Ho perso il conto di quante volte Davide mi abbia parlato della Val di Vissada nel Comelico.
“Ti piacerebbe da matti, ti di devo assolutamente portare, c’è un punto in cui ti commuoveresti di sicuro”. Insomma… questo è il tenore delle nostre conversazioni a tavola: parliamo di montagne. O forse dovrei dire che nelle nostre giornate, in generale, discutiamo di montagna, pensiamo montagna e sogniamo montagna.
Fortuna che poi nel weekend le saliamo pure! E questa è la volta del Monte Schiaron proprio in Val di Vissada.
Come arrivare al Rifugio Forcella Zovo
Non parlo quasi mai delle strade per arrivare all’imbocco del sentiero. Con i GPS e i Google Maps nel telefono siamo tutti ampiamente capaci di impostare un punto e raggiungerlo, ma in questo caso farò un’eccezione. Sì perché non si può non raccontare la storia della Terribile, la strada che porta da San Pietro in Cadore al Rifugio Forcella Zovo.
Ero per qualche giorno in vacanza proprio a Valle di San Pietro in Cadore. Dopo essermi franto le gambe salendo al Popera, il giorno seguente avevo deciso di assecondare il mio ospite – il gentilissimo e premuroso Silvano – facendomi accompagnare verso la meravigliosa Val Vissada (così me ne aveva parlato). Alle sei del mattino Silvano mi carica sulla sua Panda, e si lancia a velocità folli sulla Terribile, questa strada lunga tre chilometri che è materiale per gli incubi dei ciclisti.
La salita da Mare di San Pietro di Cadore al rifugio, lunga 4.553 metri, ha infatti una media di pendenza del 12%, picchi del 30% (!!!), e ti fa compiere un balzo di dislivello di 500 metri. Pazzesca. La Terribile propriamente detta, gli ultimi tre chilometri, comincia in corrispondenza delle ultime case di Valle, ed è uno stretto e scombinato nastro di asfalto. Sono abbastanza sicuro – anche se ero impegnato a reggermi alla maniglia della portiera nella Panda carambolante – che Silvano mi abbia raccontato che questa strada pazza sia stata fatta costruire dai soldati austriaci fatti prigionieri alla fine della Prima Guerra Mondiale (ma mi riservo il beneficio del dubbio).
Come è finito quel viaggio? Te lo racconto alla fine di quest’articolo, dato che l’ottimo Silvano mi ha depositato al Rifugio Forcella Zovo, e ha sgommato via senza darmi tempo di concordare un recupero. Ne è venuto fuori un giro ad anello strepitoso (ed eterno).
Da Rifugio Zovo a Forcella Longerin
Lasciamo l’auto, incolumi, nei pressi del Rifugio Zovo (1600 mslm) e imbocchiamo il sentiero 169 che parte subito dietro il rifugio. In pochi metri siamo nel bosco e, nonostante l’orario presto del mattino, la giornata è stranamente calda per essere novembre. Il sentiero inizia con un morbido saliscendi attraverso un bosco di faggi da dov’è possibile ammirare la bella cascata del Rio Vissada, chiamata dai locali Pisandui.
In breve attraversiamo il gorgogliante rio in corrispondenza di un cancello di legno che segna l’inizio dei pascoli della Val Vissada. Siamo improvvisamente travolti dalla bellezza. Morbidi prati incendiati dall’autunno sui quali si stagliano, imponenti, le Crode dei Longerin e il Monte Schiaron. La malga del pastore è piantata nel mezzo di un luogo che sembra uscito dalle favole, proprio nel mezzo della conca erbosa.
Non resistiamo alla tentazione di curiosare questa casetta che si staglia subito sotto alle crode dei Longerin. Tagliamo quindi i pascoli dei bellissimi Piani di Vissada quasi in linea retta, lasciandoci sulla sinistra il cippo che ricorda le due truppe di soldati travolti da una valanga durante la guerra nel 1916. La zona è ricca di testimonianze della guerra, e fa parte di un percorso tematico da esplorare.
Il bivacco, che scopriamo chiamarsi Cadon di Visada, è davvero un sogno da attraversare in punta dei piedi. D’estate è adibita a ricovero del malgaro.
Facciamo una veloce merenda e puntiamo a Forcella Longerin. Più ci avviciniamo, e più mi è difficile distogliere lo sguardo da quelle cime…
Da Forcella Longerin a Monte Schiaron
Arrivati alla Forcella Longerin (2044 mslm) imbocchiamo il sentiero 196 che parte sulla destra lungo la sella erbosa che si collega al fianco del Monte Schiaron (nota bene: per affrontarlo segui questa via, e non il crinale roccioso e friabile).
Nei pressi della parete del Monte Schiaron la traccia infatti continua a girare sulla destra del monte: dobbiamo superare anche qui qualche metro friabile e scavalcare un facile masso che ostruisce il sentiero. Fai attenzione qui a non prendere una traccia che sale diretta sulla sinistra: è troppo complicata e pericolosa.
Seguiamo degli omini che ci conducono al pendio meridionale da dove, lungo una selletta erbosa un po’ esposta, giungiamo finalmente in cima al Monte Schiaron (2246 mslm).
