Quella delle malghe al Col Quaternà è una facile escursione ad anello panoramica, piacevolissima, curiosa e golosa. Quindi non tergiversare: metti in spalla uno zaino leggero (tanto i punti ristoro non mancano), allaccia gli scarponi, e parti!

❄️❄️ PS Se sei qui perché stai cercando lo stesso itinerario ma in veste invernale, vai direttamente all’articolo che abbiamo dedicato alla ciaspolata alle malghe Coltrondo, Rinfreddo e Nemes. ❄️❄️

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Come raggiungere l’inizio dell’anello e dove parcheggiare

In questo articolo ti descriveremo l’anello così come l’abbiamo fatto noi, partendo da Malga Controndo. Tuttavia, puoi iniziare la tua escursione anche da una delle altre malghe – cambia solo il punto di partenza:

  • per iniziare l’anello da Malga Coltrondo, imbocca la lunga strada d’accesso alla malga, che si stacca dalla Statale 52 di Passo Montecroce Comelico (sulla sinistra venendo da Padola); il parcheggio della malga è riservato ai clienti, quindi lascia l’auto solo se poi pranzi qui; altrimenti, devi parcheggiare più in basso lungo la strada (pochi slarghi);
  • per iniziare da Rifugio Rinfreddo, raggiungi malga Coltrondo e percorri il successivo chilometro; il rifugio ha un parcheggio (un buffo disegno ci mette in guardia dalle mucche moleste);
  • per iniziare da Malga Nemes, devi lasciare l’auto al Passo Montecroce Comelico (a pagamento), e seguire il sentiero 131 fino alla malga, aggiungendo all’itinerario 3,7 km (solo andata) e 250 metri di dislivello.

Da Malga Coltrondo a Rifugio Rinfreddo

Si fa presto a dire “aspettiamo”: Malga Coltrondo (1879 mslm) è invitantissima, e le voci che abbiamo parlano chiaro – qui si mangia benissimo. Ma è ancora mattina presto, fame davvero non ne abbiamo, e il giro che abbiamo davanti è ancora lungo.

Malga Coltrondo

Percorriamo allora il chilometro che ci separa dal Rifugio Rinfreddo lungo la strada asfaltata (sentiero 149) immersa nel bosco di abeti, per qualche minuto ignari del panorama che ci aspetta una volta raggiunto il rifugio a quota 1887 mslm: le crode di Padola ci vengono “sparate” in faccia senza pietà, spettacolari e bellissime.

Il Rifugio Rinfreddo, pur offrendo ospitalità (20 posti letto in tre camere), tradisce la sua origine: è una antica malga, la stalla lo dimostra ancora.

Rifugio Rinfreddo

Da Rifugio Rinfreddo al Col Quaternà

Dal Rifugio Rinfreddo, imbocchiamo la carrareccia (sempre sentiero 149) che sale alle spalle dell’edificio principale. Subito la strada piega verso est, poca pendenza e un po’ di bosco a proteggerci dal sole. A quota 2053 mslm, in località la Ponta, un bivio: prendiamo a sinistra il sentiero 173 e iniziamo a salire la lunga serie di lunghi tornanti che affronta il versante meridionale del Col Quaternà.

Camminiamo ora fuori dal bosco, non c’è riparo dal sole, i rododentri – che a noi danno proprio il senso di “montagna carnica” – tingono di rosa il fianco della montagna.

Ultimi strappi, e raggiungiamo la Sella del Quaternà (2379 mslm), dove notiamo due cose:

  • una brillante madonnina stagliata su un masso (scopriremo che è di alluminio, la storia si trova sulla targa sottostante),
  • la deviazione per la cima del Col Quaternà.

La deviazione per Col Quaternà (Knieberg)

Dal punto che ti ho indicato prima – la Sella del Quaternà, poco prima della madonnina di alluminio – prendi sulla sinistra e inizi a salire l’erto sentiero che si srotola tra le rocce e la polvere violacea. La salita non è lunga, né difficile; ci sono solo alcuni punti scivolosi per la polvere, e giusto un passaggio esposto. Giusto una veloce nota geologica: pur nascendo il Quaternà come vulcano, quello che stiamo salendo non è il cono vulcanico, ma quel che resta del camino centrale.

