Il Giro dei 7 Laghi – – è uno di quei trekking che ti sfidano su due piani diversi: bellezza e lunghezza! Quando abbiamo deciso di sfidare la neve in scioglimento per farlo, avevamo già assaggiato i due estremi di questo strepitoso anello.
UNICA AVVERTENZA: non farti impressionare dalle foto (e da alcuni momenti del racconto), perché abbiamo fatto questa escursione al limite della stagione della neve, “soffrendo” e faticando più del necessario. In estate è uno spettacolo assicurato!
Dal Museo delle Miniere a malga Aglsbodenalm
Come spesso abbiamo fatto, lasciamo l’auto al parcheggio del Museo delle Miniere di Masseria (1426 mslm) e imbocchiamo il sentiero 9 proprio di fronte a noi. La descrizione completa la trovi nell’articolo dedicato a Aglsbodenalm, ma in breve: si sale nel bosco fino a raggiungere un primo ponte. Qui si tiene la direzione, prendendo la forestale che conduce alla malga. L’ultimo tratto per Aglsbodenalm costeggia la pianeggiante conca alla fine della quale sorge la malga (1717 mslm, un’ora fino a qui), la piattaforma con le invitanti sdraio e il laghetto per la pesca.
Siamo però costretti a salutare questo ben di dio (e per fortuna che è molto presto ed è chiusa) e ad avviarci alle spalle della malga ancora sul sentiero 9.
Da Aglsbodenalm al Rifugio Vedretta Piana
Due metri, e un inquietante, oscillante ponte ci permette di passare il torrente. Da qui, inizia in salita un mondo di cascate e torrenti fragorosi, rocce levigate dai ghiacciai, rododendri che appena accennano le prime gemme, il sentiero stretto che sale intenso ma piacevole.
Questa piccola valle incisa si chiama Egetal, ed è uno spettacolo da percorrere. Non vi sono difficoltà, a parte un piccolo spezzone di cavo per aiutarsi dove il sentiero è più stretto.
Sulla nostra strada troviamo quattro pecore, di fronte a noi un’ultima piccola salita, al di là della quale, alto sulla destra, sorge il Rifugio Vedretta Piana (Grahmanhutte, 2254 mslm). Non saliamo i due minuti che servono a raggiungerlo, perché verso sud ovest si affollano nuvoloni grigi, e noi andiamo proprio verso di là.
Dal Rifugio Vedretta Piana a Passo d’Erpice: i 7 laghi
Il sentiero 33 scende di fronte a noi, verso quella spianata post glaciale bellissima (Sandböden in carta), al sapore d’Islanda. Il fragore dei torrenti, carichi di acque di scioglimento, arriva fin qui. Ci sono cascatelle ovunque.
Scendiamo quindi uno sperone roccioso perdendo un centinaio di metri di quota (alcuni spezzoni di cavo), superiamo un altro ponticello, e siamo sul piano. Il sentiero è una leggera traccia che arriva ad un bivio (circa 2216 mslm).
ATTENZIONE! Una grossa freccia bianco rossa su un masso sembra indicare la via giusta, mentre in realtà segna la direzione del sentiero 33: una variante del giro che non passa per la maggior parte dei laghi. Qui procediamo invece dritto (segnavia “normali” sulle rocce) e siamo sul sentiero 33A, il vero Giro dei 7 laghi.
Il nostro sentiero raggiunge il punto in cui una specie di valle, l’Egetlahner, incontra la spianata: pieghiamo sulla sinistra e iniziamo la salita. Ancora il paesaggio è bellissimo, e soprattutto alle spalle, con il Sandböden che si allontana, le montagne che si alzano in risposta. La salita non è troppo erta, ma è piuttosto lunga, e alcuni tratti attraversano delle frane di grossi massi (niente di difficile, ma fare attenzione).
Ultimi metri e da un piccolo dosso erboso si apre sotto di noi il Lago Torbo, Trüber See, che da qui sembra un fiordo norvegese azzurro e turchese, chiuso tra alte rocce e ghiaioni. Siamo a tre ore dall’inizio della camminata.
Proseguiamo in costa al versante, la traccia si fa sempre più sottile mentre di fronte a noi si apre il vero corpo del lago, che presto abbandoniamo per salire sulla destra. Un’altra strozzatura, un altro dosso, e ci troviamo di fronte a quello che sembra un mondo primordiale, che ci accompagnerà per le prossime ore.
Siamo sui 2500 di quota, di fronte c’è un groviglio di specchi d’acqua ghiacciati (difficile distinguere i veri 7 laghi!), chiazze di neve, dossi erbosi. Camminiamo attorno ad un laghetto, saliamo ancora sul sentiero di morbido terriccio, raggiungiamo un lago più grande dell’ultimo e decisamente più ghiacciato, e fin qui tutto bene.
I problemi iniziano ora, momento in cui scendiamo nella valle ancora innevata dell’Ober Senner Egeten. Peccato che
- il tratto di valle che dobbiamo percorrere è lungo più di un chilometro, e il sentiero corre proprio al centro,
- la neve è semisciolta e si affonda alle cosce o alla vita ad ogni passo,
- sotto la neve corrono ruscelli e torrenti di scioglimento: dove appare il suolo in realtà c’è acqua corrente, ma anche sprofondare rischia di infilarti nell’acqua!
