“Gressoney si trova nella Valle del Lys, Silvia: ai piedi del Monte Rosa“. Bastano queste parole di Davide a farmi innamorare di questo paesino di montagna prima ancora di arrivarci. I camini delle case, anche in pieno agosto, sfumacchiano che è una meraviglia, i tetti di ardesia scura riflettono la luce del sole che fa capolino tra le montagne altissime e l’aria odora di legna, bosco, frutti rossi e burro.
La Valle del Lys è un intaglio tra le montagne dominato dai ghiacciai e dalle nevi perenni del secondo massiccio più alto delle Alpi. A Gressoney, il Monte Rosa è una presenza che si vede, si respira e si sogna ad ogni passo.
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Ti raccontiamo le più belle cose da vedere e da fare a Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinitè.
1. Castello Savoia: la perla di Gressoney
Quando l’ho visto per la prima volta, dal centro di Gressoney, ho pensato ad un’allucinazione. Hai presente i castelli delle fiabe? Ecco, il Castello Savoia è surreale da quanto bello è. Le sue cinque torri cuspidate emergono direttamente dal bosco come preziosi baluardi di storia, rendendolo visibile da tantissimi punti della valle.
Questo fiabesco castello del 1900 è stato dimora estiva della Regina Margherita, che lo fece edificare nella zona del belvedere della pineta Cialvrina avendo cura di riservarsi una splendida vista sul Monte Rosa. La regina infatti aveva ottimi gusti in tema di montagna, tanto che usava farsi portare a camminare sui ghiacciai più belli della Valle d’Aosta.
Splendido il Giardino botanico alpino organizzato proprio alla base del castello: ospita aiuole rocciose con fiori e piante provenienti da tutto il mondo.
È possibile visitare anche l’interno della dimora, che conserva ancora le decorazioni d’epoca. Pochi invece gli arredi originali.
2. Passeggiare per il centro storico di Gressoney
Gressoney è un gioiello. I gerani gonfi di colore, il ghiacciaio che incombe e la pietra degli edifici contribuiscono a creare un’atmosfera davvero suggestiva.
Il centro cittadino è suddiviso in due piazze. La piazza inferiore (ondre platz), prende il nome dal re Umberto I, mentre la piazza superiore (obre platz) ospita la chiesa di San Giovanni Battista. Bellissima la Via Crucis che si trova proprio davanti alla chiesa, costruita sotto un porticato del 1626. Le 14 edicole sono state affrescate da un pittore gressonaro, Johann Joseph Franz Curta.
L’area pedonale è piccolina, per cui ti consiglio di perderti semplicemente tra le viuzze curiosando tra negozi, fontanelle e deliziosi ristorantini.
E quando il sole inizia a scendere dietro le montagne, e l’ombra si impossessa delle viuzze del centro – e le temperature si abbassano – un bicchierino di genepì è più che consigliato!
Già che ci siamo… a parte l’assonanza, il genepì non ha nulla a che vedere con il ginepro. La pianta che dà il sapore a questo liquore tipico è infatti l’Artemisia glacialis, che cresce in alta quota. Il genepì si serve freddo (ma non ghiacciato), perché la bassa temperatura aiuta a sprigionare quel profumo di alta montagna, di aria che taglia le orecchie, di natura selvaggia. In più, è perfetto per preparare il caffè alla valdostana – quello che si beve dalla grolla.
3. Il Lago di Gover
La vera chicca in centro a Gressoney è il Lago di Glover, che si trova subito fuori dalla zona pedonale. Il lago, di origine artificiale, è circondato da pini e abeti secolari, ma soprattutto è (ovviamente) dominato dal Monte Rosa. Il ghiacciaio sembra volersi tuffare nell’acqua, mentre le nuvole si susseguono veloci sopra le nostre teste.
Meta gettonatissima per le famiglie (ci sono anche due parchi giochi a poca distanza), gli amanti della pesca sportiva e, in inverno, i pattinatori su ghiaccio. Ah, e giusto affianco si possono organizzare escursioni a cavallo – o su pony, per i più piccoli.
4. Museo Walser
Dato che adoro scoprire le tradizioni culturali delle valli di montagna, non ho resistito quando sono venuta a conoscenza del Museo Walser. Evidentemente non siamo in tanti a pensarla a questo modo, infatti il museo è aperto solo su prenotazione (da fare entro il giorno precedente la visita, per e-mail o telefonicamente). Il costo della visita è di 3€ e include anche una super interessante guida di un’ora. Dire che te lo consiglio sarebbe poco: noi ne siamo rimasti entusiasti.
