Dopo la salita al Montasio, non poteva mancare la via normale allo Jôf Fuart. Certo, avremmo potuto non salirla proprio il giorno dopo, caricando altro dislivello sulle gambe già affaticate, ma un’improvviso cambiamento delle previsioni del tempo non lasciava dubbi: o adesso o… l’anno dopo! E quindi eccoci, a percorrere la salita ad una delle cime più soddisfacenti e panoramiche di tutto il Friuli Venezia Giulia!

Silvia in salita verso lo Jof Fuart

Da Sella Nevea a Malga Grantagar

Raggiungiamo Sella Nevea e proseguiamo in direzione Lago del Predil. Superati i quattro tornanti di Malga Credegnul di Sotto, apriamo gli occhi per la prima sterrata sulla sinistra: la inforchiamo e saliamo per un chilometro, direzione Rifugio Corsi, fino alla sbarra che ne vieta l’accesso (1060 mslm). La strada è percorribile da qualsiasi auto.

Imboccata la sterrata, dopo un paio di centinaia di metri, superato un grande rudere, incontrerai in corrispondenza di una curva un grosso masso, sulla sinistra. Si tratta di un enorme “cippo di confine” che, nel corso della storia, ha separato Venezia prima, e Italia poi, dall’Austria per quasi 200 anni. Un paio di bassorilievi riportano il Leone di San Marco e lo stemma Asburgico.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

 

Piccolo spoiler: la salita è luuuunga. Quindi è bene saperlo da subito e mettersi “il cuore in pace”.

Ci incamminiamo lungo la strada bianca che sale con numerosi tornanti. Il bosco è molto luminoso, i colori autunnali splendono, ma il fondo in molti punti è cementato e piuttosto pendente… non proprio divertente, ecco!

forestale da Sella Nevea

In circa 1 ora e mezza arriviamo agli splendidi pascoli dell’alpeggio di Malga Grantagar (1530 mslm). La vista da qui è davvero incredibile, con lo Jof Fuart e il Canin, rispettivamente a nord e a sud, a incorniciare lo scenario.

Silvia a Malga Grantagar

Da Malga Grantagar al Rifugio Corsi per il Sentiero dei Tedeschi

Non saliamo alla malga perché da qui ci sono due possibilità:

  • proseguire sulla strada bianca lungo un agevole sentiero che sale al Rifugio Corsi
  • salire per il più difficile Sentiero dei Tedeschi

panorama Friuli Venezia Giulia

La nostra salita sarà ancora lunga, quindi scegliamo di proseguire per il più veloce (circa 20-30 minuti in meno) – ma più ripido – Sentiero dei Tedeschi e di lasciarci la strada bianca per il rientro… quando saremo più stanchi.

Durante la Prima Guerra Mondiale, le zone circostanti al rifugio furono teatro di numerose e sanguinose battaglie, poiché la linea di confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico passava sul crinale Montasio-Jôf Fuart.

Per imboccare il Sentiero dei Tedeschi bisogna mirare alla stazione teleferica che si trova sulla destra della conca prativa della malga. Il sentiero si fa una stretta traccia che sale piuttosto ripida. Alcuni tratti sono assicurati da una fune che aiuta a superare qualche passaggio delicato da fare a filo di una parete strapiombante, mentre la vista si apre sui prati della malga, ora in basso, che si colorano d’autunno.

PS All’imbocco del Sentiero dei Tedeschi è presente un tubo da quale è possibile bere.

Silvia nel sentiero dei Tedeschi

Il sentiero è abbastanza esposto e alcuni punti franati richiedono piede fermo e capacità di muoversi in questi ambienti. Ovviamente, se la tua meta è lo Jof Fuart sono abilità che comunque dovrai avere per raggiungere la cima. Se invece vuoi soltanto arrivare al Rifugio Corsi, valuta se questo sentiero può fare al caso tuo: è breve, ma da non sottovalutare.

