Il bivacco dei Loff, “bivacco dei lupi”, salendo al buio in una notte di luna piena… il resto è la storia di uno dei giri più bizzarri di sempre. 

Sentiero verso il Bivacco

Saliamo in auto il Passo San Boldo che ormai è buio. Le gallerie di questo iconico passo sono state scavata dagli austriaci durante la Prima Guerra Mondiale: la storia dice che, data l’importanza strategica del valico, l’opera fu realizzata in tempi brevissimi. La strada viene per questo chiamata anche Strada dei Cento Giorni.

Parcheggiamo l’auto nei pressi della Locanda Laris mentre i gestori si preparano a chiudere il locale. Il sentiero inizia sulla stradina asfaltata subito affianco. Abbiamo le pile frontali in testa, ma non serve accenderle per camminare dato che la luna piena è alta in cielo e illumina il sentiero perfettamente.

Il sentiero 911 inizia su una stradina asfaltata che si addentra nel bosco attorno ai 900 metri di quota. È la prima volta che cammino in montagna di notte e sono letteralmente elettrizzata. Ogni passo, ogni suono, ogni minimo rumore mi fa scattare al contempo curiosità, attenzione e timore.

Di notte il bosco è più sveglio che mai e, complice probabilmente anche il nostro passaggio, mi sembra che tutti, animali e piante comprese, mi stiano parlando. Siamo così concentrati a non sbagliare sentiero e non inciampare su qualche ramo che fuoriesce dal terreno che faccio un salto indietro quando mi si para davanti un animale selvatico che non avevo previsto… un rospo!

Insomma… tutto mi aspettavo tranne di imbattermi in un rospo selvatico. E lui probabilmente avrà fatto il mio stesso pensiero, data l’ora, tanto che, per fuggire dal bagliore della mia torcia (in bosco l’abbiamo accesa per sicurezza) balzella in avanti rotolando lungo il fianco del monte.

E questo era solo il primo di una lunghissima serie di rospi rotolanti che avremmo incontrato lungo il sentiero!

A quota 1100 metri usciamo completamente dal bosco e il percorso si apre su una spettacolare veduta su Cison di Valmarino e la pianura trevigiana illuminata a notte. Lo scenario è da favola e, grazie alla luna piena, intuiamo alcuni dei più bei profili delle Prealpi Trevigiane.

La parte “dura” del sentiero è già passata: da qui si prosegue in piano. Una corda posta sul versante del monte aiuta un passaggio che non risulta assolutamente esposto, tanto che la ignoriamo procedendo con passo sicuro.

Silvia e Davide davanti al Bivacco dei Loff

Il Bivacco dei Loff

Già sogniamo l’arrivo al Bivacco dei Loff: il nostro meritato tè caldo che si scalda sul pentolino, un cubetto di cioccolato per ripagarci della fatica notturna, la notte tranquilla sotto lo sguardo della luna piena…

Un rumore ci riporta alla realtà. Avvistiamo in lontananza il bivacco illuminato a giorno e immerso nella musica… trap! Con nostra immensa gioia veniamo catapultati in una realtà ben diversa da quella che ci eravamo immaginati. All’interno del bivacco infatti quattro ragazzetti stanno brindando alla fine della suola a suon di una curiosa miscela di vodka menta e Monster. Sopprimetemi, vi prego!

Ne esce una serata delle più deliranti con uno dei ragazzi che si perde ubriaco sul monticello dietro al bivacco, in piena notte, e Davide che lo rincorre per paura che si faccia male, mentre io cerco invano di addormentarmi nel sotto tetto.

Ma torniamo a noi: il Bivacco dei Loff (1134 mslm) è stupendo! Incastonato nella roccia, sembra uscito da un libro delle favole.

L’interno è organizzato su due piani: il piano terra ospita un’enorme tavolata con un grande caminetto e alcune mensole (sulle quali stanno alcuni viveri). Il bivacco è illuminato dalla luce alimentata da un piccolo pannello solare sul tetto, ed è presente una cisterna per la raccolta di acqua piovana.

