Scorda quello che sai sulle Alte Vie. La Via Alta Crio in Canton Ticino (Svizzera) è un itinerario eccezionale, un’alternanza epica di creste e cime, ambienti glaciali e verdi pascoli. Servono gamba, mani e molta testa per fare questo percorso in 10 tappe da 100 km e 10.000 metri di dislivello, ma ogni passo ne vale la pena… è un’avventura epica!

Non per la via più breve, ma per la più bella.

Ti raccontiamo la nostra esperienza, e tutto quello che devi sapere prima di partire.

La Via Alta Crio fa per te se…

La Via Alta Crio non è un percorso per tutti. Prima di avventurarti in questa epica avventura ecco come capire se può fare per te:

  • hai una buona esperienza di montagna,
  • non soffri di vertigini, hai passo sicuro e non hai paura dell’esposizione,
  • sai arrampicare su passaggi di I e II grado (in Svizzera si chiamano sentieri T6 – ti spiego meglio dopo),
  • sai valutare le previsioni metereologiche, le vie di fuga, i tempi di percorrenza e l’escursione nel suo insieme,
  • hai una buona forma fisica per affrontare dislivelli anche importanti,
  • sai tenere la concentrazione alta pet tutto il tempo che serve,
  • non è la tua prima esperienza in Alta Via.

Se hai risposto affermativamente a tutte, allaccia gli scarponi perché questa è un’avventura che non dimenticherai!

Difficoltà dell’alta via

⚠️Si tratta di un itinerario alpino impegnativo per escursionisti (molto) esperti.

  • I punti più delicati sono stati attrezzati con corde fisse, ma rimangono comunque molto esposti (curiosità: su 100 km di itinerario, ci sono solo 200 metri di corde fisse). Più di un paio di punti critici NON sono attrezzati e bisogna saper valutare come procedere al meglio. Direi che l’esposizione in generale è la difficoltà maggiore da affrontare.
  • Buona parte del percorso si svolge ad altitudine elevata, sempre sopra i 2000 metri e spesso i 2500 metri, con punte fino a 3200 – con tutto quello che questo comporta.
  • Chilometri e dislivello rendono i tempi di percorrenza di alcune tappe decisamente impegnativi.
  • In un paio di tappe le vie di fuga sono difficili.
  • Ad inizio stagione possono esserci nevai da attraversare con ramponi. Nel nostro caso ne abbiamo pestato uno in maniera marginale (senza l’utilizzo dei ramponi).

In Ticino la difficoltà dei sentieri è segnalata con la classificazione T1, T2,T3,T4,T5,T6.
Le tre tappe chiave sono di livello T6 che significa “Generalmente senza traccia, passaggi d’arrampicata fino al II grado. Di regola
non segnalato. Terreno spesso molto esposto, versanti erbosi e rocciosi molto delicati, ghiacciai con rischio di slittamento”. E richiede “Eccellenti capacità d’orientamento. Ottime conoscenze dell’ambiente alpino e dimestichezza nell’uso di materiale tecnico d’alpinismo”.
Puoi approfondire qui la classificazione della scala di difficoltà.

La Via Alta Crio in cinque punti

  • La Via Crio è la quarta alta via ticinese e, ad oggi, è l’ultima nata.
  • 100 km di percorso, 10.000 metri di dislivello positivo, 10 tappe.
  • Prevede il passaggio su dieci vette da tremila metri, sette delle quali concatenate in un’unica tappa.
  • Il nome Crio è un tributo ai ghiacciai: si cammina sulle creste che li separano, si dà loro un pensiero in quanto “fuorilegge climatici”, destinati a scomparire a breve.
  • Il bellissimo volume dedicato alla Via Alta Crio dall’Editore Salvioni è stupendo: racconti, cenni storici, curiosità, carte topografiche e dati, tantissime foto che fanno da spoiler di ogni cosa ma riescono a non rovinare l’effetto sorpresa. Anche i testi sono scritti con gusto e divertimento. Super consigliato anche come volume da tenere in libreria.

Timbri, credenziale e certificato

In tutti i fine tappa della Via Alta Crio ci sono i timbri da apporre sulla credenziale. Questa la puoi trovare direttamente nel primo rifugio che incontri.

Una volta “collezionati” tutti i timbri puoi inviare una foto alla mail della Via Alta Crio e ricevere a casa il certificato!

Ovviamente… noi l’abbiamo fatto (anche perché i timbri sono carinissimi, e tutti a tema). E per quanto “leggero” dopo le prodezze alpine, arrivare al bancone del rifugio e chiedere il timbro è un suggello bellissimo di fine tappa.

In che senso percorrere la Via Alta Crio?

La via è stata pensata per essere percorsa da Sud a Nord e questo è il senso in cui l’abbiamo percorsa anche noi e che ti consigliamo, perché ti troverai a percorrere i tratti più tecnici in salita e non in discesa.

Dove si dorme durante l’alta via? Capanne, rifugi e bivacchi

Tutte le tappe della Via Alta Crio sono organizzate per il pernotto in Capanne o Rifugi.

