Che i Bivacchi della Valle Maira fossero splendidi lo avevamo già capito… che ce ne potesse essere uno bello come il Bivacco Sartore, invece, è stata una sorpresa.

Una coccola tra i monti di incredibile bellezza dallo sbarazzino tetto rosso triangolare. Partiamo?

Salita al Bivacco Sartore: riassunto tecnico

⛰️ Dove siamo In Alta Valle Maira, sulle Alpi Cozie (CN).
🗓️ Quando l’abbiamo fatta In un inverno con neve quasi assente, con al suolo i resti di nevicate praticamente sciolte (ciaspole però obbligatorie).
📍 Partenza da Saretto, parcheggio a valle del paese (vedi traccia GPS, 1590 mslm)
🏆 Arrivo a Bivacco Sartore (2444 mslm)
📐 Dislivello 880 metri
📏 Lunghezza 10 km tutta la gita
⏱️ Tempo 5 ore scarse salita e discesa
😅 Difficoltà Media. In inverno dipende dall’innevamento, specie in corrispondenza dei tratti più pendenti, la salita può diventare più difficile.
🗺️ Cartografia Valle Maira 1:25000, L’Escursionista Editore (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)
🛰️ Traccia GPS Sì, la trovi in fondo all’articolo.

 

Silvia al bivacco Sartore con le ciaspole

Da Saretto al Bivacco Sartore: sentiero S16

Lasciamo l’auto (parcheggio, 1590 mslm), e guardiamo sconsolati la strada che ci aspetta: non c’è neve, nello zaino ciaspole, ramponi e ramponcini si chiedono chi avrà l’onore di uscire all’aria aperta. Comunque, partiamo.

Superato il ponte sul Maira, prendiamo subito sulla destra in corrispondenza del pannello informativo e delle indicazioni per le Sorgenti della Pausa (Sentiero S16). Siamo su una bella forestale, ma la abbandoniamo abbastanza presto per seguire una traccia ben evidente e un po’ più stretta, sulla sinistra. La traccia diventa poi un bello zigzagare per stretti tornanti fino a raggiungere di nuovo una forestale e, a quota circa 1950 metri, la Sorgente di Pausa. È un fiotto d’acqua fresca e rigenerante, accompagnata da una frase di Leo Tolstoj:

“La sorgente è un modello per l’uomo. Essa dà da bere a tutti, senza chiedere niente, fa del bene a tutti, senza aspettare alcuna ricompensa.”

È la seconda volta che incontriamo l’ottimo Leone tra le Alpi occidentali (vedi Punta della Regina in Valle d’Aosta). Ci voltiamo: una leggera nebbia a mezz’aria rende eterea la valle, verso est.

Un secondo cartello ci spiega che stiamo percorrendo un tratto del Sentiero Pier Giorgio Frassati, e ne racconta la biografia. Seguiamo i tornanti della forestale fino a Grange Pausa (2056 mslm). Il sole che ci ha accompagnati fino a qui perde in intensità e si nasconde dietro il Soubeyran: tocca vestirsi e, fra poco, inforcare le ciaspole.

bivacco Sartore da Saretto

La pendenza si è ridotta notevolmente, o almeno l’ha fatto. Adesso però abbiamo di fronte a noi un vallone lunghissimo, in perfetto stile Valle Maira, con il cartello del sentiero S16 che indica 1 ora per il bivacco (in estivo). La geometria del vallone è molto semplice, a parole: un tratto in morbida pendenza, un’improvvisa impennata – possibilmente dentro un più o meno largo canalone – poi il superamento o l’aggiramento di una banconata, un grosso gradone o qualcosa di simile: ripetere la sequenza all’incirca tre volte.

Il primo dei gradino ci deposita alla vasca di cemento della Sorgente del Baciasse.

La neve è buona, in parte ben ghiacciata sulla superficie, per cui non sprofondiamo, e i denti delle ciaspole grippano bene abbastanza. Così facciamo la giusta fatica, sbagliamo un passaggio (ci impone di salire a linea retta, lungo la massima pendenza, su una specie di gobba scomoda e scivolosa), infine prendiamo l’ennesimo ampio canalone in salita: c’è un sentiero che sale a zigzag sulla nostra sinistra (si intuisce anche sotto la neve), e…

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

panorama dal bivacco Sartore

Il Bivacco Sartore

Il Bivacco appare all’ultimo, appena superata l’ultima piccola dorsale innevata. Pochi metri finalmente pianeggianti e siamo al cospetto dello spiovente tetto rosso del Bivacco Sartore.

Perfettamente a punta e completamente in legno chiaro, qualche colorata bandiera tibetana a sventolare libera: è un vero splendore per gli occhi.

Entriamo in punta dei piedi per ripararci qualche istante dal vento gelido che imperversa. Dentro, lo stupore è ancora più grande: l’interno è semplicemente perfetto – legno, coperte calde, materassi morbidi, il quadro di comando del pannello solare, un soppalco con vista che è uno spettacolo.

Silvia all'interno del Bivacco Sartore

interno del Biacco Sartore

Ogni parola sarebbe superflua, ma se – come noi – sei amante dei bivacchi, le foto parleranno da sole. Noi ti assicuriamo che la tentazione di fermarci (pur senza cibo, né acqua) era fortissima, ma dopo una mezz’ora in soppalco qualche spiffero di troppo ci ha fatto desistere dall’improvvisata.

Il ragazzo che ci ha accolto sulla porta con il sorriso è il padrone di casa, Danilo, atleta di biathlon morto in arrampicata durante un allenamento, a 22 anni. All’interno del bivacco ci sono le foto degli amici che costruiscono questo luogo in sua memoria, le pagine del libro sono piene delle testimonianze di tutti coloro che non lo hanno dimenticato.
Ricambiamo il sorriso. È stato un onore averlo incontrato attraverso gli occhi degli altri.

Giusto per: la discesa avviene per la stessa via della salita.

Appunti sparsi. Fotografiamo alcune pagine del libro del bivacco, dove alcune mappe tracciate a penna raccontano di alte vie spaziali, libere, tende in spalla, dentro e fuori dal confine italiano attraverso questi “paesaggi immensi” che sembrano non averne, di confini.

Fuori dal bivacco, un bel crocifisso rotondo – la targa ne spiega il perché. Altre piccole statue di legno sulle rocce circostanti.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

Silvia e Davide al bivacco Sartore

Bivacco Danilo Sartore in Valle Maira - pin