Questa è la relazione di una salita “inconsueta” al Nabois Grande. Invece di raggiungere la cima per la via normale, abbiamo fatto il sentiero Gasparini-Florit, un bellissimo e selvaggio percorso, lungo e solitario… e non banale. Abbiamo tenuto la via normale per la discesa.
Dalla Val Saisera al Rifugio Pellarini
Punto di partenza obbligato per salire al Nabois Grande è il Rifugio Pellarini, appollaiato alla base della Carnizza di Camporosso e delle pareti delle Cime delle Rondini e dello Jof Fuart. Abbiamo dedicato un articolo alla salita al Rifugio Pellarini. Questo è l’itinerario per sommi capi:
- Lasciamo l’auto al parcheggio P2 della Val Saisera.
- Percorriamo il reticolo di carrarecce che attraversano il fondovalle, seguendo le indicazioni (abbastanza frequenti) per il rifugio.
- Imbocchiamo il sentiero 616 che ci porterà fino al Rifugio Pellarini (1499 mslm).
La camminata è piacevole, facile, e molto atmosferica – si svolge sempre all’interno di un bellissimo bosco (splendido poi in autunno, con la luce del mattino). La salita al Pellarini è una classica, ed è sempre molto frequentata. La carrareccia si esaurisce in località Pian dei Carboneri: qui il sentiero si fa più stretto.
Sono presenti un paio di passaggetti attrezzati (banali). L’ultimo tratto, fuori dal bosco, si svolge in ambiente più roccioso.
Servono un paio di ore per raggiungere il Rifugio Pellarini (1499 mslm).
Dal Rifugio Pellarini al bivio per le due vie di salita
Proseguiamo oltre il rifugio. Le indicazioni parlano chiaro: proseguiamo sul sentiero 616 in direzione Sella Nabois.
In dieci minuti si raggiunger un cartello di legno che punta sulla destra e indica la via alpinistica Gasparini-Florit. Si tratta della “riscrittura” recente di una vecchia via che alcune relazione chiamano “via dei tedeschi” o “via tedesca”. Qualcun altro la chiama “nuova via al Nabois”, e in effetti è una valida alternativa alla normale.
Per la normale, a questo bivio devi proseguire dritto.
Il sentiero Gasparini-Florit
La via Gasparini-Florit supera un dislivello di più di 600 metri, per poi connettersi alla ferratina che conclude la via normale al Nabois.
Superato un breve tratto in salita, nel bosco, il panorama si apre sulla prima parte della dorsale est-ovest del monte: mughi, gli ultimi larici, una stretta traccia – non difficile, per ora, ma erta – e la visuale sull’austera parete nord dello Jof Fuart. Raggiungiamo l’attacco del sentiero alpinistico Gasparini-Florit – una targa lo indica – e il discorso cambia. Indossiamo il caschetto.
La traccia si fa sensibilmente più sbriciolosa. Vanno seguiti pedissequamente i bolli rossi per evitare di trovarsi su strapiombi o punti franosi, finché non si raggiunge il punto cruciale della via: un passaggio attraverso un canalone friabile, dal fondo carico di detriti. Alcuni spezzoni di corda d’acciaio permettono di procedere in sicurezza (se non hai confidenza con questo tipo di percorso, il kit da ferrata ti può dare una sicurezza in più), ma il vero problema è dato proprio dai detriti. va fatta attenzione a smuoverne il meno possibile, in quanto il tuo compagno di gita sarà sempre sotto di te. Lo ripeto: qui il caschetto fondamentale.
Usciti dal canalone – servono circa dieci minuti – inizia il secondo tratto del sentiero alpinistico. Più semplice, ma decisamente più faticoso! La traccia infatti ora sale diretta per la dorsale del Nabois Grande, macinando dislivello, mentre la vista si fa sempre più ampia.
La cima sembra non arrivare mai. Seguiamo i bolli – frequenti – superiamo delle facili roccette, aggiriamo qualche ostacolo, e raggiungiamo infine l’attacco della ferrata vera e propria.