Prima di equivoci è bene che te lo dica subito: in Svizzera “Capanna” = Rifugio custodito, “Rifugio” = casera/bivacco non custodito.

CAPANNE

Nelle capanne è previsto il trattamento di mezza pensione che prevede solitamente 3 portate (tendenzialmente un’insalata o una minestra, un piatto principale – pasta/spatzle/risotto e un dolce); le bevande sono a parte.

Per il pranzo invece devi organizzarti al sacco (puoi acquistarlo anche direttamente nelle capanne al prezzo medio di 10 CHF). Durante la Via Alta Crio non sono presenti punti di ristoro intermedi tra una tappa e l’altra.

CASERE/BIVACCHI

Per i bivacchi puoi organizzarti con il tuo cibo (come abbiamo fatto noi) oppure… puoi comprarlo direttamente in bivacco! Noi non lo sapevamo prima di partire, ma lungo tutto il percorso nelle casere non custodite troverai birre, pasta, sughi, vino, rosti e chi più ne ha più ne metta. I prezzi sono scritti su ciascuna cosa e puoi pagare in contanti nella cassettina apposita, con TWINT o con bonifico.

Oltre a questo i bivacchi che abbiamo incontrato erano davvero dotati di tutti i comfort, coperte, gas, legna, acqua, bagni e persino ciabatte.

Quanto costa la Via Alta Crio?

Sarò sincera, essendo Svizzera pensavo fosse ancora più cara! Questi i prezzi:

  • Circa 60-75 CHF a notte a persona nelle capanne, mezza pensione (cena+colazione) e pernotto inclusi
  • Circa 20-25 CHF a notte a persona nei bivacchi per il pernotto (sì, diversamente che in Italia, si pagano)

Pagamenti: molte capanne accettano pagamenti elettronici, ma non sempre il POS funziona (specie causa maltempo), quindi ti consiglio di portare abbastanza contanti. In alternativa tutte accettano pagamento con Twint, un’app di pagamento elettronica per i soli residenti svizzeri.

Anche gli extra sono un po’ più cari che in Italia, ma non esageratamente (ad es. una birra media è 6 CHF, una fetta di torta idem), ma occhio ai “fuori menù”.

Come prenotare i pernottamenti delle capanne nelle tappe?

Nel portale ufficiale della Via Alta Crio puoi inserire la data di partenza e quella di arrivo e verificare le disponibilità dei vari rifugi. Potrai poi procedere con le prenotazioni direttamente tramite internet. Davvero super comodo come servizio!

PS: se non dovessi trovare posto in una o due capanne non ti preoccupare, prova a fare un colpo di telefono o mandare una mail alla capanna che ti manca, solitamente tengono sempre qualche letto vacante ed è probabile che sapranno accontentarti se comunichi l’intenzione di percorrere la Via Alta Crio.

In qualsiasi caso, se dovessi cambiare piani ricordati di chiamare per avvisare! Abbiamo notato che i capannari sono molto premurosi – tanto che si chiamano tra di loro per sapere a che ora sono partiti gli ospiti se non li vedono arrivare entro una certa ora.

Cosa portare?

Non mi dilungo troppo su come fare lo zaino nel dettaglio: ti rimando a questo articolo. Ti indico però alcuni pezzi che potrebbero esserti utili in questa alta via specifica:

  • scarponi, in questo caso secondo me assolutamente preferibili alle scarpe da trail. Il percorso è quasi sempre su pietraia, quindi meglio qualcosa che protegga la caviglia e visto che dovrai arrampicare, ti consiglio scarponi che abbiano una “climbing zone” in punta;
  • sacco lenzuolo, è obbligatorio sia per le capanne che per i rifugi (non serve invece il sacco a pelo, né le ciabatte!)
  • casco, noi non ce l’avevamo e nessuno di coloro che abbiamo incontrato ce l’avevano, ma sinceramente in un paio di tappe l’avrei indossato volentieri per una sicurezza in più, valuta tu;
  • spezzone di corda, non è necessario e noi non ce l’avevamo, ma in qualche punto può essere comodo per aiutare il secondo;
  • ramponi e picozza, dipende dalla stagione. Nel nostro caso assolutamente non serviva, se la percorri ad inizio stagione valuta (o chiedi).

Ricezione telefonica

In tutte le tappe non abbiamo avuto problemi di ricezione. Magari non prendeva in quel punto preciso, ma qualche decina di minuti dopo sì. Nelle capanne è presente quasi sempre segnale telefonico (magari all’esterno, magari sulla prima forcella disponibile).

Anche il segnale internet è abbastanza presente, ma in generale non c’è wifi nelle capanne (tranne a Brogoldone e Scaletta, dove è a disposizione anche degli ospiti).

Ricordati che la Svizzera non è nell’UE quindi il roaming non funziona. Ti consiglio di acquistare un pacchetto internet dedicato prima di partire.

Acqua

Tendenzialmente presente in tutte le tappe. Sempre presente nelle capanne e anche nei rifugi/bivacchi. Nella descrizione delle singole giornate trovi il dettaglio. Può esserti utile un sistema filtrante.

