Davide, ma a chi consiglieresti la salita al Forte Tudaio per il sentiero dei Mede?
Ci penso, e ti assicuro che trovare una risposta non è facile. Poi realizzo: consiglierei il Tudaio da sud a tutti quei spiritosoni che, mentre state camminando in salita, ti fan pesare il dislivello scelto, e al primo accenno di momentanea discesa ti dicono eh, ma qui ci fa scendere, poi tocca risalire, bisogna aggiungere questi metri al conto del dislivello!
Quindi preparati. Vuoi un sentiero che salga e basta? Perfetto, quella del sentiero dei Mede è una salita da cosce (e cuore) che esplodono.
Salire al Monte Tudaio da Auronzo: cosa succede quando non scegli la strada più facile
Statale Alemagna salendo verso Auronzo. Sulla destra una stretta deviazione per Piniè. Attraversi il gruppo di case e parcheggi allo Chalet Pino Solitario (878 mslm). Oggi si parla di sentiero attrezzato, non di via ferrata, a conti fatti, imbrago e moschettoni possono essere di troppo. Il caschetto, come sempre, fa comodo averlo, e lo consiglio.
Di fianco allo chalet, una carrareccia sale dritta come un fuso nel bosco: un cartello dice che è la strada giusta. Non ha numerazione CAI, nonostante sulla tabacco sia segnata come tale. Partiamo.
Il carattere della salita al Tudaio lo vedi al primo passo: persino questo sentiero lungo la Val de Ciariè tira, da subito. Un cartello ci fa deviare sulla destra, e la carrareccia diventa una stretta traccia, scivolosa su radici e pietre. Essendo novembre spero che la parte di sentiero attrezzato sia già assolato, e si stia asciugando ben bene.
Il sentiero scende poi sull’alveo in secca del Giao de Ciariè (cartelli gialli abbastanza evidenti, siamo sui 1175 mslm), risale sull’altro versante, supera alcuni ghiaioni, sale ancora. Altri ghiaioni (occhio a seguire i bolli rossi scoloriti) e ci troviamo sotto l’ombra di alcuni alberi. Il sentiero dei Mede inizia qui (1400 mslm). Da quando ci siamo incamminati è passata circa un’ora.
Il sentiero attrezzato dei Mede
Diciamolo subito: i cinque tratti attrezzati del sentiero dei Mede sono piuttosto semplici. Sono stati approntati per aiutare il superamento di alcuni tratti rocciosi in salita, e come “corrimano” dove la traccia del sentiero si fa molto esposta. Le attrezzature sono in ottime condizioni, anche se alcuni spezzoni di cavo sono un po’ laschi (ma niente di che). L’imbrago effettivamente non serve, ma se ti da più sicurezza nessuno ti vieta di assicurarti, anzi.
Per il resto, il sentiero ti fa salire 740 metri di dislivello senza mai una pausa (un punto esclamativo sarebbe d’obbligo, ma sono ancora incazzato con lui). Tolti alcuni piacevoli passaggi in cengia, il resto sono “scalini” che ti obbligano a fare “passi” praticamente verticali, lungo una traccia stretta e – spesso e volentieri – che dà sul nulla di un versante boscoso quasi verticale.
Molto spesso ti trovi a camminare in un cunicolo tra i mughi, i quali ben pensano di compromettere il tuo equilibrio facendoti rimbalzare via dal sentiero. Le mani si usano spesso e volentieri, cercando prese su pietre, rami e tronchi. I bastoncini da trekking sono davvero di grande aiuto.
Insomma la parti non attrezzate sono decisamente più impegnative ed esposte dei punti attrezzati.
Ti consigliamo di evitare il sentiero nei giorni di calura. Per carità: è vero che l’abbiamo fatto in un giorno insolitamente caldo di novembre, ma ci siamo fatti lo stesso una bella sudata.
A livello paesaggistico comunque sei ripagato: quando si apre il panorama vedi valli, paesi, e catene montuose che ti preparano alla vista notevole che avrai dal Forte. Quando la vista è “chiusa”, hai invece le pareti vertiginose del Tudaio. In certi momenti sei immerso in un mare verdissimo di mughi, e se il cielo è sereno, il contrasto con l’azzurro è veramente primordiale.
Ultimo zigzagare tra i mughi, e compare la parete traforata da finestre di Forte Tudaio: fin sa subito, purtroppo, deturpata da enorme antenne.
Forte Tudaio (2140 mslm)
Non ti aspetti di trovare una struttura così articolata: il Forte Tudaio è una fortificazione grandiosa fatta di possenti muraglioni, pulpiti panoramici e articolati edifici (o resti degli stessi). Tiriamo il fiato, ed esploriamo le rovine della cittadella.
Schiviamo le antenne ronzanti e saliamo i tre tornanti: dalla cima del Tudaio la vista sulla Valle del Cadore e sulla Val dell’Ansiei è spettacolare. Possiamo anche vedere il fianco orientale delle nostre amate Marmarole.
