Se il primo è il simbolo delle Dolomiti Friulane, il secondo ne è ormai il naturale complemento: quante immagini hai visto del più celebre dei campanili, scattata dalla porticina del bivacco? Quante del pinnacolo di roccia che si staglia oltre la “scatola rossa” con le bandierine che sventolano? In questo articolo, ti spieghiamo come raggiungere il Campanile di Val Montanaia in Val Cimoliana… e ovviamente il Bivacco Perugini, dal quale si ha la vista più iconica.

Un consiglio: inizia l’escursione presto la mattina. Fidati.

Dove parcheggiare

Percorriamo tutta la Val Cimoliana seguendo le indicazioni per il Rifugio Pordenone – Campanile di Val Montanaia. La valle è stupenda, specie in questa stagione, dove le acque turchesi contrastano con la natura rigogliosa e con i versanti dei monti che esplodono di vita.

La strada è percorribile da qualsiasi auto senza problemi, serve solo un po’ di attenzione in alcuni tratti con fondo sterrato, ma si passa tranquillamente. Noi abbiamo parcheggiato proprio al parcheggio del Rifugio Pordenone che si trova a 5 minuti a piedi dal rifugio stesso. In stagione tende a riempirsi presto, quindi, ancora una volta, ti consigliamo di partire per tempo.

In estate, il Rifugio Pordenone è piuttosto gettonato, e potresti dover lasciare l’auto al parcheggio alto, lungo la strada o al parcheggio basso. In questi casi, dovrai sommare qualche minuto e un po’ di dislivello alla gita. Oppure puoi pernottare al rifugio, e partire la mattina da lì.

Il Rifugio Pordenone

Noi abbiamo deciso di trascorrere una notte al Rifugio Pordenone per goderci la quiete della montagna e svegliarci al mattino di buon’ora per intraprendere la salita che porta alla base del Campanile di Val Montanaia e te lo consigliamo vivamente: in rifugio si mangia benissimo, Marika è un’ottima cuoca, e i proprietari sono di quelli che hanno sempre una battuta pronta e una parola gentile per tutti.

Da un paio d’anni inoltre si può scegliere se dormire nelle classiche camerate o nelle casette sull’albero. Noi non ci siamo fatti scappare questa opportunità e ci siamo rintanati per la notte in queste piccole casette a punta dalle quale abbiamo udito la pioggia per tutta la notte e ci siamo svegliati con il canto degli uccellini. Non pensare ad un glamping: le casette sono molto spartane con semplicemente due letti e uno sgabello, ma per due anime romantiche come noi sono una vera coccola (oltretutto eviti la problematica dei russatori seriali nelle camerate!).

Se vuoi dormire in rifugio, ricordati di prenotare per tempo, soprattutto nei weekend di alta stagione.

Dal Rifugio Pordenone al Campanile di Val Montanaia

La nostra escursione inizia dal Rifugio Pordenone (1249 mslm); è mattina presto – in rifugio la colazione termina alle otto – e il cielo è un cristallo perfetto dopo le piogge del giorno prima: ci sentiamo baciati dalla fortuna, e ci mettiamo in moto subito.

Guardando il rifugio, si imbocca il sentiero 353 sulla destra (cartelli); poco dopo, sul retro del rifugio, i rubinetti dell’acqua potabile (non è davvero necessario fare scorta, in quanto buona parte del percorso si sviluppa lungo un guizzante torrente).

Il sentiero sale il versante boscoso alle spalle del rifugio, e dopo una decina di minuti, prima di uscire dal riparo delle chiome (1300 mslm), ci mostra di fronte la massiccia mole e la sommità tondeggiante dell’anticima di Cima Meluzzo. Da adesso, cammineremo lungo il Rio di Val Montanaia.

La prima metà dell’escursione si svolge quindi lungo una traccia che si snoda tra i massi di calcare bianco del greto del Rio di Val Montanaia, che qui ha una pendenza notevole; la stessa traccia si perde, spesso, tra le rocce e il corso dell’acqua, lasciandoci liberi in parte di interpretare la salita. In ogni caso, segni bianco rossi e ometti che indicano la via corretta non mancano e perdersi è quasi impossibile.

Risaliamo così la Val Montanaia, spostandoci prima verso le pareti alla nostra destra, poi verso quelle a sinistra, alle volte attraversando il torrente. Un mondo di pareti stratificate e guglie cambia aspetto ad ogni nostro passo.

Difficoltà della salita: il sentiero per arrivare alla base del campanile di Val Montanaia è esigente in termini di sforzo fisico, ma non presenta nessuna difficoltà tecnica. Per dislivello e ambiente la salita richiede una buona forma fisica e 2 o 3 ore di camminata (a seconda del passo). Il sentiero inoltre è completamente sotto al sole, su roccia, quindi ti consigliamo di partire presto al mattino per non “cucinarti”.

Ad un certo punto, si ha una visione: il Campanile si staglia di fronte a noi, alto. Verrebbe da dire “ci siamo quasi”, ma non è così: il Campanile è celebre per “non arrivare mai”!

Proseguiamo lungo il corso d’acqua. Raggiungiamo una parete verticale e troviamo un segnavia: mancano un’ora e un quarto all’arrivo, ma un fenomeno ha aggiunto, a pennarello, la scritta “anca due [ore]”. Da qui il percorso si fa nello stesso tempo più erto e più scomodo, e richiede di passare tra rocce e passaggi friabili; tuttavia, non si è mai su passaggi esposti.

