Prendi una giornata un po’ cupa, di quelle che le cime è meglio lasciarle perdere. Prendi la voglia di camminare senza troppo cimentarsi in grandi dislivelli. Prendi infine la curiosità che aspetta di lasciarsi meravigliare dallo “strettamente locale”. Da questi desideri e dalla carta topografica giusta è venuta fuori questa bella escursione ad anello tra i paesi del Centro Cadore.

Giusto tre avvertenze. Il giro è abbastanza lungo, e se pensi di curiosare ogni cosa, puoi mettere in conto di passare un’intera giornata all’aperto. Il che può rivelarsi molto interessante: un po’ per le cose da scoprire, un po’ per certi panorami inaspettati… un po’ per la presenza di diversi bar, osterie e ristoranti presso i quali rifocillarsi o fare una pausa.

Trattandosi di un anello, puoi partire da dove ti è più comodo: noi siamo partiti da Nebbiù perché avevamo casa lì.

Infine, come spesso capita nelle escursioni tra paesi, il proliferare di tracce e deviazioni possono rendere l’orientamento più complicato di quello che davvero è. La traccia GPS che trovi in fondo all’articolo ti aiuterà a pianificare questa escursione.

segui bagaglio leggero su Instagram

Da Nebbiù a Pozzale di Cadore

Partiamo da Nebbiù, quindi (956 mslm). Dalla chiesa, prendiamo in direzione del cimitero, ma prima di arrivarci imbocchiamo – pressoché subito – la traccia che scende sulla destra. Ci troviamo così a percorrere un bel sentiero tra prati e chiazze di bosco: si tratta di uno di quei sentieri che “uniscono i paesi”, e che saranno la cifra di buona parte dell’escursione.

Il sentiero offre un paio di deviazioni che scendono a Tai di Cadore, ma noi “ci teniamo alti” e seguiamo per Pozzale di Cadore (non mancano le indicazioni).

A Pozzale arriviamo immettendoci su una strada asfaltata che ci porta direttamente in centro paese, in Piazza Margherita (1054 mslm).

Pozzale di Cadore murales

Le curiosità. A Nebbiù vale la pena di passare all’antica chiesetta di San Bartolomeo, circondata dal muro di dolomia, che sovrasta il paese: Da qui si ammira un bel panorama su Nebbiù.

A Pozzale invece prenditi del tempo per percorrere le vie del paese e goderti la mostra Gente di Montagna. Si tratta di una eccezionale mostra fotografica all’aperto che racconta non solo la storia dei pozzalini, ma anche le similitudini tra chi vive le terre alte di tutto il mondo. Dall’estate 2023 la mostra è corredata da una app scaricabile gratuitamente, che aggiunge un’ulteriore livello d’esperienza alla mostra. Ma non ti spoileriamo nulla!

Infine, sempre a Pozzale (ma solo in estate), trovi aperto l’antico mulino-segheria, un bell’edificio ristrutturato che ospita mostre fotografiche. Si trova all’imbocco del paese.

La mostra Gente di Montagna

Da Pozzale di Cadore a Rizzios

Dalla piazza di Pozzale proseguiamo ancora una volta… in direzione del cimitero! In corrispondenza di quest’ultimo prendiamo a destra e seguiamo il sentiero – che offre anche un punto panoramico sul Lago di Centro Cadore – che ci deposita, un paio di chilometri dopo, in corrispondenza delle ultime case di Tai di Cadore. Questo tratto di percorso è sempre ampio e comodo, e quasi privo di pendenza se si eccettua la “calata” su Tai.

Di fronte a noi, appena scesi nei pressi di abitazioni, c’è la chiesa di San Giovanni, piuttosto antica. Qui svoltiamo a sinistra in Via San Giovanni Caravaggio e, al primo bivio, prendiamo Via Leopardi sulla destra. Appena si presenta l’occasione, seguiamo un sentiero che scende verso l’alveo del Torrente Molina, dove un ponticello ci permette di attraversare il corso d’acqua (795 mslm).

In zona troviamo anche un piacevole pannello “topografico” che descrive la zona, mostra i collegamenti e ci aiuta ad orientarci. Si tratta di un disegno che praticamente arriva a rappresentare i singoli alberi, distinguendoli per essenza, e a proporre i punti panoramici migliori.

Dalla riva sinistra del torrente, una breve ma ripida salita ci porta a Rizzios (847 mslm).

La curiosità. Rizzios è un gioiellino datato 1600. La sua fortuna è quella di essersi salvata dai tanti incendi che nella storia hanno piagato il Cadore, per cui gli edifici mostrano il peculiare stile costruttivo e organizzativo cadorino: tetti inclinati, facciate rivolte al sole e un’urbanistica (se così si può dire) su piani sovrapposti che seguono le curve di livello. Tra le case sgomitano per farsi spazio orticelli e piccoli giardini. Nella chiesa di Sant’Anna, invece, si trovano diversi oggetti sacri risalenti anch’essi al Seicento.

