Lo vediamo spuntare dalla carta topografica, nel bel mezzo del “gran verde” della Val Visdende. Con quell’accento sbarazzino sul nome, una stella filante di tornantini segnati in rosso, la promessa di un bel panorama. Monte Curiè, arriviamo!

Cosa troverai nella salita con anello a Monte Curiè:
Fatica
Difficoltà tecnica
Panorama
Toponomastica

Dalla partenza al Monte Curiè

Ad accoglierci, all’imbocco della strada che sale in Val Visdende, un verboso pannello di divieti: sorridiamo per il penultimo, quello che vieta di entrare in valle con “cavalli privi di assicurazione”. Il pannello è giustificato, perché la Val Visdende è in estate piuttosto presa d’assalto, nonostante sia un’oasi naturalistica.

Comunque, non ci distraiamo. Lasciamo l’auto poco dopo il ponte sul Piave, lungo la strada, e ci incamminiamo sulla forestale chiaramente indicata come sentiero 158 (1004 mslm).

panorama della Val Visdende

La prima parte della salita è così: il nastro della carrareccia si alza piano di quota, attraversando un bosco che – come la Visdende – ha visto abbattersi Vaia in tutta la sua forza. Becchiamo infatti gli onnipresenti “lavori”: trattori, motoseghe e cavi d’acciaio ci accompagnano, prima fisicamente, poi con il solo suono. Il percorso ha aspetto di forestale fino ai 1500 metri di dislivello quando, dopo una decina di tornanti, diventa uno stretto sentiero, arzigogolato in mille tornantini. Come promesso dalla cartografia.

Il bosco ci accompagna quasi fino alla cima del Curiè, a tratti aprendosi in prati obliqui, in altri momenti frammezzandosi ai mughi. L’orientamento si fa leggermente più complesso: segni se ne vedono pochi, la prima neve non aiuta, e i mughi confondono un po’. Il sentiero sale deciso, compare l’ultima salita brevissima ed erbosa, ed eccoci sul Col Curiè (2035 mslm).

Salita al Monte Curiè

Il panorama dal Col Curiè

Sfatiamo subito un’accusa: mentre scrivo questo resoconto non sono distratto, né sto pensando alla prossima gita. Il Curiè viene chiamato sia Monte che Col, a seconda che tu lo legga sulla carta, sui cartelli, sulle firme del libro di vetta.

Comunque: in tutto simile al vicino Monte Zovo (che vediamo da qui), il panorama dal Curiè è inaspettato: sono 360° veri – soprattutto dalla “cimetta” più alta, che non è quella delle croci. Bellissimi e a portata di mano i Longerin e il Monte Schiaron, evidente il percorso dal Rifugio Forcella Zovo alla Val Vissada, stupenda la vista completa sulle crode soprastanti Padola, sulle quali ci perdiamo a ricordare forcelle, gite, rifugi e bivacchi. Lo sguardo spazia anche più in fondo, ma per adesso ci giriamo: Rinaldo spettacolare, Peralba sempre riconoscibilissimo, le Terze a modo loro imponenti. La carta topografica aperta è d’obbligo.

Detto questo, e fatte decine di foto, scendiamo alle tre croci , dove mangiamo leggendo il libro di vetta. Una targa in metallo dovrebbe aiutarci a confermare il riconoscimento delle montagne appena fatte, ma purtroppo è molto scolorito.

panorama sui Longerin

Salita al Col Curiè in breve

L’escursione può concludersi qui, prevedendo il ritorno per lo stesso percorso. La salita richiede 2h e mezza, e sono poco meno di 6 km per un migliaio di metri di dislivello.

cima del Col Curiè

Ma noi siamo instancabili, c’è un bel sole ed è ancora presto: proviamo l’anello?

Discesa a Valle (in tutti i sensi) e ritorno alla partenza: il giro ad anello

Il sentiero è ancora il 158, l’attacco della discesa però non si trova, dannazione. Cincischiamo un po’ tra i mughi, seguiamo delle false piste in piano – sarà questo a destra? Era quello di prima a sinistra? – finché non troviamo un paio di scoloritissimi bolli rossi: guardiamo in giù e tra i mughi, una trentina di metri più in basso, un ometto e il segnavia spezzato. Lo raggiungiamo: diciamo che siamo all’incirca sotto la croce più alta.

Silvia nel giro ad anello del Monte Curiè

Il sentiero della discesa è all’inizio deciso, fa anch’esso mille tornantini tra i mughi, poi si infila in un bel bosco dorato di larici, dove è d’oro anche il sentiero, coperto d’aghi com’è. Poi tocca a un nero bosco di abeti. Raggiunta La Forceta (1573 mslm), si apre anche una bella vista sul Col della Sentinella, i Longerin rimpiccioliti alle sue spalle.

Col della Sentinella

Qui la traccia diventa una forestale dal bel camminare, con pendenza modestissima, fino a raggiungere dei cartelli familiari in corrispondenza di un ampio parcheggio (1550 mslm): a destra per il Rifugio Forcella Zovo, a sinistra per Valle di San Pietro di Cadore. Una terza possibilità è rappresentata dalla forestale che parte dal parcheggio e percorre la lunga dorsale del Col di Tamber, ma per questa volta prendiamo la strada asfaltata.

Par arrivare a Valle sono circa tre chilometri di strada stretta  tortuosa, lungo la quale è evidente come la montagna si muova, cambi, tenti di trasformare i suoi versanti quasi a scacciare le strade dell’uomo.

In corrispondenza dei primi fienili di Valle, dentro un panorama di grandi prati, prendiamo una forestale sulla sinistra, tra le aziende agricole. C’è subito l’attraversamento di un rio, e poi una buona ora di salite successive, brevi strappi quasi verticali: i prati tornano bosco, la strada guadagna quota per ricongiungersi infine sulla forestale dell’andata, a quota 1380 mslm… piuttosto in alto, a dir la verità, perché ci sono altri due chilometri prima dell’auto.

Anello di Monte Curiè: dati tecnici in breve

Dove siamo: Cadore, Dolomiti, all’imbocco della Val Visdende, verdissima oasi tra Veneto e Friuli.

Partenza: Camping Val Visdende (1004 mslm)

Arrivo: Monte Curiè (2035 mslm)

Dislivello: 1030 metri

Lunghezza: 15 km tutto l’anello, 5,7 km la sola salite a Col Curiè

Tempo: 5h e mezza tutto l’anello

Difficoltà: media. L’unico vero “problema” dell’anello è beccare l’attacco della discesa verso nord ovest. La sola salita è invece media (occhio all’orientamento per gli ultimi 100-200 metri di salita)

Acqua: non presente, se non a Valle di San Pietro

Cartografia: Carta Tabacco n. 1 – Sappada, Santo Stefano, Forni Avoltri (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)

Escursione ad anello sul Monte Curiè pin