Non sai che aspetto abbia, che panorama lo racchiuda, cos’abbia da offriti. È solo una casetta stilizzata e rossa sulla carta. Eppure il suo nome ci ha attirati subito: Bivacco Lateltin, 3120 di quota. Ok, rivedo la frase: sono stati il suo nome e l’altezza, a chiamarci forte. Pronto per il dislivello (e le sorprese)?

Cosa troverai salendo al Bivacco Lateltin
Fatica
Difficoltà tecnica
Panorama
Metal

Silvia e Davide al Bivacco Lateltin

Da Gressoney-La-Trinité al Monte Pinter

Una bella mattina, poche nuvole, le gambe cariche. Il sentiero 10 ci invita a lasciare i verdi prati di Gressoney-La-Trinité per entrare in un bel bosco. Il cartello che seguiamo indica un certo Bivacco Cozzi. Schiviamo la deviazione per il sentiero 15 (che rimane in quota). Lungo il sentiero che stiamo salendo, e che si snoda a piccoli tornanti, le piante di lamponi sono cariche di frutti succosissimi.

“Tentiamo di stare focalizzati sull’obiettivo, Silvia…”

Le mani macchiate di succo rosso, raggiungiamo un secondo bivio, dove il bosco si apre sui primi prati colmi di mirtilli, preludendo al mondo di roccia che vedremo a breve.

Sentiero 10c verso il Bivacco Lateltin da Gressoney

!Attenzione! La deviazione corretta, cioè il sentiero 10C, non è molto visibile, e si trova a quota 2237 mslm: devi prendere la traccia che sale verticale alla sinistra, lasciando quella che prosegue in quota (non fatti attirare da una bellissima casetta dal tetto in pietra, spavalda all’orizzonte).

Seguiamo pazienti il sentiero che continua a salire: sopra di noi, verso sud ovest – la nostra direzione – nuvoloni neri si ingigantiscono, minacciosi. Superiamo un breve e semplice tratto attrezzato (anche se piuttosto esposto). Tra l’erba, un’infinità di stelle alpine. Commovente.

panorami in Valle del Lys

Il sentiero ad un certo punto piega deciso verso sinistra, scavalla, e si fionda in una conca di roccia fasciata in lastre. Da adesso, il panorama sarà puramente minerale. Da queste parti la carta segna un “ex bivacco Cozzi”: ecco spiegato il mistero, ma comunque noi non lo vediamo.

Sopra di noi, aquile: volteggiano nel vento, sono talmente vicine che possiamo sentire le ali che fendono l’aria. Sotto i nostri piedi, roccia rosso sangue, intensa: di fronte, pure. Il sentiero continua a salire, l’orientamento è facile ma bisogna tenere d’occhio i bolli gialli, altrimenti ci si ritrova in equilibrio sui lastroni. Un’improvvisa pendenza, poi il versante, una curva a U e un paio di passaggi da usare le mani, ed eccoci sulla larga sella alla base del Monte Pinter (3117 mslm).

Al di là: i laghi. Sulla destra, la massa rossastra e grigia del Groabhopt, il Testa Grigia (3314 mslm), avvolto dalle nuvole. Un cartello di legno: 10 minuti al Bivacco Lateltin (finalmente eccolo nominato per la prima volta!).

Silvia tra le rocce della Valle del Lys

Il bivacco Lateltin

Da fuori, è quasi un mezzo cilindro orizzontale, una scatola trattenuta dai tiranti ad una quota impressionante (3120 mslm). Dentro, il bivacco Lateltin è poesia di montagna allo stato puro.

Lateltin è Ulrich Lateltin, un falegname che negli anni 50 si è sognato di costruire una capanna qui (una foto all’interno lo ritrae, barbone bianco e ascia in mano, proprio mentre posa la prima pietra). Il bivacco attuale è invece stato inaugurato nel 1984.

Quattordici posti su letti a castello, materassi, cuscini e coperte, le pareti e il tetto a botte di legno chiaro, tavoli e sedie guardano oltre le finestre in direzione del Monte Rosa e dell’alta valle del Lys.

Il bivacco Lateltin è davvero uno dei bivacchi più belli mai visti. L’interno, curatissimo, ordinato, pulito e arioso. L’esterno… beh, siamo ad oltre 3000 metri di altezza in Valle d’Aosta, si commenta da solo!

Silvia Bagaglio Leggero AvatarSilvia

Su una mensola, un kit per celebrare messa, preziosamente avvolto nella sua pochette di pelle. In un angolo, una chitarra. Le manca una corda, ma sul retro della cassa, alcune belle frasi parlano di luoghi nei quali si sta bene, al cospetto della natura, nel silenzio.