La faccio breve: è un po’ un inferno faticosissimo, e a nulla serve l’impermeabilità dei nostri scarponi. Abbiamo i pesci nei piedi, e i pochi tratti fuori dalla neve ci danno poco respiro.
In un modo o nell’altro comunque siamo al Lago dell’Erpice di Mezzo (Hint. Senner Egeten See), a circa 2675 metri di quota, con le cime che si specchiano sulla sua superficie, e la traccia che piega ad angolo retto a sinistra e finalmente ci porta fuori dalla neve!
Finita? No. Tra noi e il Passo d’Erpice (Egetjoch, 2695 mslm) oltre alla salita c’è un avvallamento innevato che se possibile è ancora peggio della valle appena percorsa, più fonda e più sciolta, e poi un’altra salita. Non riporto le numerose imprecazioni per non perdere lettori.
Dal passo, che in qualche modo è modesto (non c’è un cartello evidente, per dire), si ha una vista strepitosa sullo spigoloso Moarer Weissen e, in basso, sul Lago dell’Erpice. Sono passate 6 ore e 20 dall’inizio del trekking.
Discesa per la Valle di Lazzago
La discesa dal Passo d’Erpice è piuttosto pendente, a tornantini stretti e poi in costa lungo un ghiaione. A noi tocca una breve deviazione per evitare una poco sicura lingua di neve, ma arriviamo al lago sani e salvi (2481 mslm).
A questo punto, esausti ma finalmente rifocillati, decidiamo di scendere per la stessa discesa che avevamo sperimentato nell’Itinerario delle Miniere, e cioè la più spettacolare. Ti consiglio di leggerla nell’articolo linkato, ma la riassumo: discesa per il sentiero 33 fino all’imbocco del piano inclinato, percorrere questo fino alla base, breve tratto di strada forestale e…
Variante per il sentiero 28
Qui avremmo potuto proseguire la forestale e salire sul Lehrpfad/Sentiero didattico delle miniere, come nell’altro itinerario. In realtà decidiamo di scendere verso il torrente Moarer (Rio di Lazzago, c’è l’indicazione sulla sinistra), superare il ponticello e seguire la bellissima e stretta traccia che percorre tutta la Valle di Lazzago fino a Malga Stadlalm (1650 mslm), piccolo gioiello nascosto tra i boschi.
Ultima mezzora di forestale e poi strada asfaltata, e siamo al parcheggio delle miniere. Con i piedi talmente bagnati e lessi che fumano vapore.
Il Giro dei 7 Laghi: l’escursione in breve
⛰️ Dove siamo | In Val Lazzago, alla fine della Val Ridanna. Alpi Breonie o di Stubai (Alto Adige, BZ) |
📍 Partenza da | Miniere di Masseria, parcheggio al ponte (1426 mslm) |
🏔️ Punti dell’anello | Aglsbodenalm (1717 mslm), Rifugio Vedretta Piana (2254 mslm), Passo d’Erpice (2695 mslm) |
📐 Dislivello | 1370 m complessivi |
📏 Lunghezza | 20,6 km |
⏱️ Tempo | 9 ore e 50 (ma abbiamo avuto problemi con la neve residua). Le tabelle danno 8 ore. |
😅 Difficoltà | Difficile, per dislivello e lunghezza. L’orientamento non dà problemi. |
💧 Acqua | Sì, alle malghe. Il resto è da potabilizzare. |
🗺️ Cartografia | Carta Tabacco 1:25000 n. 38 – Vipiteno, Alpi Breonie (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon) |
🛰️ Traccia GPS | Sì. Confrontala con quella dell’Itinerario delle miniere. |
Ciao ho fatto questo trekking più volte ma sempre in estate. È un tour faticoso ma molto appagante, per via della lunghezza non è superfrequentato. L ho fatto anche al contrario ma l inizio esposto su un piano di carreggio delle vecchie miniere è tremendo. Andrò a Ridanna a fine agosto, può essere che lo rifaccia. Il trekking più bello della valle rimane quello per il Bicchiere ma servono almeno due giorni.
Ciao Alessio, ti do due consigli per l’eterno piano di carreggio:
– puoi prendere il sentiero delle miniere che inizia dietro al museo (trovi l’articolo qui, lo descriviamo nell’ultima parte) che è spettacolare e non noioso,
– puoi chiedere il trasporto con il pulmino fino a Poshaus
Il Bicchiere purtroppo è rimasto nei desideri perché a maggio c’era ancora troppa neve per poterlo affrontare in giornata!
PS: salutaci la Val Ridanna e grazie per essere passato!
ciao scusami se ti disturbo vorrei anche io fare lo stesso percorso a fine agosto, ma non capisco dove posso informarmi per il pulmino fino a poshaus, purtroppo non sono riuscito a trovare nulla del genere in internet oltre alla tua indicazione. hai qualche dritta? grazie
Ciao Luca, nessun disturbo! Chiama il Museo delle Miniere di Masseria, ti daranno lì tutte le indicazioni.
Vedrai, ti piacerà tantissimo!
Buona gita e facci sapere come va’!