Trovi un interessante approfondimento sul Col Quaternà nell’articolo che abbiamo dedicato alla gita invernale.

Dopo 125 metri di dislivello, sulla vetta del Col Quaternà (2503 mslm) trovi la croce con la cassetta del libro di vetta, i resti di alcune trincee – anch’esse realizzate con blocchi di roccia viola – e una vista completissima sulle Dolomiti di Padola, sulle Dolomiti di Sesto, sulla dorsale delle Alpi Carniche, sui rilievi che si spingono verso la Val Visdende – bellissimi da qui i Longerin.

Foto di rito, una barretta e un sorso d’acqua, e si torna per la via della salita alla madonnina, da dove si riprende il giro ad anello.

Dal Monte Quaternà a Malga Nemes

L’anello prosegue dritti, seguendo il sentiero 148 che aggira la madonnina. Circumnavighiamo quindi il colle, stando alla base dei suoi ghiaioni. Con pochissimi cambi di pendenza arriviamo a Passo Silvella (2329 mslm), ora in un ambiente aperto, con i versanti erbosi delle Alpi Carniche che salgono di fronte a noi.

A questo punto partono i ricordi: possiamo tracciare sopra di noi il percorso della Traversata Carnica che facemmo ormai un po’ di anni fa – una delle più belle alte vie di sempre…

Dal passo di prende a sinistra – sentiero 146 – e si inizia la discesa lungo la stupenda Vallorera: camminando qui sono stato colpito dall’apertura della valle, con la carrareccia a solcarla morbidamente, e in fondo le crode dolomitiche. A girarsi: il profilo svettante del Col Quaternà.

Col Quaternà

Nota: a circa 500 metri dal passo, prima di iniziare la discesa dei tornanti, un sentiero si stacca sulla sinistra (2250 mslm), in discesa: è il sentiero 159, che permette di tagliare una bella fetta di anello e approdare direttamente a Malga Coltrondo. Nel caso tu abbia fretta, va benissimo per ridurre i tempi.

Noi proseguiamo sul sentiero 146. In corrispondenza del secondo tornante troviamo un pannello, il quale ci guida alla brevissima deviazione verso uno dei cippi del Sentiero 1753, progetto transfrontaliero che recupera il confine tra Serenissima e Impero Asburgico sancito dal Trattato di Rovereto, appunto del 1753. Questo cippo in particolare è scolpito.

Proseguiamo in discesa e seguiamo la carrareccia; ignoriamo un’altra deviazione diretta per Coltrondo (quota 1930 mslm, cartelli) fino al dosso erboso oltre il quale si trova Malga Nemes (1877 mslm), terzo e ultimo punto ristoro dell’anello.

Da Malga Nemes a Malga Coltrondo

Il sentiero 156, che dobbiamo inforcare, si prende alle spalle dell’edificio principale. Attraversa dapprima i pascoli della malga, si infila nel bosco, raggiunge un ponticello di legno; qui si trova un altro cippo del sentiero 1753. Attraversiamo il ponte e seguiamo il sentiero nel bosco. la pista si fa carrareccia, superiamo una vallecola di prati e pozze, e caliamo infine su Malga Coltrondo.

Ora sì, se hai iniziato a camminare da qui come noi, per pranzare.

Giro delle malghe di Nemes

Anello delle malghe del Col Quaternà: dati tecnici in breve e traccia GPX

⛰️ Dove siamo Tra Val Comelico e Pusteria, Veneto e Alto Adige
📍 Partenza Malga Coltrondo (1879 mslm)
🏅 Punti dell’anello Rifugio Rinfreddo (1887 mslm), Col Quaternà (2503 mslm), Malga Nemes (1877 mslm)
📐 Dislivello 670 m (125 sono la salita al Quaternà)
📏 Lunghezza 12,6 (compresa la deviazione al Quaternà)
⏱️ Tempo 3 ore e mezza
😅 Difficoltà Media, ma soltanto per la lunghezza
💧 Acqua Presso Rinfreddo e Nemes, più alcune fonti lungo il percorso
🗺️ Cartografia Carta 1:25.000 Tabacco n. 17 – Dolomiti di Auronzo e del Comelico
🛰️ Traccia GPS