Infine, curiosità nella curiosità, a Rizzios è stata fondata la prima fabbrica di occhiali dell’intero Cadore. Era il 1878, e una targa posta su una casa a tre piani ricorda il fondatore, Angelo Frescura. Segui l’itinerario per altri occhiali 😉

Rizzios

Da Rizzios a Calalzo di Cadore

Dalla parte opposta di Rizzios rispetto a quella dalla quale siamo arrivati, troviamo una traccia che sale ripida e ci porta sulla forestale che corre sopra il paese. Svoltiamo a destra e la seguiamo. Ad un bivio (Al Poz, 960 mslm) seguiamo a destra, in discesa, e arriviamo a Grea (920 mslm). Dal piazzale della chiesetta di San Leonardo si ammira un panorama notevole sul Lago del Centro Cadore e gli abitanti sottostanti. La panchina tattica invita alla pausa di meditazione.

Panorama da Grea

Dalla chiesa, individuiamo uno stretto sentiero che scende piuttosto pendente, schivando i tornanti della strada che sale a Grea. Sbuchiamo 150 metri più in basso, a due passi dalla Statale che fortunatamente evitiamo. Prendiamo infatti sulla destra giusti prima di imboccare il Ponte Molinà: seguiamo Via Molinà fino ad un più modesto ponte sul torrente – che attraversiamo – e arriviamo ad un grande stabilimento abbandonato, oltre il quale troviamo un sentiero che sale proprio alle sue spalle.

Alla prima strada che incontriamo, pochi minuti dopo, svoltiamo a destra, superiamo l’ennesimo cimitero e raggiungiamo la chiesa di San Biagio. Qui svoltiamo a sinistra e camminiamo fino al centro di Calalzo di Cadore (850 mslm).

In centro a Calalzo di Cadore

La curiosità. La curiosità è quel “grande stabilimento abbandonato”, oltre i vetri del quale si intuiscono scatoloni e registri. Si tratta della prima sede della Società Azionaria Fabbrica Italiana Lavorazione Occhiali, cioè Safilo, risalente al 1934. Un peccato non sia oggetto di un qualche recupero da archeologia industriale.

Archeologia industriale a Calalzo di Cadore

Da Calalzo a Pieve di Cadore

Proseguiamo su Via Mazzini fino a incrociare la Statale, della quale percorriamo sulla destra un breve tratto. Scendiamo poi sulla sinistra in Via de Stefani dove, dopo un centinaio di metri, c’è sulla destra l’imbocco della ciclabile che porta a Pieve di Cadore. Ciclabile che corre protetta dalla Statale, ed è pressoché pianeggiante.

Raggiungiamo così le pendici del Monte Castello, che con il Monte Ricco costituiscono la collina “difensiva” di Pieve di Cadore. Riconosciamo un sentiero decisamente zigzagante tra l’erba: lo seguiamo e sbuchiamo così sulla Statale e, salendo la scaletta che ci troviamo di fonte, in centro a Pieve (863 mslm).

Pieve di Cadore

La curiosità.

Pieve di Cadore offre molte cose da vedere, a partire dal Museo dell’Occhiale, decisamente interessante, al Forte di Monte Ricco che sorge sull’omonimo colle: si tratta di una piccola deviazione, ma a questo punto dovresti avere i piedi che girano in automatico!

Abbiamo dedicato un articolo completo a Pieve di Cadore, con tutte le informazioni che ti servono.

Da Pieve di Cadore a Nebbiù

Ci apprestiamo a tornare al punto di partenza! Dopo aver cincischiato un po’ nella nobiliare Piazza Tiziano, all’ombra della statua del pittore qui nato – e magari di uno spritz per spezzare il ritmo della gita – andiamo verso Via Nazionale, percorriamo il curvone e duecento metri di rettilineo in direzione sud est (verso l’uscita dal paese, per intenderci), e imbocchiamo quasi subito, sulla destra, Via Dolomiti, in salita.

Un paio di tornanti e passiamo di fianco ad un classico “vecchio albergo” (il Dolomiti), la cui mole e i dettagli riportano a un tempo in cui il Cadore (tutto, non solo Cortina) era terra frequentata dall’alta borghesia; continuiamo in salita per altri due ampi tornanti, e proseguiamo sulla strada sterrata belvedere che, aggirando il Col Contràs, sbuca sull’omonima via asfaltata.

Superiamo le ultime abitazioni, la strada si fa sentiero e in pochi minuti sbuchiamo in corrispondenza di uno dei bivi che abbiamo ignorato all’andata: siamo sul sentiero che connette Pieve di Cadore a Nebbiù. In una ventina di minuti siamo arrivati.

Escursione ad anello : dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo In Centro Cadore, sui versanti che sovrastano Pieve e Calalzo di Cadore
📍 Partenza da Un punto qualsiasi dell’anello (leggi la relazione); noi siamo partiti da Nebbiù (956 mslm)
💍 Punti dell’anello Nebbiù (956 mslm), Pozzale di Cadore (1054 mslm), Rizzios (847 mslm), Grea (910 mslm); Calalzo di Cadore (850 mslm); Pieve di Cadore (863 mslm)
📐 Dislivello 630 metri
📏 Lunghezza 17,1 km tutto l’anello
⏱️ Tempo 5 ore, pause escluse
😅 Difficoltà Media
💧 Acqua Sì, nei paesi
🗺️ Cartografia Tabacco 1:25.000 n.16 – Dolomiti del Centro Cadore (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS

Altre escursioni sugli stessi versanti