Nella nostra ansia (bonaria) di scoprire tutti i bivacchi dell’Alta Valle Maira, ad un certo punto siamo stati incuriositi dalla descrizione del Bivacco Valmaggia, e di un particolare sistema di… beh: niente spoiler. Ogni curiosità verrà ripagata a tempo debito!

Cosa troverai nella salita al Bivacco Valmaggia da Chialvetta:
Fatica
Difficoltà tecnica
Panorama
Impianti di riscaldamento

Davide ciaspola in Valle Maira

Da Chialvetta al Rifugio di Viviere

A questo punto, questo “avvicinamento” l’abbiamo fatto quattro o cinque volte. La descrizione del percorso via sentiero S9A da Chialvetta al Rifugio Viviere (poco più di 200 metri dislivello, un’oretta scarsa) la trovi in questo articolo. La camminata è davvero piacevole: i muscoli si sciolgono, il Torrente Unerzio gorgoglia al nostro fianco, il bosco respira, Pratorotondo è un gioiello, il Rifugio Viviere (1713 mslm) pure.

Oltre il rifugio il sentiero sale un po’ nel bosco, taglia la forestale, arriva al “solito bivio” (1840 mslm). La nuove avventura, quindi, parte da qui, seguendo una pletora di indicazioni che puntano a sinistra. Il bivacco dovrebbe essere a 1h40 di distanza. La direzione è anche quello dell’Autovallonasso il cui nome, da veneti, ci fa un po’ ridere.

Salita per la Valle dell’Enchiausa

Siamo adesso sul sentiero S09 – anche Tour dello Chambeyron, anche Sentiero Roberto Cavallero. C’è un po’ di rado bosco prima che l’orizzonte si apra sulla Valle Enchiuasa in corrispondenza circa di Grange Gorra (1925 mslm circa). Di fronte a noi, uno di quei valloni apparentemente eterni (vero) e apparentemente poco pendenti (falso).

Non ci resta che percorrere la lenta salita, deviando dal centro del vallone solo per schivare le chiazze innevate più insidiose… anche se c’è da dirlo: è una di quelle giornate che hanno nello zaino ramponi e ciaspole, la neve ha mille consistenze diverse e, in ogni caso, dopo mezz’ora hai già i piedi umidi.

Sopportiamo.

Il vallone sale tra i larici spogli e qualche ghiaione laterale fino a una specie di gradone, per salire il quale la pendenza aumenta repentinamente. Sul gradone (2125 mslm) ci troviamo di fronte uno sperone roccioso che separa due valli diverse e anticipa il Soubeyran. Sulla sinistra si prosegue per Il Colletto, mentre le “nostre” indicazioni si dimenticano del Bivacco Valmaggia.

Davide verso il Bivacco Valmaggia

Una profonda valle, resa morbida dalla neve, sta sotto di noi, adesso. Dopo un breve pendio innevato, siamo su un sentiero di versante pulito e poco pendente, che tempo di un quarto d’ora ci porta a un ennesimo colletto (2287 mslm) sul quale tornano le indicazioni per il bivacco. Non dovrebbe mancare molto, stando al cartello. Facciamo due passi, e si apre davanti a noi un grande avvallamento – il bivacco è sopra un dosso bianco, di fronte.

L’ultimo sforzo è proprio l’avvallamento, il cui fondo si trova cinquanta metri più in basso. Dato che temiamo neve fradicia e sprofondamenti assortiti, pensiamo bene di seguire delle tracce che tagliano il pendio in quota, aggirano la profonda conca, e prendono il bivacco da dietro. Risultato: un po’ di imprecazione, occhio a non scivolare, e ci siamo: si sale una breve dorsale e siamo al Bivacco Valmaggia (2335 mslm)!

Bivacco Valmaggia

Il Bivacco Valmaggia

La prima cosa che salta all’occhio è il tanto agognato “sistema di riscaldamento” del bivacco: una teca di vetro nella quale sono stipate pietre ad assorbire il calore del sole, che rilasceranno nel corso delle ore verso l’interno del bivacco. Ingegnoso!

ciaspolata al bivacco Valmaggia

All’interno, superato lo stretto corridoio lungo il quale fanno bella mostra di sé diverse paia di ciabatte, c’è la stanza principale: letti a castello (credo 12 o 16 posti), spessi materassi, coperte. Una mensolina carica di provviste è suddivisa in colazione, pranzo e cena. Ci sono un fornello a gas e un curioso libricino consunto dal tempo, Eleganza e moda di tutti i tempifa il paio con il celebre invito del Rifugio Pradidali. Prendiamo il libro del bivacco e andiamo al sole.

Nel libro scopriamo due fanzine (o pamphlet?) piemontesi e polemiche. Gli scritti prendono in giro l’ansia del coprifuoco Covid, attaccano i cantieri dell’alta velocità in Val di Susa, criticano il modo di frequentare la montagna, di concepirla, di attaccarla. Forse tanta polemica è gratuita, del tipo bastian contrario, ma gli spunti sono innegabilmente buoni. In fondo, la montagna dovrebbe anche spingere ad essere liberi con il pensiero, no?

Bivacco Valmaggia da Chialvetta

Solo dopo esserci goduti il bivacco e l’ultimo sole, ci rendiamo conto del panorama impressionante che ci circonda. Da una parte Bric Content, Tete de Vauclave Monte Feuillas creano una composizione di guglie, strette incisioni e lisce pareti. Incombente il tremila abbondanti dell’Oronaye, e verso nord l’apertura in direzione Autovallonasso e Monte Freid.

Misterioso e invitante, verso ovest, l’imbocco della salita che porta al Bivacco Enrico e Mario e verso l’Oronaye.

La discesa avviene per la stessa via della salita.

interno bivacco

Salita al Passo della Gardetta da Chialvetta: dati tecnici in breve

Dove siamo: nella valle Enchiausa, laterale del Vallone Onerzio, a sua volta laterale di destra dell’Alta Valle Maira, sulle Alpi Cozie (CN).

Quando l’abbiamo fatta: in un inverno con neve quasi assente, con al suolo i resti di nevicate ormai antiche (ciaspole però utilissime).

Partenza: Chialvetta, parcheggio del paese (1540 mslm)

Arrivo: Bivacco Valmaggia (2335 mslm)

Dislivello: 900 metri circa

Lunghezza: 12 km tutta la gita

Tempo: 5 ore salita e discesa

Difficoltà: media-difficile, soprattutto per la lunghezza della salita. Se l’ambiente è innevato, occhio come sempre all’orientamento.

Cartografia: Valle Maira 1:25000, L’Escursionista Editore (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)

Altre gite in zona: sempre da Chialvetta, salita al Passo della Gardetta oppure cima del Monte Estellette.

Salita invernale Bivacco Valmaggia in Valle Enchiausa pin