E “all’ombra” lo è davvero, il Bivacco Molino in Val d’Ala nelle Valli di Lanzo. Tanto che quella massa rocciosa è lì che ti guarda per tutto il tempo, mentre osservi gli stambecchi fuori dal bivacco, mentre ti scaldi un tè sulle rocce, mentre passeggi verso il Passo dell’Ometto. E non fa che provocarti, l’Uja di Mondrone: sali qui in cima!, sali qui in cima! Ma partiamo dall’inizio, cioè da quando parcheggiamo l’auto lungo la provinciale, in un caldo sabato di giugno.

Silvia e Davide al Bivacco Molino

Da Molette all’Alpe Pian Bosco

Percorriamo la strada provinciale della Val d’Ala – centrale delle Valli di Lanzo – e raggiungiamo Mondrone, che superiamo. Molette, l’abitato successivo, è stretta contro l’asfalto, per cui parcheggiamo in uno spazio lungo la strada, poco più avanti. A piedi, torniamo a Molette: l’escursione inizia qui (1341 mslm), dove una serie di pannelli in legno indicano mille località, tutte raggiunte dal sentiero 233!

Se non trovi spazio per l’auto qui, puoi proseguire verso Chiambertetto, parcheggiare e iniziare la salita da qui, seguendo la strada al di là del fiume.

Saliamo quindi tra le case, superiamo in bella salita l’abitato, e siamo nel bosco. Il sentiero, incassato tra i muretti a secco e le ortiche, sbuca in cinque minuti su una forestale, che percorriamo in salita. Al secondo tornante, ritroviamo il nostro sentiero sulla sinistra (indicazioni).

Avvertenza importantissima. Da Molette al Bivacco Molino, il sentiero non molla un attimo. Qualcuno, tra le case di Molette, ce l’aveva detto!

La prima parte del sentiero è piuttosto uniforme. Si sale prima al limite al bosco, e poi dentro quest’ultimo e, con un po’ di tornanti, si sbuca su dei bei prati (pendenti anch’essi). Sopra di noi, l’Alpe Pian Bosco (1699 mslm), che raggiungiamo.

Alpe Pian del Bosco

Dall’Alpe Pian Bosco al Bivacco Molino

Fontana fresca all’alpe, popolata di tante bellissime mucche al pascolo – almeno quando siamo passati noi. Il sentiero 233 prosegue giusto dietro all’edificio principale dell’alpeggio, stretta traccia in salita: nota bene che NON è la forestale che, quasi in quota, segue verso est, bensì la direzione indicata da freccia bianca e scritta “B MOLINO” su una grossa roccia.

Il nostro sentiero sale il dorso di bosco rado al di qua dell’incisione del Rio Maian, tra profumi di prezzemolo selvatico e gorgogliare d’acqua. Siamo ancora in salita, superiamo un ruscello,

Poco più in basso di località Alpe le Piane, a quota 2008 mslm, troviamo un bivio ben segnalato: noi seguiamo il 233 verso destra, ma notiamo che un anonimo recensore ha scritto, in pennarello, sul segnavia 232, le frasi “sentiero del cazzo” per il Lago Mercurin e “Sono serio state a casa” per il Lago del Ru. PS, qui parte la via normale per la Uja di Mondrone.

L’ambiente ora è cambiato, e la rigogliosa vegetazione dell’ultima centinaia di metri lascia il posto all’erba e alla roccia, con grandi massi tra i quali passiamo per entrare nella parte alta del vallone del Rio Maian, che attraversiamo di nuovo. Il sentiero è una bella traccia facile da seguire e in salita (ovvio), e ci fa percorrere un versante erboso – un piccolo tratto è franato, e ci si deve architettare per superare un tratto fangoso (non difficile).

Sulla nostra sinistra, compare la Uja di Mondrone, e non ci lascerà più.

Timido, in cima al dosso di fronte a noi, compare un tetto di lamiera marrone. Noi arriviamo ad un ennesimo passaggio sul ruscello (2265 mslm, cartelli di legno), in corrispondenza del quale prendiamo a sinistra. Saliamo gli ultimi venti metri di dislivello tra grossi massi, seguendo i segnavia, e siamo al bivacco. Di buon passo, ci abbiamo messo due ore e mezza.

Bivacco Molino

Il Bivacco Molino

Situato a 2278 mslm, il Bivacco Molino fa subito simpatia: è una casetta completamente di legno, cucciola se comparata alla massa rocciosa della Uja, il quasi 3000 (2967 metri per la precisione) che la sovrasta – e che, con il suo alone di nuvole grevi, sembra ancora più aggettante. L’interno è spartano, ma c’è quello che serve: una ventina di posti letto con materassi, cuscini e diverse coperte, un tavolo e due panche, stop. C’è il libro di bivacco.

interno del Bivacco Molino

Fuori, grossi massi perfetti per sedersi ad ammirare le montagne al di là della Val d’Ala, una scritta indica un non ben identificato WC, ciuffi rigogliosi di Rodiola rosea ovunque, gli stambecchi maschi che la sera scendono dalla Pera Morta, scornandosi. Il resto, è tutto lasciato alla convivialità che puoi giocarti con gli altri ospiti del bivacco (se ce ne sono).

Davide di fronte all'Uja di Mondrone

PS I commenti nel libro del bivacco raccontano, in inverno, di prodigiosi spifferi, e temperature proibitive.

Tra le cose che puoi fare una volta qui, ti consiglio di fare qualche passo verso Passo dell’Ometto. Dal bivacco scendi verso il ruscello, e pieghi sulla sinistra, risalendo dapprima la strozzatura dalla quale scende l’acqua. Ti ritroverai in una conca di rara bellezza (“I Fondi”), un ambiente alpino davvero eccezionale. Eravamo felici (si nota?).
Il passo si trova a 2614 mslm, incassato tra le montagne, e in giugno è ancora innevato.

