Chi non vorrebbe fare un viaggio in India? Chi non ha letto Tiziano Terzani, ha fatto un corso di yoga, ama il pollo tandoori o ha visto “Viaggia, Prega, Ama”? L’India è questo, ma è anche, e forse soprattutto, il suo opposto. 

Il primo assaggio di India arriva immediato: atterriamo a New Delhi e già capiamo che ciò che ci aspetta non ha nulla a che vedere con quanto mitizzato nei racconti e nei film che abbiamo visto.

densità india

1. Come richiedere il visto per l’India

Per entrare in India serve il visto. Per i cittadini italiani che richiedono un visto turistico o lavorativo la procedura è piuttosto semplice e, senza doverti affidare ad un’agenzia, puoi richiedere il visto direttamente online.

Esistono due tipi di eVisa: il visto che permette di rimanere fino a 30 giorni, e quello che consente di “frequentare” l’India per un anno. In quest’ultimo caso puoi entrare più volte nel Paese, ma ogni soggiorno potrà durare al massimo 90 giorni.

In entrambi i casi la procedura da seguire può essere gestita direttamente online attraverso il sito ufficiale del visto indiano. La risposta, una volta compilata la domanda di visto, arriva nel giro di 3 giorni lavorativi.

I documenti che ti serviranno sono: copia del passaporto con durata residua di almeno 6 mesi dal giorno di ingresso in India; fototessera in formato digitale (dimensione massima di 1 mega), copia della prenotazione del volo con il quale arriverai in India, modulo di richiesta del visto, carta di credito per il pagamento (il costo è di 25$).

2. Clima e quando andare in India

Partiamo dal presupposto che “quando andare” dipende soprattutto da dove vuoi andare. Tieni conto infatti che l’India è davvero enorme: è il settimo Stato al mondo per estensione geografica. Anche per la sua estensione viene infatti definito “subcontinente”. Ne consegue che la varietà di luoghi da visitare è enorme: nel corso dello stesso viaggio puoi trovarti tra le montagne, sulla spiaggia, lungo le vie di immense metropoli, nel deserto, nella giungla…

Esistono sostanzialmente tre stagioni:

  • l’estate (da aprile a giugno),
  • la stagione dei monsoni (da luglio a settembre),
  • l’inverno (da ottobre a marzo).

Durante l’estate le temperature sono roventi, arrivando a sfiorare i 40 gradi diurni, e può essere anche molto difficile girare per le città.

Durante la stagione dei monsoni, sono soprattutto le zone meridionali e quelle del nord-est ad essere battute da piogge torrenziali. Nella regione del Sud durante questi mesi le strade possono diventare addirittura impraticabili (quando non peggio: è del 2018 l’ultima, catastrofica alluvione che ha messo in ginocchio lo stato del Kerala).

Nelle zone settentrionali gli acquazzoni sono meno accentuati.

Se vuoi fare trekking nelle zone dell’Himalaya invece è meglio evitare il periodo invernale che può essere estremamente rigido, mentre la stagione da aprile a novembre presenta un clima fresco anche se non sempre asciutto a causa del rischio monsonico.

La stagione migliore per viaggiare in India è sicuramente l’inverno: da ottobre a febbraio. I monsoni lasciano spazio a leggere brezze e le torride calure sono ancora lontane.

Capitolo a parte New Delhi: preparati per un’umidità, un calore e una polverosità mai sentite prima!

deserto del thar

3. L’India è un Paese sicuro?

Partiamo dalla necessaria premessa che viaggiare da soli in India non ci ha creato nessun problema di sicurezza. Sotto questo profilo, anche nei giorni in cui mi sono trovata a viaggiare da sola come donna non mi sono mai sentita in pericolo.

Viaggiare in India da soli è sicuro, ma faticosissimo.

È faticosissimo spostarsi per le strade in autonomia, è faticosissimo “dribblare le fregature”, è faticosissimo prendere i mezzi, è faticosissimo il clima, è faticosissimo non arrabbiarsi.

L’India insomma è un viaggio duro, ruvido, intenso.

Se è la prima volta che ti approcci ad un viaggio in solitaria o non hai avuto altre esperienze di viaggio fai-da-te sicuramente non ti consiglio l’India. Molto diverso invece se decidi di affidarti ad un tour operator o ad un driver: in entrambi i casi saranno loro a fare da filtro per una quantità pressoché innumerevole di situazioni scomode.

Ti invito a leggere il punto n. 8 per capire bene a cosa mi riferisco.

New Delhi e Mumbai hanno la fama di città ad alto rischio, specie per i turisti. Noi personalmente non abbiamo avvertito problemi di sicurezza durante le nostre visite. Soprattutto a Mumbai si respira un’atmosfera molto più moderna e “occidentalizzata”, mentre confermo che non è il massimo girare per le strade di New Delhi a notte fonda (ma d’altronde che cosa devi fare a New Delhi a notte fonda?).

Tiene sempre presente comunque che l’India non è tutta uguale, e che esistono effettivamente dei rischi per la sicurezza personale in alcuni quartieri delle metropoli, e nelle aree più isolate.

bambini india

4. Quale lingua si parla in India?

In India si parla Hindi, ma l’inglese è conosciuto quasi da tutti.

I cartelli stradali, i menu, i tabelloni degli orari dei treni, tutto viene ormai scritto nella doppia lingua.

Con un semplice namastè e un inglese scolastico potrai riuscire a spostarti e comunicare tranquillamente.

selfie?

5. Trasporti indiani: croce e delizia

In India le strade sono percorse da almeno un milione di mezzi di trasporto… e non solo: taxi, risciò, tuk-tuk, mucche, auto, carretti, pullman, autobus, biciclette, motorini, cavalli, cani, minibus, risciò a pedali, macchine agricole ed elefanti. Serve altro?

Aereo e voli nazionali in India

I voli nazionali sono affidati a numerose compagnie e i costi sono piuttosto contenuti (noi abbiamo pagato il volo  Varanasi – Mumbai € 50). Le compagnie più affidabili sono AirIndia, IndiGo, Spice Jet e Jet Airways.

Noleggiare un auto in India

Se stavi pensando di noleggiare un’auto questo è il momento giusto per smettere di farlo!

Si guida a sinistra e le auto hanno la guida a destra, ma questa è solo la punta dell’iceberg. Le regole stradali sono infatti completamente annullate dalla consuetudine, dal momento di impeto, dallo spirito indiano e infine, vige la regola del più forte.

Insomma… dover guidare in India, soprattutto nelle grandi città, credo sia una delle cose che non augurerei al mio peggior nemico!

mezzi di trasporto india

Per ovviare a questo la scelta più popolare tra i turisti è quella di noleggiare un’auto con autista, il cosidetto driver. Si tratta di una soluzione di compromesso tra il desiderio di essere autonomi e la comodità di poter girare in sicurezza.

Al contrario di quello che pensavo non si tratta affatto di una scelta così cara e ti permette di pianificare i tuoi spostamenti in libertà. Le distanze in India infatti sono enormi e spesso alcuni interessanti siti si trovano in località scomodissime da raggiungere.

Unico problema: il pro è il contro di questa soluzione è lo stesso driver. Se ti va bene potrai condividere questa esperienza con una persona del posto che saprà consigliarti, guidarti e ti eviterà un sacco di scocciature; se ti va male ti troverai a dover convivere forzatamente con una persona estranea che tenta di portarti nei negozi dei suoi amici – dai quali prenderà una commissione – e non ascolta le tue esigenze.

Per come siamo noi in viaggio, abbiamo preferito viaggiare in totale autonomia prediligendo voli interni, piedi, tuk-tuk, taxi e soprattutto tanti treni! Se sei del nostro avviso sappi però che non sarà una scelta né comoda né semplice. Puoi leggere qui il nostro itinerario fai da te di tre settimane in India.

camion india

Taxi indiani

In India esiste un numero elevatissimo di taxi, talmente elevato che è quasi impossibile distinguere i veicoli ufficiali da quelli improvvisati. Noi, per necessità, abbiamo preso sia taxi ufficiali che non e, in entrambi i casi, l’unico vero problema è la tariffa: per la stessa tratta puoi trovarti a pagare anche 10 volte tanto il prezzo corretto!

Ricordati di accordarti sempre sul prezzo prima di salire a bordo: sarebbe impossibile trattare al termine della corsa senza litigate furiose.

Nelle città che ce lo permettevano abbiamo usato l’app di Uber: la certezza del prezzo della corsa era il bonus più bello per la nostra serenità. Spesso infatti l’abbiamo usato anche solo per capire quale sarebbe stato il prezzo corretto di uno spostamento, in modo da contrattare con un altro autista fuori dal circuito per raggiungere un accordo vantaggioso o, per lo meno, onesto.

città indiane

Tuk-tuk: tra mito e leggenda

Croce e delizia del mondo indiano (e del Sud Est asiatico). Il Tuk-tuk è al contempo il mezzo del demonio e il più utile salvatore. Questa specie di Ape Car (spesso costruita proprio dalla nostrana Piaggio) si infila ovunque, sfreccia a velocità inaudite, ed è decisamente più economica dei taxi.

Il tutto dipende da quanto pelo sullo stomaco hai e da quanto matto è l’autista che trovi. E’ comunque un’esperienza che non puoi perdere nel tuo viaggio in India.

Treni in India

Per gli indiani il treno è il mezzo di trasporto prediletto. La rete ferroviaria percorre tutto il Paese con oltre 63.000 km di rotaie.

Come prenotare un posto treno in India?

I treni in India sono spesso pieni, quindi ti consiglio di prenotarli con un’anticipo anche di qualche settimana, specialmente se si tratta di viaggi notturni. Noi abbiamo prenotato i nostri posti a sedere online tramite Cleartrip, ma la procedura è tutt’altro che semplice (prenditi del tempo per abilitare il tuo account, e preparati a un lavoro di sincronizzazione tra 3 siti diversi degno di un hacker professionista).

In alternativa ti consiglio di acquistarli direttamente sul posto, tappa dopo tappa.

Prendere un treno in India è un’esperienza di viaggio, ma anche un’esperienza di vita.

Sì perché nei treni in India non esiste privacy e non esiste pulizia. Mettiamola così: se sei disposto a trovarti in sei sulla stessa cuccetta e con un ritardo di 6 ore, sei pronto a prendere un treno indiano!

spleeper class india

Quale classe scegliere per viaggi in India?

Scegliere quale classe prenotare spetta a te e al livello di autentico stress che sei disposto a tollerare.

Le classi dei treni sono ben 6: 1AC (prima classe con aria condizionata – scompartimenti a cuccette con chiusura a chiave e pasti inclusi); 2AC (seconda classe con aria condizionata – scompartimenti con cuccette su due livelli ripiegabili e tendine divisorie; 3AC (terza classe con aria condizionata – scompartimenti con cuccette su tre livelli ripiegabili e senza divisioni); AC Chair e (sedili reclinabili confortevoli e spaziosi); Sleeper Class (cuccette su tre livelli ripiegabili senza divisioni e senza aria condizionata), 2nd Class (di norma non è prenotabile, i sedili sono di plastica o di legno, e spesso è sovraffollata).

Va da sé che se vuoi un viaggio con un po’ di comfort ti consiglio di prenotare le classi dalla 1 alla 3 con l’aria condizionata: i costi non sono per niente alti e avrai un po’ di privacy e di comodità in più.

Noi abbiamo viaggiato sempre in sleeper class, che è anche la classe preferita dagli indiani.

Come puoi immaginare alcuni viaggi sono stati disastrosi.

Uno in particolare è stato stremante: sono arrivata a destinazione senza forze dopo ore di ritardi, persone che salivano ad ogni rallentamento e si insinuavano in cuccette già sovrappopolate, e difficoltà a respirare.

Non voglio spaventarti, ma viaggiando in sleeper class può succedere. Può però capitare di fare un viaggio comodissimo, chiacchierando di cultura e scienza con indiani curiosi che non vedono l’ora di consigliarti nuove mete. Insomma… basta essere preparati a tutte le eventualità!

treni india

Come riconoscere il proprio treno in stazione?

