Sai quando cerchi un luogo, fatichi a trovarlo… e ne viene fuori comunque una piacevolissima escursione? Nonostante in queste zone ci fossimo già passati, l’anello del Monte Fiara è stata una piccola rivelazione. Ti raccontiamo come percorrerlo!

Dal Rifugio Campomuletto a Malga Fiara

Lasciamo l’auto al parcheggio del Rifugio Campomuletto (1602 mslm) che è un giorno d’autunno non ancora pienamente convinto. Il foliage quest’anno è un po’ indietro, e rossi e gialli sono solo timide pennellate.

Rifugio Campomuletto a Gallio

Dal parcheggio, prendiamo il sentiero 850 (indicazione per Malga Fiara) e percorriamo a ritroso la fine del bellissimo Sentiero della Silenzio. Poche centinaia di metri, e incrociamo la strada forestale che porta a Malga Fiara.

Attenzione che fino a Malga Fiara, un po’ tutto è “sentiero 850”, e orientarsi, pur essendo facilissimo, offre alcuni inghippi. Nel dubbio, dal Rifugio Campomuletto puoi seguire la forestale che porta direttamente alla malga. Noi abbiamo preferito pressoché sempre seguire le tracce di sentiero (peraltro indicate).

Il sentiero (paletti con segnavia biancorossi) ci permette di lasciare subito la forestale, e fondamentalmente percorrerla “a debita distanza”, acmminando sul limite tra prati e faggeta. Sbagliare è difficile – al massimo c’è la traccia GPS a fine articolo – e in venti minuti siamo a Malga Fiara (1600 mslm), il cui poderoso tetto ci ricordiamo carico di neve, quando in un silenzio irreale abbiamo ciaspolato fino al Bivacco Campi Lussi.

Da Malga Fiara al Monte Fiara

Ma non distraiamoci con i ricordi! Reimmessi sulla forestale, prendiamo subito a sinistra (segnavia) dove non sembra esserci sentieri, e poi subito a sinistra. Ci ritroviamo così a percorrere una antica strada – dico antica perché i cordoli sono evidenti, ma ogni cosa è sconnessa, carica di un passato che ha mischiato liberamente guerra e allevamento, tradizione e violenza. Non c’è dislivello, la faggeta è splendida. Qualche radura di un verde bagnato occhieggia tra gli alberi.

Proseguiamo nel bosco per un po’, fino a raggiungere un bivio indicato da semplici cartelli di legno: noi seguiamo a sinistra, direzione Campomulo. Di fronte, ci si aprono dei bellissimi pascoli, l’erba segnata dalle rocce carsiche, dalle buche di bomba, da piccole pozze d’alpeggio.

Il sentiero ci deposita su una forestale, che seguiremo fedelmente “tendendo la destra” ai prossimi bivi, perché stiamo aggirando il Monte Fiara. Poco prima dell’ex Casara Fiarette (ora, alcuni edifici in fase di ristrutturazione) troviamo una bella fontana in pietra, destinata all’abbeveramento degli animali al pascolo (ma ottima).

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Come promesso, superiamo un bivio, ne superiamo un secondo e iniziamo la salita al Monte Fiaretta. Percorriamo ancora una volta una forestale, questa volta sconnessa e piena di gobbe: è l’unico tratto di escursione in evidente salita. C’è il sole, ora, è fa caldo, qui!

Raggiungiamo un ultimo bivio.

Chiudere l’anello

A questo punto, un cartello ci propone, sulla sinistra, di salire sul Monte Fiaretta (1787 mslm). Poi torniamo sui nostri passi, e proseguiamo per una cinquantina di metri finché non inizia, sulla nostra sinistra, a delinearsi una vera e propria scogliera: è una spessa bancata di calcare che fu cava di roccia, ora abbandonata. Grossi cubi di pietra, squadrati e lasciati qui, testimoniano l’antico uso di questa zona, il cui nome è Costa Brustolà.

Qui serve tenere d’occhio una traccia di sentiero che, sulla destra, si lancia in discesa verso il Rifugio Campomuletto (circa 15 minuti per arrivarci) e la chiusura dell’anello.

E se proseguissimo invece lungo la scogliera/cava?

Il Labirinto della Brustolà

Se proseguiamo oltre i blocchi di pietra squadrata, troveremo una traccia, sulla sinistra, che ci va contro (c’è anche una pietra, conficcata nel suolo e con un bollo blu, a indicarla: è quella con i due segnavia). Arriviamo contro la roccia, seguiamo a destra… e c’è un altro bollo!

Altri due o tre bolli, e siamo in una specie di androne protetto da roccia ed albero. A guardare bene, un bollo punta a una strettissima spaccatura nella roccia: è l’ingresso al Labirinto della Brustolà!

Avvertenza: da qui, serve essere escursionisti esperti. Il percorso non è difficile, e i bolli blu si seguono bene. Ci sono però delle spaccature carsiche, nel terreno, che possono essere insidiose: non venire qui con bambini, né con cani! Inoltre, in zona il telefono non prende. 

Nella fessura ci si passa di traverso, zaino in mano. Ricordava “quel passaggio” nei Labirinti della Moiazza.

Seguendo i bolli blu si percorre un vero e proprio labirinto, tra fessure e altissimi corridoi, trincee – la zona è stata in parte rimaneggiata per motivi bellici – e valli interne, camere protette dalla vegetazione e scivoli naturali. Si tratta di un percorso molto simile ai Castelloni di San Marco, ma più appartato e senza punti veramente panoramici. In ogni caso: stupefancente, bellissima natura dell’Altopiano di Asiago!

A parte una deviazione verso il punto più spettacolare, il percorso è obbligato, e ci sono solo un paio di passaggi nei quali servono le mani (poco).

C’è un’ultima serie di gradini di pietra, e si sbuca nel bosco. I bolli ci riportano giù, lungo un pendente sentiero, verso la strada bianca nei pressi del Rifugio Campomuletto.

Nota finale. Per percorrere il labirinto serve una mezz’ora, con calma. Nella traccia GPS trovi soltanto una linea retta, perché avevamo messo in pausa la registrazione. Lo ripetiamo: SOLO PER ESCURSIONISTI ESPERTI.

Escursione attorno al Monte Fiara: dati tecnici in breve

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⛰️ Dove siamo Nei pressi del Rifugio Campomuletto, sull’Altopiano dei Sette Comuni (VI)
📍 Partenza da Rifugio Campomuletto (1602 mslm)
💍 Punti dell’anello Malga Fiara (1600 mslm)
📐 Dislivello 160 metri
📏 Lunghezza 6,3 km
⏱️ Tempo Poco più di 2 ore
😅 Difficoltà Facile
💧 Acqua No (eventualmente al Rifugio Campomuletto se è aperto)
🗺️ Cartografia Carta Tabacco 1:25.000 n.60 – Altopiano dei Sette Comuni, Asiago, Ortigara (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)
🛰️ Traccia GPS

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