La ferrata del Nabois Grande
Si tratta di pochi spezzoni di corda, che permettono di superare gli ultimi trenta-quaranta metri di dislivello. Siamo su roccia, ora. La breve ferrata non è difficile, ci sono solo un paio di punti “ostici”: una stretta fessura da superare più o meno in spaccata, e un secondo saltino. Niente di preoccupante, comunque. Kit da ferrata gradito.
Per l’ultimo tratto, quello su rocce lisce e inclinate, fare attenzione in caso di umidità.
Alziamo la testa, e siamo in vetta!
La cima del Nabois Grande (2313 mslm)
Una bella croce in ferro, il libro di vetta, una madonna opera di Mauro Corona. Eppure, i protagonisti qui sono altri. In primis, l’incredibile versante settentrionale dello Jof Fuart, roccia pura segnata dalle incisioni. Poi un panorama a 360° capace di unire la scabrezza delle Alpi Giulie alla morbidezza dei rilievi carnici, a nord, giganti come lo Jof di Montasio e il Mangart, e le microscopiche tracce umane come il Borgo Santo di Lussari appollaiato sul suo monte.
Infine uno stambecco, che silenzioso e curioso viene a farci visita in questa giornata solitaria. Magia pura.
Discesa per la via normale del Nabois Grande
Decidiamo di scendere per la via normale. Torniamo quindi sui nostri passi, disarrampichiamo la ferrata, e individuiamo il sentiero in discesa, evidente per i morbidi tornanti. Qui, ancora, il contrasto è fortissimo: camminiamo sull’erba, ma di fronte abbiamo un abisso vertiginoso di roccia.
Il sentiero della normale è sempre evidente (segni rossi), tranne che nell’ultimo tratto in basso, dove il ghiaione si fa indistinto. Alcune attrezzature aiutano la discesa in un solco scavato dall’acqua.
Una curiosità: alla fine del sentiero (o all’imbocco, se stai salendo da qui) si vedono dei gradoni ricavati nella roccia. Sono stati scavati dai soldati per agevolare la salita al Nabois. Si tratta di un dettaglio minuscolo, ma emozionante.
Il sentiero ci lascia alla base del ghiaione che, con una serie di tornantini, sale gli ultimi settanta metri di dislivello per la Sella Nabois.
Ritorno
Per il giro in giornata, il ritorno conviene farlo in ogni caso per la via normale: in discesa non presenta difficoltà. Scesa la via normale prendi a sinistra, ritorni al Pellarini e da qui scendi a valle.
Un’alternativa – per esperti! – è fare il giro ad anello, proseguendo per Sella Nabois e inforcando lo splendido e difficile Sentiero Chersi. Trovi il resoconto qui a breve!
Nabois Grande: la salita in breve
⛰️ Dove siamo | Val Saisera. Sulle Alpi Giulie, tra Jof Fuart e Jof di Montasio. |
📍 Partenza da | Parcheggio P2 in Val Saisera (916 mslm) |
🏔️ Arrivo | Cima del Nabois Grande (2313 mslm) |
📐 Dislivello | 1400 m |
📏 Lunghezza | 7,60 km la salita per il Gasparini-Florit. All’incirca lo stesso per la via normale. |
⏱️ Tempo | 4 ore e mezza la salita per il sentiero Garparini-Florit |
😅 Difficoltà | Difficile. Il sentiero Gasparini-Florit ha un paio di passaggi cruciali non banali (leggi la relazione). La via normale è più semplice e non presenta punti critici. La ferrata di vetta è di media difficoltà. |
💧 Acqua | Sì, ma solo dalla Val Saisera al Rifugio. Poi più nulla. |
🗺️ Cartografia | Tabacco 1:25.000 n. 19 – Alpi Giulie Occidentali, Tarvisiano (se non ce l’hai puoi comprarla qui) |
🛰️ Traccia GPS | Sì. Trovi la salita dalla Saisera per il Gasparini-Florit e la discesa per la normale. Il ritorno non è disponibile perché noi abbiamo proseguito sul sentiero Chersi. |
Scrivi un commento