Birrette? Presenti anch’esse sia nelle capanne che nei bivacchi, così come anche vino e bevande!

Si può percorrere in tenda?

Tendenzialmente sì perché valgono le regole del bivacco notturno (si monta dopo il tramonto, si smonta all’alba, senza lasciare traccia e senza accendere fuoci).

Praticamente noi te lo consigliamo. Le tappe sono impegnative e con il peso della tenda (+ materassino, sacco a pelo, fornelletto e viveri) diventerebbe davvero difficile. Inoltre ci sono diversi passaggi di arrampicata dove potresti trovarti in difficoltà con uno zaino grande.

Da dove partire? Come tornare al punto di partenza?

La Via Alta Crio inizia da Lumino, nei pressi di Bellinzona. C’è un comodo parcheggio libero proprio di fronte alla partenza dell’ovovia (chiamarla così è un po’ troppo forse, visto che è un solo ovetto giallo super buffo, che sale piano sul suo cavo).

Finisce al Passo di Lucomagno (Ospizio di Lucomagno, Lukmanierpass). Da qui puoi tornare a Lumino direttamente con i mezzi pubblici così:

  • postale (bus) che parte proprio davanti all’Ospizio di Lucomagno e raggiunge Biasca (fermata stazione)
  • treno da Biasca fino a Castione
  • Bus 214 da Castione a Lumino paese (fermata davanti alla chiesa)
  • 10 minuti a piedi per tornare all’auto

Se arrivi in Svizzera in auto ricordati di acquistare la vignetta prima del confine.

In quante tappe percorrere la Via Alta Crio?

Ufficialmente la Via Alta Crio è pensata per essere percorsa in 10 tappe. In realtà devi prevedere anche una tappa extra iniziale di 2 ore per arrivare al primo rifugio da cui parte il trekking.

Tra una tappa e l’altra non sempre si trovano altri punti per dormire quindi tendenzialmente è difficile spezzare le tappe in modo diverso.

Puoi invece accorciarla unendo un paio di tappe: noi ne abbiamo fatte 9 (nella relazione delle tappe ti spieghiamo come). Meno di così è roba da trail runner estremi!

Tempi di percorrenza

I tempi di percorrenza indicati sul sito ufficiale della Via Alta Crio sono davvero stretti. Sono calcolati senza pause, ma nelle tappe più tecniche abbiamo impiegato anche due ore in più (con piccole pause). Ti consiglio di tenerne conto se per caso vedi che è in arrivo una perturbazione e stai calcolando i tempi.

Le tappe della Via Alta Crio

Disclaimer: nel sito ufficiale della Via Alta Crio sono presenti delle utilissime “schede tecniche”, da leggere ASSOLUTAMENTE e studiare per prepararti alla singola tappa. Ci trovi anche gli stralci di cartografia, utilissimi per sapere dove sei e cosa stai vedendo.

Queste è la nostra esperienza sintetica, tappa per tappa: impossibile mettere su carta ogni passaggio, ma anche ogni emozione.

Tappa 0 – Da Lumino a Capanna Brogoldone

È l’avvicinamento, ma tieni presente che tecnicamente la Via Alta Crio sono 10 tappe + 1 (questa è la +1).

Da Lumino si prende la (buffa piccola) funivia gialla di Pizzo di Claro che ti sbarca all’osteria Saurù (1200 mslm). Da qui si segue per Capanna Brogoldone fino a un bivio (1380 mslm):

  • sulla destra si stacca la “direttissima”, consigliata se non hai tempo;
  • proseguendo dritti, l’accesso alla capanna è più lungo ma morbido.

Noi abbiamo fatto il secondo, passando per una bell’alpe e sbucando sul “terrazzo” che precede la Capanna Brogoldone (1910 mslm) e dove si sale al tramonto per un po’ di meraviglia che fa iniziare l’alta via con il piede giusto.

Giusto 3 note:

  • dormire a Brogoldone è consigliato, per iniziare la Via Crio in quota il giorno successivo (e anche perché è davvero un bel posto);
  • non dimenticare il primo timbro!

Bonus track: se hai ancora voglia di camminare puoi pensare di fare – con un po’ di slancio – la salita al Piz de Molinera (2288 mslm): 1 ora e 30 a/r, 4,2 km in tutto, 360 d+. Questa è la traccia, nel caso.

Via Alta Crio – Tappa 0, dati sintetici

📍 Partenza Lumino – Osteria Saurù (1200 mslm)
🏅 Arrivo Capanna Brogoldone (1910 mslm)
📐 Dislivello 570 m
📏 Lunghezza 4,1 km
⏱️ Tempo 2 ore
😅 Difficoltà T2
💧 Acqua All’osteria, all’Alpe Domàs
🥰 Top L’emozione di star per iniziare un’alta via eccezionale; il tramonto da Brogoldone
😖 Punti critici Non fermarsi subito all’attraente Osteria Saurù
🛰️ Traccia GPS Sì: scaricala qui

Tappa 1 – Da Capanna Brogoldone a Capanna Cava

Lasciamo Capanna Brogoldone, saliamo al passo di Mem (2192 mslm) e scavalliamo momentaneamente nel Canton dei Grigioni. Entriamo così in una conca poetica di pascoli e ruscelli, facile da percorrere fino a un bivio a quota 2268 mslm.

