Alzi la mano chi non ha mai sognato di vivere all’estero.
Eppure. Eppure quante volte ci siamo bloccati di fronte a quella fatidica domanda: parto o resto?
Ne abbiamo parlato con Veronica, una ragazza dolcissima che da Trapani si è trasferita nel Regno Unito e ci ha spiegato anche com’è cambiata la situazione in UK al seguito della Brexit.
Vivere all’estero: la spinta in più per partire
Quando hai deciso che avresti vissuto all’estero?
“Da che mi ricordi ho sempre sognato vivere all’estero. Poi, appena mi sono laureata, non ho avuto dubbi. Con i lavori estivi ero riuscita a risparmiare 2000€, che mi sarebbero dovuti bastare fino a quando non avessi trovato un lavoro”.
Il piano prevedeva qualche soldino da parte e un biglietto di sola andata per Brighton… e poi?
“Null’altro. Ma non è stato così semplice… dopo una settimana a cercare lavoro, non avevo ancora avuto nessun contatto”. Altri si sarebbero scoraggiati, mentre Veronica ha deciso di tentare il tutto e per tutto: si è trasferita a Londra.
Pro e contro della vita da expat a Londra
“La conoscenza dell’inglese e la voglia di fare mi hanno aiutata a trovare subito lavoro come cameriera in un ristorante francese”. Nel tempo ha cambiato vari lavori, crescendo sempre di grado e rivoluzionando le proprie competenze. “In UK Le opportunità lavorative ci sono, è un mercato del lavoro molto meritocratico”.
Tutto una favola? Non proprio. Gli affitti sono alle stelle (800 pound per una casa condivisa con altre 6 persone), la città è caotica, risparmiare è un’utopia e il lavoro occupa fino a 50, 60 ore la settimana.
“Dopo due anni e mezzo sento che Londra, per quanto grande e piena di possibilità, inizia a starmi stretta. Non volevo più sottostare a questi ritmi allucinanti”.
Trasferirsi da Londra a Cardiff per inseguire la vita
Un’amica che sta Cardiff la invita per il weekend. Veronica ancora una volta non ha dubbi: è amore a prima vista. La vista della baia, tutte le comodità a portata d’uomo e una vita che si prospetta decisamente più vivibile.
“A Cardiff piove quasi sempre, ma c’è anche talmente tanto vento che portare l’ombrello è superfluo. In compenso non esistono giacche senza cappuccio. Spesso lavori a rotazione e anche questo è positivo, perché ti permette di avere più tempo libero. E in più Cardiff è piccola, a portata d’uomo, e davvero bellissima”.
Le si illuminano gli occhi quando parla di quanto sia incantevole la baia durante il tramonto su Penarth Marine con lo skyline che si illumina. Ma non solo… il Castello di Cardiff, le gallerie coperte con i candelabri a specchio di epoca vittoriana, il festival del formaggio rotolante (se non sai cos’è non puoi perderlo) e il leggendario Parco Nazionale di Snowdonia per gli appassionati di trekking come noi.
Vivere nel Regno Unito dopo la Brexit
Cosa è cambiato nel rapporto con gli expat dopo la Brexit?
“Quando uscì la notizia Brexit, qui gli stranieri sono stati guardati male. Non so cosa si sia percepito in Italia, del discorso. I politici ovviamente hanno puntato tutta la comunicazione sul concetto di “riprendiamoci l’United Kingdom“ ma qui è successo che in realtà gli inglesi non hanno realmente capito cosa stessero andando a votare. Lo testimonia il fatto che il giorno stesso, su Google, c’è stato un boom di ricerche tipo “cosa vuol dire Brexit?” e “cosa succede ora?”
Ammetto che i giorni seguenti la Brexit ho avuto paura. Non ho subito episodi di razzismo, ma mi guardavo attorno più e più volte quando uscivo dalla metro dopo il turno di lavoro. Chi incubava odio contro gli stranieri stava approfittando per buttarlo fuori.
Poi la faccenda è andata a scemare, perché la realtà è che i lavori che gran parte degli stranieri fa in UK, gli inglesi non li vogliono prendere”.
