Ciaspolate e Lessinia? Come pane e nutella: perfetti assieme. Dune di neve si perdono a vista d’occhio mentre morbidamente le percorri puntando la bussola verso le alte cime Dolomitiche o verso lo specchio d’acqua del Lago di Garda, tutto rigorosamente sotto lo sguardo del sole d’inverno.
Ciaspolare in Lessinia: connubio perfetto e nasi rossi
Che l’Altopiano della Lessinia, collocato appena a nord di Verona, si presti per piacevoli ciaspolate è risaputo. Merito dei dislivelli contenuti e della sua conformazione, che permette allo sguardo di volgersi lontano.
Per me, poi, la Lessinia è un lontano ricordo delle gite che facevo con il dipartimento di Geografia dell’Università: la geologia di questo complesso ha permesso lo sviluppo di inghiottitoi, cavità, erosioni particolari. Anche per questo la Lessinia è area sottoposta a vincolo di parco (il Parco Regionale della Lessinia).
Io invece non ero mai stata in Lessinia – lo so, è scandaloso, ma per i padovani l’altopiano per eccellenza è quello di Asiago per cui la Lessinia era sempre rimasta nello sfondo. Dire che ne sono rimasta colpita è dire poco. Già dalla macchina lo scenario innevato era da capogiro, e la cosa stupefacente è che era tutto completamente al sole. La vegetazione è troppo bassa o addirittura inesistente, per cui sono davvero pochi i punti dove ripararsi: crema solare obbligatoria.
A poca distanza, il Carega, il Pasubio e le Piccole Dolomiti: complessi montuosi dove oltre alla natura c’è anche una storia – quella della Prima Guerra Mondiale – da scoprire.
Da Malga San Giorgio al Rifugio Primaneve e Monte Tomba
Quindi eccoci a parcheggiare l’auto a San Giorgio, e inforcare la pista da sci di fondo che parte giusto prima del paese (1500 mslm circa).
Prima avvertenza di questo articolo: quest’area è uno dei paradisi veneti dello sci da fondo. Questo vuol dire che devi “comportarti bene” quando cammini lungo le innumerevoli piste. Stai sul bordo, non calpestare i binari, e soprattutto evita di fare buchi (specie se non hai le ciaspole ai piedi). E fai attenzione ai ragazzi del kite skiing, se non sai cosa sia tieni gli occhi puntati verso l’alto.
Il nostro percorso segue la “pista pedonale” che corre poco sopra quelle da fondo, e ci porta in un’oretta scarsa alla sommità del Monte Tomba.
Mentre camminiamo, ci rendiamo conto che la Lessinia è un panorama di cose che spuntano: le malghe sono mezze immerse nella neve, le formazioni stratificate di roccia rossa anche (e hanno buffi cappelli di neve), e dalla linea delle alture spuntano ciuffi di nuvole a metà tra l’atmosferico e il drammatico.
Il bianco è completo, perfetto, accecante, ma il vero spettacolo arriva in cima.
Il Rifugio Primaneve (1766 mslm) e la chiesetta dedicata a San Valentino guardano un 360° strepitoso: verso ovest c’è la lunga dorsale del Baldo innervato che, un po’ per magia, si eleva dal verde delle pendici. Verso est il maestoso Carega, visto da un’angolazione alla quale non siamo abituati. Se le sai riconoscere, ci sono anche le Dolomiti di Brenta, l’Altissimo, il Pasubio…
Dal Monte Tomba al Monte Sparavieri
Ovviamente la ciaspolata non può terminare qui (almeno per noi, siamo troppo curiosi di vedere cosa c’è oltre). Guardiamo verso nord: un mare di gobbe innevate e morbide si stende davanti a noi. Scendiamo quindi dal Monte Tomba, sempre seguendo le piste da fondo. Il percorso scende di quota (circa una cinquantina di metri), e ci offre un bivio: Rifugio Podesteria a sinistra, Monte Sparavieri a destra. Seguiamo la virata verso destra ed ecco la salita al monte Sparavieri, un’altura rotonda e anch’essa morbida. Saliamo, e la vista del Carega ora è maestosa.
![]() |
Se preferisci la guida cartacea, trovi questo itinerario nel volume Escursioni con le ciaspole, 15 itinerari tra le montagne venete. Lo puoi trovare su Amazon a questo link. |
Sulla cima marcata dalla croce dello Sparavieri (1797), il punto più alto della gita di oggi, ne approfittiamo per mangiare un panino, perché, al cospetto del gigante Carega, il vento sembra placarsi.
Discesa dal Monte Sparavieri verso Malga San Giorgio
Il bello della Lessinia – ora lo capiamo – è il modo in cui lo sguardo può davvero raggiungere limiti lontanissimi, senza però mai perdere la chiarezza. San Giorgio, dove abbiamo l’auto, è lì, in fondo. Per capire come arrivarci, seguiamo con gli occhi la rete di pista da fondo che curvano, perdono quota, evitano bozzi e conche, risalgono.
Sulla sinistra, la cresta della Lessinia è stupenda: la neve è un’onda morbida che sembra trattenuta dagli alberi, tracciata dalle sottili tracce degli scialpinisti e dei ciaspolatori. Seguendola, si arriva a vedere il Rifugio Gaibana.
Ci avviamo dapprima lungo la cresta. Raggiunto Dosso San Nazzaro, ci concediamo quella bellissima cosa che le ciaspole ti permettono di fare quando la neve è bella e uniforme, e il panorama senza impedimenti.
Tagliamo in linea retta verso San Giorgio, chiacchierando, senza fare troppo caso ai tanti saliscendi, la faccia scottata dal sole di una giornata perfetta riflessa dalla neve.
Ciaspolata del Monte Tomba e del Monte Sparavieri: dati tecnici in breve
Partenza: San Giorgio (1500 mslm)
Punti di elevazione: Monte Tomba (1765 mslm) Monte Sparavieri (1797 mslm)
Dislivello: poco meno di 300 metri, ma con molti saliscendi (mai impegnativi)
Tempo: circa 3 ore
Difficoltà: ciaspolata semplice, perfetta anche per chi è alle prime armi con le ciaspole: dislivello contenuto, morbide pendenze, tracce battute (quando non addirittura piste) e ben segnalate.
La salita al Monte Tomba dura circa un’oretta e già da qui il panorama è unico, tutto l’anello completo richiede un po’ più di impegno e fatica.
Cartografia: Carta Tabacco n.59, Monti Lessini – Lessinia (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)
Ciao!
Volevo sapere se ci sono delle date per escursioni nei prossimi giorni/settimane e come fare per iscriversi.
Grazie mille!
Ciao Irene, grazie per essere passata di qua. Noi però non organizziamo escursioni: ti consiglio di rivolgerti agli enti del turismo delle zone in cui intendi andare!
Buone gite!