Il Bivacco Gemona, posto sopra la Sella di Sompdogna appare come un pugno al cuore. Una vecchia cappella immersa in quello che era un tempo un avamposto militare della Grande Guerra. Una struttura che chissà quante preghiere ha accolto e che oggi accoglie camminatori in cerca di un rifugio. Un restauro encomiabile per aiutarci a non dimenticare. 

Cosa troverai nella salita al Bivacco Btg Gemona e Jof de Miezegnot:

Fatica
Difficoltà tecnica
Panorama
Storie

silvia e davide fuori dal bivacco gemona

Dalla Sella di Sompdogna al Bivacco Gemona

Lasciamo l’auto al termine della rotabile della Val Dogna nei pressi della Sella di Sompdogna (1300 mslm) e in 10 minuti a piedi raggiungiamo la Casera di Sompdogna (1430 mslm).

Da qui inizia il sentiero 609 che si snoda attraverso il crinale Sud-Ovest del monte. Un cartello avvisa chi sale di fare legna per il bivacco. Accettiamo l’invito e raccogliamo qualche ciocco ciascuno da mettere in zaino (anche perché li useremo per scaldare il bivacco durante la notte).

Il sentiero si snoda attraverso un bosco di faggi e abeti molto suggestivo, dall’andamento regolare e mai impegnativo. La mulattiera è costantemente ben segnalata, perdersi è impossibile, ma nonostante questo un cartello inequivocabile ci segnala che siamo sulla retta via:

importanti cartelli verso il bivacco gemona

In circa un’ora e mezza raggiungiamo così la conca prativa superiore dove anche il panorama improvvisamente si allarga sulla valle, regalandoci scorci bellissimi sulle montagne circostanti.

Il Bivacco Gemona

Improvvisamente appare davanti a noi un villaggio militare diroccato risalente alla guerra del 15/18. Le strutture sono ancora là, immobili nel tempo, a testimonianza della fatica fatta per realizzarle, dal sangue speso per salvare la tanto amata Madre Patria.

All’interno dell’ex avamposto militare si trova il bellissimo bivacco Battaglione Gemona (1890 mslm), costruito recuperando quella che una volta era proprio la cappella militare del villaggio. La struttura esterna non lascia dubbi e, pensare a quante preghiere devono essere state sussurrate e urlate tra queste mura è un pugno allo stomaco per chi, come noi, ha avuto la fortuna di non vivere l’assurda ferocia della guerra.

cippo davanti al bivacco gemona

L’interno del bivacco è davvero accogliente: 6 comodi posti letto con materassi, cuscini e coperte, una stufa a legna, una cucina a gas, un grande tavolone e delle panche, un serbatoio esterno per la raccolta d’acqua. Tutto in perfette condizioni e funzionante (tanto che la notte soffriremo addirittura il caldo!).

Facciamo in tempo a mangiare i nostri panini sul tavolino esterno del bivacco che il meteo ci regala un’inaspettata sorpresa: grandine e pioggia. In pochi minuti tutto è coperto e buio. I temporali estivi però sono così e, dopo un paio di partite di briscola al calduccio del bivacco, riusciamo ad uscire nuovamente.

bivacco gemona

L’ascesa allo Jof de Miezegnot

Decidiamo così di incamminarci verso la cima dello Jof de Miezegnot.

Il sentiero inizia sulla destra del bivacco e si svolge dapprima a mezza costa per poi salire una traccia che devia nettamente verso sinistra. Questo tratto finale di via normale è puntellato da pochi punti rossi, e risulta un po’ più impegnativo per il fondo franoso: sono richiesti piede fermo e assenza di vertigini.

Tramite “facili roccette” raggiungiamo così la croce metallica che indica la cima dello Jof del Miezegnot (2087 mslm).

croce di vetta dello Jof de Miezegnot

Il panorama dallo Jof de Miezegnot

La pioggia delle ore precedenti ha lasciato il posto ad un bellissimo cielo terso che permette una visuale a 360° su tutti i monti circostanti.

Nel cuore delle Alpi Giulie infatti questa “cima minore” regala un panorama davvero straordinario, specie sulle maestose pareti settentrionali dello Jof di Montasio, del Jof Fuart e del Jof di Sompdogna. Una cima davvero sorprendente che, anche grazie alla sua facilità, permette a “chiunque abbia un po’ di gamba” di osservare panorami incantevoli nella natura incontaminata.

