La Val di Fleres (Pflersschtal) ci si presenta come un tripudio di cascate scenografiche che solcano versanti boscosi, e ondulati prati verdissimi. Chiusa verso nord dagli imponenti tremila che segnano il confine con l’Austria, decidiamo di prendere il primo assaggio salendo alla base di quello più celebre: il Tribulaun di Fleres (3097 mlsm). La stagione è ancora quella della neve in scioglimento, ma anche se ci fermiamo al Rifugio Calciati, c’è di che riempire gli occhi.

Silvia e Davide al Rifugio Calciati al Tribulaun

Tribulaunhütte: una classica salita al rifugio

Punto di partenza è il parcheggio dei sentieri 6 e 8 (vedi la traccia GPS: il parcheggio è ben segnato anche in carta). Lo raggiungiamo dopo alcuni tornanti di strada sterrata, e parcheggiamo 1475 mslm circa). Da qui seguiamo le frequenti indicazioni dapprima per i rifugi Cremona e Calciati/Tribulaunhütte e poi, ad un bivio, quello del sentiero 8 diretto alla nostra meta.

Usciamo dal bosco (per ora), e ci si mostra il carattere di questa escursione: bellissima. Dai rilievi in alto scendono bianche cascate, il verde degli alberi combatte gli ultimi gialli dell’erba bruciata dall’inverno … e ancora non sappiamo delle pareti chiare che troveremo il alto!

Il sentiero si snoda per tornanti e tornantini morbidi, in salita e per brevi tratti in quota, fino ad un “periglioso” – si fa per dire, ma il cavo d’acciaio rende tutto più drammatico – attraversamento di una pozza con relativi ruscello e cascata. Serve comunque un po’ di attenzione. Siamo già sopra i 1800 metri.

Silvia attraversa la cascata in Val di Fleres

I tornanti passano sotto le grandi strutture per fermare la neve e il sentiero finalmente “piega” nella grande conca che prelude alle ultime salite e che aprono ad un panorama magnifico.

SIlvia verso Tribulaunhutte

A svettare è la mole chiara e triangolare, vista da qui, del Tribulaun. Un’unica cascata origina dai nevai che coprono i ghiaioni e solca tutta la conca. Il sentiero si fa alpino, bellissimo.

Da qui si apprezza anche lo sperone roccioso del Lampslopf, lungo il quale si svolge l’omonimo sentiero attrezzato.

Un’ulteriore salita ad aggirare un dosso erboso, ed entriamo nel mondo di roccia.

Al cospetto del Tribulaunhütte di Fleres

Sono i ghiaioni in carta indicati dal nome Reisse. Scendono dal Tribulaun e dalla Cappa d’Oro, e rappresentano un cambio radicale rispetto all’ambiente attraversato finora. Di fronte, la forcella di Fleres chiude questa piccola valle interna. Al rifugio manca poco: si percorre il versante orientale della vallecola (noi lo troviamo ancora innevato, ma le impronte di chi ci ha preceduto ci permettono un passo abbastanza agevole), ed eccolo.

Silvia al Tribulaunhutte di Fleres

Costruito già nel 1892 per agevolare le ascensioni al monte che gli dà il nome, il Rifugio Calciati al Tribulaun o Tribulaunhütte (2368 mslm) ha un portamento austero: è una bella struttura in legno, per metà assi e per metà scandole, piantato al centro di un circo glaciale. Una targa in bronzo ricorda il centenario della prima ascensione del Tribulaun, un’altra, con una bella frase, tributa un ricordo, e alcuni adesivi ci provocano accennando a una certa Alta Via del Tirolo. Ci sediamo sulle panche che danno sul Lago Sandes (Sandessee), perfettamente ghiacciato. Un’altra conca, il silenzio rotto soltanto dallo scroscio lontano dell’acqua che alimenta il lago.

Scendendo per la stessa via della salita, è da godersi la conca solcata dall’acqua e, soprattutto, il panorama verso ovest sull’alta Val di Fleres.

Silvia e Davide in Val di Fleres

La leggenda del Tribulaun

Già: queste rocce fanno da sfondo a una leggenda. Protagonista un minatore (come in molte leggende della vicina Val Ridanna), che decide di sobillare i compagni a ribellarsi al tiranno della valle – un personaggio arrogante, crudele e talmente ricco da aver commissionato un gioco dei birilli in oro zecchino. Il tiranno subodora la rivolta e decide di farla pagare cara al minatore ribelle: lo insegue su per il Tribulaun con l’intenzione di ucciderlo, ma il fantasma della montagna appare e, con un pugno, spacca in due la montagna (questo spiega perché il Tribulaun abbia due cime). Il minatore ha salva la vita e viene accolto in trionfo dai paesani, mentre il tiranno viene trasformato nella vicina Cappa d’Oro.

I birilli? Si dice siano ancora da qualche parte in Val di Fleres… 

Silvia davanti Tribulaun

Il Sentiero delle Cascate della Val di Fleres

Solo un appunto. Dal parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto (e dove la lascerai anche tu) è possibile inforcare il Sentiero delle Cascate – Wasserfallweg, un percorso che in meno di tre chilometri e con poco dislivello dovrebbe raggiungere Sant’Antonio. Dico dovrebbe, ed è per questo che non ne faccio un resoconto completo: l’abbiamo trovato interrotto (senza chiare indicazioni), il che ci ha costretti a un periglioso giro tra prati, mucche poco collaborative e ortiche per tornare alla base.

Immagino venga ripristinato per la stagione turistica: in qual caso è una bella passeggiata sotto le cascate, con alcuni curiosi pannelli dai quali Gossy e Gschnitzy – due gocce d’acqua – raccontano le cose dell’acqua.

cascate Valle di Fleres

Salita al Rifugio Calciati al Tribulaun: il trekking in breve

⛰️ Dove siamo In Val di Fleres, la più a nord delle valli di Vipiteno. Alpi Breonie o di Stubai (Alto Adige, BZ)
📍 Partenza da Parcheggio dei sentieri 6 e 8 ( mslm)
🏔️ Arrivo Rifugio Calciati – Tribulaunhütte (2368 mslm)
📐 Dislivello 910 metri
📏 Lunghezza 10 km tutto il trekking
⏱️ Tempo 5 ore salita e discesa
😅 Difficoltà Media.
💧 Acqua Sì, c’è una fonte abbastanza presto. Poi se ne riparla al rifugio.
🗺️ Cartografia Carta Tabacco 1:25000 n. 38 – Vipiteno, Alpi Breonie (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)
🛰️ Traccia GPS Sì.

Rifugio Calciati al Tribulaun - pin