Quando abbandoniamo il corso d’acqua (1820 mslm), ora sì che quasi ci siamo. La pendenza si fa meno spietata, il sentiero più definito e largo, compaiono i mughi. Il Campanile si erge alto e massiccio sopra di noi. All’unico bivio, ignoriamo il sentiero sulla destra per la via alpinistica, e prendiamo a sinistra.

Alcuni tornanti, e siamo di fronte alla parete meridionale del Campanile di Val Montanaia; vediamo alcuni scalatori che lo stanno affrontando – sono già a metà, nonostante non sia neanche metà mattina; sono delle figurette minuscole. Lambiamo la parete orientale del Campanile salendo con regolarità, e siamo infine a 2040 mslm, dove sulla sinistra un dosso arrotondato permette una notevole vista sulla parete nord. Lo saliremo dopo, sulla via del ritorno, ma ci voltiamo, e la vista è incredibile.

Il Campanile di Val Montanaia: il simbolo delle Dolomiti Friulane

Sei anni di frequentazione delle Dolomiti Friulane, e per un motivo o per l’altro, il Campanile di Val Montanaia ci era sempre sfuggito. Anche quanto abbiamo fatto l’anello delle Dolomiti Friulane: Forcella Montanaia era ancora ingombra di neve, e abbiamo dovuto ripiegare sul Bivacco Marchi Granzotto.

Ora che ci siamo, non riesco a trattenere lo stupore: il Campanile di Val Montanaia è davvero eccezionale. Incrociamo un signore che già scende: beh, ci fa, noi friulani un po’ ci siamo abituati… Lo capisco, ma sono comunque entusiasta.

Uno slancio di più di 200 metri, e una vetta a 2173 metri di quota: il Campanile (è sufficiente chiamarlo così) è una visione, un sogno, un simbolo. Dopo aver provocato i più forti alpinisti di fine Ottocento, è stato scalato nel 1902 da una coppia di austriaci: due italiani ci avevano provato qualche giorno prima, avevano superato il passaggio chiave, ma non erano riusciti ad arrivare in cima. Sportivamente, raccontano le cronache, o ingenuamente secondo altre, gli italiani avevano però trasmesso il segreto della “fessura Cozzo” ai rivali.

Lo puoi chiamare anche Urlo di pietra. Nome appropriato, a vedere come la guglia squarcia il cielo.

Il Campanile è unico per come si staglia, isolato, allo sbocco della testata di Val Montanaia, una bella valle glaciale definita da impressionanti pareti dolomitiche, ma tappezzata sul fondo di erba verdissima punteggiata di genziane e bottondoro.

Altro elemento chiave: la campana sulla sommità, che viene suonata ogni volta che un alpinista raggiunge la cima. Cosa che è successa mentre eravamo là, a testimonianza che quelle figurette ce l’avevano fatta. La campana è stata posizionata per la prima volta nel 1922, ma quella che suona ora non è l’originale, essendo questa stata danneggiata.

Arrivare al Bivacco Perugini

A questo punto, proseguiamo sul sentiero 353 per meno di cento metri (e 20 di dislivello), e siamo di fronte al Bivacco Giuliano Perugini (2060 mslm). Una classicissima scatola rossa Modello Berti, con i suoi nove posti (a due mancano i materassi però), tante coperte e poco spazio, soprattutto per consumare i pasti all’interno.

Qui gente ne trovi sempre. Soprattutto in alta stagione, se ti proponi di dormirci, portati la tenda, ché non si sa mai. Ci teniamo a dire però che i posti letto in questo bivacco dovrebbero essere “riservati” a chi è qui per scalare il Campanile o una delle numerose pareti in zona (ed ovviamente per le reali situazioni di emergenza).

La via del ritorno

La nostra escursione, per oggi, finisce qui. Non ci lasciamo tentare da Forcella Montanaia, che al Pordenone ci hanno detto che ci potrebbe fare anche se c’è ancora un po’ di neve; non ascoltiamo le sottili linee che tagliano i ghiaioni di entrambi i lati della valle.

Salutiamo il Bivacco Perugini e saliamo sul dosso che fronteggia la parete nord del Campanile (attenzione al tratto terminale della salita, è un po’ esposto e le radici dei mughi sono infide).

Da qui torniamo poi sui nostri passi scendo a ritroso il sentiero dell’andata (attenzione a qualche tratto più scivoloso e insidioso in discesa), e infine siamo di nuovo al Rifugio Pordenone per la meritata birra.

E se volessi vedere il Campanile di Val Montanaia, ma non ho tempo o allenamento?

Nessun problema. Sono presenti, a poca distanza dal Rifugio Pordenone, due spettacolari belvedere.

L’articolo che ti spiega come arrivarci arriva a breve!

Campanile di Val Montanaia e Bivacco Perugini: dati tecnici in breve e traccia GPX

⛰️ Dove siamo In Val Cimoliana, sulle Dolomiti Friulane, nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane
📍 Partenza da Rifugio Pordenone (1249 mslm)
🏅 Arrivo Bivacco Perugini (2060 mslm)
📐 Dislivello 811 metri
📏 Lunghezza 2,85 km la salita
⏱️ Tempo Dalle 2 alle 3 ore la salita
😅 Difficoltà Difficile: la salita non molla mai, e per buona parte si svolge in ambiente roccioso (ma non esposto), non sono presenti difficoltà tecniche.
💧 Acqua Al Rifugio Pordenone; buona parte del percorso si svolge lungo corso del torrente Rio di Val Montanaia
🗺️ Cartografia Carta Tabacco n.21 – Dolomiti di Sinistra Piave (se non ce l’hai, puoi comprala su Amazon)
🛰️ Traccia GPS Sì, la salita

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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