Il giro ad anello del Rifugio Carestiato è uno di quei giri che hanno semplicemente tutto. Un Rifugio bellissimo? C’è. Una cima tra le più belle delle Dolomiti? Presente. Un pezzo dell’Alta Via n. 1? Eccolo. Una malga? Abbiamo anche questa. E poi l’inizio di una via ferrata, un balcone panoramico mozzafiato, un sentiero geologico e…

Siamo nell’Agordino, i giri ad anello qui fanno sul serio… anche quelli semplici!

Cosa troverai nella giro ad anello del Rifugio Carestiato:
Fatica
Difficoltà tecnica
Panorama
Completezza

Malga Framont

Il sentiero 548 verso il Rifugio Carestiato

Per raggiungere il rifugio, solitamente si parte da Passo Duran. Noi scegliamo invece la via “da sud”.

In genere si lascia l’auto nei pressi di Case Pecole (1308 mslm). Noi abbiamo la “sfortuna” di incrociare i lavori di manutenzione del bosco, per cui parcheggiamo un po’ più in basso, si uno slargo lungo la strada. Ci incamminiamo costeggiando gli ultimi splendidi tabià, lungo i prati attraversati dalla strada/sentiero 548.

All’altezza di Case Pecole lasciamo la strada asfaltata che sale a Malga Framont e prendiamo la forestale sulla destra, che da qui inizia a salire nel bosco. La pendenza non è mai esagerata (anche se, tra i sentieri che arrivano al RIfugio Carestiato, questo è sicuramente uno dei più ripidi). La segnaletica appare sempre ben evidente.

Nel frattempo scorrono accanto a noi incredibili scorci sulle Dolomiti della Conca Agordina. L’Agner, le Pale di San Lucano, la Rosetta, ma anche i Monti del Sole, lo Schiara, il Tamer… Il sentiero intanto si fa sempre più stretto e ripido fino ad uscire dal bosco.

I mughi arrivano improvvisamente a segnare i 1800 mslm e, come per magia, tempo di fare gli ultimi 30 metri e siamo davanti al Rifugio Carestiato, che sbuca di colpo davanti a noi.

giro ad anello del Rifugio Carestiato

Il Rifugio Bruto Carestiato (1834 mslm)

Questa volta purtroppo non abbiamo potuto gustare la cucina del Rifugio Carestiato a causa della chiusura stagionale, ma sono certa che qualsiasi canederlo sarebbe sbiancato al cospetto di questa meravigliosa vista sulla Moiazza. Mi spiace, ma per quanto qui si mangi bene nulla può competere con uno spettacolo naturale di questa portata.

La parete sud della Moiazza è materiale per gli alpinisti, e lo vedi. Sopra i detriti in tutto il suo splendore.

Il Rifugio Carestiato si trova davvero in una posizione invidiabile: l’occhio spazia sulla conca Agordina con una visuale incantevole sui Monti del Sole, le Vette Feltrine, l’Agner, le Pale di San Martino.

Da qui parte anche la leggendaria Ferrata Costantini, definita da molti come il più duro e spettacolare percorso attrezzato delle Dolomiti. La ferrata raggiunge cima Moiazza Sud, e scende al Bivacco Ghedini: metà nido d’aquila, metà casetta del ranger, metà… pedina del monopoli. Noi ci siamo saliti da nord, e ce ne siamo innamorati al primo colpo.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Vista della Moiazza

Nonostante sia autunno e nonostante non abbiamo trovato nessuno lungo il nostro percorso, incontriamo molti escursionisti al Rifugio Carestiato. Vengono direttamente dal Passo Duran: hanno percorso un pezzo dell’Alta Via n. 1 (il sentiero che abbiamo snobbato salendo dal Duran verso i Labirinti della Moiazza), che in soli 300 mt di dislivello permette di arrivare fino a questo angolo di paradiso.

Perché mai fare allora il sentiero 548? Ti do almeno 4 motivi:

  • perché le cose scontate non ci piacciono,
  • per poter camminare in totale solitudine,
  • per godere del silenzio del bosco,
  • perché i canederli si gustano meglio con 600 mt di dislivello sulle gambe (se, come noi, arrivi fuori stagione i panini devono valerne la pena!)

Rifugio Carestiato

Il giro ad anello attraverso l’Alta Via n. 1

Lo ammetto: i panini meritavano e anche il vin brulè caldo con le spezie (con il fornelletto ad alcool si fanno miracoli).

Il tempo di capire per dove si inerpica la Ferrata Costantini – ci rivedremo, baby – che stiamo già imboccando il sentiero 554, che inizia di fronte al Rifugio Carestiato, in leggera discesa.

Il ghiaccio delle ultime settimane non aiuta la stabilità, ma in poco ci troviamo sotto le pareti assolate della Moiazza ,che svetta in tutta la sua imponente mole. Si tratta di quello che è uno dei tratti più suggestivi dell’Alta Via n. 1 delle Dolomiti. Una dorsale stupenda che si svolge in quota in un leggero saliscendi tra colate detritiche e qualche semplice ghiaia. È richiesto passo fermo e attenzione, ma il tratto non presenta particolari difficoltà.

Alta Via numero uno delle Dolomiti

Il sentiero geologico agordino 552 verso Malga Framont

Con alla nostra destra l’imponente Pala de le Masenade, incontriamo il sentiero 552 con le indicazioni per Malga Framont (1575 mslm).

È la natura soprattutto a colpirci: l’anfiteatro dolomitico si apre sopra il mare di pini mughi creando giochi di ombre con la luce del tardo pomeriggio autunnale. Sono le immagini che si ricordano (soprattutto nei lunedì di lavoro).

La malga intanto appare ben visibile già da qui, al centro di una conca improvvisa di prati. Il sentiero 552 che scende alla malga è definito “Sentiero Geologico Agordino”: si snoda dapprima in mezzo al bosco e poi su strada forestale fino alla malga.

sentiero geologico agordino

La strada carrozzabile di accesso alla malga, in alcuni tratti piuttosto ripida, ci conduce in breve a Case Pecole, dove abbiamo lasciato l’auto.

Giro ad anello del Rifugio Carestiato: dati tecnici in breve

Dove siamo: nel settore meridionale della Moiazza. Per arrivare da queste parti, siamo saliti da Agordo.

Partenza: Case Pecole (1308 mslm)

Arrivo: Rifugio Carestiato (1834 mslm)

Dislivello: circa 530 mt

Tempo: 4 ore il giro completo

Acqua: assente

Difficoltà: medio-facile. Il giro ad anello non presenta alcuna difficoltà tecnica e le pendenze sono sempre piuttosto contenute.

Cartografia: Carta Tabacco n. 25, Dolomiti di Zoldo, Cadorine e Agordine (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)