Ci sono montagne che ti chiamano, ti rifiutano, continuano a chiamarti. Per i grandi alpinisti sono cose tipo l’ottomila in invernale, la grande traversata, i concatenamenti infiniti. Per noi, in questo caso, è una coppia di piccoli bivacchi a media quota, alle pendici del Sasso Bianco, ai quali si accede da Costoia: il loro nome è Casera Le Mandre.

PS. Se invece stai cercando il Bivacco Le Mandre in zona Valle Imperina/Agordo, trovi l’articolo qui.

Cosa troverai nel giro ad anello Costoia – Le Mandre – Rifugio Sasso Bianco:
Fatica
Difficoltà tecnica
Panorama
Salite verticali

Silvia e Davide al Rifugio Sasso Bianco

Partenza da Costoia: il ritorno del ricordo

Così il nostro obiettivo è raggiungere Le Mandre, una coppia di casere che già una volta – complici la neve e gli schianti di Vaia – ci hanno eluso. Quindi torniamo a Costoia (1276 mslm), un paesello abbarbicato sulla propaggine meridionale di un colle che dà sulla valle del Cordevole. L’abbiamo raggiunto seguendo la stretta e tortuosa strada che sale dalla statale che porta ad Alleghe, all’altezza di Avoscan.

La volta precedente che ci siamo stati, di queste case bellissime ci eravamo innamorati: il sole del primo pomeriggio le baciava, poco più in basso una dozzina di cervi ci ha tagliato la strada, presi a curiosare nei giardini delle case.

Sì, letteralmente innamorati: anche se la montagna ci aveva rifiutato.

Comunque, è tutto come ce lo ricordiamo: dal centro del paese (cartello e segnavia evidenti), una strada dalla pendenza impossibile (30 gradi sicuri, ma in certi punti secondo me anche 40) sale impietosa lungo il versante boscoso. Da questa si stacca poco dopo il paese il sentiero 623.

Mentre camminiamo, ho una sensazione molto chiara: questo pezzo di montagna sembra in via di abbandono. La strada è smangiucchiata dalle frane, gli alberi tagliati dopo Vaia sono ancora qui.

Continuiamo a salire pendenze sempre importanti, che non mollano mai. Superiamo un bivacco – più una grotta protetta da un simulacro di casa in legno – e raggiungiamo un evidente tornante del sentiero, dove l’occhio può finalmente guardare fuori dal bosco, verso nord.

Bene: da queste parti, un po’ mimetizzato sulla destra, c’è l’attacco della microscopica pista che porta a Le Mandre. Siamo circa sui 1700 mslm. Fai attenzione perché non è segnalato ed è quasi impossibile da vedere. Ti puoi accorgere della traccia solo perché sul lato opposto c’è un cartello che indica la direzione di Costoia. Ecco, sulla destra trovi il micro sentiero.

La traccia prosegue nel bosco, supera alcuni schianti non proprio agevoli e sale anche lei potentissima, verticale. Ultimi tornanti, uno scavallamento, il prato: Le Mandre (1885 mslm)!

Casera Le Mandre da Costoia

Le casere Le Mandre

Le Mandre sono due cucciole di casere!

La prima e più grande, targata “Baita delle Giovani Marmotte”, è al momento in ristrutturazione: aperta, ma cosparsa di attrezzi e scatole di chiodi e viti. Dentro c’è un divano, ma il larìn – il focolare tradizionale – è intonso. Le Giovani Marmotte offrono però una legnaia fornitissima.

Ma il vero gioiello è la seconda caseretta, questa volta al nome di “A Dormi”. Apriamo la porta di legno: ci si para davanti una seconda porta, a vetri, con tanto di tendina. Apriamo anche questa: un nido.

Due bei letti a castello con comodi materassi, un divano (ancora?), cucina economica.

Un libro delle firme riporta ancora tracce di escursionisti degli anni ottanta: ne leggo alcune, nel cuore e nelle azioni dei montanari non è cambiato nulla.