Con il Sentiero dei Tedeschi, in meno di un’ora siamo al Corsi. Scegliendo invece il sentiero 625, servirà circa 1 ora e un quarto (noi scenderemo per di qua, trovi la descrizione in fondo).

RIfugio Corsi FVG

Il Rifugio Corsi e il bivacco

Il Rifugio Corsi (1874 mslm) – finestrelle rosse e coperture in legno – è situato in un anfiteatro a dir poco spettacolare, ma purtroppo è chiuso. O meglio è chiuso da tantissimi anni per seri problemi di smottamento, di finanziamento, di gestione e chi più ne ha, più ne metta. Un vero peccato, perché la struttura è piuttosto grande e ancora bella.

La celebre tavola di legno colorata con l’altrettanto celebre frase di Julius Kugy, Una montagna s’impara a conoscerla davvero quando ci si dorme sopra, è spezzata.

Rifugio Corsi

Attorno a noi, le Cime Castrein, lo Jof Fuart – anche se non possiamo apprezzarne la cima – le Madri dei Camosci, la Cima di Riofreddo e quella del Vallone.

In compenso, subito dietro al rifugio si trova un piccolo ma delizioso bivacco in legno con una porticina rossa. All’interno sono presenti 8 posti letto con materassi, coperte e cuscini e un piccolo tavolino (niente stufa o fornella) e una deliziosa finestra aperta sulle pareti dello Jof Fuart.

Bivacco Rifugio Corsi

Dal Rifugio Corsi allo Jôf Fuart per la via normale

Ci rimbocchiamo le maniche perché da qui inizia la salita vera e propria. L’orientamento non è banale, qui, perché le indicazioni presenti non aiutano molto.

Il sentiero è il 625 che sale praticamente verticale sui pendii erbosi che si trovano sopra al rifugio. L’ambiente è quello strepitoso delle Giulie: roccia pallida, mughi di un verde intenso dai quali spunta l’occasionale larice dorato. Ci ritroviamo sulle prime rocce da oltrepassare con cautela, con il sentiero che si svolge tra alti balzi di roccia calcarea e pendii erbosi. Ogni tanto ci voltiamo per ammirare lo scenario stupendo che lasciamo alle nostre spalle: la sagoma del rifugio si staglia in maniera delicata sulla morbida conca colorata d’oro.

Silvia nella via normale verso Jôf Fuart

Raggiungiamo così una parete verticale che pare bloccare il passo. Destra o sinistra? Nel dubbio, prendiamo a sinistra.

Attenzione! Noi qui abbiamo sbagliato, girando verso sinistra in direzione Forcella Mosè. Non ci sono cartelli, ma nella traccia puoi vedere il punto che ci ha tratto in inganno.

Torniamo sui nostri passi e, poco dopo, sulla sinistra troviamo la deviazione, non molto evidente, ma indicata da una freccia rossa un po’ scolorita. Fai attenzione a questo punto perché è l’attacco del sentiero che porta alla cima. Vedi la FOTO qui sotto.

via normale Jof Fuart

Il primo strappo praticamente verticale ce la dice lunga sul carattere della via normale allo Jof Fuart. Qui decidiamo di indossare il caschetto.

Caschetto e imbrago servono? Caschetto obbligatorio! Imbrago, dipende da te. Noi, quando si parla di vie ferrate o tratti attrezzati non brevi, scegliamo sempre di averlo. Una sicurezza in più che può cambiare il corso delle cose. Ognuno valuta sulla sua pelle, ma noi sentiamo di consigliarlo perché comunque alcuni passaggi possono risultare delicati.

Per la via normale si affrontano numerosi strappi di corda fissa, alcuni anche piuttosto esposti e un po’ umidi, ma mai troppo difficili da superare. Ovviamente il sentiero è da affrontare solo con condizioni metereologiche favorevoli.

