Questo è un articolo sulle… avvertenze. O quasi. ma andiamo con ordine: la meta originaria di questa ciaspolata era Forcella Dignas, porta carnica sull’Austria. La forcella non l’abbiamo raggiunta – anzi, abbiamo rinunciato a meno di 50 metri di dislivello dalla meta (il racconto lo trovi più in basso). Così, scendendo, ci siamo inventati di trasformare l’uscita in una ciaspolata a Casera Campobon. Ne è valsa la pena… eccetto che per le distanze percorse!
Cosa troverai nella ciaspolata verso Casera Campobon:
Da La Fitta a Casera Dignas
Saliamo in Val Visdende per la stretta via d’accesso che segue il corso del Cordevole. Quando la vista si apre, all’imbocco della valle, ci si prospetta un panorama da grande nord: gli alberi sono coperti di ghiaccio, una leggera nebbia aleggia verso le montagne a nord, la strada porta ancora un sottile strato di ghiaccio e nevischio (comunque facilmente percorribile).
La prima avvertenza della Val Visdende in ciaspole è questa: se ha nevicato di recente, conviene informarsi sullo stato di percorribilità delle strade. Se poi il meteo prevede copiose nevicate, meglio rinviare l’escursione, perché il rischio di rimanere bloccati con l’auto è alto!
Parcheggiamo in località La Fitta (1312 mslm). La strada è stata infatti liberata dagli spazzaneve solo fino a all’ampia piazzola dove parcheggiamo. Poco male, ci incamminiamo di buona lena in direzione Bivio Cialdon.
Fino al bivio, la pendenza del percorso praticamente non si sente. Nel frattempo si abbandonano le ampie visuali sui prati della Val Visdende, e ci si infila nei boschi. Seguiamo le indicazioni per Casera Londo e Casera Dignas, evitando le varie deviazioni.
In corrispondenza di Bivio Cialdon (1436 mslm) prendiamo sulla destra il sentiero 170, che corrisponde alla cosiddetta Strada delle Malghe, panoramica forestale che da Casera Dignas raggiunge Casera Chivion, dalla parte opposta della valle. Prendendo a sinistra invece, superata Casera Londo, si potrebbe salire al nostro amato Passo Palombino.
Dal bivio proseguiamo quindi sulla forestale che, dopo alcuni stretti tornanti – parte dei quali tagliamo approfittando delle tracce di altri ciaspolatori – ci porta a Casera Dignas (1686 mslm). Un cartello un po’ scontato ci dice che la malga, mezzo coperta dalla neve, è chiusa.
Da Casera Dignas a Casera Campobon
A Casera Dignas non c’è modo di sbagliarsi, le indicazioni sono chiare. Proseguiamo quindi sulla forestale che in un quarto d’ora ci fa raggiungere il piccolo ponte in legno sul Rio Dignas. Salendo, vediamo di fronte a noi la dorsale che avevamo percorso, tenda in spalla, durante la Traversata Carnica. Nota bene: qui prenderà il via il racconto che troverai alla fine di questo articolo.
Siamo ora a tutti gli effetti sulla Strada delle Malghe. Pendenza moderata (ma presente), percorso quasi sempre ampio, sulla sinistra i morbidi versanti che salgono alla Croda Negra, sulla destra una maestosa apertura verso sud: il Colle Spina, dietro il Monte Schiaron e, man mano che saliamo di quota, i Longerin che spuntano.
La casera appare e scompare di fronte a noi, via via che il percorso segue le rientranze della montagna.
Per arrivare dal ponte sul Rio Dignas a Malga Campobon (1941 mslm) ci vuole poco più di un’ora.
Casera Campobon
Costruita negli anni Venti del Novecento e tutt’ora facente parte del patrimonio agricolo della Regola di Costalissoio, la malga era stata realizzata per offrire un ricovero agli animali in alpeggio, ed evitare che dovessero tornare a valle in giornata: lo sforzo era tale, secondo gli storici, che gli animali spesso rischiavano di perdere il latte. A Casera Ciampubón invece gli animali potevano passare indisturbati il periodo che andava da fine giugno alla seconda settimana di settembre.
Per arrivare qui da Costalissoio, i malgari con le mandrie impiegavano due giorni – la prima notte uomini e animali riposavano a Forcella Zovo.
I quattro edifici che costituiscono il complesso della malga sono stati ristrutturati nel 2017, e Casera Campobon si presenta benissimo. Il nome? Beh, se lo merita, dato che gli edifici si trovano alla fine di un promontorio che ospita ottimi pascoli, aperti ed estesi. (Se sei curioso, qui puoi leggere la storia della malga)
Noi ci godiamo un panino, il panorama, un po’ di sole in faccia, e scendiamo per lo stesso itinerario della salita, verso un tramonto incredibile.
Il racconto: come non salire a Forcella Dignas
Siamo sul ponticello che permette di attraversare il Rio Dignas, guardiamo la carta, guardiamo la App: realizziamo che la forestale che sale a Forcella Dignas l’abbiamo persa, perché si trova una cinquantina di metri dietro di noi. Infatti, eccola: uno stretto percorso che sale quasi incassato, per strettissimi tornanti, in ombra. Le indicazioni sono comunque chiare, anche se un segnavia non c’è: saliamo per opere della guerra, non per sentieri numerati. Via di commercio fino al 1870, poi confine tra Italia ed Austria. Al di là, il bellissimo rifugio Porzehütte.
I tornanti, dicevamo. Ne saliamo un bel po’ in bosco, poi la chiostra di montagne si apre di fronte a noi. Dopo quota 1913 mslm il percorso segue un lungo traverso, in parte ammorbidendo le pendenze. Dopodiché, più lunghi tornanti, e un problema. Il versante è molto pendente, alcuni canaloni lo rigano, e lungo i canaloni la neve è scesa, formando coni inclinati sul nostro percorso.
I primi sono facili da superare, la neve è quasi ghiacciata, i ramponcini delle ciaspole mordono e sono stabili. Poi ce n’è uno leggermente meno piacevole, e infine uno decisamente brutto: l’inclinata di neve ghiacciata dà su un canalone pendente e molto, molto lungo.
Tergiversiamo un po’, guardiamo la carta, guardiamo la App. Siamo a una cinquantina di metri dalla forcella. Nonostante il vento gelido e le temperature basse, il sole batte forte sulla neve – è ora di pranzo, e qui potrebbe sciogliere da un momento all’altro.
Rinunciamo. A metà discesa ci voltiamo: il canalone innevato è fin troppo evidente e brutto. Al ponticello, giù, prendiamo per Malga Campobon.
Ciaspolata a Casera Campobon in Val Visdende: dati tecnici in breve
Dove siamo: in Val Visdende, Alto Cadore/Comelico, provincia di Belluno
Quando l’abbiamo fatta: i primi di dicembre, con al massimo 30 centimetri di neve al suolo.
Partenza: località La Fitta (1312 mslm). Il punto di partenza dipende in realtà da quanto è percorribile la strada che porta a Bivio Cialdon.
Arrivo: Casera Campobon (1941 mslm)
Dislivello: 630 metri
Lunghezza: 14 km salita e discesa a Casera Campobon
Tempo: circa 4 ore salita e discesa
Difficoltà: facile. Non sono presenti difficoltà tecniche, e in genere il percorso è tracciato fino alla malga.
Cartografia: Carta Tabacco n. 1 – Sappada, Santo Stefano, Forni Avoltri (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)
NOTA BENE: nel tracciato Komoot è compreso anche il tentativo di salire a Forcella Dignas
Scrivi un commento