Sulla cima, ad attenderci, ci sono ben due croci, alcuni resti delle postazioni militari della guerra e un sole commovente. Siamo al centro delle Dolomiti del Comelico, ma per noi è come essere al centro del mondo. Le Crode dei Longerin, il Monte Palombino, la Val Visdende, l’intera cresta Carnica (che ci ricorda la nostra Traversata Carnica in tenda), il Peralba…
Nonostante il panorama a 360° e la straordinaria potenza evocativa della natura, queste sono zone molto solitarie: finora non abbiamo incontrato nessuno. Eppure siamo a pochissimi passi dalla rinomatissima Val Visdende, che si estende sotto ai nostri occhi.
La leggenda del Monte Schiaron
Poi ti chiedi perché i monti portino certi nomi… ecco: lo Schiaron ha preso il suo da una leggenda, che vuole che la Val Visdende fosse, in antichità, un enorme lago. E che sulle rocce dello Schiaron fossero piantati degli anelli di ferro, ai quali assicurare le barche attraccate. Ecco: il lingua ladina, quegli anelli si chiamano s’ciarogn. Interessante, no?
Il giro ad anello lungo il sentiero 165
Scendiamo lungo i nostri passi fino alla Forcella Longerin per prendere da qui il sentiero 165. La traccia segue dapprima un sentiero erboso sotto le pendici dei Longerin per poi addentrarsi in un mare di mughi fino ad una forcella senza nome (2073 mslm) situata tra il Monte San Daniele e le Crode dei Longerin.
Da qui il sentiero 165 diventa una traccia che attraversa un ripido e franoso ghiaione. Questo punto è l’unico dell’anello nel quale è necessario prestare la massima attenzione. Il ghiaione infatti è decisamente instabile ed esposto, adatto all’attraversamento dei soli escursionisti esperti.
Superato il ghiaione, la traccia prosegue in discesa ed entra nel bosco. Ma le sorprese non sono ancora finite… infatti in breve raggiungiamo a Capanna dei Pradetti (circa 1770 mslm), che a primo sguardo sembra solo un ricovero d’emergenza. Si tratta invece di un bivacco tanto carino quanto piccino. Un riparo esterno con panche e stufe evoca grigliate estive e lunghissime serate che finiscono a chiacchiere, mentre la struttura dipinta racconta una cura commovente.
Proseguiamo quindi verso Forcella dei Pradetti, dove un piazzale temporaneo segnato dai solchi dei mezzi mostra tutto il lavoro che è servito fare per recuperare i danni della tempesta Vaia. Un cartello divelto ci permette di infilare il sistema di forestali che scende a valle: noi imbocchiamo la carrareccia segnata come sentiero 154 che ci riporterà al Rifugio Forcella Zovo dopo un lungo (e un po’ noioso) percorso in quota.
Trekking al Monte Schiaron: dati tecnici in breve
Partenza: Rifugio Zovo (1600 mslm)
Punti di elevazione: Forcella Longerin (2044 mslm), Monte Schiaron (2246 mslm)
Tempo: 5 ore il giro completo
Dislivello: circa 800 mt
Difficoltà: media. Gli ultimi metri della salita al Monte Schiaron richiedono un po’ di prudenza e passo fermo ma il tratto difficile è rappresentato soprattutto dalle ghiaie da attraversare sotto al Monte San Daniele nel giro ad anello. In alternativa, per ridurre la difficoltà, puoi rientrare per la stessa via dell’andata, evitando la cengia del giro ad anello.
Cartografia: Tabacco n. 01, Sappada – Santo Stefano di Cadore (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)
Un altro giro ad anello dal Rifugio Forcella Zovo alla Val Vissada
Se è estate, il clima è bello e hai tutta la giornata per te, puoi fare un giro ad anello molto più lungo, sempre partendo dal Rifugio Forcella Zovo.
- sali a Forcella Longerin come spiegato in quest’articolo.
- sali (facoltativo) sullo Schiaron.
- Da Forcella Longerin scendi in Val di Londo prendendo il sentiero 169: una picchiata di 300 metri attraverso il bosco. Sbucherai alla fine di una carrareccia (1722 mslm) che proviene da casera Londo. È un posto splendido per fare una pausa.
- Scendi l’ombrosa Val di Londo. A Bivio Ciadon prendi la strada asfaltata sulla destra. Ti ritroverai in un attimo tra i prati verdissimi della Val Visdende.
- Segui la strada “tenendo la destra”: sali a Pra Marino (1299 mslm), scendi a Pra della Fratta (1289 mslm), raggiungi località Miravalle.
- Imbocca la forestale che sale, per alcuni tornanti, al Rifugio Forcella Zovo.
Questo giro non presenta difficoltà (a parte se vuoi la discesa del sentiero 169, che è un po’ ripida), ma è davvero lunghissimo. Va benissimo per allenarsi alle lunghe distanze o per sciogliere le gambe su pendenze mai eccessive. Calcola 8-10 ore con calma, e compresa l’ascesa allo Schiaron.
Nota bene: ho fatto questo giro prima di Vaia. Verifica che il sentiero 169 sia completamente percorribile, perché questa valle è stata molto colpita dalla tempesta.
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