Un bisticcio di cartografia
Un appunto per gli esploratori. C’è un po’ di confusione tra quello che vedi, quello che riportano i pannelli didattici di metallo inciso (poco leggibili), la carta Tabacco e alcune vecchie relazioni alpinistiche. Guardando il Forte, sulla destra vedrai quindi Cima Bragantina (2281 mslm), un panettone diviso in tre e, ancora più a destra dopo una stretta forcella, quello che alcuni chiamano monte Tudaio e che in realtà dovrebbe essere Cima del Purgatorio (2247 mslm). Queste due cime si possono salire con dei secondi gradi. Guardando la forcella vedrai sullo sfondo una cima quasi triangolare: è il Crissin (2503 mslm), il più alto di questa propaggine occidentale dei Brentoni.
La discesa dal Monte Tudaio lungo il sentiero 339
Per girare il Forte e gustarsi il panorama servono una trentina di minuti. Poi ti dirigi al grande imbocco del tunnel di accesso, e ti prepari alla discesa lungo la mulattiera/sentiero 339.
Poco da dire, qui. Il sentiero 339 è in realtà la vecchia strada d’accesso al Forte. Potrebbe essere definita come un capolavoro di ingegneria stradale – un infinito zig zag ricavato sul pendentissimo versante ovest del Tudaio – ma chiamiamola per quello che è: una noia mortale.
8,3 chilometri di lunghezza, 35 tornanti (TRENTACINQUE!), pendenza sempre fastidiosa, fondo a tratti sconnesso. Ci sono mini-pannelli storico-culturali, una vista incantevole su lago di Auronzo, Tre Cime e crode varie, e un paio di punti in cui i larici dorati dall’autunno sono bellissimi. Ma davvero: la noia prende il sopravvento dopo la prima mezzora. E per scendere ci vogliono almeno due ore.
Quasi unica nota interessante: le postazioni del Col Muto, che incontri dopo una mezz’ora di discesa. Si tratta di una galleria per l’artiglieria lunga 120 metri che alla fine dà su quattro finestre panoramiche. Ti consiglio di munirti di una pila per visitarle.
E se non voglio salire per il sentiero delle Mede?
Puoi ovviamente salire dalla mulattiera/sentiero 339, e scendere per la stessa. La salita così non presenta difficoltà, ma è molto lunga. Calcola più di 3 ore e mezza per la salita. La vista ripagherà lo sforzo.
Trekking al Monte Tudaio: dati tecnici in breve
Partenza: Chalet Pino Solitario (878 mslm)
Arrivo: Forte/Monte Tudaio (2140 mslm). Percorrendo il sentiero dei Mede si fa un giro ad anello.
Dislivello: 1262 mt
Tempi: tre ore scarse la salita per il sentiero dei Mede, due ore e mezza la discesa per il 339
Difficoltà: difficile. La salita è da veri duri, non molla mai. Mette a dura prova le gambe e il fiato. L’esposizione e il tipo di sentiero (cengetta erbosa con radici) può creare diverse insidie e difficoltà. Adatto solo per esperti.
AVVERTENZA: se hai gamba, ti consiglio di fare l’anello come descritto in questo articolo in senso antiorario. Scendere dal sentiero delle Mede non è per nulla consigliato, così come salire dal 339 è di una noia mortale.
Cartografia: Tabacco n. 17 – Dolomiti di Auronzo e del Comelico (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)
salve
cercando notizie fresche su questa escursione da proporre a mio figlio mi sono imbattuto in questo ben blog forum o articolo che sia (sorry)
Sono salito sul Tudaio la prima volta nel ’87 avevo 16 anni ed ero in vacanza con cugini coetanei
Eravamo sicuramente sprovveduti e scellerati ma senza granche di attrezzatura abbiamo fatto l’ascesa senza grosse difficolta ( io avevo scarpe da ginnastica perchè all’epoca non si trovavano facilmente scarponi della mia misura
A distanza di 25 anni circa l’ho rifatta, in solitaria, decisamente meglio equipaggiato, ma anche in questo caso non ho riscontrato particolari difficolta
E non solo un escursionista esperto, anzi
A dire il vero non seguo molto le indicazioni vari cartelli, fin da piccolo mi orientavo a naso, quindi non saprei neanche se ho fatto uno dei sentieri indicati (di sicuro no quello “noioso” ahahah, avrei fatto marcia indietro subito, però sinceramente io tutta questa difficolta non l’ho trovata. Piuttosto un bel allenamento per escursioni piu impegnative
Belli comunque i dettagli e le sfumature nel racconte
Simone ciao!, alla fine non ho capito in entrambe le occasioni che percorso hai fatto!
Tieni conto che la percezione del difficile, così come quelle del pericolo, dipendono anche dal momento personale in cui le fai (allenamento, esperienza, ecc). Ci tenevamo soprattutto a mettere “su carta” che il Sentiero delle Mede non è per tutti, per intensità (non molla mai), e perché ci sono alcuni passaggi spinosi!
Facci sapere se lo farai con tuo figlio!