I Walser sono una popolazione del Vallese che si insediò in queste zone nei secoli XII e XIII. La lingua titsh, gli abiti tradizionali, gli stadel (edifici tipici), ma anche la disposizione delle pietre sui tetti: la cultura e il paesaggio della Valle del Lys devono tutto a questa popolazione.
Visita super curiosa e davvero interessante, tramite la quale comprendere un territorio così ricco di usi e costumi. Il Museo Walser si trova a Gressoney-La-Trinitè (che di per sé merita anch’essa una visita).
5. Museo della fauna alpina
Tanto mi è piaciuto il museo Walser, quanto non sono riuscita ad affrontare questo. L’Alpenfaunamuseum “Beck-Peccoz” espone gli esemplari più significativi del patrimonio faunistico della regione.
Numerosi i trofei di caccia riuniti nel corso del XIX secolo dalla famiglia del barone Luigi Beck-Peccoz, ma soprattutto da lui stesso. Il Museo regionale della fauna alpina mette in mostra oltre 2000 tra corna e palchi di camosci, stambecchi, cervi, caprioli, e diversi trofei di fauna selvatica esotica. Sono custodite anche armi, quadri, libri e pubblicazioni inerenti la fauna e la flora alpina.
Non è il genere di museo che cerco, ma me lo hanno segnalato come bellissimo, e per completezza lo riporto.
6. La toma di Gressoney
In questo caso la vista non basta. Scomoda pure i sensi di gusto e olfatto: la toma di Gressoney è una vera delizia. Tutelata dal presidio slow food, si tratta di un formaggio a pasta cruda da latte vaccino intero semigrasso. Una delizia da non perdere.
Ci raccontano che fino a non molti anni fa si poteva comprare la toma anche lungo i trekking, negli alpeggi in quota. Ad oggi purtroppo non sono molte le maghe che vendono formaggio, anzi: spesso un cartello dichiara che non è possibile acquistarne. La stessa fonte ci ha detto che un ottimo formaggio può essere invece acquistato presso gli alpeggi del Vallon di Loo, al quale si accede (a piedi) poco a sud di Gressoney-Saint_Jean.
7. I migliori trekking a Gressoney
Se sei a Gressoney per camminare, ti avvisiamo: non avrai che l’imbarazzo della scelta! La Valle del Lys è infatti ricchissima di gite, una più bella dell’altra.
Passeggiata della Regina
Se hai voglia di farti una semplice ma panoramica passeggiata nel bosco, ti consigliamo di intraprendere la Passeggiata della Regina. Un sentiero di 30 minuti che collega il Lago di Gover al Castello Savoia. Il saliscendi è morbido, il bosco silenzioso, la cascata di Underwald, che si incontra circa a metà percorso, offre una bella variazione.
Rifugio Ospizio Sottile
L’Ospizio più alto d’Europa si trova a 2480 metri, al culmine di un bel vallone glaciale ad est di Gressoney-Saint-Jean. La sua storia è curiosa, tutta da approfondire, e la lavagnetta con il menu del giorno, beh: è quantomeno promettente!
Si parte dal paese – se sei alloggiato in paese, non serve nemmeno scomodare l’auto – e in 3 ore, e 1100 metri di dislivello, ci sei: non farti spaventare dai numeri, l’escursione non presenta difficoltà… a meno che tu non voglia poi trasformarla in un maestoso anello alpino!
Qui trovi la relazione dell’escursione al Rifugio Ospizio Sottile
Bivacco Lateltin
La cosa che ci è piaciuta di Gressoney è che dal fondovalle, in un attimo, puoi ritrovarti a quote strabilianti, in ambienti di roccia affascinanti, marziani.
La salita al Bivacco Lateltin, che si trova a 3120 metri di quota, è un trekking intenso, da fare prima sotto l’occhio vigile del Monte Rosa, poi tra pietraie rosse dalle dimensioni fuori scala. E anche in questo caso, se una volta arrivato al bivacco (bellissimo) hai ancora i piedi che scalpitano, puoi scendere per i laghi Pinter e il bel villaggio di Alpenzù.
Qui trovi tutto l’anello del Lateltin (una bella avventura!)
Punta della Regina
La “montagna di Gressoney” sembra un rilievo modesto, quasi dimesso… ma quando ti trovi in cima, ne capisci la bellezza: da qui si vedono ben 4 ghiacciai! (Ok, per scorgere il Cervino, serve avere la pazienza di aspettare che faccia capolino dalle nuvole che l’avvolgono).
L’escursione a Punta della Regina è facile e piacevole nonostante il bel dislivello da percorrere. I più pigri possono salire con gli impianti di Weissmatten (ma noi non te l’abbiamo detto!).