Ciascun treno ha un nome e un numero, ti consiglio di controllarli entrambi perché ci possono essere più treni con lo stesso nome. I numeri delle carrozze sono scritti ai lati del treno, ma occhio a non confonderli con i numeri di serie dei vagoni. Spesso infine fuori dalla carrozza ci sarà un elenco cartaceo con scritto il tuo nome (rigorosamente storpiato in mille modi) e il tuo numero di posto. Nomi, numeri, numeri ancora e poi nomi con elenchi… semplice, no?

In treno in India: consigli

  1. Non portare cibo con te sui treni. Ad ogni fermata qualcuno salirà per venderti qualcosa e si aggireranno quasi continuamente venditori con vaschette di riso con pollo, chai caldo, samosa e altri snack.
  2. Fai attenzione alle truffe e ai falsi controllori che, con una scusa qualsiasi, tenteranno di dirti che il tuo biglietto non è corretto e che devi pagare una sovrattassa.
  3. Tieni la borsa con te. Sui treni, soprattutto nelle classi economiche, girano tantissime persone senza biglietto in cerca di una mancia o di compiere un furtarello, ricordati che quello che indossi probabilmente equivale allo stipendio annuo della persona che ti è seduta di fronte.
  4. Vai in bagno prima di salire a bordo e bevi poco! Non nascondiamoci: le condizioni dei bagni sui treni sono davvero indecenti. Detto da da donna a donna, non vorrai entrarci, te lo assicuro.
  5. Armati di pazienza, ma sii determinato. Se il posto che hai prenotato dovesse essere già occupato fai valere il tuo diritto di sederti, se sei stanco e i sedili non sono ancora in posizione orizzontale fai capire che è ora di aprire le cuccette.
  6. Guarda fuori dal finestrino, sarà bellissimo vedere l’India scorrere sotto ai tuoi occhi.

vista dal finestrino

6. Quando e a che ora visitare il Taj Mahal?

Il Taj Mahal è esattamente come te lo aspetti: stupefacente. La sua architettura lascia a bocca aperta anche il più disilluso viaggiatore, la sua storia viaggia tra i secoli e il suo splendore conserva la fama di edificio più bello del mondo.

Per visitarlo non è necessario prenotare in anticipo, ma ti consiglio di svegliarti all’alba. Il Taj Mahal infatti apre già alle prime luci del giorno: uscire nel cuore della notte dal tuo hotel di Agra ti permetterà di trovarti di fronte ai cancelli evitando la coda, ma soprattutto l’orda di comitive.

Ti assicuro che godersi uno dei posti più belli del mondo in quasi completa solitudine, varrà la sveglia.

Attenzione infine a pianificare bene le tappe del tuo viaggio in India perché il Taj Mahal è chiuso tutti i venerdì.

taj mahal taj mahal india

7. Quanto costa un viaggio in India?

La vita in India costa decisamente poco. La moneta locale è la rupia che presenta un cambio di circa 1/80, il che rende l’India una meta estremamente economica per noi europei.

Le due grandi spese che avrai sono:

  • il volo a/r per l’India (noi abbiamo speso circa 400€ a testa, puoi trovare a meno come a di più, dipende sempre dalla tua flessibilità per le date e da quanta voglia hai di monitorare l’andamento dei prezzi dei voli);
  • gli ingressi ai più grandi monumenti (tipo Taj Mahal). Spesso infatti per entrare nei monumenti della città sono in vigore due prezziari: quello per indiani e quello per gli europei.

Per quanto riguarda gli altri costi in loco invece ti sarà facile risparmiare. Un piatto caldo in un baracchino lungo la strada può costarti anche meno di 1€, e per dormire puoi trovare hotel anche per soli 5€ a notte per la camera doppia. Attenzione però che gli standard indiani di igiene e sicurezza sono quanto di più distante dai nostri!

Per intenderci, a questi costi è molto probabile che la camera del tuo hotel non avrà alcuna finestra né aria condizionata (eccetto una delle onnipresenti, e spesso rumorosissime, ventole da soffitto) e il bagno in comune sarà completamente nero dalla muffa. Una stanza così ce la siamo fatta andare bene in più di un’occasione, ma dipende moltissimo dal tuo spirito di adattamento.

