I dintorni di Mantova profumano di tortelli alla zucca, aria di primavera e gita fuori porta. Un’anima semplice per un territorio ancora immersa nello spirito del Rinascimento: storici palazzi, affreschi senza tempo, piazze nelle quali tirare tardi.

Sarà che la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di siti UNESCO, sarà che Mantova è entrata nella lista del patrimonio dell’umanità nel 2008 ed è stata eletta capitale della cultura italiana nel 2016, o sarà anche per quelle pasquette strepitose che ogni anno trascorriamo nelle campagne mantovane… insomma, per noi ogni scusa è buona per tornare a curiosare questa terra.

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I dintorni di Mantova: cosa visitare (e assaggiare) in provincia

Se nessuno si sognerebbe mai di mettere in dubbio le bellezze di Mantova (la Sala dei Giganti di Palazzo Te e la Camera degli Sposi sono state uno shock di bellezza, e non scherzo: Davide ha dovuto trascinarmi fuori a forza), quando si parla dei dintorni di Mantova, tutti cadono dalle nuvole.

Va bene che Mantova sembra galleggiare nell’acqua (il Mincio la circonda per ben tre lati), ma fingere che al di fuori del delizioso centro storico vi sia il nulla è un atteggiamento più da medioevo che da Rinascimento!

E allora eccoci qui: i paladini del Rinascimento, eredi diretti dei Gonzaga, spinti dall’irrefrenabile desiderio di scoprire i dintorni di Mantova, ma soprattutto stimolati da qualche bicchiere di lambrusco di troppo. Partiamo?

Dove mangiare nei dintorni di Mantova

I tre laghi mantovani e il Parco del Mincio

Iniziamo l’esplorazione dei dintorni di Mantova da subito fuori il centro storico, per concentrarci sulle sponde dei laghi mantovani che racchiudono la città. In realtà non sono propriamente laghi, ma si tratta del fiume Mincio allargato in secoli di bonifiche atte ad addomesticare la palude sulle quali in origine è sorta la città.

Comunque sia, per non togliere poesia al luogo continueremo a chiamarli comunemente Lago Inferiore, Superiore e Di Mezzo. La fantasia nella toponomastica non è prerogativa dei mantovani, ma passeggiare lungo le sponde dei laghi regala scenari mozzafiato.

Da Porto Catena, sul Lago Inferiore, partono numerose gite in battello che consentono di navigare sui laghi di Mantova e osservare la città da un punto di vista del tutto differente. Una volta, questo era il punto id partenza di imbarcazioni cariche di merci e notizie che, seguendo il Mincio, arrivavano al Po, poi a Venezia, e da lì al mondo. Adesso al massimo da qui partono qualche pescatore temerario e molti turisti in bicicletta, soprattutto stranieri: l’animo internazionale del porticciolo è salvo.

Nei mesi di luglio e agosto, il Lago Superiore viene letteralmente coperto dal loto in piena fioritura, uno spettacolo da non perdere. E non dimenticate di portare con te un po’ di pane raffermo: i cigni che abitano le sponde del lago ne vanno ghiotti.

Nell’area del Parco del Mincio è anche possibile fare bellissime escursioni a piedi, in bici o… in canoa.

laghi mantovani

Sabbioneta: la città ideale degli umanisti

Se dovessi costruire una città ideale, come la immagineresti? Io personalmente ci vedrei bene pasticcerie e librerie ad ogni angolo, ma evidentemente per Vespasiano Gonzaga Colonna, nel 1554, le priorità erano un po’ diverse. La città infatti è stata costruita in base ai principi umanistici perché rispecchiasse la città ideale.

Questo piccolo paese è diventato Patrimonio UNESCO nel 2008 e la sua struttura urbanistica è, ancor oggi, un perfetto esempio di armonia (nonostante le poche pasticcerie).

Mura e monumentali bastioni a stella racchiudono un gioiello prezioso al loro interno, dallo spiccato senso culturale ed estetico. Da non perdere la visita al Teatro Olimpico (opera dello Scamozzi, una vera chicca), il Palazzo Giardino, la Galleria degli Antichi, il Palazzo Ducale, la Chiesa della Beata Vergine Incoronata e la Sinagoga.

Sabbioneta nei dintorni di Mantova

San Benedetto Po e il monastero di Polirone

Fa parte del circolo dei Borghi più belli d’Italia e, già passeggiando per le vie del centro o sulle rive del fiume, non è difficile capire il perché.

Il borgo medievale ospita uno dei complessi benedettini più antichi d’Italia, nonché uno dei monasteri più grandi d’Europa: il monastero del Polirone. Iniziato nel 1007 su volere di Tedaldo di Canossa, e impreziosito dalla chiesa, capolavoro di Giulio Romano, e dal refettorio affrescato dal Correggio, si tratta di un vero e proprio tripudio di spiritualità ed arte.

Visitare il monastero significa immergersi in un percorso silenzioso fatto di mosaici, affreschi, reperti e strepitosi marmi.

