Abbiamo esplorato la Val Gares in lungo e in largo (c’è il resoconto con il quale puoi seguire le nostre tracce): l’abbiamo adorata, anche per il mix di facili passeggiate e trekking impegnativi. La salita a Malga Stia appartiene di diritto alla prima categoria, ma può essere facilmente allungata fino a Forcella Stia per entrare in un ambiente più alpino, comunque senza difficoltà.
⛰️ Dove siamo | in Val Gares, laterale della Val del Biois e porta d’accesso delle Pale di San Martino. Provincia di Belluno. |
🗓️ Quando l’abbiamo fatta | In giugno |
📍 Partenza da | Gares (1381 mslm), parcheggio piuttosto ampio a inizio paese. |
🏔️ Arrivo | Malga Stia (1785 mslm) e Forcella Stia (2190 mslm) |
📐 Dislivello | 400 metri fino alla malga, altri 400 fino alla forcella |
📏 Lunghezza | 4 km fino alla forcella |
⏱️ Tempo | 1 ora fino alla malga, poco meno di due ore fino alla forcella |
😅 Difficoltà | Facile fino alla malga, media per il tratto di salita alla forcella |
💧 Acqua | Solo alla malga |
🗺️ Cartografia | Carta Tabacco n. 15 – Marmolada, Pelmo, Civetta, Moiazza (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon) oppure Carta Tabacco n. 22 – Pale di San Martino (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon) |
🛰️ Traccia GPS | Sì, la trovi in fondo all’articolo. |
Salita da Gares a Malga Stia
Si parte dal parcheggio di Gares paese (1381 mslm), dove un segnavia indica chiaramente la direzione per Malga Stia. Superata la piccola chiesa della Beata Vergine delle Grazie e di San Gottardo, e finite le abitazioni, la strada diventa una forestale ben tenuta, da seguire fino all’arrivo in malga.
L’alternativa è quella di inforcare il sentiero 754, chiaramente indicato a pochi minuti dalla partenza, che sulla sinistra taglia per il bosco. Con una avvertenza: noi abbiamo trovato l’attacco transennato per lavori di sistemazione, dato che durante l’inverno erano caduti diversi tronchi. Fai quello che ti dicono le eventuali segnalazioni!
Seguiamo quindi la forestale, che con numerosi tornanti – e una pendenza mai impegnativa – ci porterà in poco meno di un’ora alla conca erbosa dove sorge la malga. Mentre saliamo, guardiamo spesso alle nostra spalle: si aprono le pareti rocciose che “chiudono” la Val Gares, mentre verso est la bellissima cresta che da Campigat porta a Forcella Caoz ci ricorda il bellissimo trekking che ci ha fatto innamorare di questa valle.
Malga Stia
Siamo accolti dall’allegro scampanellare delle mucche. Malga Stia (1785 mslm) è un bell’edificio in pietra e legno, con una posizione panoramica invidiabile (neanche a dirlo, la terrazza punta proprio in quella direzione). Non solo: è una malga… didattica, dato che lungo i muri della stalla, una pletora di pannelli racconta tutto quello che c’è da sapere su storia, tradizioni, geologia, flora e fauna della valle. Alcuni pannelli orientati spiegano inoltre come riconoscere le cime che compongono il panorama: Agner, Comelle e Focobon su tutte.
A Malga Stia si mangia, e anche bene, stando a quello che ci hanno raccontato a valle durante il nostro periodo da nomadi digitali in montagna. Noi l’abbiamo trovata in quella fase, ohimé, che precede l’apertura stagionale: ma si vocifera che oltre ai prodotti e ai piatti tipici delle malghe, qui si preparino anche degli ottimi primi. Ci rivedremo, quindi, Malga Stia!
Da Malga Stia a Forcella Stia
Difficile resistere alla tentazione di spingersi verso l’avvallamento tra Cimon della Stia e la cresta che sale verso i Focobon: la conca diventa un prato in salita bordato da abeti, che gradualmente si trasforma in roccia. Un ruscello solca il prato, le marmotte fischiano i loro avvertimenti prima di infilarsi nelle loro tane.
Seguiamo allora i bolli rossi verso la forcella: l’orientamento non è difficile, basta seguire la traccia del sentiero 752 abbastanza evidente. La pendenza aumenta gradualmente, per poi farsi più impegnativa per l’ultimo centinaio di metri di dislivello. Il sentiero non è mai difficile: soltanto un punto può essere invaso dalle acque di scioglimento dei nevai e dal ruscello, e potrebbe risultare fangoso o scivoloso per cui richiede passo fermo.
Tempo di un’ora, e siamo su Forcella Stia (2190 mslm). Ci spingiamo al limite della sella erbosa: il panorama sui Focobon ancora innevati, sulla valle Focobon sottostante e sul Mulaz è molto bello, con la neve in scioglimento che chiazza un panorama ancora grigio e marrone. In basso, minuscola, si scorge Casera Focobon.
Il Cimon della Stia è imponente, con la sua massa vulcanica, scura, nella quale si riconoscono le colonne laviche.
Dalla forcella, stando alla carta e alle testimonianze che abbiamo raccolto, un impervio sentiero dolomitico (il 722) permette di raggiungere il Rifugio Volpi al Mulaz. Per noi impraticabile, data l’abbondanza di neve.
Nota sulla discesa
La via più facile per la discesa è quella dell’andata.
Per la cronaca, nel tentativo di fare un giro ad anello, dalla malga abbiamo provato a prendere il sentiero 770, che avrebbe dovuto condurci al bivio con il 755 in discesa a Gares. Purtroppo, già il primo canalone – la Val di Creta, in carta – era ancora ingombro di neve, e il nevaio aveva una pendenza tale da non permettere un attraversamento completamente sicuro. Così siamo tornati sui nostri passi.
Per quanto abbiamo visto, il sentiero 770 è una stretta traccia che segue un versante piuttosto selvaggio, quindi percorrerlo (anche senza neve) potrebbe non essere agevole.
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