C’è qualcosa di speciale, nelle escursioni lunghe ma non difficili. Hai tutto il tempo di osservare un panorama che cambia ogni dieci minuti, e mentre cammini il poco dislivello ti permette di chiacchierare con i tuoi compagni di gita per arrivare a toccare i massimi sistemi. L’anello delle malghe delle Maddalene, in Val di Non, è proprio così e, tieniti forte, tocca ben 6 malghe!

Silvia lungo l'anello delle malghe delle Maddalene

Dalla partenza di Parkplatz a Malga Cloz

In questi giorni ci troviamo a Rumo, in Val di Non: in quanto a cose da fare, non c’è che l’imbarazzo della scelta, ma decidiamo di iniziare con una escursione che tutti ci han detto splendida: l’anello delle malghe della Val di Non.

È mattina presto quando, con l’auto, raggiungiamo il parcheggio che precede il tunnel di Passi Castrin (si trova sulla destra dopo una prima, breve galleria, e c’è spazio per moltissime auto, 1700 mslm). L’anello delle malghe inizia qui.

Salendo verso Malga Cloz

Attraversiamo la strada e inforchiamo la carrareccia di servizio delle malghe, sentiero 8. Una breve salita ci permette di superare il bosco, raggiungere i bei prati in quota, e arrivare a Malga Cloz (Klozner Alm, 1732 mslm, un quarto d’ora dalla partenza), la cui aquila ci accoglie alta sul suo trespolo.

Dalla malga, la vista è duplice e bellissima: verso sud la Val di Non, tutto attorno e alle sue spalle, le Maddalene, da dove il gruppo inizia – monte Luco – alle cime contro le quali è adagiata, Cornicolo e Cornicoletto, Schongrubspitz, Vedetta Alta, Ometto.

Qui, se l’orario è quello giusto, ti consiglio di fare colazione con torte fatte in casa e burro e formaggi di malga. La gita, diciamocelo, potrebbe anche finire qui volendo!

Malga Cloz

Da malga Cloz a malga Kessel Alta

Proseguiamo sulla strada carrareccia, in direzione ovest, e raggiungiamo in breve malga Revò (1734 mslm, anche questo è punto ristoro). Ad accoglierci, questa volta, un galletto. Nella stessa direzione, dalla malga si stacca un bel sentiero in quota, che la collega a malga Kessel bassa (1680 mslm, ristoro).

Malga Revò

A questo punto, ci reimmettiamo sulla carraceccia/sentiero 11 che, unica salita impegnativa (per modo di dire) di tutta la giornata, ci porta dopo sei o sette tornanti, a malga Kessel alta (1921 mslm).

Salendo verso malga Kessel e le Maddalene

A malga Kessel, le cose che ci colpiscono sono due:

  • l’ambiente cambia decisamente, si apre la vista ravvicinata sulle Maddalene, i prati iniziano a lasciare spazio alle prime rocce, e si intuisce il mondo più alpino delle cime;
  • la fontana della malga.

Ecco, la fontana: nell’acqua freschissima è immersa una cassetta di bottiglie, e un cartello invita a lasciare un obolo nel contenitore di alluminio (serviva per il latte) e a prendersi una birra, una coca o una limonata. Siediti su uno dei numerosi sgabelli e panche di legno, e goditi il panorama!

Fontana di malga Kessel

Da malga Kessel sul sentiero Bonacossa

Torniamo di poche decine di metri sui nostri passi, e prendiamo sulla sinistra lo stretto sentiero che si stacca sulla sinistra (1875 mslm): è il sentiero 133 dedicato ad Aldo Bonacossa, il primo alpinista a scrivere una guida turistica sulle Maddalene.

Il sentiero Bonacossa, da non confondere con quello sui Cadini di Misurina, percorre il versante meridionale delle Maddalene, da passo Palade alla Val di Rabbi. Si fa in tre giorni, sfruttando i punti di appoggio del Rifugio Maddalene, Bivacco Forestale e Malga Bordolona di Sotto. Ce lo segniamo per il nostro prossimo passaggio in Val di Non!

Sul sentiero Bonacossa

Sentiero 133 Aldo Bonacossa

Il sentiero è speciale. Una traccia nel bosco, sospesa (ma mai troppo) sul versante, con pochissimi saliscendi e pressoché zero punti difficili.

Seguendolo, arriviamo dove i prati si aprono di nuovo poco prima dei ruderi di Weissabl (1894 mslm). Qui, attenzione: c’è da scendere di qualche metro, individuando cartello e traccia leggermente più in basso, altrimenti si sale verso il Cornicolo sul sentiero 7.

Proseguiamo sul 133, ora decisamente in ambiente di pascolo, con pozze e morbidi dossi. Riprendiamo una forestale verso sinistra, e raggiungiamo passo Castrin (1785 mslm).