Davide nella via ferrata verso Jof Fuart

Stiamo percorrendo il fianco dell’Alta Madre dei Camosci. Entriamo al di sotto di un grande arco di roccia formato da un masso incastrato dov’è necessario accucciarsi un po’ e continuiamo a seguire il sentiero ben segnalato tra spezzoni di via ferrata, ghiaia, balzi erbosi e grossi massi. Fondamentalmente alterniamo alcuni tratti “da concentrazione” a tornantini che salgono uniformi. La pendenza non è delle più selvagge, ma il dislivello inizia ad accumularsi.

L’orientamento è a questo punto abbastanza evidente: basta seguire la traccia, i bolli rossi e l’occasiona scritta a vernice “Jof Fuart”.

Incrociamo il Sentiero/Ferrata Anita Goitan e, cento metri più in alto, l’arrivo della famigerata Gola Nord Est, sulla destra, Continuiamo in direzione sud est, seguendo i bolli fino ad arrivare alla sella che separa le due cime dello Jof Fuart.

La cima dello Jôf Fuart

Sì, perché lo Jof Fuart in realtà ha due cime e, sebbene quella più alta sia quella a nord (2666 mslm), quella con croce di vetta e madonnina è l’altra, a sinistra rispetto alla selletta.

Jôf Fuart due cime

Dalla selletta che divide le due cime prendiamo così la sinistra per gli ultimissimi metri. Seguiamo i bolli rossi, risaliamo con un po’ di agilità – ormai quasi esaurita – un muretto a secco e alcuni gradoni e ci troviamo finalmente sulla cima dello Jof Fuart (2660 mslm).

Oltra alla madonnina bianca (alla cui base si cela il libro di vetta) c’è una bellissima croce di metallo, ma soprattutto una vista a dir poco grandiosa! La giornata è perfetta e da qui si vedono il Canin, il Montasio e il Mangart in tutta la loro bellezza, oltre che il Bivacco Vuerich, la catena del Castrein, il Buinz e il Tricorno, lontano.

Attorno a noi solo cuccioli di stambecchi che si aggirano curiosi. Spettacolare a dire poco: la cima vale tutti i 1600 metri di dislivello!

panorama dallo Jof Fuart

selvatici sullo Jof Fuart

Davide sulla cima dello Jof Fuart

La discesa per il sentiero facile

In breve – perché temiamo l’arrivo della stanchezza. Scendiamo per la via della salita fino al Rifugio Corsi. Giusto prima del rifugio, prendiamo sulla destra il sentiero 625 che, superato un greto in secca e saliti pochi metri di dislivello, prende ad aggirare l’Ago di Villago. Troviamo ad un certo punto l’indicazione che punta verso il basso per il sentiero 628. Una serie di tornantini ci deposita in una bella conca bordata di larici d’oro. La attraversiamo, e sbuchiamo a Malga Grantagar, proprio in corrispondenza della gradita e gelida frontana.

L’ultimo tratto di discesa è l’eterna strada cementata di servizio della malga.

Via normale allo Jôf Fuart: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo Tra le Alpi Giulie, sulla catena Montasio-Jof Fuart
📍 Partenza da Parcheggio tra Sella Nevea e Lago del Predil (vedi relazione, 1060 mslm)
🏔️ Arrivo Jof Fuart (2660 mslm)
📐 Dislivello 1600 metri
📏 Lunghezza 6,7 km la salita
⏱️ Tempo 6 ore la salita. Per tutto il giro vanno calcolate 10-11 ore
😅 Difficoltà Difficile. Si tratta di una via alpinistica che combina lunghezza e ambiente non banale (e semplici tratti attrezzati)
💧 Acqua A Malga Grantagar (fontana), oppure tubo all’imbocco del Sentiero dei Tedeschi
🗺️ Cartografia Tabacco 1:25.000 n. 19 – Alpi Giulie Occidentali, Tarvisiano (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì: della salita, e della discesa dal Corsi per il Passo degli Scalini