La Rocca Provenzale è senza dubbio uno dei simboli della Valle Maira. Con i suoi 2451 mslm domina l’alta valle e si erge alle spalle della splendida Chiappera.

La via normale per la cima non è per nulla semplice, mentre il giro ad anello della Rocca Provenzale e della Rocca Castello è un percorso splendido, adatto (quasi) a tutti, e che permette di ammirare ogni sfumatura di questa montagna iconica.

⛰️ Dove siamo In Alta Valle Maira, sulle Alpi Cozie (CN).
🗓️ Quando l’abbiamo fatta In un inverno con neve quasi assente, con al suolo i resti di nevicate praticamente sciolte (non abbiamo usato nemmeno i ramponcini).
📍 Partenza da Dopo Chiappera, al Ponte Soubeyran (1631 mslm)
💍 Punti dell’anello Grange Ciarviera (1904 mslm), Colle Greguri (2319 mslm)
📐 Dislivello 690 metri
📏 Lunghezza 9 km
⏱️ Tempo Poco più di 4 ore
😅 Difficoltà Media. Le pendenze sono ben distribuite, l’orientamento è semplice. Attenzione solo per tracce di neve.
🗺️ Cartografia Valle Maira 1:25000, L’Escursionista Editore (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)
🛰️ Traccia GPS Sì, la trovi in fondo all’articolo.

 

Rocca Provenzale

Dal Rifugio Campo Base a Grange Ciarviera

Lasciamo l’auto nei pressi del Rifugio Campo Base, al Ponte Soubeyran (1631 mslm). Nei due mesi che abbiamo vissuto ad Acceglio, da qui abbiamo iniziato innumerevoli gite (vedi la salita al Rifugio Stroppia, il Sentiero Dino Icardi, la salita al Colle del Maurin) e, di conseguenza, ci siamo sorbiti più di una volta l’eterna salita a Grange Ciarviera. Se per altre escursioni è possibile tagliarne almeno un pezzo, per questa… tocca farla tutta!

Oggi però siamo con amici, per cui ci godiamo con calma anche questo tratto di sentiero.

Imbocchiamo in leggera pendenza la strada sterrata in destra idrografica che sale regolarmente verso la fine della valle. Quando incrociamo una centralina idroelettrica in pietra, la pendenza si accentua. Già da qui la vista sull’imponente Rocca Provenzale è grandiosa e, dopo mesi passata ad osservarla, sapere che oggi la aggireremo mi emoziona molto.

La salita continua regolare fino a Grange Ciarviera (1904 mslm), adagiata contro il versante. Imbocchiamo una traccia di sentiero che permette di evitare un lungo tornante. Sbuchiamo alla base di Monte Russet, praticamente in corrispondenza di Grange Collet.

Questo è uno dei miei posti preferiti in assoluto in Valle Maira. Il fiume che scorre, la vista sulle grange e le montagne tutto attorno riescono ogni volta a lasciarmi senza parole.

Grange Collet

Da Grange Collet al Colle Greguri

Da Grange Collet prendiamo sulla destra il Sentiero T14. Superiamo Grange Nicolina (2047 mslm) e proseguiamo su sentiero fino all’ultima grangia. Qui il sentiero piega verso sud con decisione, e ci mistra una bella pendenza da superare. Raggiunta una rottura della pendenza, siamo un modesto rilievo erboso e battuto dal vento che offre un panorama notevole sulle cime della zona.

Inoltre, più saliamo e più appare in tutta la sua magnificenza il torrione della Rocca Castello: slanciatissimo, verticale, imponente. Con il sole negli occhi, è una massa che incombe, maestosa. E come non bastasse, ad aggiungere un tocco di epicità al tutto, avvistiamo degli esemplari di stambecchi adulti intenti a brucare.

Un traverso pressoché in quota e siamo su Colle Greguri (2319 mslm).

Anello Rocca Provenzale e Rocca Castello

Il Colle Greguri e la Rocca Provenzale

Dal Colle Greguri (2319 mslm), incastrato tra il Monte Castello e i versanti del Monte Eighier, la Rocca Provenzale inizia ad allungarsi in tutto il suo splendore. Solo facendone il giro completo è possibile osservare al meglio le quattro punte che compongono il massiccio Provenzale/Castello: Rocca Provenzale (2402 mslm) Punta Figari (2345 mslm), Torre Castello (2448 mslm) e Rocca Castello (2452 mslm).

