valbruna (821 mslm).
🥇 Arrivo Malga Rauna (1492 mslm), Cappella Zita (1515 mslm)
📐 Dislivello 670 metri
📏 Lunghezza 6,2 km l’andata
⏱️ Tempo 2 ore e 45 la salita
😅 Difficoltà Medio-facile. Lunghezza e dislivello non sono per principianti.
💧 Acqua No.
🗺️ Cartografia Tabacco 1:25.000 n. 19 – Alpi Giulie Occidentali, Tarvisiano (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì.

Ciaspolata a Cappella Zita e Malga Rauna - pin