Prendi una caldissima giornata di luglio, il suggerimento del Parco Naturale Dolomiti Friulane e la voglia di camminare: siamo andati a percorrere il Sentiero dei Forestali e abbiamo scoperto una zona appartata – quella del Lago di Cà Selva – dalla natura rigogliosa, un itinerario che si snoda sotto la copertura di un fresco bosco, e tantissime curiosità! Ti racconto ogni cosa in questo articolo.

Per questa escursione, ci siamo affidati a FVG Outdoor, l’app che raccoglie gli itinerari più interessanti della Regione. Ogni proposta oltre alla traccia GPX, comprende informazioni sintetiche e consigli, ed è classificato per interesse e difficoltà. Un ottimo modo per scoprire delle chicche del territorio!
In più, abbiamo contribuito anche noi all’archivio delle escursione, percorrendo e documentando 15 sentieri.
Se prevedi di fare un soggiorno in Friuli Venezia Giulia ti consigliamo di scaricarla 👉 la trovi qui, sia per Android che per IoS.

Arrivare al Lago di Selva: un viaggio nel viaggio

Non avevo detto niente a Silvia, ma quando il muso dell’auto si è spinto sullo stretto coronamento della diga sul Lago di Cà Selva (o lago di Selva), l’ho vista ammutolire per la sorpresa. “Ma siamo ancora in Italia?”, mi ha chiesto.

E qui, in questo lontano punto della carta topografica, si arriva soltanto dopo aver lasciato la strada principale della Val Tramontina in corrispondenza della diga sul Lago di Redona; dopo aver salito verso alcune isolate, splendide borgate; dopo aver infilato una stretta (ma ben tenuta) strada avvolta dai faggi.

Poi si arriva al Lago di Selva, appunto, creato sbarrando il Torrente Silisia. Si supera il coronamento bordato dal parapetto giallo, si piega ad angolo e si inizia a salire, ancora in un bosco magico, la strada che corre alta sulla riva meridionale del lago. Poca luce filtra tra le chiome: è un viaggio nel viaggio.

Arriviamo così a Panuch (651 mslm) dove, in corrispondenza del tornante della strada, inizia il Sentiero dei Forestali.

Il Sentiero dei Forestali

Prima operazione di questo tipo in Friuli Venezia Giulia, questo itinerario didattico è stato progettato e realizzato dal Corpo dei Forestali del Friuli Venezia Giulia Forestali recuperando segmenti della fittissima rete di sentieri e percorsi che rendevano vivo questo versante. Strade bianche, mulattiere e sentieri che attraversavano i boschi, si inerpicavano ai pascoli, collegavano borgate e malghe.

Al di là della bellezza dell’ambiente, il recupero dà ancora più valore a questi percorsi.

Lungo tutto il tracciato sono presenti cartelli didattici su bosco, fauna e flora, attività di malga e vita di montagna. I pannelli sono eccezionali: corredati da fumetti davvero divertenti, regalano una quantità di informazioni enorme, e calata su questo preciso territorio. Ti consiglio di fermarti a leggerli tutti!

Posso inoltre dirti subito che il sentiero non è mai “tosto”, ma si lascia percorrere davvero bene. In estate il bosco dona un po’ di refrigerio, ma portati un’adeguata scorta d’acqua – che altrimenti non è disponibile. Tutto il sentiero, infine, è ben segnalato dai cartelli “Sentiero dei Forestali”, dai segni bianco rosso del CAI e, soprattutto, dai blasoni verde-gialli dei forestali.

Da Panuch a Casera Ropa

Da Panuch superiamo la sbarra sulla forestale, oltre la quale vediamo il cartello di inizio del sentiero. La carta consiglia il giro orario, e anche noi.

Seguiamo dapprima la comoda forestale, per poi imboccare il sentiero a quota 725 mslm (⚠️attenzione che qui ti può confondere: in pratica, in corrispondenza della curva della forestale, si prosegue dritti sul sentiero).

Il sottobosco si “crepa” delle bianche banconate carsiche, sulle quali il sentiero è quasi scavato. Camminiamo, ci fermiamo a leggere i pannelli, ripartiamo. Le foglie secche, da qualche parte, crepitano del passo di qualche animale, tanto che poco dopo avvistiamo ben 4 camosci.

Nel cuore del bosco superiamo i ruderi di Casera Ciuccui (860 mslm); ci reimmettiamo sulla forestale (900 mslm) e prendiamo a sinistra. Un paio di tornanti, un bivio da ignorare, e siamo di nuovo su sentiero. Proseguiamo così per un po’, tagliando tornanti e camminando tra gli alberi, finché a quota 1075 mslm incontriamo un bivio: il cartello ci propone di seguire sulla sinistra, in discesa, lungo una forestale in parte inerbita.