Ascoltare il racconto di Veronica nel 2021 è un pugno al cuore.
E adesso com’è la situazione?
“Tutti gli expat che conosco sono davvero molto preoccupati per i generi di prima necessità… come le brioche della Kinder!” E scopriamo così che i Kinder Delice sono considerati alla stregua di un tesoro, e che per gli expat i prodotti del Mulino Bianco sono un bene di scambio di gran valore.
Non ti sarà nuova la faccenda dei panini sequestrati alla dogana (sì lo so, la notizia è irresistibile). La stessa cosa però sta accadendo anche su Amazon. Veronica infatti ci spiega che ora se compri i libri su Amazon Italia e te li fai spedire, devi pagare una dogana con sovrapprezzo di 10 pound. Anche la trasmissione di Peppa Pig è stata bloccata.
Ok, ok, forse la Brexit sta un po’ perdendo di vista l’obiettivo. Ma tu come hai fatto a rimanere in UK?
“In realtà ho solo dovuto richiedere il settle status. Chi infatti era già qui da oltre 5 anni poteva richiedere uno status di residenza che ti consentisse di rimanere in maniera definitiva. Bisognava inviare gli indirizzi di residenza degli ultimi 5 anni e, dopo un paio di settimane, se la documentazione era in ordine, ti arrivava l’indefinitive leave. Alcuni hanno avuto problemi e hanno dovuto produrre ulteriore documentazione, ma chi se n’è andato dall’UK l’ha fatto ancora prima di iniziare le procedure per il settle status”.
Cosa cambia per chi arriva adesso? Ci si può trasferire nel Regno Unito dopo la Brexit?
Chi desidera trasferirsi ora nell’UK ora deve:
- fare un test di inglese e ottenere la certificazione B2
- richiedere il visto dopo 90 giorni
- essere sponsorizzato da un posto di lavoro
- avere con sé il passaporto
Sarà più complicato per quanti cercano un’opportunità lavorativa in UK?
“Pandemia permettendo, non credo: anche prima il livello di inglese era una condizione necessaria per essere assunto, e ci sono già molti posti di lavoro che nei form delle posizioni aperte chiedono se hai bisogno di sponsor, quindi si presume che lo daranno volentieri a chi si dimostrerà idoneo e volenteroso”.
Ps: se progetti una vita da expat, non dimenticare l’iscrizione all’Aire (trovi tutte le info sul sito del Ministero degli Esteri).
Si fa presto a dire expat, ma cosa significa veramente?
A me Veronica sembra coraggiosissima, e glielo dico. Si mette una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi risponde decisa: “non sono coraggiosa, la mia è solo una scelta di vita.
L’inizio è sempre duro per tutto, specie i primi 3 mesi: la nostalgia di casa, il posto nuovo, la cultura diversa alla quale abituarti. Per gli inglesi, ad esempio, lo spazio umano è vitale, mentre per noi gli abbracci sono il sale dell’amicizia”. E mentre si addentra nelle differenze tra i due mondi, si commuove ricordandosi com’è stata dura all’inizio.
“Non posso mollare, non devo mollare, non posso tornare in Italia a mani vuote. E poi dopo 5 mesi ti rendi conto di essere cambiata tantissimo: hai la tua indipendenza, non hai bisogno di ancore di supporto, hai uno spirito d’adattamento. Prima di trasferirmi a Londra non volevo neanche andare dal salumiere! Mia mamma mi ci mandava a prendere gli affettati e io accampavo mille scuse, semplicemente perché ero timida. Partendo ho trovato una forza che non avrei mai immaginato di avere”.
E non le è mai venuto il dubbio di tornare in Italia. “Non volevo finisse, volevo continuare a vedere quale sarebbe stato il mio limite. Poi, semplicemente, è diventata casa”. Le prime volte che tornava a casa, a Trapani, era proprio difficile: “com’è possibile che tutto fosse rimasto uguale, mentre io ero cambiata così tanto?”
Consigli per chi vuole trasferirsi all’estero?
“Non ho dubbi: se vuoi studiare qualcosa di specifico, fai un master all’estero. Conta molto di più, e tantissime possibilità che si aprono davanti a te. L’università non è così difficile, non esistono orali (se non la discussione di laurea, e solo in alcune facoltà), si utilizzano dispense e non libri. Il sistema è completamente diverso.
