Ci sono dei periodi in cui, per vicinanza geografica, per “sindrome dell’esploratore” o per puro caso ti trovi a percorrere in lungo e in largo uno stesso monte, spremendo ogni volta la carta topografica alla ricerca di quell’angolo che ancora non avevi visto.
A noi è capitato con la Moiazza (guarda anche il percorso dei labirinti) durante il nostro autunno a Gosaldo, e il giro ad anello a Mont’Alt di Framont e Busa da Camp, fatto in pieno foliage, è stata una vera ciliegina sulla torta.
Cosa troverai nell’anello al Mont’Alt di Framont e Busa da Camp:
Dai fienili di Don a Malga Framont
Saliamo da Agordo e lasciamo l’auto lungo la strada, giusto all’imbocco dei prati di Fienili Don (1048 mslm), da dove proseguiamo sulla strada/sentiero 548: è lo stesso percorso che abbiamo fatto per salire al Rifugio Carestiato. Prima di entrare nel cuore dell’escursione ci aspetta un piacevole avvicinamento tra fienili ristrutturati, bei prati, visuali improvvisamente aperte in direzione del Tamer e del San Sebastiano.
Dopo un chilometro abbondante di strada asfaltata, in località Pecole (1308 mslm), prendiamo sulla sinistra (ancora asfalto) in direzione di Malga Framont. La strada sale decisa, fa alcuni tornanti, diventa sterrata e sbuca di fronte a Malga Framont (1580 mslm), la Moiazza bellissima sullo sfondo.
Alla malga troviamo uno dei pochi pannelli del Sentiero Geologico di Agordo, un lungo itinerario (8 ore di percorrenza) che da Agordo percorre il sentiero 547 fino al Carestiato, il bellissimo 554 e il 552 fino a Malga Framont e il 548 fino a valle di nuovo.
Da Malga Framont al Mont’Alt di Framont
Per fare questo anello, a Malga Framont c’è l’unico vero problema di orientamento – se così si può chiamarlo – di tutto il giro. Poco prima della malga, infatti, si prende una traccia sulla sinistra – segnata in carta – che contro intuitivamente stacca verso sud: poco indicata tra prati e inizio del bosco, diventa più definita dopo i primi 5 minuti (bolli).
La traccia diventa poi un taglio lungo un versante di larici che, in autunno, merita davvero: un mare giallo oro fa da base per una cartolina su Passo Duran e San Sebastiano.
Raggiungiamo Forcella di Sejere (2003 mslm) superando un paio di passaggi di I grado (niente di impegnativo, ma servono le mani) che spiegano la traccia puntinata in carta. La forcella è un’ampia sella dalla quale, sulla sinistra, si stacca tra alcuni mughi un’altra traccia – anche questa all’attacco un po’ confusa – che sale verso il Mont’Alt di Framont, scavallando prima un dosso roccioso e percorrendo poi una corta valle interna di mughi. Calpestiamo prati, la pendenza c’è ma non è difficile.
Ultimi metri e appare la croce di vetta del Mont’Alt di Framont (2181 mslm). Il panorama: fantastico, e molto didattico se è un mese che bazzichi queste zone. Pale di San Martino in lontananza, Pale di San Lucano più vicine, gruppo dell’Agner, il Canale d’Agordo, i già visti Tamer e San Sebastiano, le pareti belle e tormentate della Moiazza.
Il libro di vetta mette in contrapposizione gli habitué locali di questa cima – si parte per scherzo, dopo una serata di baldorie in osteria, oppure dal parcheggio della Luxottica dopo lavoro – e di altri locali che invece “è la prima volta che salgo qui, ma che meraviglia”.
Verso Busa da Camp e ritorno per Forcella del Camp
Questo per quanto riguarda il panorama. Passiamo ora ai colori. Torniamo a Forcella dei Sejere e prendiamo la traccia che scende ora sulla nostra sinistra, lambendo delle pareti a prima vista inaccessibili, sulla destra. Perdiamo un po’ di quota, continuiamo sul versante, e ci rendiamo conto che stiamo camminando lungo una specie di valle interna chiusa su un fianco da una scogliera di roccia. Ovunque, larici dorati: prima più radi, poi fitti. Il contrasto con la roccia pallida e il blu totale del cielo è degno di un quadro.
Se, come me, sei un amante del foliage autunnale, la vista della conca di Busa da Camp ti farà aver un mancamento. È come camminare in un mare di oro e sfumature di incredibile bellezza. Decisamente uno dei luoghi più belli dove ammirare i colori autunnali in Veneto.
Quando il sentiero si abbassa ancora e si aprono dei prati di fronte a noi, intravvediamo più in basso Casera del Camp (1758 mslm), una malga da poco ristrutturata adagiata su un fianco della Busa del Camp.
La casera è aperta, ma non è un bivacco (l’interno infatti è particolarmente spoglio). Il tutto – casera, conca, prati, larici, montagne aguzze a cingere lo sguardo – è come un piccolo paradiso isolato.
Ora, per il ritorno: guardiamo i prati di fronte alla casera, in salita, e vediamo alcuni paletti con segnavia bianco rossi piantati lungo il versante. A seguirli troviamo una traccia che sale in poco tempo a Forcella Del Camp (1933 mslm).
Ultimi passaggi: scendiamo per il sentiero 554 che, lasciatosi alle spalle un cristo ingombro di braccialetti lasciati in dono, scende nel bosco, corre alla base delle Torri di Camp, e si apre in un bivio: il sentiero 552, sulla destra, è quello che, trasformandosi in forestale, ci riporterà a malga Framont.
Anello Mont’Alt di Framont e Busa da Camp: dati tecnici in breve
Dove siamo: alla base del Framont, pendice sud-occidentale della Moiazza, in Agordino (BL)
Quando l’abbiamo fatta: in autunno, in pieno foliage
Partenza: località Fienili Don (1048 mslm)
Punti dell’anello: Malga Framont (1580 mslm), Mont’Alt di Framont (2181 mslm), Casera del Camp (1880 mslm)
Dislivello: circa 1200 metri
Tempo: 6 ore per tutta la gita
Difficoltà: media-difficile. Non ci sono punti esposti o difficili, ma richiede un po’ di allenamento.
Acqua: c’è acqua a Malga Framont, conviene fare scorta qui.
Cartografia: Tabacco n. 25 – Dolomiti Zoldane, Cadorine e di Agordo (se non ce l’hai, puoi comprarla su Amazon)
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