Se decidi di viaggiare veramente on a budget ti consiglio comunque di portare con te un sacco lenzuolo: sarà il tuo migliore amico negli ostelli e nei vagoni dei treni.

Lo shopping è ugualmente economico, specie se sei alla ricerca di manufatti tipici, ma attenzione alle fregature: sono dietro l’angolo, sempre! In genere l’affare lo fanno sempre gli indiani, quindi meglio essere preparati se vuoi acquistare qualcosa di specifico.

Ultimo capitolo dei costi di un viaggio in India: i trasporti. I prezzi dei treni sono fissi e puoi risparmiare prendendoli per tempo, mentre per tutto il resto vige il sacro principio della contrattazione: chi la dura la vince. Trattare con gli indiani non sarà un’impresa facile (in un paio di occasioni siamo rimasti letteralmente a piedi), ma con un po’ di faccia tosta riuscirai a spuntare il prezzo giusto.

Un ultimo consiglio personale: non esagerare con le trattative. Hai una moneta forte, non serve essere anche stronzo.

mercato del pesce

8. Cucina indiana

Dimentica il ristorante indiano da cui ordini take away il giovedì sera dopo il calcetto.

Qui la cucina è una cosa seria. E ancora di più lo sono le spezie.

Esistono 3 livelli di piccante: non piccante, che equivale ad un piccante normale, il piccante, che equivale a un piatto molto piccante, e il piccante indiano. Quest’ultimo tradotto dall’hindi significa che hai desiderio di farti del male!

Gli indiani amano il cibo, le salse, le spezie, gli snack e l’immancabile chai a tutte le ore. La cucina indiana è composta per lo più da pietanze vegetariane, anche se non manca nei menù almeno un piatto a base di pollo.

In India si mangia benissimo… quasi sempre. Occhio infatti ai cibi da strada!

Io sono una vera amante dello street-food, ma in India non è così consigliato fidarsi delle norme igenico-sanitarie. Un assaggio un po’ azzardato mi è costato ben 9 mesi di cure antibiotiche. Uomo avvisato…

Se vuoi approfondire puoi leggere l’articolo sulle curiosità e i cibi da non perdere in India.

tali indiano piccantestreet food india

9. Come evitare le truffe in India

Gli indiani sono un popolo incredibile e per le truffe sono davvero i più fantasiosi. Ti fermeranno sicuramente per chiederti un’informazione, per sapere di che nazionalità sei, per dirti che loro hanno un’amica italiana a cui devono scrivere una lettera, per dirti che sono qui in vacanza anche loro e non sanno dove andare, per chiederti un consiglio su quale sciarpa si addica di più alla loro carnagione, ma soprattutto ti diranno che l’hotel dove hai prenotato sarà sicuramente andato a fuoco o almeno sarà fallito la settimana prima, la persona che stavate aspettando ha forato per strada e ha chiesto a lui di sostituirlo, sei molto attraente e vorrebbero offrirti una birra in qualche posto o il loro figlio ha bisogno di latte.

Insomma, è davvero impossibile descriverle tutte e ti assicuro che, nel turbinio dell’India, sarà spesso difficile distinguerle. La cosa positiva è che la maggior parte di queste truffe hanno a che fare con il denaro e con l’inganno, e non con furti, violenze e droghe.

I più attivi sono i procacciatori di affari a provvigione, dalle agenzie turistiche al negozio di spezie, dalla sartoria che realizza stupendi sari agli hotel: qui tutti prendono una provvigione.

Diciamo che un viaggio in India probabilmente non è completo se non ti prendi almeno una piccola fregatura.

Il consiglio in generale è di tenere gli occhi aperti, sempre, e di non fidarti mai. Stancante, vero? Te l’avevo detto che sarebbe stato un viaggio difficile.

Quello che abbiamo scoperto è che molto facile, viaggiando fai-da-te attraverso l’India, finire per chiudersi in sé stessi (o nella coppia, o nel gruppo con il quale si viaggia) e scacciare ogni proposta di contatto con un gesto stizzito e un diniego che non mostra spiragli.

Alle volte tassisti e guidatori di tuk-tuk sono così numerosi e insistenti che finisci per non degnarli neanche di uno sguardo – tantomeno di una risposta.

