Appena arrivati… e subito in esplorazione! Non abbiamo fatto in tempo a sistemarci nella casa di Nebbiù che ci ospiterà per i prossimi due mesi, che già siamo a camminare lungo i versanti “dietro casa”. L’anello Nebbiù- Monte Trànego-Pozzale, alle falde del Monte Antelao, ci è sembrato l’itinerario ideale per inaugurare la carta topografica di queste montagne; un certo fattore emozionale ha completato il tutto (leggi più avanti).

Da Nebbiù a Forcella Antracisa

Diciamolo subito: per salire in quota, questo non è il percorso più agevole. Ci aspetta infatti una bella tirata… che inizia subito, dal centro di Nebbiù!

Partiamo quindi dalla chiesa di Nebbiù (956 mslm), e seguiamo la strada attraversa le ultime case del paese. Ci lasciamo sulla destra la pittoresca Chiesa Vecchia di Nebbiù, un’originale combinazione di campanile e cappella (rispettivamente del XIII e di fine XV), e proseguiamo la strada, sempre erta, che fiancheggia il Ru Secco.

⚠️Uno stretto tornantino a quota 1040 mslm, e c’è un piccolo inghippo: leggo male la traccia e proseguo sulla più evidente strada, che continua a salire di fronte a me.

La strada si fa sterrata e poi sentiero, sale un po’ nel bosco, e raggiunge la cascatella del Pissandro – 25 metri di caduta d’acqua, e una panchina incassata sotto le rocce che invoglia a una pausa. Peccato che da qui non si vada da nessun’altra parte: proviamo a saggiare il versante sulla destra, ma è davvero erto. Torniamo quindi sui nostri passi (anche se la cascata, dovuta al Ru Marilongo, merita una visita).

La via corretta infatti si trova subito a monte del tornantino, e si stacca pochi metri sulla sinistra di quella che erroneamente abbiamo preso, dietro una grande catasta di tronchi che sembra messa lì per nasconderla.

Da questo punto in avanti, l’orientamento è semplice: il sentiero 254 è bene indicato, tanto che è fondamentale ignorare qualsiasi deviazione, e seguire pedissequamente i segnavia. Superiamo così il Salto del Mus, la parete verticale sotto la quale passa il sentiero (bella vista su Nebbiù e Tai, in basso), e iniziamo a inerpicarci attraverso il bosco.

Il sentiero in realtà è una specie di direttissima che non lascia respiro, e i tratti per tirare il fiato, in piano, sono davvero avari. Serve quasi un’ora e mezza per macinare i seicento metri abbondati di dislivello dalla fine di Nebbiù a forcella Antracisa (1693 mslm), ma eccoci, accolti da piccolo fienile, dalle cataste di legna, dalla Capanna Tita Panciera (chiusa, per usarla si devono chiedere le chiavi al CAI), e dalla prima “finestra” sull’Antelao.

Per gli ultimi venti, trenta metri di dislivello ho aumentato il passo, l’impazienza di arrivare, e la sudorazione. Il primo fienile ha confermato tutto: per di qua siamo scesi per l’ultimo tratto dell’Alta Via delle Dolomiti 4, fatta l’anno precedente, e così avventurosa da essere ancora viva nei nostri ricordi.

Guardiamo la carta per orientarci: verso ovest, la forestale prosegue fino al Rifugio Antelao, verso sud est una stretta traccia di versante conduce direttamente a Pozzale (ed è davvero eterna!). E verso est…

Da Forcella Antracisa al Monte Trànego

La forestale che prosegue verso est (sentiero 250) in morbida pendenza, porta alla vetta del Monte Trànego, il rilievo che sovrasta Nebbiù e Pozzale di Cadore. Si tratta di poco più di un chilometro di ex strada militare, bellissima: la vista sulle montagne infine si è aperta sulla nostra destra, il fianco della montagna è punteggiato dall’erica in fiore, che si staglia sull’erba ancora bruciata dell’inizio di primavera. Conviene spesso voltarsi e ammirare questa placida strada sospesa…

In corrispondenza di una prima baita (privata) incontriamo un bivio: saliamo sulla sinistra e, in due minuti siamo al bel Rifugio Riccotti/De Pluri, una ex casermetta ristrutturata magistralmente negli anni Ottanta ,ora privata). Un tornatino, e siamo in vetta al Monte Trànego (1849 mslm).

Rifugio Riccotti/De Pluri

Qui la sorpresa è tanta… ma si lascia attendere. Le nuvole infatti sembrano aver occupato il cielo, e lasciano uno spiraglio soltanto in direzione delle Dolomiti Friulane e del Cridola. Un po’ di pazienza per osservare quanto basso è il livello del Lago di Centro Cadore (che da qui si vede in tutta la sua estensione), ed ecco che si apre la vista a 360°. A dominarla sono l’Antelao e le Marmarole, ovviamente, ma la ricchezza di dettagli da osservare è davvero notevole.

Per i curiosi, sul punto più alto della vetta è presente un punto GPS dell’Istituto Geografico Militare.

Dal Monte Trànego a Pozzale e di nuovo a Nebbiù

Scendiamo al bivio e, questa volta, prendiamo l’ultima forestale che ci manca: quella che facendo subito alcune curve decise, scende verso Pozzale. Si tratta sempre del sentiero 250, ne seguiamo il lungo svolgimento, finché, sei tornanti più in basso, una traccia non si stacca sulla destra: è il sentiero Le Corte, che – come il nome lascia intuire – taglia il versante boscoso e alcune radure, supera diversi piccoli fienili, e ci deposita direttamente sopra Pozzale.

Seguiamo la strada asfaltata in discesa, camminiamo tra le case osservati dai protagonisti delle foto della mostra Gente di Montagna, e siamo in centro paese (1054 mslm). Da qui prendiamo sulla destra, e seguiamo le indicazioni fino all’Agriturismo La Pausa, che si trova su un bel dosso erboso a fine paese.

Stop per una birra, e ripartiamo. Scendiamo attraverso il prato fino alla strada asfaltata che sta alla base del colletto, prendiamo sulla destra e poi subito ancora sulle destra (vedi la traccia) , e seguiamo il bel percorso il quota, bordato di grandi faggi. Superiamo un curioso edificio dipinto di giallo che letteralmente si frappone sul sentiero, e sbuchiamo al ristorante Lo Scoiattolo.

Qui prendiamo la strada asfaltata e in pochi minuti raggiungiamo prima il cimitero di Nebbiù, poi il paese.

Anello di Nebbiù, Monte Trànego e Pozzale di Cadore: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo Cadore Centrale, all’ombra dell’Antelao
📍 Partenza da Nebbiù, chiesa (956 mslm)
💍 Punti dell’anello Forcella Antracisa (1693 mslm), Monte Trànego (1849 mslm), Pozzale di Cadore (1054 mslm)
📐 Dislivello 1000 metri circa
📏 Lunghezza 13 km
⏱️ Tempo 6 ore
😅 Difficoltà Media: non ci sono difficoltà tecniche.
💧 Acqua Sì: a forcella Antracisa e a Pozzale
🗺️ Cartografia Tabacco 1:25.000 n.16 – Dolomiti del Centro Cadore (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS