Ci sono luoghi che hanno una mitologia peculiare. Luoghi che incontri sulla carta topografica, e poi per leggende e strane storie del passato, e poi per bizzarre vicende culturali: e te ne innamori. Così provo a lungo a organizzare un pernottamento a Topolò, luogo solo apparentemente “nel nulla” delle Valli del Natisone. Non ci riesco: non è stagione, è troppo freddo per scaldare una casa per una sola notte. Come fare?

PS La curiosa storia di Topolò la trovi a fine articolo. 

Silvia e Davide a Topolò

Da Livek al Passo Brieza

Quindi, per concludere la storia, trovo una sistemazione ad Avsa, un paio di chilometri sopra Livek. Siamo in terra slovena, e da Avsa parte un lungo e bel sentiero per il Monte Matajur.

Per raggiungere Topolò, il nostro affittacamere ci consiglia di partire dalla chiesa di Livek/Luico (710 mslm), a due passi dalla quale lasciamo l’auto. Ci sconsiglia invece – come avevo pensato sulle prime – di prendere il sentiero 745 da Polava: questo tratto dell’Alta Via del Natisone, secondo lui, è maltenuto.

Livek

Così, eccoci a imboccare la strada che, sulla sinistra e in basso, gira attorno alla bianca chiesa e si fa subito sterrata, immergendosi nella campagna. L’atmosfera è uggiosa, una nebbiolina avvolge le cataste di legna e gli animali al pigro pascolo. Su alcuni tronchi, delle placche metalliche marroni riportano aforismi e brevi poesie (in sloveno, purtroppo per noi).

escursione da Livek a Topolò

Evidenti cartelli segnalano la direzione – Topolò – e il percorso del Pot Miru, il Sentiero della Pace che collega i luoghi della Grande Guerra su questo tratto di fronte: Matajur, Colovrat, Sabotino, Caporetto… sono tutti collegati da questo lungo percorso).

La sterrata si infila a questo punto nel bosco, con pendenza piuttosto morbida. Il percorso corretto è abbastanza evidente, ma puoi usare la traccia GPS per orientarti: c’è un punto un po’ confuso, dove – in corrispondenza di una salita leggermente più erta – le foglie cadute nascondono la traccia fatta (si riconosce per i gradini di legno). Altre indicazioni si trovano sugli alberi (vernice rossa, noi seguiamo per Brieza).

Un cartello, Confin, si spiega da sé. Lo “scrigno di Aldo Klodič” un po’ meno: è comunque un contenitore di quelli per i libri di vetta, al cui interno c’è un libricino fotografico che racconta dei rapporti tra confinanti. A quaranta minuti dalla partenza, siamo sul Passo Brieza (Nabries, 880 mslm), valico boschivo tra i monti Rupa e Skarje e tra Italia e Slovenia. Siamo anche accolti da una prima installazione artistica.

poesie lungo il sentiero Topolò

Dal Passo Brieza a Topolò

Dal passo, seguiamo il sentiero in discesa e, tra uno strano trono, un uomo in canoa non poco fuori posto e la tastiera di un pianoforte (queste alcune delle installazioni artistiche), raggiungiamo Topolò (565 mslm) in venticinque minuti.

sculture nel bosco di Topolò

Il paesino è spettacolare, ben tenuto, super piacevole da percorrere curiosando. Tantissimi dettagli da curiosare tra le strette viuzze. Eppure, a guardare bene… c’è qualcosa di strano. Basta guardare le targhe affisse sulle facciate di alcuni edifici. Istituto di Topologia di Topolò. Ambasciata di Nuova Zelanda. Ambasciata olandese.

A questo punto, allora, passeggiando tra le case, ti racconto di Topolò.

(Ritorneremo a Luico per la stessa via dell’andata).

Topolò

Cos’è Topolò

Topolò (Topolovo in sloveno, Topoluove in dialetto sloveno locale) è una frazioncina del comune di Grimacco, “spalmata” lungo un ripido versante tra i monti San Martino e Colovrat.

Vittima del tipico spopolamento novecentesco delle aree montane isolate (la prima strada comunale è stata inaugurata solo nel 1953), Topolò ha subito pesantemente tutto il senso del confine tra Italia e Jugoslavia durante la Guerra Fredda. Una linea immaginaria, infatti, aveva separato le persone, le proprietà – campi e boschi – i commerci, le relazioni. La linea tracciata sulla carta topografica seguendo passi e cime, si è fatta poi più che reale: le guardie di entrambe le nazioni pattugliavano giorno e notte, armi in pugno e cani al guinzaglio, strade e boschi per fermare scambi e contrabbandi.

(Non può non venirci in mente la sgarrupata auto della polizia iugoslava che abbiamo scovato tra le colline del Collio Sloveno).

Eppure la voglia umana di vivere è più forte di qualunque imposizione, e Topolò, un nulla nel mezzo del nulla, ha iniziato ad attirare idee e creatività. Nel 1994 nasce Stazione Topolò, un punto d’incontro di artisti internazionali che qui vengono chiamati a vivere, fare arte, confrontarsi: Stazione è un “non-festival” – così lo chiamano i fondatori – che ogni produce performance, concerti, proiezioni, azioni, letture.

Nel calderone del non-festival, e poi della rivista Robida (dal 2014) e del lavoro del Collettivo Robida, ci sono la linguistica di Topolò, sospesa tra italiano, sloveno e dialetto, la conoscenza del territorio, il rapporto con l’ambiente – soprattutto il bosco e le acque – l’etnografia delle persone che qui hanno vissuto un Novecento particolarmente incasinato.

22 abitanti conta ora Topolò, sovrastato dalla sua chiesa e spalmato come una colata di pietra e legno lungo il versante particolarmente erto della sua montagna. E sotto la chiesa è nata Izba, un incrocio tra osteria e coworking, centro di cultura, punto di incontro. Sì, izba è la stanza nella quale si cucina, e richiama le lingue slave lontanissime nello spazio.

Topolove circolo Izba

Cosa c’è attorno, e oltre Topolò

Quando siamo stati a Topolò, era una giornata strana. Ci siamo svegliati nella nebbia, e iniziato a scendere dal Passo di Brieza, le intere Valli del Natisone parevano completamente deserte di umanità. Il paese era silenzioso, l’Izba era chiusa.

Passeggiamo, sbuchiamo su un prato al limitare delle case, e ci sono delle pecore… e due ragazzi che le tengono d’occhio. Passiamo oltre, arriviamo all’imbocco del paese, e in fondo vediamo una casa il cui giardino è ingombro degli attrezzi di un cantiere di ristrutturazione, e alcuni ragazzi si stanno bevendo delle birre. Ogni edificio è perfetto, curato, vivo.

C’è vita, insomma, a Topolò: forse non è rumorosa o estroversa, ma sicuramente è tenace, creativa, vera.

confine Italia - Slovenia

Da Livek a Topolò: l’escursione in breve

⛰️ Dove siamo Tra Slovenia e Italia, scendendo nelle Valli del Natisone
📍 Partenza da Livek, piazzale della chiesa (710 mslm)
🏅 Arrivo Topolò/Topuolove (565 mslm)
📐 Dislivello 200 metri complessivi
📏 Lunghezza 3,3 km l’andata
⏱️ Tempo 1 ora l’andata
😅 Difficoltà Facile
💧 Acqua Sì, a Topolò
🗺️ Cartografia Tabacco 1:25.000 n. 41 – Valli del Natisone, Cividale, Krn/Monte Nero (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS