Guardi la carta topografica del Lago Bohinj e ti rendi subito conto di una cosa: l’immensità delle montagne che si stagliano tutt’attorno. Siamo nel Parco Nazionale del Triglav e, nonostante alcuni monti abbiano altezze notevoli, la cosa che più colpisce è la vastità degli spazi. E così, quasi intimiditi, ci avviamo verso questo primo assaggio invernale: la ciaspolata al Rifugio Dom na Komni.

Silvia e Davide nel Parco del Triglav

Da Dom Savica a Dom na Komni

Lasciamo lo splendido Lago Bohinj alla sua atmosfera spettrale da pieno inverno e proseguiamo fino al parcheggio del Rifugio Dom Savica (656 mslm). La strada viene pulita tutto l’anno, quindi si può arrivare comodamente in auto fino a qui. Ci sono diversi posti per parcheggiare.

Leghiamo le ciaspole allo zaino e ci incamminiamo verso la fine della valle, seguendo il corso della Mala Savica. Il sentiero non ha numero (almeno in carta), ma è impossibile sbagliarsi, dato che da qui ne parte solo uno. Dopo pochi metri, lasciamo sulla destra la deviazione che porta verso la cascata Slap Savica.

Per raggiungere la cascata si paga un biglietto di pochi euro e si percorre un breve sentiero (dieci minuti).

Un curioso segnavia dipinto su un masso è, sulle prime, difficile da comprendere: è uno zigzag che termina con due frecce e sovrasta un 1. Poi capiremo: proseguiamo infatti lungo il sentiero che da qui si fa un po’ più stretto e via via più tortuoso. Il percorso è sempre comodo e segue tornanti regolari, evitando improvvise pendenze o strattoni. L’atmosfera nel bosco è piuttosto cupa, perché oggi le nuvole basse impediscono al sole di sbucare, ma è resa comunque interessante dalla neve che in questa zona abbonda sempre e dalla possibilità che, insistendo con la salita, riusciremo ad uscire proprio sopra le nuvole.

Il percorso è spesso battuto: non dalla motoslitta, ma dal passaggio di altri escursionisti. A seconda dell’innevamento e del momento della stagione, le ciaspole potrebbero non essere necessarie.

Bohinj in inverno

E finalmente eccoci: usciamo dalle nuvole! Quello che, sotto di noi, dovrebbe essere lo specchio d’acqua del Lago Bohinj, in realtà altro non è che un morbido cuscino di nuvole. Sopra, il sole! Anche il bosco diventa più luminoso: è la magia della neve illuminata, c’è poco da fare!

Davide durante la ciaspolata da Bohinj

Dopo gli ultimi tornanti, il sentiero si insinua tra due bassi rilievi, la pendenza si fa più morbida e graduale. Aggiriamo un costone, saliamo alcuni altri tornanti, e usciamo dal bosco poco prima delle indicazioni per il rifugio. Ci troviamo qui ad un bivio: sulla sinistra il RIfugio Dom na Komni, sulla destra il Rifugio Koca pod Bogatinom (che teniamo per un piccolo giro ad anello in quota). Una ulteriore traccia si allontana verso nord, in direzione del cuore del massiccio del Triglav.

Il Rifugio Dom na Komni

Prendiamo a sinistra e, oltrepassata una costruzione dal tetto a punta, ci troviamo in 5 minuti di fronte alla grande mole del Rifugio Dom na Komni (1520 mslm).

RIfugio dom na Komni

Il panorama da qui è grandioso: siamo nel cuore del Parco Nazionale del Triglav e cercare il leggendario Zlatorog tra queste cime è quasi un obbligo!

Zlatorog è il camoscio bianco dalle corna d’oro che, secondo la leggenda vive alle pendici del Triglav. Per scovarlo hai tre modi:

  • vagare tra queste montagne
  • essere un minatore impegnato a cercare metalli preziose (sempre tra queste montagne, però in profondità)
  • bere la Lasko: il simbolo di questa birra è proprio Zlatorog!

Per fortuna che la birra Lasko, in Slovenia, non manca mai: ti renderà più semplice la missione di trovare il magico ungulato.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Ma… sorpresa delle sorprese: il rifugio è aperto! Ne abbiamo il sentore mentre leggiamo il gran numero di pannelli che spiegano anelli e alte vie: qualcuno scende dalla scaletta del terrazzo… Nonostante Google lo desse chiuso e nonostante quindi le nostre azzerate aspettative, ci troviamo all’interno di una bella sala confortevole addobbata per il Natale e, in men che non si dica, di fronte ad una deliziosa jota.

Silvia al Rifugio dom na Komni

Ok, io sono particolarmente in fissa con questo piatto, ma ti assicuro che era davvero buona (potrei metterla allo stesso livello di quella del Rifugio Tamar – altro rifugio sloveno aperto tutto l’anno). Aggiungici poi che, senza rifugio, tutto quello che avremmo mangiato sarebbe stato un uovo sodo e una barretta (da dividere): non molto allettante, ma in casa non avevamo altro.

Anche i gestori sono gentilissimi, parlano un po’ di italiano, e ci spiegano che, salvo qualche settimana a novembre di ferie, loro sono sempre aperti: tutto l’anno, tutta la settimana. Davvero una rarità, e tanto più considerato che per venire fino a qui la camminata non è proprio breve. la combinazione spiega perché questo luogo sia così amato dagli sloveni.

Dal Rifugio Dom na Komni a Koca pod Bogatinom

Soddisfatti del pranzetto ci incamminiamo lungo il sentiero che collega il Rifugio Dom na Komni al Rifugio Koka pod Bogatinom. La direzione da seguire è semplice e anche qui non ci si può sbagliare, perché basta andare “sempre dritti”. Il sentiero è per lo più pianeggiante e lo scenario è incantevole: una coltre bianca ricopre la splendida dolina che separa i due rifugi, mentre le cime svettano tutt’attorno con il loro fare drammatico. Bellissimo!

verso il RIfugio Koca pod Bogatim

In circa 10 minuti raggiungiamo il Rifugio Koča pod Bogatinom (1513 mslm).

RIfugio Koca pod Bogatim

Durante la Prima Guerra Mondiale, qui c’era un ospedale militare, del quale il rifugio attuale riprende in parte la posizione. Tutto attorno, altri edifici e strutture: una cittadella con almeno 20 edifici, che rispondeva a funzioni di approvvigionamento strategico.

La piramide che precede il rifugio (qui sotto si vede che sbuca dalla neve) è un ossario, sotto il quale furono sepolti i resti dei soldati morti presso l’ospedale, precedentemente seppelliti in un piccolo cimitero.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

RIfugi Bohinj in inverno

Qualche minuto su una panchina assolata a curiosare le piccole baite e fienili che si trovano qui attorno e poi iniziamo a scendere. Ripercorriamo il sentiero a ritroso, tranne una piccola deviazione evidente che consente di evitare il Rifugio Dom na Komni: arriviamo direttamente al bivio che separa i due. E poi via, giù lungo il sentiero dell’andata, a reimmergerci tra le nuvole.

Parco Nazionale del Triglav

Ciaspolata al Rifugio Dom na Komni e Koka pos Bogatinom: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo In Slovenia, sulle Alpi Giulie, nella valle di Bohinj.
📍 Partenza da Rifugio Dom Savica (656 mslm)
🏅 Arrivo Rifugio Dom na Komni (1520 mslm) e Rifugio Koča na Bogatinom (1513 mslm)
📐 Dislivello 864 metri
📏 Lunghezza 6,4 km solo la salita
⏱️ Tempo 3 ore e mezza solo la salita
😅 Difficoltà Medio-difficile: solo il dislivello è impegnativo
💧 Acqua No
🗺️ Cartografia Tabacco 1:25.000 n. 66 – Tolmin, Bohinjske Gore, Krn, Vogel, Rodica (se non ce l’hai puoi comprarla qui) oppure n. 65 – Alpi Giulie Orientali, Julijske Alpe, Bohinj, Triglav (se non ce l’hai puoi comprala qui)
🛰️ Traccia GPS