Il Bivacco Feltre-Bodo sulle Feltrine la meta per la notte. Controllo il percorso in carta, preparo lo zaino con tutto il necessario e sono pronta per la mia “dose di freddo”. 

L’ultima volta che Davide mi ha portata in un bivacco fuori stagione abbiamo dormito a meno 10 gradi e non c’è stato verso di scaldare l’ambiente. Anche se devo ammettere che in quell’occasione ho conosciuto dei simpaticissimi ragazzi friulani, diciamo che parto quantomeno prevenuta, ma la curiosità è decisamente troppa per tirarsi indietro.[Ripasso a distanza di un anno solo per documentare che è riuscito a farmi dormire a -36° al Campilussi in Ortigara – no comment].

Dopo la notte al bivacco Feltre Bodo

Sentiero 806: dalla Val Canzoi al bivacco Feltre-Bodo 

Davide aveva già percorso il sentiero fino al bivacco Feltre-Bodo in pieno inverno mentre io ero a sciare, poi sono arrivate le stagioni del bel tempo con le mille cose (montane) da fare e ora è finalmente arrivato il momento di scoprire questo angolo di Feltrine anche per me. 

Parcheggiamo l’auto nei pressi dell’Albergo Alpino Boz, in Val Canzoi, e iniziamo la salita costeggiando il Lago della Stua che ci accoglie con il suo improbabile colore azzurro tiffany che spicca tra i rami imbruniti degli alberi di inizio autunno. 

Lago della Stua

Seguiamo il sentiero 806 che in breve si rivela essere ricco di sorprese: cascate fragorose che cadono in piccole pozze d’acqua cristalline mi lasciano a bocca aperta. 

Il sentiero è ben segnato e piuttosto ben tenuto, ma la salita si fa bella ripida, tanto da farci fermare in più punti per riprendere fiato: in totale sono infatti quasi 1400 metri di dislivello

Camminiamo piano, abbiamo tutto il tempo. 

L’autunno è la stagione dei pigri (disse lei dopo 1400 metri di salita!). 

Pozze carsiche sulle vette feltrine

Il bivacco Feltre-Bodo e le casette di Snoopy

Dopo un paio d’ore abbondanti di cammino il bosco si apre su una bellissima prateria a forma di anfiteatro – Cimonega – da dove scorgiamo per la prima volta il bivacco Feltre-Bodo.

E’ bellissimo, anzi sono bellissimi, perché i bivacchi in realtà sono due: uno accanto all’altro. Entrambi di lamiera rossa ricordano la tipica casetta di Snoopy.

Da qui la curiosità si fa troppa e il passo accelera di conseguenza. 

Proseguiamo ancora in salita passando altre cascate, altre pozze cristalline, due semplici tratti attrezzati (nulla di impegnativo) e finalmente arriviamo alla nostra meta tutta rosso fiammante. 

Il più piccolo dei due ricoveri ha solo due letti a castello (quattro posti in tutto) ed è già occupato da due signori che vengono dall’Alaska e stanno facendo l’Altavia numero 2. 

Il bivacco più grande, dove dormiremo noi, ha invece ben 15 posti letto con materassi e coperte e due tavoloni di legno con panche accanto a delle belle finestre che si affacciano sulle montagne. La vista è strepitosa e la notte al bivacco Feltre-Bodo si preannuncia magica. 

Bivacchi Feltre Bodo

Ci sediamo fuori, sulla roccia ancora calda della giornata, apriamo una birra e condividiamo l’altra con i due alaskani parlando di viaggi, montagna e differenze culturali mentre il sole inizia a calare dietro le montagne. L’empatia, per il comune amore per la montagna, la natura e l’esplorazione, è molto forte.

Ho portato su due lattine di Moretti, una dei marchi low profile per eccellenza. A noi ne sarebbe bastata una, ma se hai una birra in più non sbagli mai: puoi offrirla ai tuoi nuovi amici e accelerare il processo di conoscenza e amicizia!

In più la nostra “birra da muratori” ha fatto successo: complice anche, forse, una prodigiosa somiglianza tra il Baffo Moretti e Ben, uno dei due escursionisti d’oltreoceano.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

L’alba dal Bivacco Feltre-Bodo

Inaspettatamente la notte al bivacco Feltre-Bodo è stata calda! Il sole durante la giornata ha scaldato la lamiera del bivacco che durante la notte ha rilasciato un po’ di calore, il sacco a pelo e le coperte di lana grossa hanno fatto il resto. 

Nonostante il tepore della notte, la giornata inizia prestissimo: impossibile restare a letto quando sai che fuori sta nascendo l’alba!

Esco in punta dei piedi trascinandomi dietro il sacco a pelo e mi godo, seduta all’esterno, la luce del giorno crescere. 

Alba e nuvolette sulle Feltrine dopo la notte al Bivacco Feltre BodoBuffe nuvolette rosa si scontrano con i drammatici profili scuri delle montagne mentre dietro di me quelle più alte rispondono rilucendo di oro. 
Non resisto e vado a svegliare Davide, non sembra esserne troppo contento, ma non può perdersi questo spettacolo!

Facciamo colazione con ciò che abbiamo, il sole sta già iniziando a scaldare la montagna e guardiamo sulla carta la giornata che abbiamo davanti. 

Nessuna voglia di scendere a valle, ma anche nessun programma pianificato: un’accoppiata vincente! 

Alba e nuvolette sulle Feltrine dopo la notte al Bivacco Feltre Bodo

Piz di Sagron

Decidiamo di salire al Piz di Sagron dato che da poco (abbiamo letto) la traccia di salita per la cima è stata risistemata. 