Qui facciamo conoscenza per la prima volta della vera Via Alta Crio, con i suoi segni bianco blu e le sue pazze evoluzioni.

Iniziamo attraversando una pietraia di grossi blocchi, e poi saliamo una pendenza tostissima fino alla Bocchetta del Lago (2575 mslm), con vista spettacolare. Segue una estesissima pietraia di blocchi sconnessi; poi un sentiero tagliato nel versante erboso che ci ha ricordato i viaz delle Dolomiti Bellunesi. Viaz che ci molla in una stretta valle pietrosa dove i segni tornano rassicurantemente bianco rossi e ci portano in breve all’Alpe d’Orz, spettacolare bivacco tenuto con cura e gentilezza.

Dal bivacco si sale ancora al Passo del Mauro (2427 mslm) – salita non così dura come si pensa ma che a questo punto della giornata si fa sentire; dal passo si vedono laghi magnifici. Sono i Laghetti di Cava – e la Capanna Cava (2065 mslm), la nostra meta che tuttavia non arriva mai: non è un modo di dire, la discesa ci fa arrivare cotti al punto giusto – per la cena, pregevole (a noi è capitato un risotto con miele e lardo che non si può spiegare).

Via Alta Crio – Tappa 1, dati sintetici

📍 Partenza Capanna Brogoldone (1910 mslm)
🏅 Arrivo Capanna Cava (2066 mslm)
📐 Dislivello 1050+, 890-
📏 Lunghezza 15,5 km
⏱️ Tempo 9 ore
😅 Difficoltà T4+
💧 Acqua A Capanna Brogoldone; all’Alpe d’Orz; diversi ruscelli dopo Passo di Mem, ma con presenza di animali al pascolo
🥰 Top La conca dopo Passo di Mem; l’Alpe d’Orz; i laghi visti dal Passo del Mauro
😖 Punti critici I primi metri di discesa dalla Bocchetta del Lago; le pietraie infinite

Tappa 2 – Da Capanna Cava a Rifugio Giumela

Lasciamo la Capanna e scendiamo i pascoli fino alla strada asfaltata – che da adesso non vedremo per secoli – e risaliamo brevemente all’Alpe Sceng di Sopra (1787 mslm); da qui parte un bel sentiero di versante, un po’ arzigogolato e con alcuni tratti di catena; si passa per una bella cascata e si risale una conca erbosa fino a sbattere contro al bivacco Rifugio Baion (anche Alpe Buion, 2007 mslm), elegante esempio di architettura tradizionale che si mimetizza con l’ambiente.

Dal bivacco, si seguono pazientemente i segni fino ad arrivare all’attacco della Senda dal Bò (“Cengia del Bue”, circa 2200 mslm), un sentiero attrezzato che era (ed è) pietra di paragone per gli abitanti dell’alta valle sottostante.

Per non essere considerati “foresti”, si deve possedere una motosega, ed esser pratici di questo ardito passaggio.
Noi la motosega ancora non ce l’abbiamo, ma la Senda è andata!

La Senda del Bò è obliqua, si percorre aiutandosi con le catene fino a una crestina espostissima (ma attrezzata) che, questa sì, fa effetto; da qui si scende all’Alpe di Pradaccio in una bellissima conca tagliata dal Torrente Legiuna; si scende al suo greto e si segue la riva opposta fino al Rifugio Giumela (1811 mslm), comodo bivacco ricavato da un antico alpeggio con 8 posti letto e tutti i comfort.

Via Alta Crio – Tappa 2, dati sintetici

📍 Partenza Capanna Cava (2066 mslm)
🏅 Arrivo Rifugio Giumela (1811 mslm)
📐 Dislivello 520+, 740-
📏 Lunghezza 9,3 km
⏱️ Tempo 5 ore
😅 Difficoltà T5
💧 Acqua A Capanna Cava; all’Alpe di Sceng di Sopra (2 fontane); a Giumela. Diversi ruscelli e torrenti nel mezzo
🥰 Top Il Rifugio Giumela
😖 Punti critici La Senda dal Bo, anche se non è così terribile come la si descrive (la cresta finale però fa un po’ effetto!)

Tappa 3 – Da Rifugio Giumela a Bivacco Piano della Parete

Oggi i giochi iniziano a farsi seri! Questa è la famigerata tappa dei 1990 metri di dislivello positivo (e non dimentichiamo i 1120 negativi); la nostra app ha registrato qualcosa in meno, come sempre, ma la tappa è eccezionalmente tosta checché ne dicano i matematici.