Dal Passo dell’Ometto puoi anche scendere nel selvaggio vallone di Sea, raggiungere l’Alpe di Sea e risalire in breve al Bivacco Gias Nuovo. E l’avventura continua!

Silvia verso l'Uja di Mondrone

Un cenno storico. Il bivacco nasce come appoggio per le palestre di roccia che si trovano in zona, nel 1987. È intitolato a Bruno Molino, soccorritore alpino.

Normalmente, la discesa avviene per la via della salita. Questa sono i dati tecnici in brevi della salita, e la traccia GPS.
Se invece ti interessa il giro ad anello (più difficile) leggi oltre!

Salita al Bivacco Molino da Molette: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo Alpi Graie, Valli di Lanzo, Val d’Ala, versante di sinistra idrografica
📍 Partenza da Molette (1341 mslm)
🏅 Arrivo Bivacco Molino (2279 mslm)
📐 Dislivello poco meno di 1000 metri
📏 Lunghezza 3,83 km
⏱️ Tempo 2 ore e mezza
😅 Difficoltà Media, per la pendenza sempre decisa
💧 Acqua Sì: all’Alpe Pian Bosco
🗺️ Cartografia L’Escursionista 1:25.000 n.17 – Alte Valli di Lanzo (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS

Discesa ad anello per il Colletto della Pera Morta e l’Alpe Pian del Lago

È mattina, stambecchi curiosi ronzano attorno al bivacco, facciamo colazione ma di scendere non abbiamo voglia. Proviamo l’anello?

Silvia tra gli stambecchi

Dal bivacco scendiamo verso il ruscello, e da qui seguiamo le indicazioni per Pian delle Mule: è il sentiero in decisa salita, ora di fronte a noi. Pochi minuti e siamo al Colletto della Pera Morta, bel valico a 2336 mslm.

Da qui non abbiamo problemi a seguire il sentiero che, all’incirca in quota, taglia il versante della grande conca che scende da Cima Laitosa. Serve solo fare attenzione a individuare sempre i segnavia dipinti e i rari ometti, perché la traccia si fa alle volte evanescente. Dopo circa un’ora dalla partenza, scendiamo con decisione verso l’Alpe Pian del Lago (2236 mslm).

C’è il sole, i ruderi sono atmosferici, ovunque crescono ortica e buon enrico, l’acqua della pozza ondeggia piano… che pace.

Il Lago Vasuero

Quando sei all’alpe, non farti ingannare: c’è sì uno specchio d’acqua tra le casette in pietra, ma il bello deve ancora venire. Rispetto a dove dove sei arrivato, supera il lago: troverai dei cartelli, uno dei quali indica a sinistra la direzione per il Colle Trione. Segui il sentiero in salita (sono solo 30 metri di dislivello) e raggiungi il Lago Vasuero (2240 mslm).

Splendido, più grande di quanto non sembri in carta, adagiato tra le rocce. Vale la pena di salire sul colle allungato che lo separa dall’alpe, per ammirarlo: allungato, sembra la propaggine di un fiordo dal blu intenso.

Lago Vasuero

Dall’Alpe Pian del Lago a Molette

Torniamo all’Alpe, e qui inizia la complicata discesa.

Complicata perché questo ampio versante è solcato dai sentieri che uniscono i tantissimi alpeggi – molti dei quali abbandonati. Sia la cartografia che le app non sono troppo aggiornate, quindi conviene stare sempre all’erta e individuare i nomi degli alpeggi per i quali passi. In più, il profondo solco del Rio della Chiesa rende difficile pensare di “tagliare” il versante se hai sbagliato direzione, o non sai dove ti trovi.
Se non hai molta esperienza nell’orientamento in montagna, il rischio di perdersi è dietro l’angolo!

Detto questo, noi:

  • scendiamo dall’Alpe Pian del Lago lungo il sentiero 234, e passiamo sotto la Truc Armentera, un dosso isolato;
  • raggiungiamo Alpe Vasuera di Sopra (1997 mslm);
  • scendiamo a Alpe Vasuera di Sotto (1863 mslm) dopo aver intercettato il sentiero corretto (vedi traccia GPS);
  • seguiamo il sentiero 233A fino all’Alpe Pian Prà (1783 mslm), la riconosci per il bel prato che ha di fronte e per la fontana che ti accoglie;
  • prendiamo la strada forestale sulla destra e la seguiamo fino a Alpe Pian Bosco (questo tratto è un pezzo della “nuova variante d’accesso” al bivacco).

Da qui, la sappiamo: è la via di salita del Bivacco Molino.

Anello Molette – Bivacco Molino – Alpe Pian del Lago: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo Alpi Graie, Valli di Lanzo, Val d’Ala, versante di sinistra idrografica
📍 Partenza da Molette (1341 mslm)
💍 Punti dell’anello Bivacco Molino (2279 mslm), Colletto della Pera Morta (2336 mslm), Alpe Pian del Lago (2236 mslm)
📐 Dislivello 1100 metri
📏 Lunghezza 11,9 km
⏱️ Tempo 6 ore e mezza
😅 Difficoltà Difficile, per la pendenza sempre decisa della salita, e alcune questioni di orientamento in discesa
💧 Acqua Sì: all’Alpe Pian Bosco a Alpe Pian Prà
🗺️ Cartografia L’Escursionista 1:25.000 n.17 – Alte Valli di Lanzo (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì: la traccia della salita la trovi poco sopra, qui trovi quella della discesa/secondo giorno