Potrai prenderti il tempo per studiare, per vivere la città e, al contempo capire se la vita da expat fa veramente per te.
In tutti questi anni non sai quanti “beata te” mi sono sentita dire. Io ho sempre risposto a tono: “a te cosa frena?”
Veronica scrive su Lost Wanderer, un blog che parla di “viaggi, bellezza e vita da expat e fuorisede”. Tra le altre cose, ci trovi tantissimi spunti per vivere all’estero e foto bellissime (quelle di questo articolo sono tutte sue).
Se stai iniziando a sognare una vita all’estero, ti consiglio di farti proprio quella domanda: cosa ti frena? Raccontacelo nei commenti!
Ragazzi, grazie mille per avermi ospitata nel vostro spazio e aver raccontato la mia storia. Vi aspetto presto a Cardiff!
Grazie a te, con tutte gli spunti che ci hai dato durante la chiacchierata avremo potuto scriverne un libro!
A presto, a Cardiff ovviamente! :)
Salve,
Ho letto la lista dei requisiti che bisogna avere per vivere in UK dopo la brexit e mi chiedevo che tipo di visto bisogna chiedere dopo 90 gg che sei li
Ciao Awa, purtroppo dopo 90 giorni, a meno che non abbia uno sponsor per il lavoro o decida di rimanere per studio, non puoi rimanere o estendere il visto. Ti rimando al sito del governo dove potrai trovare tutte le informazioni più utili https://www.gov.uk/check-uk-visa
Inizio ringraziando Veronica per la sua testimonianza di grande forza e coraggio e mi chiedevo e dunque vi chiedo, cosa dovrei fare se anziché giovane fossi un cinquantenne sposato e con tre figli e decidessimo tutti d’andar via dall’Italia divenuta una nazione invivibile, colma oltre misura di gravi ingiustizie e contraddizioni?
Ciao Giampaolo, siamo contenti che la testimonianza di Veronica ti sia da tassello per i tuoi desideri o idee.
Rispondere alle tue domande mi è impossibile: un cambiamento come quello che paventi richiede di considerare tante di quelle variabili che solo tu puoi conoscere. Io, di mio, ho cambiato quanto ho più potuto fino ai 40 anni, “reckless”, direbbero gli inglesi appunto. Ma ero libero (e ora la mia compagna condivide con me aspirazioni e prospettive).
La tua situazione sarà diversa: che professionalità hai? E tua moglie? Cosa hanno studiato i tuoi figli? Hai una rete di sicurezza? E perché senti che “l’Italia è divenuta una nazione invivibile”? (Nota bene: ne sono pienamente d’accordo, ma probabilmente per motivi diversi dai tuoi).
Insomma ti auguriamo il meglio, ma tieni presente che cambiare vita e nazione richiede un equilibrio sottilissimo di coraggio e testa sulle spalle.
Salve,
Ho letto la lista dei requisiti che bisogna avere per vivere in UK dopo la brexit e mi chiedevo che tipo di visto bisogna chiedere dopo 90 gg che sei li
Buon giorno,
Veronica, la ragazza dell’intervista, saprà sicuramente risponderti in maniera più appropriata dato che vive lì. La trovi nel blog Lost Wanderer.
4 anni fa avevo una valigia pronta per Birmingham, poi arriva la chiamata per la prima supplenza e siamo rimasti in Italia, nel precariato assoluto in cui i nostri Ministri puntualmente ci gettano. Ora ho 33 anni e temo di essere vecchia per il mondo del lavoro, per ricominciare. Non passa giorno in cui non mi penta di non aver preso quel volo sola andata per Birmingham.
Ciao Gio. Ci tengo anzitutto a ringraziarti per il tuo commento sincero, non è facile mettersi a nudo.
Su una cosa però non sono profondamente d’accordo: la paura che a 33 anni sia troppo tardi per ricominciare. Viviamo in una società che ci vorrebbe inquadrati fin dall’adolescenza verso una direzione che sia quanto più lineare e conforme per tutti.