Tutt’attorno alla cima diversi ruderi di costruzioni, appostamenti militari e resti di osservatori. Uno di quei posti in cui la guerra si vive, si sente, al di là di facili parole.

Leggo “Fiore di roccia”, un’anno dopo questa salita, e mi rendo conto di averlo letto tenendo sempre tra gli occhi e il cuore queste immagini di montagne tanto aspre, quanto spettacolari. Siamo nelle Alpi Giulie, ma è come fossi sul Pal Piccolo e mi perdo con lo sguardo a cercare cime, rincorrendo lungo le trincee i soldati ancora troppo bambini e salendo con Agata queste rocce. [Se non l’hai letto, te lo consiglio].

resti della guerra e panorama

Oltre le nuvole…

La mattina del giorno seguente mi sveglio prima dell’alba. Il tepore notturno (unito a qualche bicchiere di vino) mi ha concesso un sonno più che ristoratore e sono troppo curiosa di vedere il panorama fuori dalla porta: chissà se lo spettacolo dell’alba è già iniziato? Sveglio anche Davide e lo costringo ad uscire con me.

Tutte le mie aspettative vanno in fumo: non solo fuori è ancora buio pesto, ma ci sono nuvole fino a fuori dalla porta… insomma, in poche parole: non si vede nulla!

Davide sta già spegnendo la frontale per rientrare e rimettersi a dormire, ma non ha fatto i conti con la mia testardaggine: “e se in cima allo Jof de Miezegnot non ci fossero le nuvole?

Così ancora assonnati allacciamo gli scarponi e ci incamminiamo nel buio totale. Il pomeriggio precedente avevamo intravisto la possibilità di salire da un’altra parte – non segnalata – e così la proviamo.

Le mani a toccare la roccia ancora fredda, il buio attorno e un silenzio che ha dell’irreale.
Le nuvole giocano con le montagne come abili prestigiatori facendoci vedere ciò che vogliono.

In breve siamo in cima e lo spettacolo che abbiamo di fronte ha dell’incredibile. Le prime luci dell’alba accendono i picchi delle montagne che vanno in scena: il Montasio nel proscenio come una donna esigente. Lo vediamo, lo applaudiamo, si nasconde.

A turno le cime si accendono, si illuminano, si colorano di rosa, di oro, mentre sotto di noi le nuvole continuano a farsi sempre più fitte.

davide sopra le nuvole

monti che spuntano tra le nuvole

Trekking al Bivacco Gemona e Jof de Miezegnot: dettagli tecnici in breve

Partenza: Sella di Somdogna (1300 mslm)

Arrivo: Bivacco Btg Gemona (1890 mslm) + Jof de Miezegnot (2087 mslm)

Dislivello: 590 fino al Bivacco Gemona + 200 fino alla cima

Tempo: 1 ora e 30 + da 30 minuti ad un’ora per il Jof de Miezegnot (dipende dalla tua confidenza con il terreno e la roccia)

Difficoltà: facile la mulattiera fino al Bivacco Gemona, adatta anche con i più piccoli.

Medio-difficile la salita allo Jof de Miezegnot consigliamo invece piede fermo, assenza di vertigini e capacità di orientamento. Non si tratta di una via difficile, ma non è tracciata né segnalata come un sentiero.

PS: nel caso aveste bisogno di una seconda colazione, a Malga/Casera Sompdogna hanno degli ottimi dolci. A buon intenditore…

jof de miezegnot

E poi? Il sentiero Battaglione Gemona

Segnalo che dal Bivacco Gemona è percorribile anche il sentiero Battaglione Alpini Gemona, ripristinato nel 2015 da un’associazione di volontari. Il percorso copre tutta la dorsale della Val Dogna: dallo Jof de Mezegnot alla sella Bieliga, ed è considerato uno dei percorsi più belli dal punto di vista storico.

Il sentiero inizia verso la sinistra del bivacco e scorre rimanendo quasi in quota su un terreno ghiaioso fino alla Forca di Cjanalot, per giungere al Pizzo Ovest tramite un tratto di sentiero attrezzato.

La Linea fortificata dei Plans

Scendendo la Val Dogna a fine escursione, invece, conviene fermarsi in corrispondenza di alcuni edifici in rovina sulla destra (si riconoscono per la bocca di cannone e il grande pannello informativo). Questo è il punto di accesso alle Fortificazioni dei Plans, che meritano una visita perché sono insospettabili, e piuttosto unici.

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