Da Giumela si sale all’omonimo passo (2117 mslm), e fin qui è un facile riscaldamento. Poi si parte: si sale in un’unica soluzione il Piz di Strega (2911 mslm), ascesa che conta un primo versante piuttosto pendente – con alcuni passaggi davvero scenografici; un lungo filo di cresta – non complesso come quelli dei prossimi giorni, comunque – con alcuni passaggi attrezzati con corde; infine la salita vera e propria, a gradoni successivi, dove torna la pendenza e il fondo in parte scivoloso/friabile, ma tutto sommato percorribile.

Lo sforzo è tanto, ma sulla sommità c’è un panorama eccezionale (e un micro libro di vetta incastonato nel grande ometto di pietre).
Peccato che… non sia finita la salita, anzi!

Ora tocca scendere, lungo una cresta pietrosa e poi giù per ambienti di origine glaciale – e tante pietraie! – evitando il Piz de Remolasch e raggiungendo il Pass de Remolasch (2614 mslm), dove si trova una croce “mollata qui” perché l’elicottero non è riuscito a salire in vetta.

Dalla croce si segue alla Bocchetta di Caldozz (facile), si attraversa una splendida conca e… inizia la seconda tortura della giornata: la salita a Cima dei Cogn (3061 mslm, il primo tremila della Via Alta Crio). Salire al Cogn mi ha dato la sensazione di entrare in una montagna: uno stretto ed esposto sentierino sale progressivamente ed entra in una valle, dove prende pendenza assurda fino alle rocce; da qui serve usare qualche mano fino alla sella di quota 2834 mslm… e ora le mani servono tutte, perché il filo di cresta di Cima dei Cogn, che da qui appare come una pinna nera e spaventevole, si fa tosto.

Alcuni punti esposti, un continuo zigzagare alla ricerca dei passaggi giusti (ci pensano i segnavia bianco blu), un “muro” quasi finale che richiede un ardimentoso passaggio di 2° grado (qui ci siamo passati lo zaino per essere più leggeri e concentrati) e siamo in vetta: omino, croce stilizzata di bacchetti di legno, panorama incredibile e Piz di Strega che ti fa dire “eravamo là, davvero?”.

Su creste e  pietraie, facili, si scende nella conca glaciale dove si trova il Bivacco Piano della Parete (2725 mslm), ambiente lunare dove però trovi capre di passaggio che umiliano le tue doti alpinistiche, tramonto spettacolare e una valle – quella del Ri della Furbeda – che piomba vertiginosamente in un’idea di Lofoten.

Il Bivacco Piano della Parete è un gioiello, confortevole, con disponibilità di comprare generi alimentari, bagno a compost, fontana di acqua corrente, materassi e coperte. Ma soprattutto… quella vetrata incredibile sul tramonto. Indimenticabile.

Via Alta Crio – Tappa 3, dati sintetici

📍 Partenza Rifugio Giumela (1811 mslm)
🏅 Arrivo Bivacco Piano della Parete (2725 mslm)
📐 Dislivello 1780+, 840+ (questa è la famigerata tappa da 2000 metri di dislivello positivo!)
📏 Lunghezza 11,8 km
⏱️ Tempo 10 ore
😅 Difficoltà T5/T6
💧 Acqua A Giumela; al Piano della Parete. Diversi ruscelli e torrenti nel mezzo, soprattutto dal Passo de Remolasch all’attacco della Cima dei Cogn.
🥰 Top Le due cime da salire, che emozionano una volta raggiunte; il bivacco Piano della Parete.
😖 Punti critici La salita alla Cima dei Cogn ha molto da dire: esposizione, pendenza, “incasinamento”, fatica – dato che qui siamo già oltre i 1000 d+ fatti, e ne mancano 700. C’è anche un muro di 2° grado verso la cima: il mostro finale della giornata?

Tappa 4 – Da Bivacco Piano della Parete a Capanna Quarnei

Ci è impossibile descrivere davvero questa tappa nelle sue minuzie. Ti basti sapere che è esposta, dura, rocciosa, di 1° e 2° grado, con pochi passaggi attrezzati, stancante. Ma è anche emozionante, superba, unica. Forse la più bella, si può dire?

In pratica, risaliti dal Bivacco Piano della Parete alla soprastante bocchetta, non si molleranno roccia, creste e cime che ore dopo. Nell’ordine saliremo Cima Rossa (3161 mslm, croce di vetta), Piz Piotta (3121 mslm) – qui ci si cala momentaneamente su pietraie, si scavalla e si attraversa un ambiente glaciale eccezionale, fatto di rossi e grigi e ruscelli, pozze di fusione e qualche tratto di ghiacciaio da superare, per risalire su… – Puntone dei Fraciòn (3202 mslm), respirare un attimo al Passo de Stabi e allo Zapportpass, e via ancora su Rheinquellhorn (3200 mslm), Vogelbarg (3217 mslm, elevazione più alta della Via Crio), Pizzo Cramorino (3133 mslm) e Pizzo Baratin (3036 mslm).

Una cavalcata incredibile di cresta che ti porta su 7 cime che superano i 3000 metri.

Segue infine l’eterna discesa, giù per pietraie, versanti erbosi, prati, pendenze, svolte e giravolte. Passaggio all’Alpe Cardedo per dell’acqua fresca, e ultimo tratto quasi in quota fino a Capanna Quarnei (2107 mslm).