La realtà però è ben diversa. La realtà è che ci sono mille motivi per cambiare vita e mille occasioni per farlo se la vita che hai – lavorativa o personale – ti sta stretta. Noi l’abbiamo fatto a gennaio, io a 32 anni (qui puoi leggere il mio percorso) e non tornerei mai indietro.
Non pentirti di un’occasione sprecata, ma fai in modo di avere sempre nuove occasioni!
Ti abbraccio e ti auguro buon viaggio, Gio.
Silvia
Ciao! Mio padre ha vissuto a Londra per 22 anni, poi è tornato in Italia per motivi di salute. Avrei voluto trasferirmi non so quante volte..ma per motivi familiari e non solo, ho sempre rimandato.
Ora ho il desiderio impellente di farlo,sto risparmiando il più possibile.
Difficoltà:Non sono laureata e sono single con 2bimbe bebè.
Sicuramente è difficilissimo per me,mi converrebbe una città europea,ma Londra per me è come una seconda casa. Ho bisogno di un vostro consiglio:come e dove farmi assumere?
Levando i lavori per cui serve una laurea che potrei fare? Sono disposta a fare un corso di alcuni mesi prima di andare. Potrei poi chiedere ad amici di mio padre di aiutarmi per l’assunzione. Mio padre percepisce pensione inglese,non ho qualche agevolazione vero?
Altrimenti dovrei avere un lavoro in Italia (anche da fare tramite laptop) ed andare 6 mesi-tornare-riandare?
Ma le bambine dovranno andare a scuola un giorno.. magari trovando marito li in un secondo momento..
Idee per favore
Ciao Sheryl, diciamo che è un po’ difficile darti un consiglio così senza sapere il tuo background e la tua formazione.
La laurea di per sé non è un requisito fondamentale, ci sono tantissimi lavori che non la richiedono, ma certamente è importante presentarti con un po’ di esperienza per provare ad essere assunta (soprattutto ora).
Dovresti cercare prima di capire quale lavoro vuoi fare (magari dai un’occhiata a questo articolo con i lavori da fare per viaggiare) e quali sono le tue competenze e poi valutare se quello che sai fare rappresenta una professionalità richiesta a Londra.
I risparmi vanno benissimo, ma finiscono in fretta, l’importante è trovare una fonte di reddito sicuro (specie visto che hai due cucciole con te)
Ti auguro davvero buona fortuna!
Silvia
Gio ciao, ti dico anche la mia… il mio attuale lavoro, quello del quale sono felice, ho iniziato a costruirlo davvero a 38 anni. Prima ho fatto altro (anche lavori molto belli), e accumulato esperienze e abilità. Ma è solo dai 38 che ho iniziato a mettere insieme i pezzi, e a trovare il coraggio di fare il salto. Quindi non lasciarti intimorire: c’è sempre tempo e modo, “basta” crederci (è la parte più difficile, ovvio).
Ciao Gio, ti scrivo anche io per riportarti l’esperienza dei miei suoceri che dopo 50 anni di vita vissuta in Italia, hanno preso tutte le loro cose e hanno raggiunto i figli in Inghilterra. Sarò sincera, l’inizio non è stato facile sia per la lingua che per adattarsi ad una nuova vita. Eppure adesso si chiedono perché non l’hanno fatto prima. Qui si sono ricostruiti una vita, con una stabilità economica che in Italia non era più fattibile.
Il mio consiglio è che non si è mai troppo grandi per buttarsi.
gente, chiariamo bene la situazione corrente. Per fare certi lavori NON si puo piu’ venire in Gran Bretagna a vivere! toglietevi dalla testa quasi ogni lavoro che non richiede una laurea.
Per i lavori ammessi, non devi essere in Gran Bretagna nel momento in cui il futuro datore di lavoro, che deve essere approvato dal ministero, ti offre l’impiego. E potrai avere solo quel lavoro. se lo perdi te ne torni a casa.
