Sarà perché è stato il primo bivacco che ho fatto; perché si trova sulle mie amate Vette Feltrine; perché in autunno ci vedi i cervi in amore, e in estate i camosci. Perché mentre studi la carta seduto al tavolo, fuori, immancabile arriva una mucca a farti compagnia. Perché con la neve è pura poesia. Comunque sì, sono fermamente convinto che la Casera Campotorondo si trovi in uno dei posti più belli del mondo. Il modo migliore per affrontare la salita a questo bivacco è prendendolo da nord, in genere dopo aver percorso tutta la Valle del Mis – se come noi vieni dalla pianura – ed aver svoltato in direzione di Mori e Pattine, i due minuscoli abitati sotto ai quali lascerai la macchina. Alla tua destra il torrente Mis; poco più a ovest, risalendolo, puoi scoprire i ruderi di California, un villaggio dalla storia curiosa (che trovi nell’articolo sulla già nominata Valle del Mis). Da Pattine (686 mlsm) diciamo che c’è poco da fare: si sale. Per arrivare al bivacco infatti dovrai fare una tirata di poco meno di 1100 metri di dislivello belli intensi (come solo le Feltrine sanno fare) lungo il sentiero 802: caldo-umidi d’estate, gelidi in autunno. Giusto per dire, ti trovi nella Riserva Naturale Piani Eterni – Errera – Val Falcina, parte del più ampio Parco delle Dolomiti Bellunesi. Dapprima c’è la faggeta, attraverso la quale il sentiero sale di quota, tra mille tornanti, senza mollare un attimo. Domani scendere da qui sarà un po’ un supplizio, perché le foglie coprono radici e pietre, e c’è da stare sempre attenti con il passo. Saliamo sempre di più lungo il Vallone di Campotorondo. Dopo 600 metri di dislivello la faggeta finisce in corrispondenza dei ruderi di Casera Vallon. Quando salivamo con gli amici per poi “far festa” in bivacco, questo era il punto dell’uovo sodo, del primo paninetto o di una lattina di birra, insomma… di tirare il fiato. Qui la morfologia dell’ambiente cambia: il vallone ha alti fianchi rocciosi, le pendenze cambiano. Diciamo che ora segui dei prati quasi pianeggianti, intervallati da più o meno brevi tratti di salita. Problemi di orientamento non dovresti averne: è tutto dritto! La pendenza torna ad essere importante in corrispondenza dell’incisione della Val del Menegaldo (1635 mslm). Alcuni ripidi tornanti, e il sentiero diventa una specie di stretta e dissestata carrareccia. Una decina di minuti, e dovresti raggiungere la Busa del Toro. Ed ecco il bivacco. Una conca erbosa. Verso nord ovest, delle meravigliose bancate di calcari rossi (dove puoi trovare fossili in abbondanza). Verso sud, il bozzo erboso di Monte Mondo (2039 mslm). Casera Campotorondo sembra essere al centro del mondo. La Casera Campotorondo è una ex malga in pietra composta da due edifici. Uno è adibito a bivacco per gli escursionisti, mentre l’altro è in utilizzo all’Ente Parco per la sorveglianza. C’è un terzo mini-edificio, una specie di rimessa-legnaia. Già l’esterno promette bene: un bellissimo tavolone in legno con panchine posto al centro del prato recitato (ricordati di chiudere il recinto! Perché? Vedi foto sotto) e un braciere per i falò estivi. L’interno è suddiviso su due piani: al piano superiore ci sono 8 posti letto (divisi in due stanze), e altri letti lungo lo stretto soppalco, con comodi materassi e pure alcuni cuscini, mentre al piano inferiore c’è una piccola cucina con tutto l’indispensabile, due tavoli in legno con sedie, un lavello e una cucina economica (con legna in abbondanza nella costruzione affianco). In realtà questo è stato anche il mio primo bivacco. Una sorta di battesimo del fuoco: o superi i mille-e-cento di dislivello o questo modo di andare in montagna non fa per te. I miei sforzi sono stati ripagati da una notte buia come la pece puntellata