Se cerchi posti che siano davvero lontani da tutto e da tutti, le Dolomiti d’Oltre Piave sono quello che fanno per te: ambiente selvaggio e ravanaggio assicurato! 

Un nuovo acquisto in casa Bagaglio Leggero: e con la Carta Tabacco n. 21 si aprono un’infinità di nuovi mondi.

Sì perché le Dolomiti d’Oltre Piave (che tecnicamente non sarebbero proprio Dolomiti) sono quanto di più lontano ci sia dall’idea di Dolomiti stesse. Selvagge, sconosciute, brulle e spartane, decisamente lontane dal turismo di massa… per noi è stato amore a prima vista!

Integrità ambientale, solitudine e montagne dure, non potevamo chiedere di meglio.

panorama dal bivacco Goitan

Il sentiero 375 verso il Bivacco Goitan

Parcheggiamo l’auto nei pressi del parcheggio Ciol de Pes (907 mslm) in Val Settimana.

Dal ponte sul torrente Settimana inizia il sentiero 375 che costeggia il corso d’acqua sul lato sinistro orografico attraverso uno splendido bosco di faggi.

La salita si fa sempre più ripida lungo Val della Meda fino ad attraversare il rio della Meda. Il sentiero qui devia abbastanza nettamente verso sinistra, ma le indicazioni, come spesso accade in queste montagne, sono rade fino a perdersi completamente. Veniamo così attratti da una traccia che sembra essere la prosecuzione del sentiero.

Niente di più sbagliato: ci ritroviamo in breve a salire lungo il letto del fiume. Quando ce ne accorgiamo abbiamo due alternative: scendere e cercare di ritrovare il sentiero, oppure proseguire fino in cima e sperare che in qualche modo ci sia la possibilità di ricollegarsi al sentiero giusto. Dalla carta la fine del letto del fiume dovrebbe portarci proprio all’altezza del Bivacco Goitan.

Ovviamente scegliamo la seconda strada e ci inerpichiamo – mani, piedi, gomiti e ginocchia – lungo un’infinità di ghiaione e sfasciumi sotto un sole cocente, con il peso degli zaini preparati per la notte in bivacco che ci vorrebbe trascinare giù.

mughi e panorami

Potrei anche non specificarlo, tanto l’avrai già capito: ovviamente una volta arrivati in cima non c’è nessun sentiero o traccia che conduca fino al Bivacco Goitan! Il panorama però è grandioso e, a scrutare bene, il bivacco si vede: un minuscolo puntino rosso in mezzo ad un mare (quasi impenetrabile) di mughi.

Le opzioni (ancora) sono due: scendere il ghiaione fatto in salita o addentrarci nei mughi sperando che ci risputino fuori nei pressi del bivacco… secondo te cosa abbiamo scelto? Già… oggi va così!

Miracolosamente ne usciamo vivi grazie all’ottimo senso dell’orientamento di Davide e a qualche graffio sulle gambe come mentore per le prossime volte, ma si sa: il ravanaggio è un’arte!

Silvia dice del mio senso dell’orientamento, ma non ne sono sicuro in realtà.

È che ci sono dei momenti, tra queste montagne, nei quali sei davvero libero. Libero significa “fuori dal sentiero”. Significa anche che ti devi assumere la responsabilità di finire fuori strada, di allungare troppo, di dover tornare indietro per riprendere la strada giusta.

Come tra quei mughi, una volta visto in lontananza il bivacco: Silvia ha scelto una via più tranquilla, se possibile, che però le avrebbe richiesto di salire ancora un pochino di quota. Io ero stanco (il ghiaione mi aveva provato), per cui ho deciso di tagliare il mare di mughi come niente fosse, trovandomi a fare l’equilibrista sui tronchi contorti sopra improvvisi crepacci, poi a sprofondare con tutto il corpo nel verde marrone vegetale, graffiandomi e incastrandomi, per poi sbucare alla base del monticello sul quale c’era il Goitan ad aspettarci, con un fiatone che non ti dico.

Che meraviglia.

Che libertà.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

Bivacco Goitan che spunta tra i mughi

Il bivacco Goitan

Finalmente intercettiamo una traccia che ci conduce al Bivacco Goitan (1810 mslm). Qui improvvisamente il bosco di pini mughi si dirada, lasciando spazio al bellissimo panorama sul Pramaggiore, sotto alle imponenti pareti del Monte Cornaget e della Cima Podestine.

Il Bivacco, posto nel vasto Cadin della Meda, è la classica scatola rossa, è stato eretto nel 1975 e, se all’esterno gli anni iniziano a farsi sentire, l’interno è ottimamente tenuto: otto posti letto con materassi, coperte e cuscini.

Davide prepara la cena fuori dal bivacco

Il tempo di riposarci qualche minuto, fare uno spuntino ed alleggerire gli zaini e ci incamminiamo verso Forcella della Meda.

