È la cima più alta del Friuli Venezia Giulia e una icona delle Alpi Carniche: una vetta massiccia, bellissima, amatissima (lo abbiamo chiesto alla nostra community, la risposta è stata quasi unanime) … e nella nostra esperienza, spesso avvolta dalle nuvole! Questa volta ci siamo armati di previsioni meteo e fiducia, siamo saliti sul Monte Coglians (Hoch Warte per chi parla tedesco) perla via normale… ed è stato splendido come immaginavamo.

Escursione alla cima del Coglians: vie di accesso
Le principali vie per salire sul Monte Coglians sono due:
- la via normale, che ti descriviamo in questo articolo;
- la via ferrata che sale da nord; questo itinerario viene considerato molto difficile, e riservato ad escursionisti esperti con buona pratica di vie ferrate; in molti ci hanno detto che si tratta di una via molto muscolare, poco arrampicabile e tantissima esposizione.
Ma adesso, il racconto della via normale al Monte Coglians!
Dal Rifugio Tolazzi al Rifugio Marinelli
Come sempre si inizia dall’avvicinamento, che – spoiler – è piuttosto lungo ma piacevole.
Parcheggiamo l’auto al parcheggio del Rifugio Tolazzi (1340 mslm); di posti auto ce ne sono molti, ma nelle giornate estive il consiglio è di arrivare prestino non solo per la lunghezza dell’escursione, ma anche per trovare posto.
Il Rifugio Tolazzi, in località Plan di Val di Bos, è un posto super piacevole nel quale farsi una birra e un dolce a fine gita, con il sole che scalda i tavoli all’aperto e la gentilezza dei giovani gestori. I profumini ci hanno trasmesso anche un certo feeling di buona cucina ma ohimè… scesi dal Coglians, l’orario di cena era ancora lontano! In genere al mattino è sempre in ombra per cui il tempo di un caffè e siamo pronti per partire.
Dal Rifugio Tolazzi parte anche il sentiero 144 per il Rifugio Lambertenghi-Romanin e per il Lago di Volaia.

Inforchiamo la forestale e troviamo subito le indicazioni per il sentiero 143 che ci porterà direttamente alla cima (dopo una certa fatica). In corrispondenza del secondo tornante inizia una delle scorciatoie (segnavia bianco rossi) che ci permettono di tagliare i tornanti della lunga carrareccia di accesso al Rifugio Marinelli – ne troveremo diverse.
Saliamo quindi lungo il Rio Morareto, gorgogliante sulla nostra sinistra, attraverso il bosco fino a quando non si aprono i prati di Malga Morareto (anche casera Morareet nelle vecchie carte, 1710 mslm), un piacevolissimo punto ristoro al quale però per ora non passiamo, dato che proseguiamo sul sentiero in salita.
Un aumento di pendenza corrisponde all’attraversamento del Piano dei Buoi, conca pratica avvolta dai versanti vellutati del Monte Floriz e dalla dorsale che porta da Forcella Plumbs al Monte Gola (qui un bellissimo itinerario proprio su questi rilievi). Il nome del Piano è azzeccato: le vacche di Malga Morareto ci accompagnano con il suono ASMR dell’erba strappata e masticata ma, curiosamente e buon per loro, senza lo scampanare dei campanacci.
Le mucche ci accompagnano fino alle ultime rampe verso Forcella Morareet, sulla e oltre la quale sorge il bellissimo edificio del Rifugio Marinelli (2112 mslm), che ci saluta con gli scuri azzurri e bianchi e uno svolazzare di bandierine tibetane.

Il Rifugio Marinelli
Per arrivare al Rifugio Marinelli abbiamo percorso all’incirca metà del dislivello della giornata, quindi è consigliato di fare una pausa qui. Se non ti fidi del consiglio, lasciati attirare dai vasotti di grappe in infusione che ingombrano i poggioli, dalla proposta di bere un kombucha fatto sul posto, dall’atmosfera gioviale, dal panorama spaziale verso la Val Grande e Timau… e dalla mole del Coglians che, visto da qui, non può non fare impressione, mole grigia e austera… nuvole comprese!
Offre ristorante e una 50na di posti letto, ed è intitolato a Giovanni e Olinto Marinelli, geografi – per me questo è un plus! – dei primi del Novecento. In particolare, il pensiero geografico di Olinto è considerato ancora valido e attuale.
Dal Rifugio Marinelli al Monte Coglians
E ora, per la vera salita. Di fronte al Rifugio Marinelli c’è una raccolta di cartelli segnavia. Abbiamo due possibilità:
- seguire di pochi metri lungo la carrareccia – alle spalle del rifugio – fino a trovare il sentiero 143 che sale piuttosto diretto su per un dosso, raggiunge la base del Pic Chiadin, lo sale fin quasi in vetta e poi scende su una sella erbosa (2230 mslm circa);
- dai cartelli, inforcare il sentiero 145 in moderata pendenza; il 145 aggira uno sperone del Pic Chiadin, scende in una conca e risale poi fino a un bivio, dove si prosegue dritti e dove si prende dritti, in salita (a sinistra si andrebbe verso il Sentiero Spinotti e la valle di Pecol, via d’accesso per il Rifugio Lambertenghi e per il Wolayer See).