Sorgenti del Lys
Valle chiusa per noi è sempre sinonimo di: “andiamo a vedere cosa c’è in fondo!” e così eccoci qui a salire questo bellissimo sentiero che conduce alle sorgenti del Lys. Il percorso è medio-facile, ma quello che stupisce sono gli incredibili panorami che si alternano regalando cartoline capaci di togliere il fiato.
La meta finale? La vista del ghiacciaio con il suo lago. Commovente.
Qui trovi il dettaglio dell’escursione alle Sorgenti del Lys
8. La ferrata Angster
A due passi da Gressoney-Saint-Jean, nei pressi del Lago Glover, si trova anche una ferrata. I percorsi in realtà sono due:
- uno più semplice, giustamente chiamato “la ferrata dei bambini”
- uno decisamente più tosto riservato ad esperti
I due percorsi di incrociano, tanto che il primo diventa una pratica via di fuga per il secondo. Entrambi i percorsi sono letteralmente sospesi su Gressoney-Saint-Jean, e ti fanno arrivare in cima al pulpito roccioso che guarda il Lago Gover.
Ideona, quella di fare la ferrata Angster in pausa pranzo: “Sono 250 metri dislivello, Silvia! La facciamo, ci mangiamo un panino alla fine, e per le due siamo di nuovo al computer!”
In realtà questa ferrata viene catalogata come difficile, è un motivo c’è – anzi, ci sono più motivi:
- è molto, molto aerea, decisamente non adatta se hai anche solo un sentore di vertigini
- consta di tre pareti praticamente verticali, attrezzate “alla francese” con graffe, ma…
- gli appoggi sono davvero distanti tra loro
Quest’ultimo elemento può rappresentare un grosso problema, perché devi allungarti al massimo per afferrare il sostegno successivo… mentre sei sospeso sul vuoto! Tutti i resoconti che abbiamo letto infatti la sconsigliano alle persone di bassa statura.
Per il resto: attrezzatura ottima, bella esposizione, roccia non proprio appigliata, qualche punto confusionario, che non capisci se devi passare con i piedi o con le mani. Comunque, quando la finisci, la soddisfazione e l’adrenalina non sono niente male!
9. Acquistare la verdura ai piedi del Monte Rosa
Ok, forse questa è un’attività insolita, ma vedere un orto (così bello) proprio ai piedi del Monte Rosa ci ha stupito di non poco. Verdura biologica e coltivazioni insolite – alcune “recuperate” o estremamente locali – e prodotti che vengono colti direttamente dal campo, la mattina stessa o… quando glielo chiedi!
Orto e mercatino li trovi all’imbocco di Strada Castel Savoia, sulla destra venendo dalla Regionale (non puoi non vederli). In stagione turistica è aperto un paio d’ore la mattina, cinque giorni la settimana: gli orari sono chiaramente indicati Il sabato puoi trovare anche alcune bancarelle di prodotti tipici.
10. Conoscere la Regina Margherita
La Regina Margherita, qui, è una vera e propria star. Un busto in bronzo sulla facciata della piazza principale? Lei. Una targa commemorativa nella cappella dell’Ospizio più alto d’Europa? Per lei. E a chi sono dedicati una passeggiata nei boschi e un castello fiabesco? E un monte che si chiama “Punta della Regina”?
La regina Margherita di Savoia fu molto legata a Gressoney-Saint-Jean, tanto che la cittadina divenne dal 1889 al 1925 il suo luogo di soggiorno estivo abituale. In fondo, una regina alpinista, che amava attraversare i ghiacciai del Monte Rosa, non poteva scegliere residenza diversa. A proposito… a chi è dedicata la celebre Capanna Margherita sulla Punta Gnifetti? Ci siamo capiti.
11. I costumi tradizionali di Gressoney
Ogni paese ha il suo abito tipico, e Gressoney non fa eccezione… o quasi, dato che il costume tradizionale di Gressoney è quello delle donne, mentre quello degli uomini è stato disegnato a tavolino negli anni Cinquanta, per dare coerenza ai gruppi di ballo tradizionale.
Il tipico abito delle donne gressonare prevede camicia bianca, gonna rossa e grembiule nero, ma è notevole soprattutto per le corone in filigrana d’oro da indossare nelle giornate di festa. Veri capolavori tra l’orafo e il sartoriale, le corone hanno dimensione e “pienezza” del filo d’oro crescente a seconda dell’agiatezza della famiglia di chi la indossa. Il peso… aumenta in relazione!
Come molti elementi della cultura Walser, la corona viene tramandata di madre in figlia.