Il sentiero verso la forcella è stato dismesso, come molti altri in questa zona del Friuli, per cui non risulta segnalato. Qualche ometto e qualche bollo rosso ormai sbiadito ci aiutano nell’orientamento. Il paesaggio circostante è grandioso e, tra enormi massi e radi larici raggiungiamo, salendo un altro ghiaione, la forcella della Meda.

Il panorama è bellissimo, ma sta per iniziare lo spettacolo del tramonto: ci precipitiamo verso il bivacco per godercelo comodamente davanti alla nostra meritata cena.

Silvia a Forcella della Meda

Ricordi che all’inizio ti dicevo che se cerchi un posto per stare lontano da tutti questi monti fanno al caso tuo? Sbagliato! Al bivacco troviamo infatti un’altra coppia, sono saliti con tutta calma giusto per godersi il tramonto, dormire qui e salire la cima del Cornaget la mattina seguente.

Così come non posso nascondere la delusione per il fatto di non essere da soli, così anche non posso nasconderti che queste due persone, incontrate per caso in un bivacco sconosciuto delle Dolomiti d’Oltre Piave, sono da noi ad oggi chiamati affettuosamente “zii”.

Perché è così che funziona nella vita: tu stai cercando qualcosa e lei – la vita – ti da una risposta del tutto inaspettata. Simonetta e Tiziano per noi sono stati una bellissima risposta a domande che inconsciamente ci stavamo ponendo. Non mi dilungherò oltre, ma la magia che si crea in montagna è davvero qualcosa di unico.

Tramonto dal bivacco GoitanIl tramonto non tarda a fare il suo incredibile show, il fuoco brucia vivace e la cena è presto servita.

Sono estremamente grata per tutto questo.

Fuoco pronto per la cena in bivacco

Il giro ad anello

La mattina inizia presto, come sempre, mentre dal bosco salgono le nubi dell’umidità della notte. Ci mettiamo in moto solo dopo una calda colazione, come è giusto che sia.

Dal bivacco Goitan le opzioni per continuare il giro sono innumerevoli, ma tutte “non convenzionali”. Non immaginarti infatti sentieri spianati e segnavia ad ogni passo, tra queste montagne vige la regola non scritta che per arrivare da qualche parte devi arrangiarti. Ecco a cosa mi riferivo quando parlavo di “montagna dura”: qui la wilderness è assicurata.

I nostri nuovi amici hanno in programma la cima del Cornaget tramite una via normale con una arrampicata non impegnativa che però si sviluppa tra roccia friabile ed esposta. Ci spiegano che la vera difficoltà è l’orientamento. Non abbiamo con noi caschetto e attrezzatura necessaria per cui decliniamo l’invito (a malincuore).

Il piano originario era quello di proseguire il sentiero dopo Forcella della Meda verso Forcella delle Pregoane e ricollegarci con il sentiero 376. Il giorno prima avevamo visto dei bolli rossi che continuavamo, in carta c’è una leggera indicazione puntinata (che come sempre può avere mille significati) e avevamo letto una relazione (molto datata) in merito. In realtà Simonetta ci racconta che quel sentiero è stato completamente dismesso e che, a causa di recenti alluvioni, alcuni tratti sono crollati per cui, nell’insieme, potrebbe essere pericoloso.

Non ci facciamo scoraggiare e decidiamo di intraprendere un giro ad anello che ci ricondurrà fino all’auto.

Scendiamo quindi di qualche metro lungo il sentiero 375 fino ad imboccare il sentiero 375a.

Mai scelta fu più giusta: questo tratto di sentiero è strepitoso. Bellissimi anfiteatri glaciali di roccia si alternano ad una ricca vegetazione di alta montagna.

Anfiteatri e ghiaioni

Imbocchiamo infine la deviazione che imboccando il sentiero 376 ci porta con una discesa costante fino al Rifugio Pussa (940 mslm).

Il caldo e la fatica si fanno sentire quando ci appare come un miraggio la sorgente Aga de la Putha. Si tratta di una piccola cascata che dà in una pozza di acqua, dovuta alla presenza della sorgente solforosa magnesiaca che fuoriesce a pochi metri dal Rifugio.

Nonostante il nome “aga de la putha” – ossia della pussa, la puzza – l’odore è veramente blando e la sensazione rinvigorente dell’acqua fresca limpida dopo una giornata di trekking sotto il sole cocente, impagabile. Se poi sali le rocce che delimitano la pozza dalla parte della cascata, ti si apre un panorama inaspettato e segreto, con pozze trasparenti e un breve tratto di canyon profondissimo e una cascata aguzza che… beh, non voglio rovinarti la sorpresa!

E così… all’ombra di un faggio (e aspettando birre gelate e fette di dolce) studiamo quale prossimo bivacco esplorare in Friuliconosci il Bivacco Gemona? E il bivacco Marussich? E il Luca Vuerich?

Davide e Silvia in forcella

Dati tecnici in breve

PARTENZA: Parcheggio Ciol de Pes (907 mslm)

ARRIVO: Bivacco Goitan (1810 mslm) – Forcella della Meda (2076)

DISLIVELLO: 900 m – 1169 m

TEMPI: circa 3 ore (noi ben di più a causa ravanaggio!)

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