Ti raccontiamo uno splendida escursione ad anello nel Vallone di Ollomont: due giorni in un ambiente spettacolare e “doppio”, svolto com’è tra morbidi prati e alpeggi, da una parte, e creste aguzze e montagne maestose dall’altra; nel mezzo, l’accogliente Bivacco Regondi; e per gli amanti della storia, una emozionante deviazione alla Fenêtre Durand, porta per la Svizzera.
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano: come la Valpelline, dove abbiamo vissuto tre mesi
Se ti va puoi seguirci su Instagram oppure iscriverti alla newsletter. Buone gite!
Da Glassier al Bivacco Regondi
Abbiamo dedicato un articolo particolareggiato alla salita al Bivacco Regondi. Per comodità, però, ti metto qui i punti salienti:
- Dal parcheggio di Glassier (1571 mslm), si inforca il sentiero 6, che sale un ripido canalone (senza difficoltà) fino a una prima conca erbosa;
- qui si prosegue oltre e, poco prima della strada bianca, si devia a destra (quota 2095 mslm), salendo il versante boscoso e alcuni gradini di metallo;
- raggiunto Place damon (ruderi, 2260 mslm) si segue verso la Comba delle Acque Bianche;
- il sentiero 6 prosegue evidente risalendo la massicciata sulla destra fin quasi al Lago dell’Inclousa, che però non si vede dal sentiero;
- il sentiero piega sulla sinistra e sale il lungo dosso che arriva al Lago de la Leita (2580 mslm) e al Bivacco Regondi (2590 mslm).
In breve, per salire al Regondi servono circa 2 ore e mezza. Per fare il giro ad anello come l’abbiamo fatto noi, il bivacco risulta in una posizione un po’ sbilanciata rispetto all’itinerario, ma è anche l’unico appoggio disponibile. Noi abbiamo infatti spezzato in due giorni l’escursione ad anello perché volevamo prendercela con più calma e abbiamo dormito proprio in questo bivacco.
Al Bivacco Regondi si dorme bene, e la dotazione è ottima; attenzione che in estate può essere molto frequentato.

Dal Bivacco Regondi alla Fenêtre Durand
Dal Bivacco Regondi, seguiamo verso nord le indicazioni per Tholues (sentiero 6, 40 minuti stando al segnavia). Siamo destinati a perdere un po’ di prezioso dislivello, ma l’ambiente che attraversiamo è spettacolare. Dapprima, infatti, scendiamo fin quasi al Lac de la Baseja (2520 mslm), che la mattina presto è di un color madreperla tiffany speciale; qui, per la cronaca, si stacca un sentiero che porta al Mont Gelé o, scavallando, al Rifugio Crête Sèche.
Noi proseguiamo invece dritto, seguendo omini e l’evidente traccia, facendo qualche saliscendi tra le rocce e intersecando più volte ruscelli dall’irreale color bianco latteo – sono le “Acque Bianche”, di origine glaciale, che danno vita riunendosi al torrente omonimo. Raggiunto il fondo della Comba a 2350 mslm, risaliamo di qualche metro e siamo di fronte ala lunga stalla e agli edifici dell’alpeggio di Thoules (2380 mslm).
L’anello si potrebbe andare a chiudere già da qui, prendendo verso sinistra. Ma ci vogliamo togliere uno sfizio, per cui inforchiamo il sentiero 5 – un’indicazione chiara che ci indirizza al passo della Fenêtre de Durand.

Per arrivare alla meta serve poco più di un’ora e mezza di salita, splendida. Dapprima camminiamo lungo il torrente – siamo in ombra, l’atmosfera è giustamente “greve” (è il senso del luogo a renderla così); saliamo poi agilmente, grazie al sentiero che fa diversi tornanti, una muraglia che sembra ostruire la via; dopodiché, quasi in piano, percorriamo il sentiero che quasi si scava una strada tra i ghiaioni e le morene glaciali, aggirando le rocce più grosse. Arriviamo così, dopo aver lambito una prima modesta pozza, al laghetto della Fenetre (2725 mslm), un bello specchio d’acqua sormontato dalla forma perfettamente triangolare, e qui severissima, del Mont Gelé: la faccia che la montagna ci mostra è quella rocciosa, fessurata, vertiginosa, incastonata nella ghiaia.