La seguiamo, e arriviamo alle rovine di Casera Ropa (979 mslm), dove altri pannelli ci raccontano di alpeggi, formaggi e carbonari. Il senso di abbandono di questi versanti, un tempo oggetto di cure e lavoro incessanti, è dolce e triste allo stesso tempo.

Da Casera Ropa a Casera Salincheit

Affrontiamo ora il tratto più pendente dell’escursione: preparati, perché ne avremo per poco meno di 400 metri di dislivello.

A poca di stanza da Casera Ropa, incontriamo un belvedere sulla porzione orientale del Lago di Selva e sulla sua diga, con le borgate – che da qui sembrano davvero isole di tetti nel mare verde-albero che fanno capolino da un bosco che appare infinito.

Dal belvedere, la salita è uniforme fino a uno scavallamento (poco meno di 1300 mslm) che si nota più che altro per la presenza di altri ruderi. Un tratto di morbida salita, e compare sopra di noi, a culmine di un prato densissimo, fiorito e brillante del rosso di centinaia di fragoline, Casera Salinchet (1356 mslm).

Casera Salincheit

Il recupero di Casera Salincheit è spettacolare, perché ha mantenuto alla perfezione il carattere di queste “quattro mura”. Entriamo: un grande focolare sulla sinistra, un tavolato dal quale godersi il fuoco (ci si può dormire in tre), un tavolino che sembra lo scrittoio di un poeta eremita. Al piano di sopra, altro spazio per dormire sul pavimento. C’è legna in abbondanza (e ci sono gli strumenti per reintegrarla, 😉) e l’acqua piovana recuperata in una cisterna (ovviamente da bollire o potabilizzare).

Un testone di legno ci guarda dalle scale mentre prendiamo fiato nel fresco e nella penombra della casera. Il panorama fuori? Verdissimo, rigoglioso, pacificante. Camminiamo un po’ sul prato, c’è una ricchezza di specie strette tra loro che stupisce.

Ma è ora di proseguire.

Da Casera Salinchet a Casera Valine

Questa è breve. Guardando la facciata di Casera Salinchiet, il sentiero prosegue alle sue spalle, sulla sinistra, e proseguendo dritti; dallo stesso punto, un sentiero piega invece a gomito verso la direzione opposta, ma non è quello che ci interessa.

Nel dubbio, cerca a pochi metri dall’attacco, su una pietra, il blasone dei Forestali.

Il sentiero segue nel bosco, percorre sotto forma di stretta traccia, e in quota, un versante di faggeta, e inizia una lenta discesa verso la prossima meta, mentre l’ambiente si fa più verde e arioso. Raggiungiamo così in venti minuti Casera Valine (1344 mslm, Valine Alta in carta).

Casera Valine

Bella come Salinchiet, ma posizionata in un ambiente più aperto. Anche Casera Valine è stata di recente ristrutturata, e offre circa la stessa dotazione: focolare, tavolone e panche, tavolati per dormire, legna. Una foto scolorita e incorniciata ritrae degli anziani con il barbone e un libro di bivacco, che firmiamo.

Il suo punto di forza però è l’esterno, con un prato – le Valine Alte – che sale verso le dorsali rocciose che portano verso il Monte Raut.

Ci sediamo sulla panchetta, fuori, mangiamo i panini e guardiamo l’orizzonte. Si sta benissimo, qui.

Discesa da Casera Valine

Per chiudere l’escursione ad anello, inforchiamo la forestale e iniziamo la discesa, sempre seguendo i cartelli del Sentiero dei Forestali. Ci troveremo così a deviare nel bosco, per fare una lunga ma tranquilla discesa. Raggiungiamo così la forestale a quota 900 mslm, dove in salita avevamo preso sulla sinistra: la attraversiamo e percorriamo a ritroso l’ultimo tratto di escursione – sentiero nel bosco, poi forestale.

Sentiero dei Forestali: dati tecnici in breve e traccia GPX

⛰️ Dove siamo Friuli Venezia Giulia. In Val Silisia, laterale della Val Tramontina; nel territorio protetto dal Parco Naturale Dolomiti Friulane.
📍 Partenza da Panuch (651 mslm)
🏅 Punti dell’anello Casera Salincheit (1356 mslm), Casera Valine Alta (1344 mslm)
📐 Dislivello 830 mslm
📏 Lunghezza 11,6 km
⏱️ Tempo 5 ore
😅 Difficoltà Medio
💧 Acqua No, fondamentale portarsi una scorta, soprattutto nella stagione calda
🗺️ Cartografia Carta Tabacco n.28 – Val Tramontina, Val Cosa, Val Meduna, Val d’Arzino (se non ce l’hai, puoi comprala su Amazon), oppure Carta Tabacco del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, che comprende tutto il territorio del parco (puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Abbiamo caricato la traccia nell’app FVG OUTDOOR, la trovi qui