“Dopo il Monviso, vi manca solo l’Argentera”: è quello che ci hanno detto tutti, e così ci siamo fidati e siamo saliti sul Monte Argentera per la via normale insieme al nostro amico piemontese di fiducia. In questo articolo ti raccontiamo l’escursione alla cima sud della montagna più alta delle Alpi Marittime.

Vista dall'Argentera

Dal Piano della Casa del Re al Rifugio Remondino

Superiamo le Terme di Valdieri e proseguiamo in auto lungo il Vallone della Valletta fino a raggiungere Piano della Casa del Re (1765 mslm). È possibile arrivare fino a qui con un’auto abbastanza alta (e ad inizio giornata, in quanto ci sono pochissimi posti a disposizione), altrimenti ti cons iglio di lasciarla poco prima, a Gias delle Mosche (1591 mslm) e proseguire lungo la forestale a piedi.

Siamo partiti di buon ora, grazie all’organizzazione del nostro amico Max (fosse stato per noi, saremmo ancora là a fare colazione). La giornata si annuncia ottima, ma soffro un po’ di tensione: tutti ci hanno detto che la salita all’Argentera è mooooolto più difficile dell’ascesa al Monviso.

Un evidente segnavia alla fine della strada forestale segnala il sentiero N11 che sale lungo il Vallone di Assedras. Il sentiero è semplice, la salita costante, come costanti sono i tornanti che si susseguono. La valle è ancora al buio, ma dopo circa un’ora e mezza vediamo sbucare piuttosto all’improvviso il Rifugio Remondino.

Silvia indica spiritosamente il Monte Argentera (cima sud)

Il Rifugio Remondino (2430 mslm)

Per arrivare al rifugio bisogna fare una brevissima deviazione sulla destra di 5 minuti, ma noi siamo concentrati sul raggiungere la cima, così decidiamo di tenerci la sorpresa per la birra finale (spoiler: il rifugio è molto carino e a fine giornata è un tripudio di alpinisti più o meno esperti che arrivano con il loro carico di racconti della giornata).

Rifugio Remondino

In realtà gli alpinisti arrivano carichi di racconti… e di corde e ferramenta! Questo tratto di valle offre infatti numerose pareti per arrampicata (in particolare lungo le pareti del Monte Nasta, che sovrasta il rifugio), e per tutta la salita dal rifugio al Passo dei Detriti, saremo accompagnati dalla presenza sonora degli scalatori.

In discesa, nel primo pomeriggio? Ancora di più!

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Dal Rifugio Remondino al Passo dei Detriti

Dal rifugio si segue il percorso segnato da bolli che si inoltra verso sinistra, in un continuo avvallamento di massi di diverse dimensioni tra i quali districarsi in cerca della traccia successiva. Il sentiero è stato ritracciato di recente ma in maniera non proprio chiara: un palinsesto di segni di colori diversi (tra cui un orribile verdone) complicano inutilmente l’orientamento. La cosa migliore rimane puntare dritto verso il Canale dei Detriti che, nomen omen, è impossibile non vedere!

La vista su Argentera e Passo dei Detriti

Il Passo dei Detriti

Nome azzeccatissimo infatti, dato che la salita lungo questo canale altro non è che un camminare lungo un mare di detriti, ghiaie e sfasciumi. Devo ammettere però che da lontano la salita sembrava molto più impervia, mentre tutto sommato il passo risulta agevole e fluido. Sarà che siamo a fine agosto, quindi il sentiero è stato ben pestato, sarà che siamo abituati ai ghiaioni delle Dolomiti (se vuoi un assaggio di ghiaione dolomitico, ti consiglio il Sasso di Bosconero), sarà che sono concentrata a “fare bene”, ma nel complesso per quasi tutta la salita non abbiamo trovato alcuna difficoltà.

Silvia sale sul Passo dei Detriti

Certo, in alcuni punti il sentiero è un po’ franoso e decisamente ripido, quindi serve un po’ di dimestichezza con questo genere di ambiente, ma stiamo parlando di una delle cime più ambite del Piemonte… quindi, non spaventarti e dacci dentro!

Raggiungiamo così il panoramico Passo dei Detriti a 3122 mslm, da dove abbiamo una vista strepitosa.