La via normale al Monte Coglians
In ogni caso, entrambi i sentieri convergono a quota 2300 mslm, in corrispondenza di un’ometto. Non ci sono significative differenze negli itinerari, se non che il sentiero 143, dopo la sella, presenta un paio di pareti verticali da superare con l’aiuto di due tratti di cavo. Tuttavia, io farei questo, almeno in andata, perché passata la sella, si apre un mondo carsico spettacolare: roccia quasi bianca, scanalature, piccoli dettagli del carsismo superficiale – uno spettacolo, specie con le fioriture che tenacemente spuntano da brandelli di suolo davvero minimali, incastonati nella roccia.
NOTA BENE: da qui a quota 2600 seguiremo sia i segnavia banco rossi, che i triangoli della Traversata Carnica.
Ci ritroviamo comunque al bivio di quota 2300, in pieno ambiente roccioso, da dove siamo adesso in piena e pendentissima salita. Abbiamo da affrontare il primo dei due ghiaioni del Coglians: quello più lungo e fastidioso, uno di quelli del genere “un passo in su, due in giù”. Fondo sdrucciolevole, pendenza accentuata, ci vuole un po’ di insistenza per salire.
Il ghiaione termina a quota 2525 mslm, dove il sentiero piega a sinistra; dobbiamo salire una paretina a gradoni naturali dopodiché camminiamo a comodi tornanti sulla roccia; sui 2600 abbondanti tocca al secondo ghiaione: più breve e più semplice del precedente, ma comunque fastidioso.
Raggiungiamo così il punto in cui il sentiero si infila in una specie di canalino in salita, sulla sinistra (segnavia); da qui alla cima, abbiamo un paio di passaggi esposti e alcuni momenti nei quali aiutarci con le mani – facili.
Dalla fine del ghiaione, sono 15 minuti alla cima del Monte Coglians (2780 mslm)!
La cima del Monte Coglians
Campana da suonare, libro di vetta, croce. La cima del Coglians/Hoch Warte è stretta ma ci si sta bene; allungata per permetterci di fare qualche passo e – nuvole permettendo – buttare l’occhio giù verso la Carnia o su verso l’Austria; sotto di noi, verso nord, le valli sono vertiginosamente basse, e le catene che le delimitano paiono vertiginose.
La campana suona più volte: da chi sale sulla via normale e da chi è salito dalla ferrata Weg der 26er, che percorre la parete nord del Coglians. Paninetto, paziente attesa che le nuvole ci offrano degli squarci di panorama, un pensiero da lasciare sul libro di vetta ed è ora di scendere.
Per la discesa, si fa tutto il contrario. Al bivio di quota 2300 mslm (ometto), possiamo scendere per il sentiero 145 oppure per il sentiero 143 (che però in parte risale in Pic Chiadin); in ogni caso sbuchiamo al Rifugio Marinelli.
Ci vediamo qui o al Tolazzi per una birra?
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Da 5 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Via normale al Monte Coglians: dati tecnici in breve e traccia GPX
| ⛰️ Dove siamo | Sulle Alpi Carniche |
| 📍 Partenza | Rifugio Tolazzi (1340 mslm) |
| 🏅 Arrivo | Monte Coglians (2780 mslm) |
| 📐 Dislivello | 1440 m |
| 📏 Lunghezza | 5,86 km la salita |
| ⏱️ Tempo | 4 ore 15 minuti la salita |
| 😅 Difficoltà | Difficile |
| 💧 Acqua | No |
| 🗺️ Cartografia | Tabacco 1:25.000 n. 9 – Alpi Carniche, Carnia Centrale |
| 🛰️ Traccia GPS | Puoi consultarla nell’App FVG Outdoor. |















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