A rinfrancarci, l’idea che la tappa di domani sarà soft. promesso.

Via Alta Crio – Tappa 4, dati sintetici

📍 Partenza Bivacco Piano della Parete (2725 mslm)
🏅 Arrivo Capanna Quarnei (2107 mslm)
📐 Dislivello 940+, 1590-
📏 Lunghezza 14,2 km
⏱️ Tempo 10+ ore
😅 Difficoltà T5/T6
💧 Acqua Al Bivacco; poi nulla fino a Alpe Cardedo: FARE SCORTE ALLA PARTENZA!
🥰 Top Una cavalcata così, con 7 cime da 3000 in ambiente austero e severo, non capita spesso. Ogni cosa di questa giornata è eccezionale. Bellissima anche la conca glaciale, da poco lasciata libera dai ghiacci, a est del Puntone dei Fraciòn. La tappa si contraddistingue anche per la presenza di ghiacciai – alcuni residuali – in ogni direzione, sotto ai nostri piedi.
😖 Punti critici La progressione lungo le creste, espostissima; la fatica che si accumula anche a causa della richiesta di concentrazione costante. C’è un passaggio di 2°, stretto e particolare, giusto prima del Piz Piotta, mentre la corda in discesa dal Cramorino può lasciare vertiginosi.  Anche la discesa finale alla Capanna non è da sottovalutare, assolutamente non difficile, ma stancantissima.

Tappa 5 – Da Capanna Quarnei a Capanna Adula UTOE

Abbiamo detto tappa soft, e soft sarà; e ti consigliamo di non accorpare nulla, a questo punto, perché verrai da un test fisico e psicologico notevole, e l’indomani si ripete.

Quindi in breve: su per il Passo del Laghetto (2647 mslm), dove si trova il grazioso Laghetto dei Cadabi dove è piacevole tergiversare se non tira vento; con poco sforzo si può salire la prospicente Cima del Laghetto (10-15 minuti su pietraia) per un panorama sul passo e sul ghiacciaio dell’Adula, montagna-presenza di questo tratto di via. Dal passo si scende per un ambiente glaciale fino alla Capanna Adula UTOE (2392 mslm), che arriva prima del previsto.

Bonus Track: da Capanna Adula UTOE si può salire alla cima dell’Adula, il punto più alto del Ticino. L’escursione attraversa il ghiacciaio e devi prevedere quindi di fermarti un giorno in più per partire all’alba.

Via Alta Crio – Tappa 5, dati sintetici

📍 Partenza Capanna Quarnei (2107 mslm)
🏅 Arrivo Capanna Adula UTOE (2392 mslm)
📐 Dislivello 630+, 300-
📏 Lunghezza 5 km
⏱️ Tempo 3 ore con pausa laghetto
😅 Difficoltà T3
💧 Acqua A Capanna Quarnei e ad Adula UTOE
🥰 Top La semplicità della tappa, graditissima. Il laghetto al passo. Capanna Adula, che è la più “alpina” sul percorso.
😖 Punti critici Nessuno.

Tappa 6 – Da Capanna Adula UTOE a Rifugio Scaradra

Sai quel senso che “ce l’hai quasi fatta”? Eccolo, è questa mattina. E tra te e il farcela, c’è soltanto una cosa: la tappa di oggi, considerata la più dura dell’alta via.

È davvero la più dura? Secondo noi, no. Forse perché arrivi qui con consapevolezza di difficoltà e sforzi, forse perché la tappa 5 è stata gentile e leggera. In ogni caso, questa giornata ce la siamo goduta tantissimo.

Breve abbassamento, e una facile catena ci introduce nell’ambiente selvaggio di oggi. Si sale – inizialmente con facilità, poi con pendenza eccezionale – fino alla Bocca di Fornee (2885 mslm). Da qui inizia l’avventura, che oggi consiste dapprima nella salita al Piz Cassimoi (3108 mslm), attrezzata, esposta e verticale e molto soddisfacente; la vetta è qualcosa di eccezionale, ogni cosa si appiattisce e si fa amichevole mentre lo sguardo si spinge in ogni direzione – vista sull’Adula spettacolare.

Facile cresta, facile pietraia e si arriva a una forcella tagliata nella roccia con ghiacciaio sottostante; qui si sale la parete sud del Pizzo Cassinello (3102 mslm), famigerata per la verticalità. La salita è attrezzata, ma richiede comunque molta concentrazione. In cima grossi ometti di pietra, è l’ultimo 3.000 della via e si scende per una pietraia di bellezza sconfinata, lunga, scandita da rocce montonate, dorsi di balena, città di roccia.

Al Passo Soreda (2758 mslm), quasi ci siamo. Si scende il passo verso ovest in una picchiata infinita verso valle, si raggiunge un ponticello improvvisamente bucolico, 10 minuti scarsi e siamo al Rifugio Scaradra (2176 mslm), ricavato da un’alpe del ‘700, con camerata deliziosa. Consigliato salire di qualche decina di metri alle spalle del bivacco: la vista sulla valle, le severe pareti di fronte, il filo di fumo dal camino se qualcuno ha acceso il fuoco, è eccezionale.

