Prendi una domenica di metà dicembre, le prime nevicate abbondanti, la voglia di vedere il vestito bianco di uno dei posti del cuore, il desiderio di un luogo solitario e una buona dose di fatica… mescola il tutto e otterrai la ciaspolata al Lago Bordaglia.
Cosa troverai nella ciaspolata al Lago Bordaglia:
Da Pierabech alla Casera Bordaglia di sotto
Lasciamo l’auto nei pressi dello stabilimento di imbottigliamento della Goccia di Carnia (1068 mslm) e ci incamminiamo, salendo, verso la fine della strada asfaltata.
Un’avvertenza: in realtà siamo scesi lungo quella che in carta è una traccia nera che dovrebbe intersecare poi il sentiero 141. “Dovrebbe” perché dall’altra parte del Torrente Degano non ci siamo mai arrivati. In inverno il torrente è troppo largo per essere guadato, e uno striminzito ponticello di legno, che ricordavamo dalla Traversata Carnica, non c’è più. Ecco perché siamo tornati sui nostri passi con la coda tra le gambe.
Al termine della carrozzabile (quasi un chilometro dopo, nei pressi dell’ingresso alla cava di marmo, 1124 mslm) imbocchiamo finalmente il sentiero 140 che grazie a un piccolo (ma effettivamente molto comodo) ponticello ci porta dall’altro lato del fiume.
La giornata è piuttosto fredda e il sole di dicembre non arriva ad illuminare la valle, ma in compenso moriamo dalla voglia di vedere il Lago Bordaglia in veste invernale.
Il sentiero 140 ci porta all’imbocco della Valle del Rio Bordaglia. La salita di per sé è regolare, costante e mai troppo pendente. Il bosco è forse un po’ noioso, ma in compenso ci pensa il Rio Bordaglia regalare bellissime suggestioni invernali, con buffi cappelli di neve sopra ai massi che ostacolano lo scorrere del fiume.
Nonostante le copiose nevicate degli ultimi giorni il sentiero è ben battuto e la neve è bella compatta, quindi riusciamo a camminare piuttosto agevolmente anche senza indossare le ciaspole.
Lasciamo sulla destra la deviazione che porta verso Casera Ombladet e continuiamo a salire verso Casera Bordaglia di Sotto. Tagliando qualche tornante della forestale e seguendo il sentiero, ci troviamo al suo cospetto in un’altra mezz’ora di camminata.
Casera Bordaglia di sotto
La vista della Casera Bordaglia di Sotto (1565 mslm) arriva come un dolce, dolcissimo ricordo.
È proprio qui infatti che abbiamo terminato la nostra Traversata Carnica in tenda. Sono passati tre anni, era ferragosto, e ricordo con affetto sconfinato l’ultima notte di questa avventura. Aneddoto in 3, 2, 1… Alla Casera Bordaglia di Sotto in estate è un brulicare di mucche fuori misura. Noi dobbiamo fermarci qui per la notte. È tardi, dobbiamo riposare (l’indomani ci aspetta una bella tirata, più delle rocambolesche coincidenze per tornare a recuperare l’auto, lasciata a Sesto), una delle regole del dormire in tenda è quella di evitare gli animali. Cosa facciamo? Decidiamo di dormire all’interno del recinto della chiesetta dedicata a Don Bosco (che è pur sempre amico fidato degli scout). Alle cinque di mattina, l’indomani, siamo già in cammino. Risultato? Oggi, sulla staccionata della chiesetta, un cartello ricorda la proprietà privata e vieta il bivacco notturno. Peccato.
Tornando a noi, Casera Bordaglia di Sotto è un gioiello: un edificio principale adibito a colonia, due grandi stalle, un piccolo bivacco chiamato “Ricovero Filippo” e… una bizzarra torretta tutta fronzoli e merli.
Poco lontano la “famosa” chiesetta San Giovanni Bosco che, con la neve, è se possibile ancora più bella.
Ciaspolata verso la Casera Bordaglia di Sopra
Indossiamo le ciaspole e ci mettiamo in cammino per affrontare la seconda parte del percorso. Siamo sul sentiero 142.
ATTENZIONE! Da qui è necessario avere buone capacità di muoversi nell’ambiente innevato, nonché l’ovvia dotazione di sicurezza. Passati i primi tornanti che si snodano nel bosco, infatti, usciamo al di sotto di un pendio piuttosto inclinato. Anche l’esposizione – a sud – non è sottovalutare.
Qui si gioca tutto sulla percezione. Usciti dal bosco, la flebile traccia inizia a salire decisa ai bordi di questo pendio inclinatissimo. Ai bordi, vicino a rassicuranti alberi… eppure, ogni tanto ci ritroviamo nei punti di massima pendenza. Il sole scalda, la neve è solida… per lo meno, adesso. “Ma al ritorno?”, ci chiediamo.
Il ritorno avverrà tra un’ora circa, quindi meglio spicciarsi, togliersi dall’impiccio di questo versantino problematico, e già che ci siamo, accelerare un po’ il passo.
Il sentiero che fino a qui era tracciato ora presenta soltanto flebili segni e, risalito il pendio, percorriamo un traverso in quota che ci porta al cospetto della bella Casera Bordaglia di Sopra (1823 mslm), in legno e pietra.
Spira un vento fortissimo e siamo effettivamente piuttosto stanchi, ma mancano solo pochi metri al lago che, a proposito, dov’è?
Il Lago Bordaglia
Dalla Casera Bordaglia di sopra scendiamo qualche metro dietro di essa nella bella conca sottostante e pieghiamo leggermente verso sinistra, in direzione di un incavo tra due formazioni collinari.
E… ci siamo! Il Lago Bordaglia (1800 mslm) è quasi completamente sommerso dalla neve, ma la conca candida e luccicante non lascia indifferenti. I pochi alberi ne delimitano il contorno, il Passo Giramondo ci guarda dall’alto. Splendido.
Ed ora non resta che lasciare questo paradiso e scendere per la via di salita, con i piedi che scalpitano per correre attraverso il noioso bosco.
Ciaspolata al Lago Bordaglia: dati tecnici in breve
Dove siamo: in Carnia, sotto Passo Giramondo, in un punto particolarmente celebre lungo la Traversata Carnica
Partenza: parcheggio dello stabilimento Goccia di Carnia a Pierabech (Forni Avoltri), a quota 1068 mslm
Arrivo: Lago Bordaglia (circa 1800 mslm)
Dislivello: 750 m
Lunghezza: 13,5 km
Tempo: 6 ore
Difficoltà: medio-difficile. Il dislivello su ciaspole non è da sottovalutare e dalla Casera Bordaglia di Sotto al lago è necessaria consapevolezza dell’ambiente innevato e adeguata attrezzatura.
Cartografia: Carta Tabacco n. 1 – Sappada, Santo Stefano, Forni Avoltri (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)
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