E soprattutto occorre pagare il servizio sanitario PRIMA di entrare nel paese. (800 euro al momento, da pagare ogni anno)
E non hai gli stessi diritti di un noirmale cittadino, o di un EU settled status (ad esempio, non hai diritto a benefits di nessun tipo)
Date retta, andate a New York piuttosto, e’ anche piu’ semplice.
https://www.gov.uk/skilled-worker-visa
Ciao George, grazie per la tua testimonianza! Dobbiamo dedurre che tu abbia scelto New York, giusto? Come ti stai trovando?
No, Vivo a Londra da 15 anni, ma come molti sto pensando di tornare, Amsterdam, Tallin o Berlino. New York è probabilmente il luogo più simile a Londra che ora sono su un piano simile per possibilità di viverci. Per il momento il lato positivo qui sono solo i salari più alti e meno tasse rispetto all’Europa (ma non se vivi qui con la visa). La Londra accattivante di una volta non esiste più. E quando ti senti dire dal tuo vicino inglese che vive di benefits in centro Londra “adesso tornatene nel tuo paese di merda” capisci che qualcosa si è rotto per sempre. Riporto quanto un autista di tir rumeno ha risposto ad un giornalista della BBBC: “We’ve got work permit & visa free access to the entire EU. Why would we want to work in the UK – where we are constantly harassed by thick Brexiters, & need to PAY for that privilege. Only an idiot would work there”
Ciao George, vorrei precisare che quando mi sono trasferita io, il Regno Unito era ancora il paese dei balocchi e, al momento, da privilegiata con il settled status, per me lo è ancora. Certo, se fossi rimasta a Londra, con il caro vita, probabilmente anch’io avrei pensato di spostarmi ma a Cardiff, si vive molto meglio.
Ovvio che chi desidera lavorare in UK, ad oggi, ha sicuramente un’offerta di lavoro allettante visti i costi e la burocrazia che dovrà affrontare.
Mi è piaciuta tantissimo la tua storia, io con la mia fidanzata stiamo pensando di trasferirsi, sono un cuoco di 36 anni con esperienza nel lavoro, ma la mia paura di partire per UK è la lingua, non ho il B1 ma solo l’inglese scolastico, e me ne vergogno.
E temo che non mi darebbero la possibilità di dimostrare che valgo.
Consigli?
Ciao Salvatore e benvenuto su questo blog. Non credo che il fatto di avere un inglese scolastico sia un fattore così deterrente. Una volta sul posto le lingue si migliorano alla velocità della luce. Se senti però che questo potrebbe esserti di ostacolo, magari non permettendoti di sentirti del tutto confidente, perché non partecipi a qualche corso intensivo di lingua? Ce ne sono tanti e molto validi che, anche in poco tempo, possono portarti ad ottimi livelli.
Un super in bocca al lupo!
Buongiorno, mi chiamo Viole, sarebbe possibile vivere in Inghilterra senza dover lavorare, dimostrando di potermi mantenere. Faccio presente che ho 62 anni. Sapete a chi potrei rivolgermi? Grazie
Ciao Viole, fino a 6 mesi puoi rimanere per semplice turismo. Se invece vuoi fissare la tua residenza lì ti consiglio di visitare il sito gov.uk ma sicuramente dovrai dimostrare un certo tipo di reddito.
In bocca al lupo!
Grazie per il tuo post! Che dire, è sempre stato un sogno fisso migrare a Londra. Ma nel mentre ero a scuola e adesso da neodiplomato mi ritrovo con politiche serrate dove per entrare devi essere uno skilled, qualità che un neodiplomato non può ahimè lontanamente avere. Davvero un peccato e beati voi che siete riusciti prima della Brexit. In bocca al lupo
Ciao Alex, la situazione negli ultimi anni è decisamente cambiata. Ci sono ancora alcune professionalità molto richieste, ma sicuramente non è facile come prima. Hai provato a valutare anche altre mete?
ciao, grazie per l’articolo, fantastico :) mi hanno detto che è difficile trovare uno sponsor, è vero? e ci vuole esperienza e una laurea per lavorare ottenendo uno sponsor? io vorrei trasferirmi, ma ho un po’ di dubbi….
grazie in anticipo :)
Ciao Serena, ti consiglio di contattare Veronica sul suo blog per chiedere a lei… sicuramente saprà aiutarti al meglio.
Buona fortuna!