Nella visita è incluso anche il Museo Civico Polironiano, fondato nel 1977, che è uno dei maggiori musei etnografici d’Italia, specchio della cultura popolare padana.

san benedetto po e abbazia polirone

Castellaro Lagusello e il lago a forma di cuore

Continua la lista dei borghi più belli d’Italia (sembra che nel mantovano ce ne sia un’alta concentrazione): ma non solo. Bandiera arancione del Touring Club e sito UNESCO, Castellaro Lagusello è un borgo medievale immerso tra le colline moreniche, che si affaccia su un delizioso laghetto a forma di cuore.

Ma attenzione, per accedere al laghetto si paga un piccolo obolo al guardino che assicura: tutti gli innamorati che scendono al lago non tornano più assieme in città. Insomma… io ti ho avvisato, poi vedi tu! (Questa battuta, che ci ha fatto molta simpatia, sembra essere il suo cavallo di battaglia: ti toccherà di certo).

Castellaro Lagusello cosa vedere nei dintorni di Mantova

La Rocca di Cavriana

Prendo la parola per raccontarti una storia.

Nel mio passato ero un archeologo: o meglio, con gli archeologi ci lavoravo. Ad un certo punto, i miei talenti di cartografo mi hanno portato a Cavriana, paesino della mantovana sovrastato da una imponente Rocca (o Castello). Beh: non posso parlare di amore a prima vista. Ma di quelle atmosfere che ti entrano in qualche modo sotto pelle, sì.

Cavriana è uno di quei paesi della “provincia” dall’aria placida, fatta per passeggiare per le due tre vie attorno alla piazza, per salire al piazzale della rocca, per guardare le mura che scendono verso le case e le campagne infinite, dopo, e per andare a curiosare al Museo Archeologico dell’Alto Mantovano… e poi per cercare una terrazza panoramica per l’aperitivo, o per individuare una trattoria che serva i piatti della zona… e poi ancora da lasciarsi alle spalle in auto, verso Castellaro, magari, e le colline dell’anfiteatro morenico del Garda, a nord, o verso sud, direzione Mantova.

Insomma: non c’è di davvero imperdibile (la Rocca, per dire, sono solo mura di cinta e una torre chiusa), ma è un pezzo di Italia reale.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Rocca Cavriara

La ciclabile Mantova-Peschiera del Garda

Sono ben 36 le ciclovie che si intrecciano attraverso la provincia di Mantova. Corrono lungo le sponde dei fiumi, attraversando riserve naturali, porticcioli d’altri tempi e sentieri immersi nella natura. Un turismo decisamente slow, ma di grande impatto, perfetto per una giornata primaverile.

Ci sono infatti tantissimi servizi che offrono possibilità di combinare il giro in bici con il rientro in nave o in autobus: a te non resta che muoverti liberamente tra le campagne della provincia di Mantova.

La ciclabile più famosa è la ciclovia che collega Mantova a Peschiera del Garda. 44 km di itinerario praticamente pianeggiante e sempre asfaltato, decisamente suggestivo. Noi ci abbiamo messo poco più di 3 ore, con tutta calma. Fare andata e ritorno può essere impegnativo se non sei allenato, ma puoi sempre decidere di tornare con il servizio di trasporto pubblico dell’Apam.

ciclabile Manvova Peschiera del Garda

Se invece ti piacciono le avventure rocambolesche, sappi che nei dintorni di Mantova, al confine della provincia – da Ostiglia, a due passi da Revere – parte la Ostiglia-Treviso, una vecchia linea ferroviaria dismessa fiancheggiata per parte del suo percorso da una pista ciclopedonale.

La ferrovia, ideata per ragioni militari a inizio Novecento, poi interrotta, poi ripresa, poi bombardata (siamo già nella Seconda Guerra Mondiale), ha avuto come vedi vita breve e travagliata. Il tracciato è lungo 118 chilometri, e ad oggi ne sono percorribili ben 56 km su ciclabile. Si prevede la fine dei lavori per il 2022, e sarà uno spettacolo percorrerla finalmente tutta su due ruote!

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Volta Mantovana con il Palazzo Gonzaga-Guerrieri

Delizioso paese nei dintorni di Mantova, in cima ad una collina dalla cui chiesa si gode di una splendida veduta sulla pianura mantovana. Il pezzo forte di Volta Mantovana è comunque il Palazzo Gonzaga-Guerrieri. Una villa di campagna dei marchesi Ludovico Gonzaga e Barbara di Brandeburgo, tra i soggetti presenti nella Camera degli Sposi di Mantegna.

Il palazzo è dotato di splendidi affreschi realizzati da Giulio Romano e da bellissimi trompe l’oeil che adornano pregevoli soffitti lignei.

Gli edifici al piano terra sono stati adibiti ad ufficio comunale, mentre parte dello splendido giardino è in dotazione all’enoteca-ristorante affianco alla villa (spesso utilizzato per ricevimenti). Mi piace che si riesca ad utilizzare spazi così di pregio, ma le stampanti in mezzo al pavimento alla veneziana e la scarsissima illuminazione le ho trovate un po’ fuori contesto (peccato).

volta mantovana

 

Curtatone e il Santuario di Santa Maria delle Grazie

Ci siamo capitati per caso, attirati dall’ennesimo cartello di… rullo di tamburi… borgo più bello d’Italia! Il borgo in effetti è molto carino, ma la cosa davvero sconvolgente a Curtatone è il Santuario di Santa Maria delle Grazie.

