Se stai cercando un trekking lungo, super panoramico, con rifugi strepitosi al cospetto di alcune delle più belle cime dolomitiche… allora sei nel posto giusto. La nostra idea? Muncion – Rifugio Gardecia – Rifugio Stella Alpina – Rifugio Vajolet – Passo Principe – Lago Antermoia – Rifugio d’Antermoia – Val de Udai – Muncion. Se detto così sembra follia, è perché un po’ lo è!

Silvia e Davide a Passo d'Antermoia

Da Muncion al Rifugio Gardecia

Un avviso prima di iniziare: parti presto, molto presto al mattino. Per almeno tre motivi:

  • il giro è davvero lungo,
  • tocca alcune mete molto gettonate dal turismo,
  • i parcheggi scarseggiano.

Siamo in Val di Fassa. Lasciamo l’auto nei pressi Muncion (1280 mslm), un piccolo abitato sopra Pera di Fassa, e ci incamminiamo lungo la forestale contrassegnata dal numero 546, detta anche Strada de Moncion, che per buona parte è asfaltata. Il sentiero sale piuttosto morbidamente e, nonostante sia molto presto, è già completamente assolato.

Oggi siamo in compagnia di Chiara, una ragazza conosciuta durante il nostro nomadismo digitale a Falcade, ed è proprio lei ad averci lanciato l’idea di questa escursione.

Arriviamo al Rifugio Gardecia (1950 mslm) in circa un’ora di piacevole camminata. Siamo abituati ad ambienti ben più selvaggi e a rifugi ben più spartani. Il Rifugio Gardecia e il vicinissimo Rifugio Stella Alpina invece sono attrezzatissimi: ristoranti, camere e persino botteghe di souvenir! Ci sembra di essere decisamente atterrati in un altro mondo.

Rifugio Gardecia

Dal Rifugio Stella Alpina al Rifugio Preuss e Rifugio Vajolet

Proseguiamo sempre lungo il sentiero 546 che svolta oltre il Rifugio Stella Alpina. La salita si fa più moderata ed anche il panorama inizia ad allargarsi.

Siamo sotto le impressionanti pareti del Catinaccio e del Larsech. La valle improvvisamente si stringe e il sentiero prosegue acquistando quota velocemente. Il Rifugio Preuss svetta con la sua elevazione sopra lo sperone roccioso della Porte Neigre, quasi ad indicarci la retta via.

Dal 1913: tanto “anziano” è questo rifugio. Costruito da un gigante in memoria di un gigante: il primo è la guida Tita Piaz, il diavolo delle Dolomiti. Il secondo è – appunto – Paul Preuss, alpinista austriaco dell’ottocento. Uno che scalava senza chiodi né corde, perché “sono un modo per ingannare la montagna”, e per centinaia di vie ha dimostrato non solo di poter arrampicare, ma anche disarrampicare cime completamente slegato (e in solitaria).

Insomma: la Porte Neigre si apre con numi tutelari degni del massimo rispetto.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Rifugio Preuss

In meno di un’altra ora di cammino ci troviamo di fronte al Rifugio Preuss e al Rifugio Vajolet (2243 mslm). I due rifugi sono posti uno davanti all’altro, ma il secondo è davvero un’istituzione irresistibile per le sue torte. Vuoi non fare merenda con una fetta gigante di “foresta nera” dopo due ore di camminata?? Impossibile!

È fin troppo facile scherzare, a questo punto: l’altezza delle fette di torta fa a gara con quella delle Torri del Vajolet che abbiamo di fronte!

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

Rifugio Vajolet

Dal Rifugio Vajolet al Rifugio Passo Principe

Il notevole carico glicemico della pausa non ci impedisce di continuare con il nostro folle piano. La prossima meta è il Rifugio Passo Principe, per raggiungere il quale seguiamo il sentiero 584. Lo spettacolo della Val de Vaiolet è davvero unico. La sera prima, mentre noi stavamo prendendo la grandine al Lago dei Negher, qui deve aver nevicato bene, tanto che il panorama è spolverato da una suggestiva nevicata.

In una mezz’ora raggiungiamo il Passo Principe (2599 mslm) con il suo omonimo rifugio posto in una posizione decisamente privilegiata: un nido d’aquila in un mondo di pietra. Da qui il nostro piano prevede di raggiungere il Pas de Antermoia.

Rifugio Passo Principe

Panorama sul Catinaccio

Dal Passo Principe al Pas de Antermoia

La salita al passo è impegnativa, la pendenza è decisamente più sostenuta, ma soprattutto troviamo ancora tantissima neve. Siamo attrezzati con ramponcini e bacchette per camminare in sicurezza e per controllare l’equilibrio, ma ci vuole comunque passo fermo e buona dimestichezza dell’ambiente. Il sentiero gira attorno alla faccia meridionale del Catinaccio d’Antermoia.

da Passo Principe a Passo d'Antermoia

Il panorama dal Pas de Antermoia (2770 mslm) in compenso è qualcosa di superlativo. Soprattutto verso ovest, con le masse frastagliate del Catinaccio e delle Torri del Vajolet a fare da quinta. Rimaniamo incantati a guardare, riempirci gli occhi, sorridere, ed è tutto un fiorire di “ma che bello” e “pazzesco”, quasi a voler colmare quel silenzio attonito che ci ha colto di sorpresa.

Ci prepariamo a scendere. Di fronte a noi, verso nord est, c’è adesso un assaggio dell’incredibile parete al cospetto della quale a breve cammineremo.