Lasciamo lo zaino al bivacco e procediamo per questa ascesa che è una via normale con arrampicata di primo e secondo grado che, fino a una forcella senza nome, è più un “rampegottare”.

Ci mettiamo circa quaranta minuti ad arrivare qui (sembrava molto più breve in carta) e ci gustiamo il panorama sulla valle sottostante e sulla nostra casetta che, ormai, è solo un puntolino rosso in lontananza. 

Il tempo però nel frattempo è cambiato: il sole ha lasciato spazio a basse e nere nuvole che in breve ci avvolgono. 

La visibilità è pochissima per cui non ci sentiamo sicuri di procedere fino alla cima. 

Alba sulle Feltrine

Il giro ad anello: Bivacco Feltre-Bodo – Rifugio Boz – Malga Alvis e Lago della Stua

Decidiamo di tornare al bivacco e fare uno strepitoso giro ad anello.

Il sentiero fino al Boz (è l’801, e corrisponde a un tratto dell’Altavia numero 2) segue in carta la stessa curva di livello, ma in realtà scende tra i mughi per poi risalire alla Forcella dei Bechi e da qui tornare a mezza costa. Il sentiero è bellissimo, avvolto nella nebbia, e così isolato che non incontriamo nessuno lungo tutto il percorso. 

Verso il Rifugio Boz

Il Rifugio Boz è una vera perla: mattoni bianchi, fiori profumati alle finestre, panche di legno fuori e profumini invitanti. Nonostante sia ottobre è ancora aperto – “merito” della stagione tardiva – così ne approfittiamo per una birra e un piatto in due: funghi, formaggio fuso e pastin consumati con una vista incredibile… è questo il paradiso? 

Accanto al Rifugio c’è il bivacco invernale Matteo Fiori, su due piani. La parte sotto è chiusa, mentre salendo una scala a pioli fino al piano superiore si trovano quattro letti con coperte e un piccolo tavolino. Uno di quei sogni per l’inverno: magari con sci d’alpinismo o ciaspole ai piedi

(Il Rifugio Boz è comunque un vero crocevia di sentieri: anche solo per raggiungerlo dalla Val Noana puoi fare tre percorsi diversi! Il piatto con polenta, pastin, funghi e formaggio è solo il secondo motivo per inserirlo nella lista dei migliori rifugi in Veneto).

Autunno sulle Feltrine

Verso Malga Alvis

Il sentiero prosegue, guardando il bivacco, sulla destra (bisogna fare attenzione perché non è molto visibile) e poco dopo si incrocia un basso cartello con indicazione per Passo Alvis. Sono un centinaio di metri di dislivello per arrivarci.

Dopo il passo il sentiero è tutto in discesa. Le nuvole basse ci impediscono la visibilità per ammirare il panorama, ma l’atmosfera che si respira è fantastica, tipicamente autunnale

Arriviamo a Malga Alvis dopo un’ora di cammino. La malga è chiusa, ma accanto si trova il bivacco Alvis, una grande struttura di pietra (era una stalla) con uno spettacolare camino centrale, panche e soppalco di legno con letti e materassi. Il Bivacco sarebbe davvero splendido se non fosse che è tenuto parecchio male: legna sparsa per terra, un letto abbandonato in mezzo alla stanza, sporcizia ovunque.

Peccato perché quel camino centrale e le griglie accanto promettevano davvero bene!

Pulito, accogliente (a parte per certi spifferi al piano superiore), pieno di grigliate, vino rosso e risate. Me lo ricordo così, bivacco Alvis, dieci o quindici anni fa.

 

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Malga Alvis

Verso il Lago della Stua

Da qui il sentiero, immerso nel bosco, è tutto in discesa verso il Lago della Stua. Ci vogliono un paio d’ore per percorrerlo. 

Foglie scrocchiarelle sotto ai piedi, profumo di funghi e di terra bagnata, il sole che sbuca tra le foglie degli alberi, e a completare il tutto l’alternanza di sfumature rosse, oro, verdi, gialle e marroni.

Chi ama l’autunno sa di cosa sto parlando.

Il lago è sempre lì, uguale al giorno prima, immobile. Chissà se anche noi qui siamo gli stessi del giorno prima. I boschi portano ancora i segni della tempesta Vaia, il lago sembra meno pieno del dovuto, malga Alvis è sporca e maltrattata.

Una cosa è cambiata di certo: i -10° della precedente esperienza sono già un lontano ricordo ed ora non vedo l’ora della prossima notte in bivacco!

 

Tutto sulle Vette Feltrine (e dintorni)

Avamposto meridionale delle Dolomiti Bellunesi, le Vette Feltrine hanno dalla loro una cosa stupenda: sono sufficientemente selvagge e poco frequentate da permetterti anche con poco una bella immersione nella natura (ma non sono impenetrabili come i vicini Monti del Sole).

Sulle Feltrine trovi davvero ogni espressione della montagna: rigogliosi boschi e prati fioriti, facili rilievi erbosi e cime scabre e rocciose, sentieri fattibili e viaz “per pochi”. Vuoi fermarti? Ci sono rifugi, bivacchi ristrutturati di fresco, e spartane casere.

Voglia di una notte in bivacco?

Ti capiamo. Il bivacco è la nostra passione, nonché una delle cose che ci ha fatto innamorare della montagna. C’è poco da fare: la solitudine dei boschi e della roccia, il pasto frugale cucinato su un fuoco scoppiettante, le notti trapuntate di stelle… basta essere in grado di sopportare qualche piccolo disagio, e il premio è un’esperienza sempre importante. Questi sono alcuni dei bivacchi che abbiamo frequentato tra le nostre montagne.