Come perle bianche in mezzo al bosco, la Casera Aiarnola e il Lago si stagliano nell’abbraccio di un anfiteatro in mezzo alle bellezze dolomitiche del Comelico. Ed io, come sempre da quando siamo qui, me ne innamoro.

Abbiamo affittato una deliziosa casetta a Padola, da dove in meno di 5 minuti abbiamo la fortuna di essere in mezzo al bosco. Inutile a dirlo: siamo in giro per monti ogni giorno e questa è diventata, senza ombra di dubbio, una delle nostre ciaspolate preferite.

Cosa troverai nella ciaspolata alla Casera Aiarnola:
Fatica
Difficoltà tecnica
Panorama
Profumo di bosco

Silvia e Davide in ciaspole da Padola

Da Padola alla fonte di acqua ferruginosa: l’inizio del sentiero

Da Padola (1218 mslm) inforchiamo Via alle Acque Rosse e, dopo le ultime case, indossiamo le ciaspole. Qui termina il tratto asfaltato aperto dallo spazzaneve. Il sentiero è battuto e ben tracciato ma, a causa delle abbondanti nevicate di questo anno, è comunque utile avere le ciaspole.

Le ciaspole ti impediscono di affondare nella neve che, con le temperature di questi giorni, inizia a sciogliersi. Non solo: ti aiutano a non cadere dentro le profonde impronte di scarpone lasciate da chi invece le ciaspole – per scelta o per dimenticanza – non le aveva, e ha scelto lo stesso di raggiungere la casera. Basta una sommaria valutazione per rendersi conto che in certi tratti questi personaggi sprofondavano fino al ginocchio!

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Dopo pochi passi sulla destra notiamo una fonte di acqua ferruginosa (in comeliano “aga rosa”) che spiega anche il nome della via. La colorazione delle pietre, tra il rosso e l’arancione, è dovuta alla grande concentrazione di ferro nell’acqua che vi sgorga, e sembra quasi sangue in mezzo al biancore della neve.

acqua ferruginosa di Padola

Il sentiero 152 da Padola alla Casera Ajarnola

Il sentiero 152 prosegue con andatura costante fino a intercettare due enormi (e odorose) cataste di legno. I segnavia ci aiutano nell’orientamento e proseguiamo in direzione Casera Aiarnola, sulla sinistra.

In breve entriamo nel bosco. La luce filtra dalle fronde degli alberi riflettendosi sul biancore della neve. I boschi attorno a Padola hanno davvero un profumo e un colore che sanno incantarmi ogni volta che mi ci addentro. Sanno di inesplorato, di fiaba e al contempo hanno un anima tremendamente selvatica

Ma l’incanto dura poco, visto che il bosco in breve inizia ad inerpicarsi e le lastre di ghiaccio da rigelo in questa stagione non sono molto amichevoli. Non ci sono passaggi difficili, ma un po’ di concentrazione è richiesta per evitare scivoloni.

Un’ultima svolta sulla destra, aggiriamo uno sperone di roccia, e siamo finalmente in quota. Il bosco inizia a diradarsi e improvvisamente ci troviamo in mezzo ad un’ampia radura invasa dalla luce del sole.

Ciaspolata alla Casera Aiarnola da Padola

La Casera Aiarnola

Dopo poco più di un’ora dalla nostra partenza, nel bel mezzo della conca, arriviamo nei pressi della Casera Aiarnola (1612 mslm). Si tratta di due edifici distinti: la stalla è dismessa da tempo, così come la malga, mentre un secondo rustico è di proprietà del Comune di Calalzo e quindi, nonostante la recente ristrutturazione, risulta anch’esso chiuso.

E se non fossero chiusi, questi edifici, a ostruirne l’ingresso ci penserebbe lo strato di neve che sta pian piano scivolato dei tetti!

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

La cosa che colpisce qui è lo scenario magnifico nel quale ci troviamo: due puntolini in un pianoro ai piedi del gruppo del Popera. Un anfiteatro di cime dolomitiche da lasciare senza fiato, con la Rocca da Campo, la Cima di Padola e la Croda di Tacco in primo piano.

Ps: dato che qui mi correggono, ti avviso, per evitare brutte figure, che la pronuncia corretta è Aiàrnola.

Casera Aiarnola

Dolomiti del Comelico

Il lago Aiarnola lungo il sentiero 164

Imbocchiamo il sentiero 164 che, dalla Casera Aiarnola, scende verso località S. Anna, sul passo di S. Antonio. In poco siamo nuovamente in bosco lungo il sentiero ben tracciato.

Trovare il Lago Aiarnola in inverno non è semplicissimo. Leggermente discosto e poco segnalato, per trovarlo dovrai uscire un po’ dal sentiero, fidandoti delle tracce di qualche buon uomo passato prima di te.

In alternativa: bussola, carta, altimetro o una buona app ti saranno utili per orientarti in questa caccia al tesoro del lago. Non fare l’errore di perderlo, lo scenario è davvero unico e il lago Aiarnola, ancora parzialmente ghiacciato, sembra una perla nella neve.

Lago Aiarnola

Il giro ad anello per tornare a Padola

Dal Lago Aiarnola hai tre modi per tornare a Padola:

  • ripercorrere a ritroso il sentiero dell’andata, che ti ho raccontato fino a qui;
  • proseguire lungo il comodo sentiero 164 che porta verso il Passo di Sant’Antonio. Da qui puoi tornare in paese seguendo la strada asfaltata (sempre poco frequentata), passando per la Chiesetta di Sant’Anna (1336 mslm) e seguendo alcuni tornanti;
  • imboccare una bellissima traccia rimanendo nella magia del bosco.

Neanche a dirlo: noi ti consigliamo vivamente di percorrere il sentiero nel bosco. Seguirlo è semplicissimo e per nulla impegnativo, ma devi fare attenzione a imboccarlo correttamente perché non è segnalato in alcun modo.

Arrivati a quota 1554 metri ti troverai ad un bivio: la traccia che devi prendere è quella alla tua sinistra (in direzione Padola appunto). Il sentiero è molto largo e tenuto perfettamente, purtroppo non è segnalato, quindi… ti dovrai fidare.

Per il resto seguirlo è semplicissimo e davvero suggestivo: segue il versante scendendo gradualmente, con una serie di saliscendi che attraversano il bosco e superano alcuni ruscelli gorgoglianti. Ti troverai così, in meno di un’ora, a sbucare nuovamente in Via alle Acque Rosse.

Silvia nel percorso ad anello della Casera Aiarnola

Ciaspolata alla Casera Aiarnola da Padola: dati tecnici in breve

Partenza: Padola (1218 mslm)

Arrivo: Casera Aiarnola (1612 mslm)

Dislivello: circa 400 mt

Tempo: circa 3 ore l’anello completo

Difficoltà: medio. Il percorso non presenta difficoltà, anche se alcuni punti nel bosco possono risultare ripidi.

Cartografia: Carta Tabacco n. 17 – Dolomiti di Auronzo e Comelico (se non ce l’hai, puoi comprarla su Amazon)