Anche a Scaradra c’è il bagno, si possono comprare generi alimentari, c’è il gas per cucinare, stoviglie in quantità.

Via Alta Crio – Tappa 6, dati sintetici

📍 Partenza Capanna Adula UTOE (2392 mslm)
🏅 Arrivo Rifugio Scaradra (2176 mslm)
📐 Dislivello 1180+, 1370-
📏 Lunghezza 11 km
⏱️ Tempo 9 ore
😅 Difficoltà T6
💧 Acqua A Adula UTOE, poi si va diretti nei pressi di Alpe Scaradra
🥰 Top Tutto. Tappa bellissima, le salite alpinistiche sono soddisfacenti, adrenaliniche ma, dopo 5 tappe, quasi piacevoli.
😖 Punti critici Tappa da non sottovalutare per la difficoltà dei passaggi su roccia

Tappa 7 – Da Rifugio Scaradra a Capanna Motterascio

In molti concatenano questa tappa con la successiva, e in effetti l’abbiamo fatto anche noi: è fattibile per tempi, distanze e dislivelli, e non dà problematiche tecniche di sorta.

La settima tappa ci porta giù da Scaradra fino alla forestale che circumnaviga il lago artificiale di Luzzone (1640 mslm); al bivacco, un signore aveva tentato di “venderci” una direttissima che non avrebbe perso quota, ma che ci avrebbe fatto scavallare alcuni spartiacque non segnati. Non gli abbiamo dato retta, ma abbiamo poi incontrato chi l’ha fatto: è andata meglio a noi!

Seguiamo la strada del lungolago fino a infilarci nel “fiordo” dal sapore e colore nordico; da qui si attacca la salita che ci porta senza troppa difficoltà, e con impennate brevi attraverso i prati, fino a Capanna Motterascio (2192 mslm).

Ci si è messo poco, vero? E allora via con la 8!

Via Alta Crio – Tappa 7, dati sintetici

📍 Partenza Rifugio Scaradra (2176 mslm)
🏅 Arrivo Capanna Motterascio (2192 mslm)
📐 Dislivello 520+, 570-
📏 Lunghezza 7,85 km
⏱️ Tempo 3 ore e 15
😅 Difficoltà T2
💧 Acqua A Scaradra, poi qualche ruscello fino a Motterascio
🥰 Top Il senso di aver ormai “fatto l’impresa” e di poter camminare tranquilli con la testa più leggera.
😖 Punti critici Nessuno

Tappa 8 – Da Capanna Motterascio a Capanna Scaletta

Questa è la tappa in cui la Via Crio davvero cambia faccia. Da Motterascio infatti accediamo facilmente all’Altopiano della Greina, considerato uno dei luoghi più belli del Cantone.

Un’apertura enorme, montagne “islandesi” sullo sfondo, morbidi dislivelli, il vento che fa fremere le praterie. Ci dicono: un altro mondo con la neve, una meraviglia con le fioriture primaverili. Ci fidiamo, a noi, già così, fa vibrare il cuore.

Raggiungo il Passo della Greina (2354 mslm), una breve discesa ci porta a Capanna Scaletta (2201 mslm), per noi uno dei rifugi più belli dell’intera via. Un triangolo e un cubo, ottima cucina (con prodotti loro) e buon vino, un micro laghetto presso il quale prendere il sole. Le stanze più piccole – quelle a loro volta triangolari – sono una poesia.

Bonus track. Causa maltempo previsto, noi ci siamo fermati una notte in più a Scaletta. Ne abbiamo approfittato per andare a curiosare l’Arco della Greina, uno scenografico “ponte” naturale. Si trova a una mezzora di sentiero da Capanna Scaletta (se segui il sentiero bianco blu) o a 40 minuti (se risali il passo e scendi sulla sinistra, molto più semplice). Puoi anche inserire il passaggio all’arco scendendo dal passo prima di concludere la tappa.

Via Alta Crio – Tappa 8, dati sintetici

📍 Partenza Capanna Motterascio (2192 mslm)
🏅 Arrivo Capanna Scaletta (2201 mslm)
📐 Dislivello 250+, 200-
📏 Lunghezza 7,5 km
⏱️ Tempo 2 ore e mezza
😅 Difficoltà T2
💧 Acqua A Motterascio, poi solo torrenti fino a Scaletta
🥰 Top L’Altopiano della Greina: incredibile, davvero. L’Arco della Greina merita una gita-nella-gita. La dolcezza di Capanna Scaletta.
😖 Punti critici Nessuno

Tappa 9 – Da Capanna Scaletta a Capanna Bovarina

Attenzione a questa tappa, ché dopo le due più tranquille si lancia in meraviglia e sorpresa e su di nuovo tra creste.