Gli ultimi passi sono roccia pura e sbriciolata, la pendenza si addolcisce, compaiono gli spigoli delle cime svizzere e ci siamo: siamo sulla Fenêtre de Durand (2808 2797 mslm)!
La Fenêtre Durand
Respiriamo. Il Gelé è in ombra, l’Avril già assolato. Verso nord, cime massicce e lingue glaciali – un po’ sporche e sofferenti, ohimè. Verso sud, l’occhio si allontana sulla Valle d’Aosta. La vista dal colle è eccezionale, ma non è (solo) questo il motivo che ci ha portati qui.
Sul passo, una targa di bronzo ricorda il passaggio di Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica, “mentre la patria soggiaceva a tirannide”. Un cartello ci spiega che bastano poco più di quattro ore per raggiungere il grande lago di Mauvoisin – ma prima si passa per il primo rifugio svizzero, la Cabane de Chanrion.
Trovi un approfondimento sulla Fenêtre Durand nell’articolo dedicato alla via normale del Monte Avril (c’è anche la descrizione degli ultimi 550 metri di salita, se vuoi salire questa bella e soddisfacente vetta).

Discesa dalla Fenêtre Durand a Glassier
Pronti per la discesa. Di nuovo sul sentiero 5, torniamo sui nostri passi: Lago della Fenêtre, ghiaioni e morene, muraglione in discesa, prati e torrente e alpeggio di Thoules (solo 50 minuti in discesa). Scendendo e guardandoci alle spalle, ci rendiamo conto della “rampa” rocciosa del Mont Avril, ora bene illuminato. Poco prima dell’alpeggio, incontriamo su un masso isolato le indicazioni di una deviazione per il mitico Rifugio Chiarella all’Amianthe.
Da Thoules, ci aspettano diverse ore di morbida camminata; noiosa? Per nulla, perché l’ambiente è spettacolare, cangiante di forme e prospettive ogni quarto d’ora, e la pendenza quasi inesistente permette di parlottare amabilmente con i compagni di gita, o di perdersi nei propri pensieri. Nel nulla di un prato lungo la strada, sulla destra, un curioso e slanciato arco di rame incrociato ricorda il passaggio dei tanti emigranti, esuli, fuggiaschi che hanno scelto il colle per vivere: la scultura si chiama Arco della speranza.

Lungo la strada vediamo finalmente i Laghi di Thoules; superiamo l’alpeggio di Lombardin poco dopo (2317 mslm) e, tagliando per il sentiero che costeggia la strada bianca, scendiamo a Balme de Bal (2130 mslm). Qui prendiamo la strada bianca che si trova più in basso dell’agglomerato di case, seguiamo il paretone roccioso (consulta la traccia che trovi a fine articolo per sicurezza) e ci troviamo a sbucare al ponte sul torrente delle Acque Bianche (2100 mslm). Lo superiamo e, in corrispondenza del tornante sulla destra, individuiamo e prendiamo il sentiero 6 che scende verso sud ovest, percorrendo il pendente canalone che sbuca giusto sopra il parcheggio di Glassier, da dove eravamo saliti.

Escursione ad anello nel Vallone di Ollomont: dati tecnici in breve
| ⛰️ Dove siamo | Nel Vallone di Ollomont, Valpelline, Valle d’Aosta |
| 📍 Partenza da | Parcheggio in località Glassier (1571 mslm) |
| 🏅 Punti dell’anello | Bivacco Regondi (2590 mslm), Thoules (2235 mslm), Fenêtre Durand (2797 mslm) |
| 📐 Dislivello | 1100 metri complessivi (senza deviazione alla Fenêtre) |
| 📏 Lunghezza | 13 km tutto il giro (senza deviazione alla Fenêtre) |
| ⏱️ Tempo | 5 ore e 20 (senza deviazione alla Fenêtre) |
| 😅 Difficoltà | Media-Difficile: non è un giro complesso, né i dislivelli sono impossibili; le pendenze, inoltre, non sono mai eccessive. |
| 💧 Acqua | Sì: fontana al parcheggio di Glassier (potrebbe essere gelata in inverno); Bivacco Regondi (fonte a poca distanza), alpeggio di Thoules. |
| 🗺️ Cartografia | L’Escursionista 1:25.000 n. 5 – Valle del Gran San Bernardo, Ollomont (se non ce l’hai puoi comprarla qui) |
| 🛰️ Traccia GPS | Sì: traccia del primo giorno (fino al Bivacco Regondi); traccia dal Bivacco alla Fenêtre Durand e al Mont Avril; traccia di ritorno dall’Avril a Glassier |

Scrivi un commento