di stelle cadenti. Dicevamo poesia, giusto? Le alternative sono diverse: dipende da quanto ti fermi alla casera, quante gambe hai ancora e come sei organizzato per la discesa. Nei dintorni puoi: Per scendere a valle, hai almeno tre possibilità Ora, l’ultima opzione è DA NON FARE… sempre che tu non sia a tuo agio in ambienti isolati e abbandonati, con pochissime indicazioni scolorite e ogni tipo di paesaggio da attraversare. Noi abbiamo una “bellissima” storia a riguardo, e magari una volta te la racconteremo. Comunque te lo ripeto: lascia stare questa via! Ti sconsiglio abbastanza vivamente di salire a Campotorondo per il sentiero 802 quando il vallone è innevato. La prima difficoltà è data dall’orientamento nella faggeta iniziale, soprattutto se prima di te non è passato nessuno. Ma il vero problema sono i fianchi del vallone, che – se carichi di neve sulle sommità – possono facilmente scaricare, e l’incisione valliva può trasformarsi in una trappola. Certo, io l’ho fatta una volta a piedi dopo una nevicata epocale (racconto la storia all’inizio di Attraverso, il mio libro sulla traversata a piedi dell’Islanda), ma non so se con il senno di poi la rifarei (fatica a parte). Nel caso tu voglia dormire a Campotorondo in inverno, ti consiglio di salire dal Lago della Stua in Val Canzoi. Il sentiero è sempre l’802 fino a Casera Brendol e Malga Erera (1708 mslm), sui Piani Eterni. Da lì dovrai raggiungere Forcella Pelse (ci vuole mezz’ora abbondante), aggirare il Monte Mondo e scendere a Campotorondo. È lunga, ma molto più sicura. Partenza: abitato di Pattine (686 mslm) Arrivo: Casera Campotorondo (1763 mslm) Dislivello: poco meno di 1100 metri Tempo: due ore e mezza per la salita (con poco zaino e se sei in forma, altrimenti calcolane tre) Difficoltà: medio-difficile. La vera difficoltà è data dalla combinazione di dislivello e lunghezza Cartografia: Carta Tabacco n. 22, Pale di San Martino (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)Le nostre percentuali
Da Pattine a Campotorondo
Lungo il (vero) Vallone di Campotorondo
Bivacco Campotorondo: la casera per eccellenza
E dopo la Casera Campotorondo?
Casera Campotorondo in inverno
Bivacco Campotorondo dalla Val del Mis in breve
Buongiorno,
Io vorrei sapere se ci sono servizi wc nel bivacco o nelle vicinanze..e se c’è la possibilità di fare una doccia. Inoltre c’è un rifugio nelle vicinanze per andare a cenare o pranzare?
Spero non ci siano zecche in zona e nel bivacco.
Gentilmente,
Riccardo
Ciao Riccardo, devo rispondere negativamente a tutte le tue domande. Casera Campotorondo si trova in una delle aree più remote delle Vette Feltrine, è lontano ore da rifugi gestiti e organizzati. Doccia non se ne parla e, per quanto riguarda servizi… nemmeno (c’è un bagno, in effetti, ma non è collegato a fognature).
Infine, va male anche lato zecche: le Vette Feltrine sono un habitat ideale, e si trovano sempre.
Campotorondo è un bivacco nel vero senso della parola, spartano, e bellissimo proprio per quello. Richiede però un po’ di esperienza perché non si trasformi in un disagio. Faci sapere se decidi di andarci lo stesso!
Ciao Riccardo,
L’ultima volta che ci sono stato era attiva a pochi metri anche una discoteca con ottime frequentazioni (di vacche) e drink di ottima fattura.
Buona permanenza
Ti stai riferendo immagino a Malga Erera? Eh, lì quelle vacche fanno sempre festa!
Ciao! Info rapida…. Ci sono fontanelle sorgenti o torrenti nei pressi dei bivacchi che hai nominato?
Ciao Paolo, risposta veloce: no… la zona è proverbialmente secca. la fonte più vicina è verso malga Erera (1h scarsa). C’era una cisterna di raccolta acqua piovana, al tempo, non so se c’è ancora (ovviamente, da potabilizzare).
Se vai, facci sapere cosa trovi!