In realtà, conviene salutare sempre. Rifiutare, sì, ma con un sorriso e ringraziando. Se la proposta è atipica, vale la pena di aprire un orecchio a quello che ci viene detto: se ne ricavano storie – alle volte incredibili – racconti, spiegazioni. Dire sempre “no” non è la soluzione, anche se spesso lo sembra.

Ci sono delle situazioni nelle quali tutto quello che devi fare è lasciarti trasportare. Ti ritroverai in situazioni incredibili, profondamente umane, speciali. Un mio “sì” ci ha guadagnato quello che è stato uno dei momenti più belli dell’intero viaggio in India.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

bellissimo viaggio in india

10. Sacralità indiana tra mucche sacre e divinità

La terra della spiritualità mi ha lasciato interdetto.

Trovare lo spirito – trovare dio – in India è difficile: o forse non ero in ascolto io per primo.

Eppure è così forte l’assalto continuo del mondo reale, che non puoi non chiederti come sia possibile ritirarsi anche solo pochi minuti in una dimensione personale, privata, silenziosa.

Certo, verso sera se butti l’occhio dentro un qualunque uscio aperto, vedrai la donna di casa tributare onori e offerte a una piccola statuetta di divinità, sistemata con mille attenzioni in una nicchia ad essa dedicata. Fuori, dove stai camminando, un fiume di macchine e motorini, spazzatura ovunque, l’aria irrespirabile delle città indiane.

Certo, l’incredibile tempio ti accoglierà nel cuore della sua miriade di sculture preziose e ipnotiche, dove dei, uomini e animali accatastati l’uno sull’altro raccontano i miti del mondo. Il silenzio questa volta ci sarà, ma il monaco farà di tutto per circuirti e farti pagare a peso d’oro alcuni minuti di preghiera per la tua anima.

Certo, la puia serale richiama i fedeli da tutta la città, l’incenso ti stordisce e le litanie cantate da qualche parte ti portano… ma il fiume sul quale si svolge è esausto, inquinatissimo, maleodorante.

E infine, certo: le mucche sono considerate sacre. Eppure vagano malnutrite tra le macchine, stordite dalla confusione e dai clacson, senza la possibilità di un prato o di un filo d’ombra.

E mi chiedo se il loro essere sacro non significhi semplicemente che per questa reincarnazione ti lascio stare e non ti mangio (la prossima però, vedremo).

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

Mucche per le strade indiane

11. La passione indiana per musica e matrimoni: siamo a Bollywood

Che si riassume nei film di Bollywood.

Se non lo sai, Bollywood (Bombay+Hollywood) è il termine con il quale si definisce la scena cinematografica indiana in lingua hindi (e alle volte urdu) di carattere spiccatamente popolare. Niente cinema d’autore e raffinatezze stilistiche quindi, ma musica fracassona, commedie degli equivoci, balli corali coreografati, amori romantici (e melensi) e… matrimoni!

Nel nostro modo di vivere un Paese c’è anche l’immersione nella cultura popolare. In India ci siamo fatti una bella scorpacciata di cinema Bollywood, iniziando la full immersion già in aereo, e continuando poi nei cinema di Mumbai – per l’appunto, cuore di Bollywood – dato che siamo stati obbligati a trattenerci in città più del dovuto.

I momenti migliori? Il film Toilet: a love story, visto appunto in aereo, e lo sguardo della donna dei biglietti quando abbiamo insistito per avere due biglietti per la proiezione in inglese sottotitolata in urdu di una commedia della quale ancora oggi continuiamo a citare battute.

Leit motiv di tutti i Bollywood che abbiamo visto?

C’è sempre un matrimonio di mezzo!

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

bolliwood

12. Viaggio in India come vestirsi

Sono un’assoluta sostenitrice del fatto che per capire come vestirsi per visitare un Paese basti guardare come si veste dal gente del luogo. Senza dover scimmiottarne l’abbigliamento, a me è stato utile per scoprire da subito che le spalle scoperte sono quasi un tabù, mentre la pancia fuori non desta alcuno scalpore. Bizzarro, no? Da noi è praticamente l’opposto.