Colle Greguri Valle Maira

Siamo sul punto più alto dell’intera escursione ed è anche uno dei più panoramici: da una parte i monti terminali dell’alta Valle Maira, dall’altra la bellissima conca di Chiappera.

Qui si trova anche un bunker del Vallo Alpino. Si tratta di uno della miriade di elementi voluti da Mussolini a difesa del confine italiano in previsione della Seconda Guerra Mondiale. Certo, in queste zone la guerra non si combatté mai, ma addentrarsi tra gli stretti cunicoli fa comunque un effetto alienante. La stessa sensazione l’avevo avuta, solo qualche settimana prima, entrando all’interno dell’opera posta poco sotto al Passo della Gardetta.

Colle Greguri

Dal Colle Greguri al Rifugio Campo Base

Dal Colle Greguri inizia la discesa lungo il Sentiero T12. Abbiamo percorso il sentiero in un inverno senza neve, ma qualche residuo si trova ancora: aggiriamo su pietraia alcune chiazze di neve congelata. Consiglio comunque di effettuare il giro ad anello della Rocca Provenzale nel senso descritto per avere una salita più morbida, dato che da qui la pendenza è decisamente più sostenuta.

Man mano che scendiamo, la mole della Rocca Provenzale si allunga, si allarga, si distende. La vista da qui – quasi la si può toccare – è così diversa che quella da Chiappera, da dove la Rocca sembra (come mi piace chiamarla) una pinna.

Monolito di quarzo liscio, verticale, inaccessibile… o così pare. Ad ogni cambio di prospettiva, chi ci accompagna ci spiega come si sale in cima. Si va per la cresta sud: c’è un attacco dagli ultimi alberi sottostanti, si raggiunge un minuscolo terrazzo erboso, poi – ecco il punto più arduo – delle placche inclinate. Superate queste, alcuni bolli dovrebbero guidarti lungo una cengia che (strizzo gli occhi) mi sembra invisibile e vertiginosa. Poi, ci sei.

Si tratta di una via normale alpinistica (F+, con passaggi esposti fino al II grado), da fare meglio se assicurati, imbragati e con caschetto obbligatorio. In una cosa, invece, tutti – persone, guide scritte e cartelli – sono d’accordo: se piove o se ha piovuto, assolutamente non intraprendere la salita della via normale alla Rocca Provenzale: le placche sono ricoperte di muschio, e l’umidità le trasforma in una trappola mortale.

Lasciamo la Rocca lì dov’è: ma prima o poi, lo sappiamo, ci saliremo, su quella cima…

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Scendiamo alcune ripide serpentine su ghiaia, comodi pietroni e massi accatastati fino ad un morbido pianoro dal quale si ammira la conca sottostante. Grazie a qualche bollo un po’ scolorito riusciamo a ritrovare il sentiero.

In breve ci addentriamo nel bosco fino ad un bivio presso il quale teniamo la destra. Torniamo così su asfalto: è la strada che da Ponte Soubeyran sale direttamente a Grange Ciarviera (trucco da professionisti: per altre escursioni in zona, puoi salire alla grangia in auto, facendo attenzione al fondo in alcuni punti un po’ sconnesso). Intravediamo le nostre macchine al di là del fiume: una birra o due al Campo Base sono ormai a portata di mano!

Anello Colle Greguri

Una visita a Chiappera?

Al termine dell’escursione, finita anche la seconda birra artigianale al Rifugio Campo Base, non perderti una visita alla deliziosa Chiappera. Con le sue case in pietra e legno ben restaurate, il borgo sembra uscire dal tempo per regalare atmosfere uniche.

E visto che siamo freschi della camminata e di un paio di birre, perché non parliamo del nome di questa cima? Beh: si chiama Rocca Provenzale dal nome di un… parroco, don Agostino Provenzale, che nel 1850 fu il primo a salirla (eh?) per portarci sopra una croce (eh?) come voto per essere sopravvissuto ad una certa Battaglia di Novara (1849) nascondendosi nel ventre del proprio cavallo morto (ma!).

Non male, come storia, no?

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Chiappera

Escursione ad anello della Rocca Provenzale e Rocca Castello - pin