Al piano superiore si accede attraverso una scaletta in legno che porta al sottotetto completamente in legno, in grado di ospitare circa 6 persone, ma dove non sono previsti confort. Se decidi di passare la notte qui pertanto devi attrezzarti con materassino e sacco a pelo.

All’esterno una panca ottimamente posizionata si affaccia sulla valle trevigiana.  È proprio dove avrei voluto sedermi a bere il mio tè caldo. D’altronde Loff in dialetto trevigiano significa “lupi” e questa è una notte di luna piena: avrei dovuto aspettarmelo!

Bivacco dei Loff

Il giro ad anello delle creste

Vorrei dire che la mattina mi sveglio riposata, ma come puoi immaginare non è andata esattamente così. Usciamo dal bivacco che il sole sta sorgendo mentre i ragazzi si sono finalmente addormentati: chi nel sotto tetto, chi al piano terra e chi all’addiaccio, sull’erba. Controlliamo che stiano tutti bene, lasciamo qualche biscotto (ne avranno bisogno al risveglio) e ci incamminiamo per la nostra giornata.

Prendiamo il sentiero che prosegue dopo il Bivacco dei Loff per affrontare il Giro delle Creste. Con due brevi ma ripide salite siamo in cima prima al Crodon del Gevero e poi a Cima Vallon Scuro (1290 mslm).

Punto forte, nonostante l’altezza modesta, è la visuale. Dalla Cima Vallon Scuro infatti si può ammirare tutta la Val Belluna, le Vette Feltrine, le Pale di San Martino, i Monti del Sole e tutto lo scorrere del Piave.

Piuttosto sorprendente questo Giro delle Creste… un andirivieni, un saliscendi su stretti sentieri che si infilano tra pinnacoli, sulla cima di piccoli rilievi, scavallando modeste forcelle e attraversando improvvisi prati. Noi troviamo un panorama di colori vividi, perché l’aria è umida e nebbiosa, il verde degli alberi carico, denso.

Proprio la nebbia ci impedisce forse di godere dei panorami più spettacolari, ma ci infila al contempo in un mondo isolato, lontano, ovattato. Dobbiamo stare attenti all’orientamento (oltre che al sentiero, che pur non essendo difficile diventa in certi punto un po’ scivoloso), ma ci stupiamo del ritrovarci un questo ambiente solitario pur essendo a poca distanza dalla pianura.

Bello: merita un giro. (E credo che possa riservare delle belle soddisfazioni anche in autunno, dato il tipo di vegetazione.)

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Silvia durante il giro delle creste del bivacco Loff

Casera Costa Curta

Tornati nei pressi del bivio che avevamo visto la sera prima lasciamo il sentiero 911 alla nostra destra – ci riporterebbe al Bivacco dei Loff – e imbocchiamo il sentiero 2 sulla nostra sinistra verso Casera Costa Curta (1069 mslm).

La Casera di Costa Curta è una deliziosa casetta in pietra dal tetto in legno e lamiera, da poco ristrutturata, situata in una conca prativa. Al piano superiore, cui si accede tramite delle scalette esterne, c’è una piccola stanzetta con pavimentazione in legno dove poter dormire, mentre al piano di sotto ci sono un tavolo in legno con delle panche.

Ma il punto forte è l’esterno: due tavoloni di legno con panche e una griglia enorme che non aspetta altro che essere accesa! Arriviamo che è ancora presto, ma non abbastanza da farci desistere dall’accendere le braci: stanno salendo degli amici per fare una grigliata domenicale in compagnia, meglio non farsi trovare impreparati!

 

Casera Costa Curta

Dati tenici in breve

Partenza: Passo San Boldo, 709 mslm

Arrivo: Bivacco dei Loff (1134 mslm) – Cima Vallon Scuro (1290 mslm)

Dislivello: 600 metri

Tempo: 1 ora fino al Bivacco dei Loff, 4 ore il giro completo

Difficoltà: facile/media

Cartografia: Tabacco n. 68, Prealpi Trevigiane e Bellunesi

Bivacco dei Loff e sentiero delle creste pin