Siamo riusciti finalmente a visitare con calma la Valle di San Lucano e tra le viste panoramiche sulle Pale di San Martino (con il Monte Agner in bella vista), lo spettacolare salto della Cascata dell’Inferno e le splendide casere di Baita Malgonera e Casera ai Doff, posso assicurarti che questa escursione è entrata di diritto tra le più belle e panoramiche dell’Agordino. Siamo certi che ti stupirà!

Da Col di Prà al Pisandol dell’Inferno – Cascata dell’Inferno

Raggiungiamo Col di Prà in auto. Superiamo il bellissimo abitato all’ombra del Monte Agner – maestoso già da qui, anche se come si suol dire “ne vedremo delle belle” – e proseguiamo fino al piccolo parcheggio che si trova dove la strada si interrompe (900 mslm).

Qui inforchiamo il sentiero 761 diretto a Pont (e in un sacco di altri posti). Un breve tratto di sentiero ci fa salire velocemente di quota e raggiungere un bivio, anticipato da un tronco mozzato sul quale campeggia la scritta in vernice INFERN. Poco dopo (980 mslm), sulla destra, inforchiamo la deviazione per il Pisandol dell’Inferno.

La deviazione è davvero esposta. Affrontala solo se hai passo sicuro; altrimenti salta il prossimo paragrafo… e continua a salire, vedrai comunque altre belle cascate lungo il sentiero!

sentiero EE

La Cascata dell’Inferno (deviazione per escursionisti esperti)

Prima di inforcare la deviazione, un cartello ci avverte che sarà un tratto esposto: fidati, lo è davvero, quindi lo eviterei con fondo bagnato. Seguiamo così lo stretto sentiero ricavato dal versante, che con qualche saliscendi ci fa approdare dopo 700 metri allo spettacolare anfiteatro nel quale piomba da una notevole altezza il Pisandol dell’Inferno (1040 mslm; Pisandol è il nome dialettale delle cascate, lo trovi anche su alcuni cartelli).

Il salto dell’acqua fa un certo effetto, merito anche del raccoglimento dei versanti, altissimi e rocciosi; in corrispondenza della caduta d’acqua, sono evidenti alcune stratificazioni geologiche che mi hanno ricordato il non troppo lontano Sentiero Geologico del Torrente Gavon.

Il santo d’acqua finisce in una pozza che abbiamo avuto il piacere di vedere sprigionare un bell’arcobaleno. Anche qui c’è da fare attenzione, perché le rocce e il muschio sono assolutamente scivolosi.

Finito di goderci il fresco (qui dentro la temperatura si abbassa di diversi gradi), torniamo sui nostri passi fino al bivio, dove ora prendiamo a destra in salita.

Dalla Cascata dell’Inferno a Baita Malgonera

Tornati al bivio, quindi, il sentiero ci deposita a 1100 mslm su una strada bianca; una bellissima apertura sulla Valle di San Lucano che da qui è didatticamente “a U”, data l’origine glaciale, una fresca fontana lungo la strada, e in 10 minuti siamo a Pont (1160 mslm), piccola frazione – più che altro, case sparse attorno a quello che fu un luogo di cava di un peculiare marmo nero di Voltago. Dalla strada vediamo anche nella sua massima espressione il Torrente Bordina, che qui si riversa in deliziose cascate che levigano ad effetto le pareti sottostanti.

Superiamo il ponte, e iniziamo la salita.

Da adesso fino a Casera Malgonera, abbiamo due possibilità, indicate peraltro dai cartelli giusto al di là del ponte:

  • seguire la strada carreggiabile (segnavia biancorosso, ma non numerato), ampia e comoda (a parte alcune rampe iniziali), ma non protetta da alberi, e quindi in estate piuttosto calda, oppure
  • intercettare alcune scorciatoie che tagliano in parte alcuni dei lunghi tornanti della carreggiabile; queste scorciatoie sono in genere indicate da cartelli di legno con dipinta la scritta SCURTON.

In ogni caso, per arrivare alla Casera Malgonera, è inevitabile percorrere almeno dei tratti della carrareccia.