Dal prato tra le due casette, una bellissima vista sulle lontane Moiazza e Civetta e, su una spalla erbosa al di là di una vallecola, il Rifugio Sasso Bianco, nostra prossima meta.

Per raggiungerlo, si può proseguire verso nord sempre lungo il sentiero 623, che sale a un modesto rilievo (Monte Costiaza), poi a Malga di Costoia, e diventa un percorso in quota che finisce al rifugio.

Oppure, c’è una traccia in carta…

Silvia a Casera Le Mandre

Verso il rifugio Sasso Bianco: sempre più wild

Un cartello indica la direzione che vogliamo prendere: una traccia strettissima segue verso est, scendendo di poco lungo il versante. La seguiamo, ed è un piacere: il silenzio, il tappeto morbido di aghi sotto ai nostri piedi, un tranquillo ruscello. La bellezza di camminare in quota: di essere praticamente una isoipsa, dico a Silvia.

E una bella sensazione, quella di essere in un wild tutto bellunese: non aggressivo come il wild friulano, eppure affascinante, ritemprante. Tracce strette da seguire attentamente, boschi e prati che si mescolano senza soluzione di continuità, la vegetazione lussureggiante, i saliscendi separati da lunghi percorsi in quota…

Il rifugio Sasso Bianco (1849 mslm) si raggiunge in una mezzora.

Troviamo la costruzione in legno e pietra quasi circondata da un esercito di piccoli fienili dolcissimi, che popolano il Ciamp, una morbida conca prativa. Il punto è quello preciso di una pausa panino, il sole in faccia ce lo conferma, il Monte Civetta di fronte a noi, seppure mezzo avvolto dalle nuvole e un po’ attutito dalla foschia, è mastodontico e bellissimo.

Dal Sasso Bianco si può salire ai rilievi che fanno da sfondo: un piccolo Sasso Nero (2134 mslm) e un massiccio Sasso Bianco (2407 mslm). Oggi però scendiamo con tutta calma per la classica via di accesso al rifugio, che parte da Pecol.

Rifugio Sasso Bianco

Come non bastasse: una discesa selvaggia!

La discesa è piuttosto ripida (già), ma si lascia percorrere facilmente. Tutto liscio fino all’attacco del sentiero (1316 mslm) che taglia un bel tornantone e scende direttamente a Pecol. Al bivio che si para davanti, prendiamo a destra: ancora una volta, in carta c’è una traccia!

Ci ritroviamo a percorrere un bellissimo sentiero, ancora più stretto dei precedenti, che segue il versante, supera un paio di corsi d’acqua, risale alcuni prati, oltrepassa qualche schianto e sbuca proprio a Costoia, dove un avviso plastificato ci dice che il sentiero che abbiamo appena fatto è… inagibile.

(Per la cronaca: moltissimi schianti sotto i quali passi agevolmente, alcuni tratti di traccia sono davvero risicati, ma in linea di massima si va via bene.)

Panorama sul Civetta

Anello trekking da Costoia – Le Mandre – Rifugio Sasso Bianco: dati tecnici in breve

Dove siamo: San Tomaso Agordino, a metà strada tra Cencenighe e Alleghe. Sotto il Sasso Bianco.

Partenza: Costoia (1276 mslm)

Punti dell’anello: Le Mandre (1850 mslm) e Rifugio Sasso Bianco (1849 mslm)

Dislivello: 600 metri

Tempo: 4 ore tutto l’anello

Acqua: assente, solo presso il Rifugio quando è aperto.

Difficoltà: media. Non ci sono passaggi difficili, se non quelli dovuti agli schianti degli alberi. Quando l’abbiamo fatta noi, non abbiamo avuto troppi problemi, ma può risultare molto complicato. L’orientamento anche non è immediato visto che abbiamo percorso tante tracce poco evidenti.

Cartografia: Carta Tabacco n. 15 – Marmolada, Pelmo, Civetta, Moiazza (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)

Giro ad anello Le Mandre e Rifugio Sasso Lungo pin