Da qui, facendo il tornante in salita, si può raggiungere malga Castrin, che si trova al termine di una breve salita (1813 mslm).

Da malga Castrin a malga Lauregno

Dato che manca ancora una malga, e che abbiamo in mente una deviazione panoramica, non saliamo fino a Castrin, ancora chiusa, ma torniamo in parte sui nostri passi e proseguiamo sulla forestale verso sud, tenendo al la sinistra al primo bivio.

Qui troviamo la cappelletta degli Alpini (1780 mslm). Suoniamo la campana e, pochi metri dopo, troviamo la deviazione, sulla destra, per malga Lauregno (sentiero 26A, ma indicato su una roccia come 114).

Cappelletta degli Alpini

Di nuovo bosco, di nuovo poco dislivello: la traccia da seguire è molto bella, immersa com’è nella natura e nel bosco. Godiamo delle Maddalene in primavera, anche se il cielo è denso di nubi, e ruscelli e rivoli – queste montagne sono ricchissime d’acqua – sono ancora più spumeggianti, e ci impongono salti e saltelli.

Raggiungiamo così malga Lauregno (Laureiner Alm, 1780 mslm), che troviamo in ristrutturazione. Saliamo però sul dosso che la sovrasta, dove c’è la croce: panorama sulla Val di Non splendido, e in fondo… le Dolomiti di Brenta!

A questo punto, potremmo scendere al parcheggio seguendo la carrareccia di accesso della malga (vedi il penultimo paragrafo), ma abbiamo in mente una deviazione.

Malga Lauregno

Deviazione per Monte Ori, con panorama sulle Dolomiti

Avvertenza: se segui la traccia GPS che trovi in fondo, sappi che all’andata abbiamo preso la strada meno logica, e quindi ci siamo trovati su un flebile sentiero abbandonato. Segui la relazione scritta, è più comodo!

Il monte Ori, così come il suo partner monte Popi (poco più su), rappresenta un ottimo balcone panoramico, facile da raggiungere.

Dal dosso di malga Lauregno si torna verso nord, dove un cartello ci indica i sentieri 26-114, direzione monte Popi. Superiamo un ruscello, e seguiamo la traccia fino a un bivio a quota 1849 mslm: qui conviene prendere il sentiero 114, sulla sinistra, che in dieci minuti conduce alla croce del monte Ori (1894 mslm). Nota bene che, sulla carta Tabacco, quello indicato come vetta del monte Ori non è il punto della croce!

Il punto in cui ci troviamo è un ampissimo pratone panoramico: da una parte di sono le Dolomiti di Brenta, verso nord quelle del bolzanino e, spostandosi un poco, tra gli alberi rispuntano le Maddalene!

Croce del Monte Ori panoramico

Da qui, una ulteriore breve deviazione (20 minuti) porta alla sommità, ancora più panoramica, del monte Popi.

Rientrare al parcheggio

Per rientrare al parcheggio dal monte Ori, conviene tornare a malga Lauregno, e seguire la carrareccia di servizio (sentiero 28) che, con tutta calma e qualche saliscendi, in circa un’ora, sbuca proprio al parcheggio di Passo Castrin.

Scendendo verso il parkplatz di passo Castrin

Una curiosità sulle malghe viste finora

Il discorso è un po’ oscuro, incentrato com’è su una controversia locale durata nientemeno che 400 anni. Controversia di recente finita, ma che lascia una strano strascico, che in breve è questo: queste malghe, che in effetti tradiscono uno stile altoatesino, si trovano in terra trentina… ma sono accatastate in provincia di Bolzano. Viceversa, alcune malghe più a nord sono il territorio sudtirolese, ma accatastate a Trento. Logico, no?

Anello delle malghe delle Maddalene: l’escursione in breve

⛰️ Dove siamo In Val di Non, sul versante meridionale delle Maddalene
📍 Partenza da Parcheggio di Passo Castrin (1700 mslm)
💍 Punti dell’anello Malga Cloz (1732 mslm), malga Revò (1734 mslm), Malga Kessel bassa (1680 mslm), malga Kessel (1921 mslm), malga Castrin (1813 mslm), malga Lauregno (1780 mslm), Croce del monte Ori (1894 mslm)
📐 Dislivello 600 metri complessivi compresa deviazione per monte Ori
📏 Lunghezza 17,2 km tutta l’escursione, monte Ori compreso
⏱️ Tempo 6 ore compresa la deviazione per il monte Ori
😅 Difficoltà Facile, eventualmente media per l’orientamento
💧 Acqua Sì, presso le malghe. L’acqua della quale invece sono ricche le Maddalene va invece potabilizzata, per la presenza di pascoli
🗺️ Cartografia Tabacco 1:25.000 n.64 – Val di Non, Le Maddalene, Cles, Roen, Mendola (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì: leggi la relazione per la deviazione al Monte Ori e il modo più logico per farla