Da Capanna Scaletta si scende fino al parcheggio Pian Geirett (2012 mslm); da qui si risalgono con una certa fatica&pendenza le Cento Valli – il sentiero è tornato bianco blu, e si vede (c’è qualche catena, qualche esposizione leggera); un tratto in quota e siamo al Passo d’Uffiern (2627 mslm), dove il Lai d’Uffiern e i suoi laghetti “precedenti” tingono la fredda roccia di un azzurro-blu irreale.

Qui c’è un piccolissimo rifugio, ohimé privato, ma tenerissimo. I segni bianco blu però non lasciano tregua: si sale in parte la dorsale del Sasso Lanzone su quello che viene chiamato Sentiero degli Stambecchi – una via di cresta dove tuttavia si sta quasi sempre protetti dal versante, e l’esposizione è decisamente minore di quella di altre creste della Crio.

Raggiunti i 2826 mslm, iniziamo la discesa lungo i versanti di Cima di Garina, attraverso un bellissimo ambiente. In discesa costante, ci si apre di fronte lo spettacolo – parola non scelta a caso – del Lago Retico, sulle cui rive (2373 mslm) approdiamo.

Luogo magico, gipeti enormi che volteggiano sopra di noi, fischi di marmotte, pecore al pascolo, vento che scompiglia l’animo e raffredda in fretta.
Abbiamo anche avvistato un ermellino: magia pura.

Superiamo/guadiamo l’emissario del lago e iniziamo la tortuosa discesa per la Foppa di Cento Fontane, e il suo nome sarà spiegato: ruscelli solcano i versanti verdi e pendenti, in basso un torrente squarcia i prati, compare in fondo il bosco. Ultimi metri e siamo a Capanna Bovarina (1870 mslm), accoglienza e ospitalità super, atmosfera super rilassata, cucina top e torte che non ti dico. Ah, se vuoi approfittarne qui fanno una fonduta super!

Bonus Track. Ma davvero hai ancora voglia di camminare? Benissimo: sali alle spalle della capanna e segui il morbido sentiero fino all’Alpe Bovarina e poi più su eventualmente fino al Passo di Gaina Negra – famoso per i massi nerissimi franati dal Corvo e incastonati nel manto verde dell’erba. Fino al passo, andata e ritorno, si va verso i 10 km di escursione… ma puoi fermarti anche prima, ne vale in ogni caso la pena.

Via Alta Crio – Tappa 9, dati sintetici

📍 Partenza Capanna Scaletta (2201 mslm)
🏅 Arrivo Capanna Bovarina (1870 mslm)
📐 Dislivello 860+, 1190-
📏 Lunghezza 11,2 km
⏱️ Tempo 5 ore e mezza
😅 Difficoltà T4 (per me abbondante)
💧 Acqua A Scaletta, poi come idea nulla fino alla discesa per le Cento Fontane (torrenti/ruscelli)
🥰 Top Il Lago d’Uffiern, l’arrivo dall’alto al lago Retico, il generale senso di ambienti infiniti, silenziosi, appartati
😖 Punti critici Il Sentiero degli Stambecchi non è comunque da sottovalutare

Tappa 10 – Da Capanna Bovarina al Passo del Lucomagno

Ci siamo quasi… a seconda di che strada scegli. Da Capanna Bovarina hai due possibilità:

  • proseguire oltre la capanna lungo la Val di Campo, con dislivelli contenuti e zero difficoltà, fino al Passo di Gana Negra, da dove si scende al Passo del Lucomagno;
  • seguire il percorso ufficiale della Tappa 10 della Crio!

In molti scelgono la prima possibilità, per non dovere perdere dislivello e accorciare i tempi. Neanche a dire, noi ti consigliamo la seconda, che ti permette di dire “l’ho fatta tutta”, rende ogni cosa più completa, e – possiamo assicurartelo – è davvero emozionante (oltre che bellissima). Un degno finale insomma!

La tappa ufficiale infatti scende dalla Capanna Bovarina alla località Predasca, perdendo un po’ di quota; un lungo traverso porta però in quota e ti immette sulle creste del Pizzo di Cadrèigh, ben 5 km di creste erbose – inizialmente “soltanto” esposte, poi letteralmente a filo, ma mai particolarmente difficili. Arrivati al Pizzo di Cadrèigh (2510 mslm), un ultimo passaggio arzigogolato e su morbide creste.

A questo punto, è fatta: si passa l’ultimo segnavia bianco azzurro (sigh!), si arriva alle nere rocce del Passo di Gana Negra (2433 mslm), e da qui è una facile discesa al Passo del Lucomagno (1915 mslm). Festeggia, commuoviti, prendi il bus (come ti abbiamo spiegato sopra) e torna al punto di partenza.

“La Crio” ti rimarrà comunque sottopelle.

Via Alta Crio – Tappa 10, dati sintetici

📍 Partenza Capanna Bovarina (1870 mslm)
🏅 Arrivo Passo del Lucomagno (1915 mslm)
📐 Dislivello 880+, 880-
📏 Lunghezza 14 km
⏱️ Tempo 5 ore
😅 Difficoltà T4
💧 Acqua Solo ruscello in località Predasca
🥰 Top Le creste del Cadrèigh
😖 Punti critici Le creste del Cadreigh ;-)

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 5 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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