Ultimi metri per il passo dei Detriti

La via normale per la cima Sud dell’Argentera

Dal Passo dei Detriti in avanti la salita abbandona l’escursionismo per addentrarsi nel mondo dell’alpinismo.

Imbrago si, imbrago no? C’è chi sale legato in conserva, chi con il set da ferrata, chi slegato. Noi lo avevamo portato nello zaino e l’abbiamo indossato per vedere passo passo se ci sarebbe servito, ma non l’abbiamo usato. Insomma: dipende dalla tua esperienza con questo genere di ambiente, ma in qualsiasi caso caschetto obbligatorio!

Sulla sinistra si dipana evidente la cengia che dovremmo percorrere per arrivare alla cima. Sembra quasi impossibile che ci sia un intaglio su questa parete. Si tratta sicuramente del tratto più delicato, lungo il quale è necessario mantenere il respiro regolare per prestare attenzione ad ogni movimento. La cengia infatti in alcuni punti è molto stretta (meno di 30 cm di larghezza) ed esposta.

Segnalo un punto più ostico, detto “passo del gatto“, dove si trova una bassa roccia aggettante che sovrasta una parete liscia e tende a “spingerti via”. Il passaggio è protetto da corde fisse, ma comunque è necessario passo super sicuro e cautela.

Davide nel Passo del gatto

In tutto ciò noi abbiamo la sfortuna di trovare anche neve pallottolare a fine agosto. Il percorso in cengia è reso ancora più ostico.

Terminata la cengia, la via inizia nuovamente a salire tra massi e rocce da arrampicare con passaggi semplici di I e II grado, protetti spesso da corde fisse che aiutano la salita. Alcuni passaggi percorrono brevi “canaloni” gradonati, piuttosto semplici da superare.

Infine, è bene che tu lo sappia: la croce di vetta del Monte Argentera la vedrai soltanto all’ultimo momento!

Gli ultimi metri prima della cima

Il Monte Argentera (3298 mslm)

Ed eccola: la croce di vetta con relativo libro! Max, come sempre, lascia che sia io la prima ad arrivare in cima (la galanteria!) ed è solo girandomi che mi rendo conto di avercela fatta. La salita è stata emozionante e adrenalinica allo stesso tempo: sono stata sempre super concentrata sull’obiettivo. Solo adesso mi posso godere il meritato panorama!

Come non detto. Tempo due minuti esatti di commozione, i batti cinque regolamentari e le pacche sulle spalle, e veniamo avvolti dalle nuvole basse!

Silvia, Davide e Max sull'Argentera

Peccato perché dalla cima del Monte Argentera la vista è pura poesia, con un panorama che spazia fino al mare. Poco importa comunque se la visuale si chiude subito, significa che è arrivato il momento di concentrarmi sulla discesa… e sulla birretta al Rifugio Remondino!

Più o meno difficile del Monviso? Credo che le due salite non siano paragonabili, ma se parliamo di lunghezza e impegno fisico la salita al Monviso è enormemente più impegnativa. Se parliamo di esposizione, invece, quel “passo del gatto” devo dire che è decisamente poco carino.
Insomma… non ti resta che salirli entrambi (se sono alla tua portata!).

Silvia lungo la via normale all'Argentera

Escursione alla cima sud del Monte Argentera per la via normale: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo Sulle Alpi Marittime. Il punto di accesso è Terme di Valdieri (CN).
📍 Partenza da Piano della Casa del Re (1765 mslm)
🥇 Arrivo Monte Argentera, cima sud (3298 mslm)
📐 Dislivello 1600 metri scarsi
📏 Lunghezza 10 km per salita e discesa
⏱️ Tempo 4 ore per la salita
😅 Difficoltà Difficile. Leggi assolutamente la relazione: la breve cengia esposta e i successivi I e II grado richiedono esperienza con questo tipo di ambiente.
💧 Acqua Solo nei pressi del Rifugio Remondino. Fino a quel punto, ci sono molti ruscelli (acqua da potabilizzare).
🗺️ Cartografia Carta Fraternali 1:25000 Numero 15 – Valle Gesso, Parco Naturale delle Alpi Marittime (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì.

Via normale al Monte Argentera - pin