Suono. Un blues improvvisato, un riff degli Iron Maiden, qualche arpeggio. Ho le dita gelate – sopra i tremila può succedere – ma il suono della chitarra è cristallino, ci voleva.

PS. pernottare al bivacco costa 3€: ci sono i bollettini postali oppure l’Iban per il versamento appesi ad una parete.
PPS: se vuoi ascoltare l’altissima (nel senso di quota) performance di chitarra al bivacco la trovi sulla nostra pagina Ig.

Silvia e Davide all'interno del Bivacco Lateltin

I selvatici fuori dal bivacco

Gli animali selvatici sono curiosi, silenziosi… e amano gli Iron Maiden!

Tempo di rimettere la chitarra sul suo supporto, guardiamo fuori e… decine di stambecchi si sono avvicinati al bivacco. Ci sono i cuccioli che giocano e si scornano, le solite femmine guardinghe, i maschi che tengono d’occhio la situazione. Ti avevo detto che il Latletin è poesia, no?

Proviamo a rimetterci in movimento senza disturbare: aver raggiunto il bivacco non ci basta, e scegliamo per l’anello.

Stambecchi al Bivacco Lateltin

Il giro ad anello dal bivacco Lateltin verso Col Pinter e Alpenzù

Torniamo alla sella del Monte Pinter, e prendiamo il sentiero che scende verso i laghi, bellissimi visti da quest’altezza. Il Sentiero 6 scende abbastanza vertiginoso tra le rocce, fa numerosi tornantini, ci mostra un versante di sfasciumi dove brucano altri stambecchi, e ci porta a Col Pinter (2776 mslm).

Laghi Pinter

Non scendiamo ai laghi, anche se sarebbero solo 100 metri di dislivello e, almeno dall’alto, sono decisamente invitanti.

Scavalliamo invece e scendiamo nel bellissimo Vallone di Pinter (sentieri 1, 6, GSW): massi erratici, il verde dell’erba, un bel camminare (in discesa). Superiamo alcuni gruppi di edifici in pietra, purtroppo abbandonati – ci si spezza un po’ il cuore, a vederli vuoti, il tetto di lastre che minaccia di crollare, la grande sala al primo piano – quando si può entrare – sporca, annerita dal fumo…

Malghe al Vallon Pinter

Man mano che scendiamo l’ambiente cambia. Siamo ora sotto una leggera pioggia, dato che le nubi nere di prima si sono infine liberate, ma sulla sinistra vediamo una scogliera rocciosa, sopra la quale dei prati smeraldini, qualcosa che ricorda più la Scozia o le isole nordiche, che non la Valle d’Aosta. Si sentono cavalli nitrire, distanti, e campanacci di animali.

Torniamo a vedere la valle, svoltiamo a destra, e in breve siamo ad Alpenzù Grande (1779 mslm), un piccolo villaggio di pietra e legno davvero bello. Giusto prima delle case, un albero secolare, enorme.

Il tempo di una birra al Rifugio Alpenzù, e stiamo seguendo il Sentiero del Lys/W: in costa, anche se in realtà sono mille saliscendi che si susseguono fino ad Alpenzù Piccolo (1807 mslm). Fascino da luogo abbandonato, prati verdissimi, pioggia battente.

Un’ora abbondante di lunga discesa, e sbuchiamo alle porte di Gressoney-La-Trinité.

RIfugio Alpenzù

Trekking al Bivacco Lateltin da Gressoney-La-Trinité: dati tecnici in breve

Dove siamo: in Val del Lys, Alpi Pennine, provincia di Aosta

Partenza: Gressoney-La-Trinité (1650 mslm), c’è un parcheggio verso la fine del paese

Arrivo: Bivacco Lateltin (3120 mslm)

Dislivello: 1400 m

Tempo: 4 ore la salita al bivacco, 8 ore l’anello completo

Acqua: presente una volta scesi nel Vallone di Pinter

Difficoltà: difficile. C’è un pezzo di cavo metallico che aiuta in un tratto di sentiero esposto, ma per il resto la vera difficoltà è data dal terreno roccioso della salita e dal dislivello complessivo.

Cartografia: Carta L’escursionista n.8, Monte Rosa, Ayas, Gressoney, Alagna (se non ce l’hai, puoi comprala su Amazon)

Bivacco Lateltin - Val del Lys - Valle d'Aosta, pin