Fidati di me: anche se non sei particolarmente attratto dall’arte religiosa, devi assolutamente visitare questa chiesa dove fede e mistero si incontrano. Si tratta infatti del luogo in cui, storicamente, i mantovani si recano per chiedere la grazia alla Madonna. E fin qui nulla di strano, se non fosse che gli interni della chiesa sono quasi completamente ricoperti da ex-voto: piccoli occhi, orecchi e nasi si affastellano lungo le pareti per assicurarsi la benevolenza.

Come ci sia finito un coccodrillo appeso al soffitto o le inquietanti statue in cartapesta è un mistero che dovrai scoprire di persona.

Entra e trattieni il fiato. Gli ex-voto sembrano decorazioni: li guardi bene, e vedi infinite riproduzioni di parti del corpo. Salgono sulle colonne, seguono gli architravi, circondano i capitelli. Tra le colonne, le statue: sembra un campionario di atti terribili, ma sono in realtà ringraziamenti per miracoli ricevuti – c’è il soldato ferito al cuore da una coltellata, ci sono prigionieri, c’è il boia… Prendi uno dei corridoi che portano verso la sacrestia e le cappelle laterali: gli ex-voto cambiano forma e diventano quadretti, dove le anime di malati o feriti fanno per uscire, ma vengono bloccate dai santi, e reinfilate a forza nei corpi di appartenenza. I cartigli raccontano di incidenti agricoli, agguati di briganti, malattie (all’epoca) incurabili, duelli all’arma bianca o sparatorie di moschetto.

Carica tutto dell’odore d’incenso, immergi nella penombra, ed ecco: uno strano senso di mistero sacro ti avvolgerà.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Ogni anno, a ferragosto, si tiene il famoso concorso dei madonnari, che armati di gessetti colorati “imbrattano” il sagrato della chiesa con le loro stupefacenti opere.

Curtatone e il Santuario di Santa Maria delle Grazie

Revere: Palazzo Ducale dei Gonzaga e Museo del Po

Una delle regge più belle dei Gonzaga, è stata costruita tra 1447 e 1478 per volontà del marchese Ludovico II Gonzaga. Lo stile dell’architetto Fancelli lo vedi tutto nel portale di ingresso. L`edificio si trova in posizione strategica: difende il Po, certo, ma soprattutto è la dogana per la riscossione dei dazi sulle merci in transito sul fiume.

All’interno del Palazzo Ducale si trova il Museo del Po, un viaggio nella vita quotidiana delle genti che vivevano lungo il Grande Fiume. Una sezione è dedicata ai simboli del legame indissolubile tra acqua e vita dell’uomo. Vale la pena visitare anche il mulino natante, un vero e proprio mulino progettato per navigare il fiume sfruttandone al contempo la corrente per macinare grano e mais.

revere palazzo ducale

Felonica con il suo Tiròt

Siamo ai confini della bassa mantovana, nelle immediate vicinanze del Fiume Po, un lembo di territorio stretto tra Veneto ed Emilia Romagna. A Felonica si respira un’atmosfera semplice e, nonostante la Chiesa Valdese e il Museo della Seconda Guerra Mondiale, la vera attrazione qui è il Tiròt!

Una squisita focaccia fatta con farina, sale, acqua, strutto e (tanta) cipolla. Il tiròt che sembra avere origini antiche: si parla addirittura di 1827. Con il recupero della cipolla gialla di Felonica è diventato Presidio Slow Food. Sapore forte e deciso, da gustare rigorosamente appena sfornata, e con un buon rosso corposo (o due) di accompagnamento.

tirot di felonica

Dove mangiare nei dintorni di Mantova

Metti da parte la dieta, Mantova è la provincia italiana con il più alto numero di stelle Michelin per abitante.

Ravioli di zucca, risotto col puntel, salame mantovano, luccio in salsa, capunsei, tortelli amari, stracotto d’asino… devo continuare? A Mantova e dintorni si mangia e si beve davvero bene!

In provincia di Mantova, a Canneto sull’Oglio, si trova il ristorante Il Pescatore, la cui cuoca, Nadia Santini, è stata eletta “miglior cuoca del mondo” dalla rivista The World’s 50 Best Restaurants e vanta ben 3 stelle Michelin. Noi non siamo tipi da ristoranti stellati, ma le leggende su questo ristorante si sprecano.

Decisamente più rustico e a buon mercato ti consigliamo invece l’Osteria delle Cinque Lire a Governolo. La foto del mega tris di tartare ad inizio articolo arriva proprio da là! Piatti deliziosi e abbondanti ad un prezzo onesto. Ambientazione decisamente pittoresca. Anche se non sembra il più elegante degli inviti, fai un giro in bagno prima di uscire. Non te ne pentirai.

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