In generale in viaggio evito certe mise ed anche in India è stato sufficiente utilizzare le precauzioni di sempre. Gonne lunghe e maglietta a manica corta è la combo perfetta se non vuoi dare nell’occhio. Ti consiglio inoltre di portare con te una pashmina, ti sarà utile per:

  • coprirti collo e testa nei viaggi pazzi in tuk tuk a folli velocità,
  • coprirti la testa per entrare in certi templi,
  • evitare sguardi indesiderati,
  • coprirti la testa del caldo afoso delle estati indiane.

Queste sono mie indicazioni, ma non ti nascondo che ci fossero alcune turiste (europee) vestite ben più succinte. Credo che nessuna abbia avuto problemi, ma gli sguardi maschili possono essere insistenti e fastidiosi quindi personalmente preferisco evitare.

Donne in sari

Da donna sappi comunque che non potrai resistere alla moda indiana! Coloratissimi sari, stole di seta morbidissima e raffinati gioielli ne costituiscono la triade. La bambina, la ragazza, la signora e l’anziana vestono allo stesso modo: sia che abbiano pance piatte e perfette che ventri flaccidi.

I vestiti tradizionali sono estremamente eleganti e sensuali. I materiali con cui sono confezionati cambiano a seconda della classe sociale: dal tessuto sintetico e acrilico alla seta, passando per il cotone e il pizzo. Tutte le donne inoltre hanno una vera passione per i gioielli: rigorosamente dorati e rigorosamente enormi.

Le donne e i loro vestiti creano un contrasto incredibile con il grigiore assoluto delle città.

henne

13. Selfie?!

In India, neanche mentre contempli un monumento o un prodigio dell’architettura Moghul puoi stare tranquillo.

Abbassi la guardia – magari stai leggendo la tua guida, o sfilando il telefono dalla tasca per fare una foto, oppure semplicemente ti stai godendo la visuale – ed ecco che qualcuno (spesso un ragazzo, o un padre di famiglia) si farà appresso, ti mostrerà il suo, di smartphone, e ti chiederà timidamente: Selfie please?

Nessun problema! Ti metti in posa, sfoggi il tuo miglior sorriso (nonostante la stanchezza, il sole a picco o l’intontimento) e ti appresti a comparire in uno scatto. Poi in un secondo. Poi in un terzo, magari con il telefono adesso in orizzontale.

Cosa succede a questo punto?

Che se il fotografo è un ragazzo, da qualche parte sbucheranno i suoi amici, ti attornieranno, sfoggeranno i loro telefoni, e ti chiederanno ciascuno un selfie.

Se si tratta di un capofamiglia, gli basterà un gesto della mano, e l’intera sua famiglia, che fino a un secondo prima se ne stava rigorosamente in disparte, si avvicinerà, e comincerà una rotazione di tutte le possibili combinazioni di soggetti fotografici:

  • marito, moglie, tu
  • marito, figli, moglie, tu
  • solo moglie e tu
  • solo figli e tu
  • tu, moglie, bambinetto più piccolo in braccio (alla madre)
  • tu, moglie, bambinetto più piccolo in braccio (stavolta a te)
  • tu, marito, cugino che è prontamente sbucato da chissà dove
  • cugino di cui sopra, tu, sconosciuto curioso che si trovava a passare da solo
  • cugino da solo, mentre in contemporanea
  • tu da solo, ma sullo sfondo cugino da solo

e via dicendo.

Abbiamo calcolato che per ogni monumento visto durante il nostro viaggio, siamo comparsi in cinquanta scatti almeno. Tanto che ad un certo punto me ne sono uscito con uno slogan per l’ufficio del turismo indiano:

India: see a monument, become a monument!

Al di là della difficoltà di liberarsi da questi caroselli umani (un capannello attorno a te attrarrà infallibilmente altri indiani curiosi, che significa altre foto con loro, e altre permutazioni di foto con chi per primo ti aveva conquistato), ci resta un po’ di amarezza.

Perché sono pochissimi quelli che ti chiedono qualcosa di te. Come se il trofeo – lo scatto telefonico – fosse sufficiente per dire ho avuto un contatto con uno straniero.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

selfie

silvia e davide udaipur marmo rajastan

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