Silvia, Davide e Chiara nel giro ad anello Vajolet-Antermoia

Discesa verso il Lago d’Antermoia

Finalmente inizia la discesa, ma scendere dal Pas del Antermoia è tutt’altro che semplice, dato il quantitativo di neve ancora presente (i cartelli con le indicazioni spuntano giusto sopra il manto nevoso). Proseguiamo scendendo nell’intuitivo vallone lungo il sentiero 584 che attraversa il Valon de Antermoa.

Pas de Antermoa

Silvia e Chiara da Passo Principe al Lago d'Antermoia

La neve inizia a mollare e, dopo il primo momento di poca confidenza, ci lanciamo giù per il pendio giocando ad affondare i piedi nella neve (anche se alcuni affondano un po’ troppo).

E mentre stiamo camminando nello splendido vallone attorniato dalle imponenti rocce, ecco sbucare il Lago d’Antermoia (2495 mslm). Lo scenario del lago in scioglimento è splendido… ci sediamo su un masso isolato e pranziamo. La superficie del lago sembra uno di quei sorbetti che ti danno ai matrimoni e, dato che ci spariamo tre panini a testa, ci avrebbe decisamente fatto piacere lo fosse stato veramente!

Lago d'Antermoia

Dal Rifugio d’Antermoia alla Val de Udai

Il Rifugio d’Antermoia (2599 mslm) si trova esattamente dietro al lago, dopo una corta salita, ed è veramente bellissimo con quelle sue deliziose finestrelle azzurro-bianche. Nonostante la stagione estiva non sia ancora del tutto iniziata, c’è già tantissima gente. Il Lago d’Antermoia è infatti una delle mete più ambite degli ultimi anni, quindi se vuoi ammirarlo in tranquillità mi sento di consigliarti di evitare i weekend d’estate.

Superiamo un ponticello e ci immettiamo sul sentiero 580, che corre dapprima in quota per poi affrontare un’altra (ultima!) breve salita fino al Pas de Dona (2516 mslm).

Il passo non è certamente uno dei più rinomati, ma lo scenario che ci si apre davanti è completamente differente. Se alle spalle infatti lasciamo il mondo di dolomia chiara, di fronte a noi c’è il preludio di verdi pascoli raccolti dentro creste parallele e aguzze. Alcuni fienili, il solco di un ruscello nel mezzo, e sullo sfondo, sotto enormi nuvole candide, il Gruppo del Sella, il Sassolungo e il Sassopiatto.

Pass de Dona

Continuiamo la discesa lungo il sentiero 580 tra pietraie e magnifici panorami. Fai attenzione però alla tua destra! Ad un certo punto (circa a quota 2340 mslm) parte una traccia verso la Val de Udai. Il sentiero è tutt’altro che evidente, ma ti basterà tenere come riferimento il torrente Ruf de Udai. Il sentiero lo costeggia interamente, quindi puoi scendere abbastanza in libera, puntando alle baitine in legno che vedevi dal passo.

Superate le baite ti troverai in in località Camertol (2200 mslm), dove i cartelli indicano la Val di Udai. Prendi il sentiero (è sempre il 580) che punta a sud e scende piuttosto verticale tra rocce e balzi d’acqua. Il percorso è bellissimo, completamente immerso nel verde boschivo. È strano come oggi sia la prima volta che ci troviamo ad attraversare un bosco. La zona è rigogliosa e segnaliamo anche una scenografica cascata che si tuffa alle spalle di un minuscolo ricovero d’emergenza.

Quando siamo poco più in basso, ci voltiamo per provare a capire da dove nasce quella cascata: vediamo una conca verde sospesa tra cime rocciose a aguzze. Una altro piccolo mondo tutto da scoprire, difficile da raggiungere, ma chissà: magari giusto per la modesta tenda di due esploratori?

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Seguiamo la rete di strade forestali in direzione Mazzin, prima, fino a circa quota 1700 mslm. Qui prendiamo la carrareccia sulla destra in direzione Muncion, in modo da chiudere il giro ad anello proprio dove abbiamo lasciato l’auto.

Val de Udai

Rifugio Vaiolet e Lago d’Antermonia: dati tecnici in breve

Dove siamo: nel cuore del gruppo del Catinaccio, sul versante della Val di Fassa (TN)

Partenza: Muncion (1280 mslm)

Tipo di giro: giro ad anello

Punti toccati dall’anello: Rifugio Gardecia e Rifugio Stella Alpina (1950/1975 mslm) – Rifugio Preuss e Rifugio Vajolet (2243 mslm) – Rifugio Passo Principe (2599 mslm) – Lago d’Antermoia (2495 mslm) – Rifugio d’Antermoia (2599 mslm)

Dislivello: circa 1300 m

Lunghezza: 19 km

Difficoltà: medio-difficile. Non sono presenti difficoltà tecniche. L’unica asperità può essere data dalla presenza della neve residua (ti consigliamo di informarti bene prima di partire) e dalla lunghezza complessiva dell’anello. Sicuramente non è un trekking per tutti, ma con buona gamba regala emozioni uniche.

Acqua: all’interno dei Rifugi lungo il percorso. L’unica fontana si trova nei pressi del Rifugio Gardecia. In compenso ci sono molti torrenti e rigagnoli, la cui acqua può essere bevuta previa depurazione. Nota bene che il tratto finale – la Val de Udai – è stretta e perfettamente esposta a sud, e può essere molto calda.

Cartografia: Carta Tabacco 06, Dolomiti Fassane (se non ce l’hai, puoi comprarla su Amazon)

Giro ad anello Val di Fassa, Rifugio Vajolet e Lago d'Antermoia pin