12. Che cosa mangiare a Gressoney
Della toma di Gressoney abbiamo già parlato, ma ci sono tanti altri prodotti tipici della Valle del Lys che ti consigliamo di assaggiare. Su tutti il salume tipico: il violino di capra. Questo salume, chiamato così per la sua forma, è simile alla motzetta: è carne essiccata derivante dalle cosce delle capre alpine. Per affettarlo, bisogna usare un coltello affilato come fa un violinista con l’archetto del violino.
Altra specialità è il lardo di Arnad, prodotto all’imbocco della valle, a due passi da Pont-Saint-Martin.
Altri cibi tipici della valle sono quelli della tradizione valdostana, come:
- l’immancabile zuppa alla valdostana con fontina e verze,
- le tegole, delizioso dolce tipico (hanno un che di somiglianza con le lingue di gatto venete),
- la deliziosa fontina e la sua declinazione in golosa fonduta,
- il boudin, un salume fatto con sanguinaccio, patate e barbabietola (fidati e assaggialo perché è squisito),
- il favò, una zuppa a base di pane raffermo, fave e patate (e fontina).
13. Le cascate di Gressoney
Una cascata, da scoprire magari dove meno te l’aspetti, fa sempre piacere: una virgola cristallina nel verde del bosco, un solco tagliente nella roccia rossastra… a Gressoney, di cascate, se ne contano ben quattro:
- Cascata di Valdobbia, presso la località omonima
- Cascata di Underwald, lungo la Passeggiata della Regina
- Cascata di Loo, all’imbocco del vallone omonimo
- Cascata di Borgofier, lungo la passeggiata tra Saint-Jean e La-Trinité
Danno il loro meglio in primavera, quando le nevi si sciolgono (in particolare quella di Borgofier), ma restano frizzanti per tutto l’anno.
14. Il villaggio Alpenzù
Dicevamo che Walser è sinonimo di tetti in lastre di ardesia? Niente di più vero, e basta raggiungere le quote dei pascoli per scoprire minuscoli agglomerati di edifici così simili tra loro che sembrano una unica struttura.
Come il villaggio di Alpenzù Grande, a quota 1779 mslm. Una pennellata di roccia sospesa sulla valle sottostante, prati verdi alle spalle, lo scampanare delle mucche, un albero monumentale a segnalarne l’ingresso. C’è anche un rifugio omonimo, che può essere un buon punto di appoggio per rimanere in quota durante traversate più articolate (anche noi infatti l’abbiamo scoperto scendendo dall’anello del Bivacco Lateltin).
15. Gressoney-La-Trinitè
Poco più a nord di Gressoney-Saint-Jean, sorge il delizioso borgo di Gressoney-La-Trinitè. Tetti in ardesia, pavé di pietra, balconi fioriti e profumo di legno. Oltre al Museo Walser, del quale ti ho già parlato, meritano una visita anche l’ufficio del turismo, dove ammirare gli abiti walser tradizionali, e lo storico cimitero.
Voglia di una passeggiata non impegnativa? C’è un bel tracciato ciclopedonale che collega le due Gressoney, che si volge completamente sulla sinistra idrografica del Lys e corre per un bel pezzo lungo i verdi prati del golf. È indicato dal segnavia 14, “passeggiata Lys”. Per percorrerlo tutto, ci vogliono una quarantina di minuti… che possono raddoppiare nel momento in cui ti accorgi che la camminata è bordata di piante di lamponi!
E visto che ci sei, una volta a La-Trinité non perderti un drink al lounge bar Castore e Polluce. Ci dicono che anche la selezione dei vini sia estesissima, ma noi ci siamo concentrati sui cocktail: tutti twist in chiave locale dei classici, interessantissimi.
+1 Il Monte Rosa
Lo vedrai svettare da qualsiasi punto di Gressoney in cui ti trovi. Le nuvole si inseguono avvolgendolo, le nevi perenni riflettono la luce della luna nelle notti più buie e illuminano la valle degli ultimi raggi del sole, mentre le temperature scendono rapidamente.
Ma avvicinarlo – o meglio salirlo – è tutt’altra emozione. Ti diamo 3 alternative:
- Fare un semplice trekking alle sorgenti del Lys, dalle quali godrai di un panorama privilegiato sul ghiacciaio.
- Fare uno splendido trekking fino al Rifugio Quintino Sella, sito proprio alle porte del ghiacciaio.
- Affidarti ad una guida e provare a raggiungere la Capanna Margherita, sulla Punta Gnifetti. Con i suoi 4556 mslm, è il rifugio più alto d’Europa.
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