E così, con un po’ di pazienza e un bel po’ di pendenza, camminando e chiacchierando e guardando l’Agner letteralmente espandersi al nostro sguardo al di là della valle, arriviamo a Baita Malgonera (1581 mslm).

Baita Malgonera

Un bellissimo edificio circondato da prato e bosco, una fresca fontana, un tavolone all’aperto e una postazione per falò. Ma anche questo non riesce a superare la bella visuale sulle Pale di San Martino, sul solco della Valle D’Angheraz che si insinua tra loro e l’Agner – qui un po’ defilato.

Dentro la Baita c’è spazio per far mangiare un esercito, stufa, legna (e attrezzi per ripristinare le scorte se la usi), pentole e posate in quantità. Al piano di sopra, sedici letti con materassi.

Tuttavia, per quanto strepitoso sia questo luogo, non ti consiglio di fermarti qui, perché – beh: perché c’è ancora tanto altro da vedere!

Da Baita Malgonera a Casera ai Doff

I cartelli segnavia ci guidano a imboccare il sentiero 762 diretto a Casera ai Doff e Forcella Caoz. Sentiero che è bellissimo, e si snoda tranquillo, con pendenza moderata, per superare senza strappi i 300 metri di dislivello che ci separano dalla meta. Superiamo un pianoro erboso tappezzato di crochi, poi un ruscello, tagliamo il versante, usciamo allo scoperto tra gobbe erbose e sbuchiamo in meno di un’ora nella conca prativa guardata dalla Casera ai Doff (1876 mslm).

Casera ai Doff

Casera ai Doff

Per noi, questo è un luogo magico. Questa casera, recuperata a bivacco, si trova in un luogo stupendo, con una vista – che noi abbiamo avuto il piacere di vedere innevata – sull’Agner, la Croda Granda, gli Altopiani delle Pale di San Martino. In primavera, poi, con la neve che si sta sciogliendo, questi prati sono un vero e proprio tripudio di crochi.

La casera ci ricorda uno dei più bei giri che abbiamo mai fatto (anche per l’eccezionale fioritura di crochi): la salita a Forcella Caoz dalla Val Gares e le creste che da questa permettono di fare un eccezionale anello.

Ti rimando all’articolo sull’escursione a Forcella Caoz per la descrizione della Casera ai Doff (che a distanza di quattro anni abbiamo trovato perfettamente uguale). Preferisco qui darti alcuni suggerimenti di gita:

  • se la tua escursione finisce qui, scendi a valle per la via di salita;
  • puoi salire a Forcella Caoz che si trova giusto 70 metri più in alto della Casera – vale la pena di farci un salto per vedere dall’alto la Val Gares e le cime che portano al Mulaz;
  • una volta qui, con tempo e gambe, puoi pensare di fare le creste del Monte Palalada (come descritto nell’articolo che ti abbiamo linkato poco sopra), raggiungere Forcella Cesurette a 1801 mslm (con altra casera panoramica, in condizioni però peggiori), e scendere da qui lungo il sentiero 761 che ti riporterà a Pont e a Col di Prà;
  • organizzandoti con due auto, puoi salire dalla Valle di San Lucano e scendere in Val Gares, in questo caso facendo le creste con più agio.

panorama sulle Pale di San Martino

Escursione a Baita Malgonera e Casera ai Doff: dati tecnici e traccia GPX

⛰️ Dove siamo In Valle di San Lucano (Taibon Agordino, BL)
📍 Partenza da Col di Prà (900 mslm)
🏅 Punti dell’escursione Baita Malgonera (1581 mslm), Casera ai Doff (1876 mslm)
📐 Dislivello 976 m; qualcosa in più se fai la deviazione per la Cascata dell’Inferno
📏 Lunghezza 13 km salita e discesa con deviazione alla cascata (togli 1,4 km se non ci vai)
⏱️ Tempo 5 ore con deviazione alla cascata
😅 Difficoltà Media; difficile per esposizione la deviazione alla cascata
💧 Acqua Poco prima di Pont; a Baita Malgonera
🗺️ Cartografia Carta 1:25.000 Tabacco n. 22 – Pale di San Martino
🛰️ Traccia GPS

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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